• Non ci sono risultati.

Come valutare?

Nel documento UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE MILANO (pagine 100-104)

4. LA VALUTAZIONE DEI RISULTATI NELLE IMPRESE SOCIALI DI INSERIMENTO

4.3. L’analisi della letteratura

4.3.4. Come valutare?

90 di risorse e di soddisfazione (utilità) individuale procurata dall’utilizzo di un servizio, non è un metodo sufficiente per valutare la situazione reale di una persona. Secondo Sen, il capability approach riempie le lacune tenendo conto delle possibilità di scelta reali della persona: non si concentra sui beni e servizi ai quali una persona ha accesso,né sulla soddisfazione che gli procura il consumo individuale, ma sulle scelte reali che gli sono offerte e che la persona può realizzare. Le “capabilities” rappresentano la vera libertà della persona, sono l’insieme delle realizzazioni tra le quali la persona può scegliere poiché ha i mezzi per concretizzare ciò che preferisce. L’approccio per capacità offre un quadro di valutazione dello spazio di libertà del quale la persona dispone per ricercare il benessere. Da un lato ci dà informazioni sui fini che una persona valorizza e dall’altro sui mezzi di cui essa dispone per raggiungere i suoi fini. L’approccio per capacità è stato utilizzato per alcune operazionalizzazioni112 tra le quali la valutazione delle privazioni delle persone svantaggiate o portatrici d’handicap, la valutazione delle disuguaglianze di genere e la valutazione delle politiche economiche e sociali. In questa sede vuole fungere semplicemente da richiamo, anche per sottolineare come le accezioni di utilità sociale hanno diverse sfaccettature e richiedono di conseguenza approcci sostanzialmente diversi.

91 - per misurare il cambiamento prodotto sul singolo utente: utilizzo di scale di misurazione di atteggiamenti, conoscenze, comportamenti, test di misurazione della qualità della vita, tramite misurazione/classificazione delle serie storiche, definizione del risultato atteso e confronto con altri casi;

- per verificare la coerenza tra progetto e azioni realizzate: registrazione delle attività progettate e svolte, richiesta di un giudizio da esperti;

- per provare l’uso efficiente delle risorse: registrazione delle risorse impiegate per un obiettivo e confronto con altre realtà, serie storiche e con ipotesi di spesa previste;

- per la gestione degli imprevisti: registrazione di eventi previsti e non, interviste e focus con attori sociali tramite giudizio di esperti, ricostruzione di casi e confronto con attese.

Esistono diversi strumenti per la valutazione, come ad esempio l’analisi di contesto, l’analisi

“contesto-meccanismi-risultati”, l’analisi costi/benefici, gli strumenti di self reporting, le griglie di osservazione, le interviste, i giudizi esterni, ecc. I diversi strumenti dovrebbero essere integrati al fine di gestire, assicurare e valutare la qualità. Per un’impresa sociale la capacità di valutare e di auto-valutarsi, la condivisione di strategie e strumenti per confrontare l’efficienza dei risultati diventa un elemento fondamentale per lo sviluppo e il dialogo, utile per il buon funzionamento del network e per il posizionamento dell’impresa stessa115.

Per le WISE, secondo Dussart116 gli indicatori personali oggettivi possono essere misurati tramite rapporti economici o dati extraeconomici. Gli indicatori personali soggettivi devono invece essere raccolti tramite interviste o colloqui. Gli indicatori generali esterno-quantitativi si rifanno a grandezze numeriche, monetarie e non, che consentono di valutare l’outcome delle WISE; per gli indicatori generali esterno-qualitativi è necessario adottare metodi diversi come interviste, focus group, ecc. Infine, per gli indicatori basati sulle risorse è possibile misurare valori economici e rapporti quantitativi, ma ciò significa limitare l’analisi ad un primo livello di indagine.

Secondo Simon117, l’analisi finanziaria si svolge tramite indici di liquidità, solidità e autonomia finanziaria.

Riprendendo lo studio di Maree118, presentiamo alcune metodologie possibili per la misura dell’impatto collettivo, diviso in tre passaggi:

115 Turra (2005), Op. Cit.

116 Dussart et al. (2003), Op. Cit.

117 Simon (1998), Op. Cit.

118 Maree (2005), Op. Cit.

92 1. Per analizzare l’impatto macroeconomico si suggerisce:

i. analisi di incidenza. L’obiettivo è misurare l’insieme degli effetti di tipo economico generati da una data attività su gli altri agenti, in una zona fissata e al di là degli effetti generati sui beneficiari diretti. In sé l’analisi d’incidenza non è uno strumento d’aiuto alle decisioni perchè si limita ai soli effetti e non prende in considerazione i costi, non si può utilizzare per il confronto tra progetti alternativi. L’obiettivo è quello di contabilizzare l’influenza esercitata su altri agenti economici, la sua è quindi una funzione prettamente informativa.

ii. Impatto sul budget pubblico: tra gli impatti collettivi della WISE, l’effetto sul budget pubblico è particolarmente importante. Da un lato è piuttosto misurabile, dall’altro, nell’ipotesi di un sostegno finanziario delle WISE, indica in quale misura il sostegno generi un costo o, al contrario, un beneficio per le finanze pubbliche. Un esempio del calcolo considera effetti diretti, indotti e derivati.

Tabella 4-1:I tre effetti delle WISE – Fonte: Maree (2005), Op. Cit.

Effetti diretti Per ogni inserimento: costi (sovvenzioni, ecc) – benefici fiscali e sociali per spese evitate Entrate fiscali nette derivanti dall’attività del’impresa (IVA, ecc.)

IVA sui consumi addizionali degli inseriti

Effetti indotti Entrate fiscali supplementari dovute all’aumento dell’attività economica indotta dalle spese addizionali delle persone reinserite e delle spese d’investimento delle WISE

Effetti derivati Spese pubbliche evitate riguardanti il miglioramento delle condizioni di vita delle persone reinserite e della collettività in generale: sanità, stile di vita, educazione, sicurezza, ecc.

2. Dal punto di vista della collettività, gli impatti dell’inserimento non si limitano a effetti d’incidenza sul piano macroeconomico. Comprendono anche la produzione di un bene collettivo, di, che per sua natura è extra-mercato, nel senso che non può essere mediato dal mercato, e contrariamente ai beni privati, non ha un prezzo. È dunque possibile misurarlo e dargli un valore monetario? Lo studio suggerisce:

i. Analisi delle risorse mobilizzate: si procede a misurare la produzione extra-mercato elencando l’insieme dei costi supportati in termini di acquisti intermedi, remunerazioni, ammortamenti. È una valutazione che sottostima il valore dei beni extra-mercato. Vi si aggiunge l’analisi dei finanziamenti, che mira a rilevare le differenti entrate ricevute dall’impresa in vista di assicurarle una produzione: contributi, donazioni, sussidi, ecc. Tale analisi sembra considerare le preferenze, poiché i finanziamenti potrebbero essere interpretati come l’espressione di domanda dei finanziati per i servizi forniti.

93 ii. Per cercare di misurare economicamente la produzione extra-mercato è possibile utilizzare calcoli di ottimizzazione come l’analisi costi-efficienza o l’analisi costi-benefici. La prima misura la produzione tramite indicatori (non monetari) e ha per scopo principale il confronto delle attività produttive senza cercare di portare un giudizio assoluto.

Indice ACE: costo (valore contabile)/realizzazione

La seconda si basa invece su un’analisi monetaria e tenta, valorizzando la produzione, di compararla direttamente al costo delle risorse mobilizzate secondo la seguente formula:

VAN= Σ (Bi – Ci)/(1+r)i

dove Bi e Ci sono rispettivamente i benefici e i costi dell’anno i, e r è il tasso di attualizzazione.

iii. Infine, per misurare il valore economico di un bene collettivo si prende in considerazione la volontà di pagamento (WTP) degli individui che può essere stimata a partire dalle loro preferenze per il bene, sia che le sue preferenze siano rilevate tramite il prezzo di beni sostitutivi o complementari, sia che esse siano espresse nel quadro di indagine simulante un mercato fittizio (metodo di valutazione contingente).

Per analizzare il capitale sociale creato dalle WISE, Davister119 propone di raccogliere dati sulle relazioni sociali:

- Network di cui i lavoratori fan parte;

- Numero e tipo di relazioni tra lavoratori e autorità pubbliche;

- Numero e tipo di relazioni tra lavoratori e attori economici;

- Aiuti e contributi da altre organizzazioni,

Inoltre, si propone la raccolta di dati tramite questionari aperti ai manager delle WISE, con domande sui valori e le regole seguite nella gestione delle loro aziende. Il capitale sociale è anche considerato come derivante da un’attività di lobby, anche secondo Gregoire120 per misurarlo gli indicatori sono: expertise di attori pubblici, partecipazione in network formali e informali, partecipazioni in federazioni, capacità di influenzare l’opinione pubblica e le agende pubbliche, presenza e contributo economico dei volontari. Quest’ultimo valore informa l’impresa sulla propria capacità di comunicazione, persuasione e attrattività sui singoli.

119 Davister (2004), Op. Cit.

120 Gregoire (2004), Op. Cit.

94 La ricerca di Nicoise121 utilizza questionari ed interviste che considerano diversi temi, dalla situazione socio-demografica, familiare, abitativa, il livello di studi, la carriera professionale, l’utilizzo del tempo libero, la partecipazione alla vita sociale, la salute, il reddito, l’utilizzo di strutture ambulatoriali o residenziali, il benessere fisico.

Infine, le ricerche baste sull’analisi del valore economico prodotto dalle WISE per la PA e la comunità utilizzano schemi simili di analisi costi/benefici, differenziati dalle caratteristiche regionali o nazionali di riferimento. In quest’ottica gli autori hanno creato una serie di indicatori, riferendosi ad una previa ricerca di Jadoul122, che consentono un’analisi di sistema e longitudinale su più anni. Gli indicatori sono indicati nella tabella che segue.

Tabella 4-2: Un esempio di analisi costi/benefici sul budget pubblico Benefici per PA  + tasse ed imposte sui redditi dei lavoratori

 + IVA creata dall’attività svolta grazie alle WISE

 + IVA create dagli acquisti dei lavoratori (grazie ai redditi)

 - contributi e sussidi per la disoccupazione

 - costi per contributi socio-sanitari (non più richiesti dai lavoratori) Costi per PA  + sussidi e contributi a sostegno delle WISE

 + costi per contributi sociali dei lavoratori, sostenuti dalla PA anziché dalla WISE (in alcuni paesi)

I risultati devono essere attualizzati alla data attuale per permettere un’analisi e mostrare il valore aggiunto di una WISE non solo da un punto di vista sociale, ma anche economico.

Nel documento UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE MILANO (pagine 100-104)