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Punteggi medi ottenuti dai due gruppi sperimentali ai questionari RME, Faux Pas e SQ

RISULTATI E DISCUSSION

Grafico 11 Punteggi medi ottenuti dai due gruppi sperimentali ai questionari RME, Faux Pas e SQ

Allo scopo di individuare possibili correlazioni tra le varie dimensioni indagate e capire se le differenze nell’AQ siano da attribuire alla presenza di un DCA piuttosto che alla presenza di problemi internalizzanti, abbiamo utilizzato il test r di Pearson. Non risultano correlazioni significative tra EAT-26 e AQ nel gruppo sperimentale (Tabelle 7, 8 e 9 in Appendice B), per cui non è possibile considerare la variabile clinica connessa alla presenza di DCA come determinante i punteggi AQ.

Nel campione di controllo ci sono invece correlazioni tra le sottoscale dei due questionari, in particolare tra Attention to Details (AQ) e Preoccupazione per il cibo, Tendenze Bulimiche e Punteggio totale EAT-26 per quanto riguarda l’AQ compilato dalle partecipanti; per l’AQ compilato dal padre e EAT-26 abbiamo correlazione tra Communication (AQ) e Punteggio totale EAT-26, Communication (AQ) e Tendenze Bulimiche e tra quest’ultima ed il Punteggio totale AQ. Infine, tra EAT-26 e AQ compilato dalla madre abbiamo riscontrato correlazioni significative tra Attention Switching (AQ) e Preoccupazione per il cibo (EAT-26) e tra quest’ultima sottoscala e Attention to Details (AQ).

Nel gruppo clinico, non risultano correlazioni statisticamente significative tra i questionari EAT-26 e IRI (Tabella 10 in Appendice B), sia per quanto riguarda i punteggi totali che le rispettive sottoscale. Nel gruppo di controllo invece abbiamo trovato delle

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correlazioni positive tra la scala Controllo Orale dell’EAT-26 e le due scale Personal Distress e Empatia Affettiva dell’IRI.

Le correlazioni statisticamente significative tra i questionari AQ (auto-somministrato e compilato dai genitori) e IRI sono riassunte nelle tabelle 11, 12 e 13 in Appendice B.

Abbiamo infine analizzato le correlazioni tra sintomatologia alimentare (EAT-26) e problematiche comportamentali (YSR 11-18) e tra queste ultime e la presenza di tratti autistici (AQ).

Per quanto riguarda i questionari EAT-26 e YSR 11-18 (Tabella 14 in Appendice B), molte sono le correlazioni significative riscontrate nel gruppo clinico, soprattutto per quanto riguarda i sintomi internalizzanti. Il punteggio totale EAT-26 correla negativamente con la scala Social dello YSR 11-18 e positivamente con le scale Anxious-Depressed, Social Problems, Total Problems, Affective Problems e Anxious Problems; nella tabella 14 in appendice sono elencate anche le correlazioni relative alle sottoscale dell’EAT-26, correlate positivamente con le scale sindromiche e DSM-oriented internalizzanti dello YSR 11-18.

Nel gruppo di controllo invece sono i sintomi esternalizzanti a correlare con le scale dell’EAT-26: la scala Preoccupazione per il cibo correla infatti positivamente con le scale Rule-Breaking Behavior, Externalizing Problems e Total Problems dello YSR 11- 18; la scala Tendenze bulimiche (EAT-26) correla positivamente con la scala Externalizing Problems (YSR 11-18). Infine, la scala del punteggio totale dell’EAT-26 correla positivamente con Externalizing Problems e Total Problems del questionario YSR 11- 18.

Anche i punteggi del questionario AQ, nel campione clinico, correlano positivamente con molte scale dello YSR 11-18 (Tabelle 15, 16 e 17 in Appendice B), ancora una volta in maggior parte con la scala dei Problemi Internalizzanti e con le relative sottoscale sindromiche e DSM-oriented. Le scale Social Skills, Attention Switching ed il Punteggio totale degli AQ auto compilati e compilati

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dalle madri correlano positivamente con le scale Anxious/Depressed, Withdrawn/Depressed, Somatic Complaints, Social Problems, Thought Problems, Internalizing Problems, Total Problems e Anxious Problems dello YSR 11-18. Queste correlazioni si notano meno negli AQ compilati dai padri, nei quali comunque vengono riscontrate tra Social Skills (AQ) e Anxious/Depressed (YSR 11-18) e tra Social Skills e Anxious Problems (YSR 11-18); inoltre tra Imagination (AQ) e Somatic Complaints, Affective Problems, Somatic Problems (YSR 11-18).

Anche nel gruppo di controllo le sottoscale ed il punteggio totale dell’AQ correlano positivamente con i Problemi Internalizzanti (YSR 11-18) ed alcune scale ad essi legate, ma al contrario del gruppo clinico qui abbiamo anche delle correlazioni con Aggressive Behavior (Attention Switching, Attention to Details e Punteggio totale del padre; Attention Switching e Punteggio totale della madre) e con Rule Breaking Behavior (Communication auto; Attention Switching e Communication del padre).

4.2 Discussioni

I risultati ottenuti dall’analisi dei dati riguardanti il questionario AQ rilevano la presenza di tratti autistici nel gruppo clinico in quantità maggiore rispetto a quello di controllo, confermando quindi gli studi citati nel precedente capitolo [Baron-Cohen et al., 2013; Tchanturia et al., 2013]. Il 21% delle nostre pazienti rientra infatti tra i fenotipi autistici definiti da Wheelwright e colleghi [2010], con il 7% di loro facente parte del Broader Autistic Phenotype ed il 14% del Medium Autistic Phenotype. I nostri dati vanno anche a confermare in parte i risultati ottenuti da Courty e colleghi nel 2013 [Courty et al., 2013], poiché anche in questo studio le sottoscale dell’AQ in cui sono stati totalizzati i punteggi più alti sono Social Skills e Attention

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Switching, ma non la scala Communication come invece era stato riscontrato nella suddetta ricerca.

La presenza di differenze statisticamente significative nel punteggio totale degli AQ compilati dai genitori ma non in quello autosomministrato potrebbe essere spiegato dal fatto che comportamenti riferibili al fenotipo autistico vengano notati meno dalle ragazze o venga dato ad essi un peso minore di quello che invece viene loro attribuito dalle figure di riferimento.

Per quanto riguarda invece gli altri questionari utilizzati per verificare l’ipotesi principale di questo studio, cioè IRI, RME, SQ e FP, non sono risultate differenze statisticamente significative tra i due campioni. Le prestazioni delle ragazze con AN-R sono quindi paragonabili a quelle delle ragazze sane al test sulle capacità di sistematizzazione, così come riscontrato anche da Hambrook [2009] e da Courty [2013] nei loro studi; stesso livello di prestazione anche per quanto riguarda l’abilità di mentalizzazione indagata dal RME, dato che non conferma i risultati di ricerche precedentemente svolte [Baron-Cohen et al., 2001; Oldershaw et al., 2010], in cui invece il campione di soggetti con anoressia nervosa otteneva punteggi nettamente inferiori rispetto al gruppo di controllo. Le medie e le deviazioni standard dei punteggi ottenuti dai due gruppi sperimentali al test dei Faux Pas, utilizzato per misurare la capacità di rilevare un errore sociale all’interno di una conversazione e di comprendere empaticamente lo stato d’animo di chi lo commette e di chi ne è vittima, sono quasi perfettamente sovrapponibili; questo ad indicare che le ragazze con AN-R sono in grado esattamente quanto le ragazze senza disturbo alimentare di mettersi nei panni dell’altro, come già dimostrato da Courty e colleghi [Courty, 2013]. Infine, tutte e quattro le sottoscale dell’Interpersonal Reactivity Index sono risultate non differire significativamente tra i due gruppi: non abbiamo quindi confermato studi precedenti, come quello di Calderoni e colleghi [Calderoni et al., 2013], in cui invece si sottolineava un deficit selettivo della componente affettiva

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dell’empatia, riscontrato appunto attraverso la somministrazione dell’IRI.

Successivamente abbiamo utilizzato il test r di Pearson per indagare le relazioni esistenti tra le dimensioni analizzate tramite la somministrazione dei vari questionari.

Per quanto riguarda lo studio delle correlazioni tra la sfera dell’empatia e la sintomatologia del disturbo alimentare, abbiamo riscontrato un’assenza di correlazione tra EAT-26 ed entrambi i test AQ e IRI. La mancata relazione lineare tra sintomatologia alimentare e presenza di tratti autistici ci suggerisce che i livelli di questi ultimi siano da considerarsi indipendenti dalla gravità del disturbo AN-R, proprio come sostenuto recentemente da Calderoni e colleghi [Calderoni et al., 2015]. Inoltre, l’ulteriore assenza di linearità tra sintomatologia anoressica e capacità empatiche sottolinea che anche queste sono indipendenti dalla severità del DCA e che quindi, se si ha un loro deficit nella popolazione anoressica, questo sembra non essere riconducile alla sintomatologia legata al disturbo alimentare. Tra gli intenti del nostro studio c’era anche quello di indagare se la presenza di alti livelli di tratti autistici nei soggetti con AN-R sia legata direttamente alla sintomatologia del disturbo o se invece sia mediata da sintomi internalizzanti come ansia e depressione, molto spesso riscontrati nelle pazienti con AN-R.

Esaminando innanzitutto le correlazioni emerse tra EAT-26 e YSR 11-18 vediamo subito che il punteggio totale al test per la sintomatologia del DCA correla positivamente con varie scale dello YSR 11-18, tutte riguardanti disturbi internalizzanti ed in particolare ansia e depressione. Risulta invece una correlazione negativa con la scala della socialità, che sta ad indicare i problemi di socializzazione spesso riportati dai soggetti con disturbo alimentare; la stessa correlazione si ritrova infatti in senso positivo con la scala sindromica dei problemi sociali.

Entrando poi nei particolari delle singole sottoscale dei due questionari, vediamo che tutte e tre le scale dell’EAT-26 correlano

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positivamente con le scale Affective Problems e Anxious Problems: questo, in accordo con studi precedenti [Godart et al., 2007], sottolinea come la comorbidità principalmente associata ai Disturbi del Comportamento Alimentare sia quella dei Disturbi del Tono dell’Umore e quindi ansia e depressione e come questa relazione abbia un forte impatto sulla vita sociale dei soggetti con AN-R [Tchanturia et al., 2013].

Arrivando infine allo studio delle correlazioni tra presenza di tratti autistici (AQ) e sintomatologia comportamentale (YSR 11-18), il nostro studio sembra confermare i risultati ottenuti nel 2015 da Calderoni e colleghi. Abbiamo infatti riscontrato una forte correlazione tra i punteggi totali dell’AQ autoriferito e la scala dei Problemi Internalizzanti, che correla fortemente anche con il punteggio totale dell’AQ compilato dalla madre. I livelli di tratti autistici presenti nei soggetti con AN-R del nostro gruppo clinico sembrano quindi essere legati ai sintomi internalizzanti in comorbidità col disturbo alimentare ed in particolare a problemi di ritiro sociale e depressione, lamentele somatiche, difficoltà di socializzazione e problemi d’ansia. Riscontriamo anche una correlazione positiva con comportamenti aggressivi e sintomi esternalizzanti: questa tipologia di comportamenti in relazione ai tratti autistici viene sottolineata sia dai soggetti stessi che dalle madri e perciò sarà probabilmente un nuovo aspetto da indagare ulteriormente in futuro.

Le scale dell’AQ che correlano maggiormente con le sottoscale dello YSR 11-18 sono la Social Skills e l’Attention Switching. Le abilità sociali sono fortemente influenzate dalla presenza di disturbi internalizzanti come ansia, depressione e ritiro sociale ed è già noto da altri studi come esse siano deficitarie nei soggetti con AN-R [Godart et al., 2004]. Inoltre, ricerche precedenti avevano sottolineato come la scala internalizzante del ritiro sociale fosse legata ai livelli di tratti autistici ed in particolare ai comportamenti che mostrano chiusura verso il mondo esterno e disinteresse per

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l’altro [Hoekstra et al., 2007]. I nostri risultati sembrano perciò essere in linea con le conoscenze acquisite dalle ricerche precedentemente svolte.

La scala Attention Switching misura la flessibilità cognitiva, necessaria per spostare l’attenzione tra più stimoli al fine di svolgere un compito o azioni della vita quotidiana. Come già accennato, l’abilità del set-shifting sembra essere deficitaria nei soggetti con anoressia nervosa [Holliday et al., 2005; Roberts et al., 2007; Lopez et al., 2008; Tchanturia et al., 2012] e recentemente uno studio condotto da Giel e colleghi [2012] ha collegato tale deficit alla presenza di sintomi internalizzanti relativi al disturbo unipolare, mentre non ha riscontrato problemi di flessibilità cognitiva nei soggetti con AN-R che non presentavano comorbidità con tali disturbi. Il nostro studio sembra quindi confermare la suddetta relazione tra carenza di flessibilità cognitiva e problemi internalizzanti.

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CONCLUSIONI

Riassumendo, il nostro studio si è proposto di esaminare la presenza di tratti autistici in un campione di adolescenti con diagnosi di AN-R confrontandoli con un gruppo di controllo composto da adolescenti sane.

La nostra ipotesi principale era che il gruppo con AN-R avrebbe dimostrato di avere livelli più alti di tratti autistici rispetto ai pari senza disturbo alimentare ed abbiamo scelto di utilizzare il test Autism Spectrum Quotient per verificarla. I risultati che abbiamo ottenuto confermano gli studi precedenti [Baron-Cohen et al., 2013; Tchanturia et al., 2013] mettendo in evidenza una differenza statisticamente significativa tra le distribuzioni dei due gruppi sperimentali per quanto riguarda la presenza di tratti autistici. Avevamo inoltre ipotizzato che esistesse una correlazione positiva tra entità del disturbo alimentare e presenza di tratti autistici e deficit dell’empatia. Gli esiti delle analisi non hanno però confermato tale ipotesi, in quanto non sono risultate correlazioni statisticamente significative tra le tre dimensioni. La presenza di tratti autistici sembra perciò essere indipendente dalla severità della patologia alimentare, così come le carenze empatiche riscontrate nella pratica clinica e nelle ricerche precedenti.

Infine, volevamo verificare se la presenza di tratti ASD potesse essere riconducibile a patologie psichiatriche in comorbidità con l’AN-R, soprattutto a disturbi internalizzanti. I risultati che abbiamo ottenuto confermano questa ipotesi: abbiamo infatti riscontrato correlazioni fortemente positive tra i punteggi del questionario AQ ed i sintomi internalizzanti misurati tramite la somministrazione dello Youth Self Report 11-18. Appare quindi evidente una relazione tra disturbi dell’umore come ansia e depressione e caratteristiche tipiche dello spettro autistico, così come già documentato da Calderoni [Calderoni et al., 2015].

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I risultati presentati devono tutta via essere interpretati con cautela, considerando la presenza di alcuni limiti dello studio. La numerosità del campione è la prima delle limitazioni anche in considerazione dell’obiettivo che è stato posto di indagare correlazioni tra dimensioni così complesse. Inoltre l’ampia batteria testologica utilizzata ed il conseguente tempo necessario alla sua somministrazione potrebbe aver diminuito il livello di attenzione dei probandi portandoli a rispondere con poca accuratezza, in particolare nel gruppo di controllo. Infine, la somministrazione delle sole Matrici Progressive di Raven non ci ha permesso di delineare i profili cognitivi dei partecipanti allo studio e non siamo quindi in grado di escludere che i risultati ottenuti possano essere stati influenzati da questi.

Sarà quindi importante in uno studio futuro ampliare il campione e implementare una procedura sperimentale più agile, selezionando tra gli strumenti che hanno fornito risultati significativi e aggiungendo una batteria che aiuti a definire il profilo cognitivo dei gruppi sperimentali.

Inoltre, avendo noi reclutato nel gruppo clinico solo adolescenti in fase acuta di malattia, potrebbe essere utile in futuro effettuare uno studio longitudinale, in modo da verificare se i livelli di tratti autistici nell’AN-R legati alla compresenza di disturbi internalizzanti diminuiscano con il regredire di entrambe le tipologie di sintomi.

Concludendo, poiché la presenza di comportamenti tipici dei Disturbi dello Spettro Autistico in soggetti con AN-R sembra essere predittiva di una cronicizzazione del disturbo alimentare, sarà importante verificare ulteriormente la loro relazione con la comorbidità associata all’AN-R, in modo da poter forse trovare nuove strade per curare tale patologia.

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APPENDICE A

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