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Vi si ritrovano: a) il legame tra intervalli e spettri; b) la gerarchia tra aggregati intervallari e la definizione dei percorsi possibili; c) la definizione delle regole di transizione. Tutti questi elementi, come si vedrà, saranno alla base della scrittura di EnTrance.

3.4 La collaborazione con Laurent Pottier

Nei primi anni Novanta, all’IRCAM si sviluppa la figura dell’assistente musicale, poi affermatosi come RIM (réalisateur en informatique musicale).160 La sua formazione si differenzia da quella dell’assistente puramente tecnico: alle competenze più marcatamente tecnologiche – dallo sviluppo e utilizzo di software alle tecniche di sintesi ed elaborazione del suono – affianca una solida preparazione musicale e musicologica in grado di consentire un dialogo proficuo con i compositori, spesso inesperti sul fronte delle nuove tecnologie. Una professionalità vasta e difficilmente circoscrivibile in un ambito definito che, nel quadro di una spiccata missione pedagogica, spazia dalla composizione all’interpretazione, dalla ricerca applicata alle tecnologie audio alla preservazione delle opere elettroniche e miste.

Nella composizione di un’opera musicale, il RIM riveste allora il fondamentale ruolo di intermediario tra l’idea compositiva e la sua concretizzazione, in un processo che va dalla fase di gestazione a quella di composizione, fino all’esecuzione in concerto.

Laurent Pottier è stato il réalisateur en informatique musicale che affiancò Fausto Romitelli nella composizione della parte elettronica di EnTrance (1995). Proveniente da studi scientifici, Pottier ha insegnato informatica e computer music all’Università di Montpellier. Nel 1992 è approdato all’IRCAM per seguire il master “Musicologie du XXème siècle”, fondato da Hugues Dufourt tre anni prima, e conseguire il titolo di diplôme d'études approfondies. Durante il master ha avuto l’occasione di studiare con Jean-Claude Risset e Hugues Dufourt e ha potuto approfondire le tematiche inerenti la computer music, in particolare la sintesi del suono con Csound e il sistema di aiuto alla composizione Patchwork, all’epoca in fase di sviluppo. Inoltre, si è confrontato con la musica di Marco Stroppa e quella di Fausto Romitelli, anche se limitatamente alla parte elettronica di Natura morta con fiamme.161

160 La figura del réalisateur en informatique musicale ha assunto via via sempre più rilievo, soprattutto in terra francese. Attualmente è attivo, presso l’Università di Saint-Étienne, un master dedicato: il Master II Pro RIM.

161 La testimonianza di Pottier conferma che il programma WORKLISP è stato utilizzato esclusivamente per la generazione della parte elettronica di Natura morta con fiamme, e non è stato impiegato in EnTrance.

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Una volta terminato il master, fino al 1995 ha insegnato al dipartimento di pedagogia dell’IRCAM Patchwork, CSound, Max e altri sistemi per la sintesi e il controllo del suono. In particolare, i compositori a cui Pottier insegnava dimostravano un crescente interesse verso Patchwork, flessibile, semplice e intuitivo nella sua interfaccia visuale. In quegli anni ha sviluppato in particolare due librerie per Patchwork, SPdata e Csound/Edit-sco. Poi, nel 1995, si è trasferito nel dipartimento di produzione per lavorare alla composizione di EnTrance.

Tra le ragioni che spinsero Pottier a lavorare con Romitelli ci furono sicuramente delle motivazioni legale alle rispettive inclinazioni musicali, così come fattori di ordine tecnologico: l’interesse di Romitelli verso un suono distorto, non convenzionale, proveniente anche da strumenti impiegati nella tradizione rock, incuriosì Pottier. Il suo background musicale era affine: lui stesso, proveniente dall’ambiente della musica popular, in passato aveva fatto uso di sintetizzatori, tastiere, così come di strumenti per la manipolazione e la distorsione del suono. Inoltre, li accomunava l’interesse verso la sintesi con Csound e il suo controllo parametrico in LISP (e ovviamente Patchwork)

Si gettarono così le basi per una collaborazione semestrale, dal luglio 1995 al gennaio del 1996, quando EnTrance fu eseguita per la prima volta.

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CAPITOLO :

ENTRANCE

Nata nel solco dell’estetica spettrale, EnTrance di Fausto Romitelli si colloca nel contesto teorico-tecnologico fin qui delineato. Quando Romitelli si stabilì presso l’IRCAM come compositeur en recherche, dal 1993 al 1995, lo sviluppo di Patchwork era già ad uno stadio avanzato. Il compositore poté quindi avvalersene per la scrittura dell’opera.

EnTrance è un’opera ‘mista’ per soprano, ensemble e elettronica.162 Composta nel corso del 1995, è stata eseguita per la prima volta venerdì 26 gennaio 1996 all’Espace de projection dell’IRCAM dall’Ensemble InterContemporaine e dal soprano Françoise Kubler sotto la direzione Ed Spanjaard.

Alla voce e all’ensemble di legni, ottoni, archi, percussioni e pianoforte, si affiancano dispositivi elettronici che comprendono: un sintetizzatore, un campionatore e una parte elettronica digitale quadrifonica creata in studio da mandare in riproduzione in concerto. La natura eterogenea dell’organico ci induce quindi a parlare di un’organologia allargata.163

Nel dettaglio:

Legni: flauto (anche flauto basso), oboe (anche corno inglese), clarinetto in Sib (anche

clarinetto basso), fagotto;

armonica a bocca suonata da Fg, Cr2, Tbn (modello diatonico da 3,5 cm di lunghezza);

ottoni: due corni, tromba in Do, trombone;

• soprano;

percussioni intonate: vibrafono, marimba, glockenspiel, tre gong;

162 FAUSTO ROMITELLI, EnTrance, per soprano, sedici esecutori ed elettronica, Parigi, Ricordi, 1996.

163 Come afferma Stiegler, «nous vivons, en ce début de XXIème siècle, un véritable bouillonnement organologique, où instruments acoustiques, technologies analogiques et technologies numériques issues de l’informatique forment un système de plus en plus intégré». BERNARD STIEGLER, “Bouillonnements organologiques et enseignement musical”, in «Les dossiers de l'ingénierie éducative», 43, Paris, CNDP, 2003, pp. 11.

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percussioni non intonate: grancassa, tam tam, bidone metallico, congas di due

dimensioni, piatti cinesi di tre dimensioni, piatto splash, piatto ride; • tastiere:

o pianoforte;

o sintetizzatore Yamaha SY99 (anche pianoforte acustico). Per l’SY99 sono stati progettati due suoni creati ad hoc: a) archi filtrati; b) archi filtrati trasposti di ¼ di tono all’acuto;

o tastiera master keyboard che controlla un campionatore Digidesign SampleCell. Il campionatore gestisce cinque diversi suoni: a) suono sintetico di archi filtrati; b) suono di archi filtrati, trasposto di ¼ di tono all’acuto; c) chitarra elettrica distorta, nota singola; d) chitarra elettrica distorta, triade maggiore; e) pianoforte;

archi: due violini, viola, violoncello, contrabbasso a 5 corde;

parte elettronica su quattro tracce: i suoni sono notati in partitura, ma la simbologia

adottata è approssimativa e puramente funzionale al sincrono tra parte elettronica e ensemble. Sono presenti indicazioni sulle componenti frequenziali dei suoni in forma di notazione tradizionale (approssimazione al semitono), e un’indicazione di massima sul tipo di inviluppo del suono, percussivo o meno.