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COMMENTARI DELL'AGRICOLTURA COLTURE ERBACEE ED ARBOREE

Nel documento Cronache Economiche. N.140, Agosto 1954 (pagine 67-80)

NELL'AXNATA A G R A R I A 1953

F. M . P A S T O R I N I

Gli attuali aspetti tecnico-economici delle più importanti colture erbacee ed arboree attuate in provincia di Torino. — La statistica delle produzioni. — II concorso della Camera di Commercio per potenziare l'agricoltura torinese.

Prima di esaminare nel dettaglio le vicende tecnico-economiche delle principali colture attuate in provin-cia di Torino nel 1953 si ritiene op-portuno fornire qualche rapido cen-no sulle caratteristiche climatiche, le quali, nelle loro manifestazioni talora eccezionali, hanno sensibil-mente influito sull'esito quantitativo e qualitativo dei prodotti.

Un lungo periodo di estrema, per-sistente siccità, verificatosi all'inizio della primavera, ha contribuito, uni-tamente ad accentuati freddi not-turni ed a brinate mattutine, a creare un ambiente diffìcile per la ripresa dell'accestimento primaverile dei cereali; le pioggie cadute nella terza decade d'aprile sono riuscite a riequilibrare la situazione, accele-rando lo scioglimento dei nitrati sparsi in copertura, favorendo la ripresa, anche se lenta, della vege-tazione, inducendo condizioni abba-stanza propizie per le colture pri-maverili da poco seminate o in corso di semina, tanto che, nel maggio, la levata e la spigatura del frumen-to hanno avufrumen-to esifrumen-to favorevole. Al-trettanto non si può dire per le pro-duzioni foraggere, le quali, compro-messe nella loro maturazione da uno scarso grado di umidità del terreno, hanno fornito un primo taglio (mag-gengo) sotto i limiti delle rese nor-mali.

In giugno, la quantità e la fre-quenza delle precipitazioni meteo-riche hanno ostacolato operazioni delicate e impegnative, quali la rac-colta dei prodotti frutticoli e la mie-titura dei cereali: la campagna gra-naria si è pertanto conchiusa in con-dizioni climatiche generalmente

av-verse e sotto il segno di auspici poco favorevoli nei confronti delle basi-lari caratteristiche tecnologiche del prodotto (peso specifico e umidità percentuale), nonché di una conve-niente conservazione dello stesso. Anche la grandine, con le sue ap-parizioni abbastanza numerose e, in qualche caso, violente, non ha man-cato di aggiungere ulteriori difficoltà specialmente in quelle zone sfornite di una organizzata ed attiva difesa antigrandine.

In settembre le condizioni clima-tiche sono nettamente peggiorate ri-spetto al bimestre luglio-agosto a causa di piogge eccessive accompa-gnate da brusche diminuzioni di tem-peratura, per cui l'uva non è riuscita a completare convenientemente la maturazione, la vendemmia ha su-bito considerevoli ritardi e il terreno, eccessivamente umido e lontano da normali condizioni di tempera, non ha consentito l'esecuzione delle ara-ture di preparazione, in vista delle semine autunnali.

frutta e castagne, hanno provocato l'esondazione di numerosi torrenti e, come conseguenza, allagamenti, in-terruzioni stradali, gravi danni alle opere d'arte disposte lungo i corsi d'acqua: sotto questo profilo vanno segnalati in particolar modo i tor-renti Sangone, Pellice, Ghiandola. Nelle alte Valli l'eccesso di acqua ha contribuito ad aggravare il dissesto geologico da tempo in atto, confer-mando una volta ancora l'urgente necessità di provvedere con opere durature a frenare la continua ero-sione delle pendici montane.

Ecco ora, in dettaglio, alcuni ri-lievi tecnico-economici connessi alle principali colture attuate nel terri-torio provinciale.

Frumento

Nell'ultimo quadriennio, superflci, produzioni e rese riguardanti il fru-mento si sono configurate così come appare nel seguente specchio:

Anno Superficie Anno ha 1950 66.158 1951 66.788 1952 61.681 1953 64.568 Produzione coinpless. q.li Resa q.li /lia 1.564.541 23,6 1.429.393 21,4 1.549.587 25.1 1.711.200 26,5

Infine, le eccezionali piogge otto-brine, oltre ad aver creato condi-zioni ambientali decisamente avver-se in rapporto alle avver-semine di fru-menti ed erbai autunnali, nonché alla raccolta di mais quarantino,

Anche quest'anno le varietà elette sono state di gran lunga preferite dagli agricoltori, in sostituzione delle antiche varietà locali che appaiono ormai decisamente superate, sia in linea tecnica che economica. Molto

SCOLO B RESA IN q.li PER ha. SCALO 0 SUPERFICIE ha.

66000.

6XOOO.

62000.

6000Q,

diffuse, in pianura, sono risultate le varietà: S. Pastore, Jacometti Car-me, Jacometti 49, Tevere, S. Gior-gio, Villa Glori, Damiano, Mara, Fu-no, Freccia, Salto, Mentana, men-tre nella regione di collina hanno prevalso: Tevere, Roma, Mentana, S. Pastore, Quaderna, Frassineto, Cologna, S. Giorgio, Damiano, Villa Glori. Anche in montagna il fru-mento ha avuto qualche rappresen-tanza, ma sempre assai esigua, con alcune varietà come: Virgilio, Mont Calme, e la vecchia « Gentilrosso » che continua a dare risultati abba-stanza soddisfacenti; purtuttavia il cereale autunno - vernino assoluta-mente prevalente continua ad es-sere la segale, talora in varietà sele-zionate come la « Cinquecento », dati i tipici caratteri di rusticità che con-sentono a questo cereale di opporsi, meglio del frumento, alle avversità del clima montano. Nelle plaghe pianeggianti, quasi tutte le semine sono state effettuate a macchina con netto orientamento verso la fila sem-plice, mentre sui terreni di accentuata declività la distribuzione m a -nuale si è dimostrata praticamente insostituibile.

Tra il febbraio e il marzo sono state praticate, in più riprese, le ( j ( j I C R O N A C H E E C O N O M I C H E

concimazioni in copertura, soprat-tutto col nitrato di calcio, ed anche con calciocianamide, nonché le tra-semine dei trifogli.

La lotta contro le erbe infestanti h a avuto in generale applicazioni limitate; solo nella pianura torinese transpadana ed in quella pinerolese si sono effettuati, su larga scala, trattamenti a base di diserbanti or-monici, conseguendosene risultati as-sai vantaggiosi. Elateridi, grillotalpa e topi hanno insidiato la coltura, i primi particolarmente diffusi e dan-nosi sui ristoppi. Contro tali avver-sità si è provveduto con mezzi vari, quali esche avvelenate a base di fo-sfuro di zinco o insetticidi organici come D.D.T. e tiogamma; se all'uso di tali mezzi si aggiungesse l'ado-zione di razionali avvicendamenti

con il conseguente abbandono del ristoppio si potrebbero certo con-seguire esiti ancora migliori.

Per le operazioni di mietitura si è fatto, come di consueto, largo po-sto alla macchina (falciatrici con apparecchio a mietere, mietitrici, mietilegatrici), ancorché le piogge, provocando estesi allettamenti, ab-biano obbligato gli agricoltori ad adoperare anche la falce a m,ano. La convenienza economica del

mez-zo meccanico è, peraltro, dimostrata dai seguenti dati raccolti specifica-mente per la zona transpadana, ma valevoli, in genere, per la regione di pianura: con 1 mietitrice e 4 uomini si effettua, in una giornata, il taglio e l'accovonatura su 5 giornate pie-montesi (ha 1,90501 ; con 1 mietile-gatrice mossa dal trattore e 2 uo-mini si effettua, in una giornata, il taglio e l'accovonatura su 20 gior-nate piemontesi (ha 7,62); con una falce a mano e 2 uomini (uno alla falce e l'altro all'allestimento dei covoni) si effettua, in una giornata, il lavoro su una giornata piemontese

(ha 0,3810). * Le operazioni di trebbiatura dei

cereali sono state organizzate, in massima parte, da imprenditori pri-vati, proprietari delle macchine, che, a richiesta, si sono trasferiti nelle varie aziende oppure soffermati, per qualche giorno, sulle piazze dei vari comuni ove gli agricoltori hanno provveduto a convogliare il fru-mento prodotto. Si trascrivono qui di seguito le tariffe richieste per la trebbiatura del frumento a resa nor-male, intendendosi per rese normali i seguenti quantitativi medi orari: Trebbie con battitore fino a 75 cm.:

SCQLQ Q- SUPERFICIE ha. RESA IN qji PUR ha.

MAH PRIMAVERILE

2i'000.

Trebbie con battitore fino a 91 cm.: quintali 9;

Trebbie con battitore fino a 107 cm.: quintali 11;

Trebbie con battitore fino a 122 cm.: quintali 14;

P i a z z a m e n t o e t r e b b i a t u r a fino a 20 quintali: L. 7.000;

Trebbiatura da 21 a 60 quintali, t a -riffa per quintale: L. 300; Trebbiatura da 60 a 150 quintali, t a

-riffa per quintale: L. 260. Oltre 150 quintali: le tariffe sono state concordate d i r e t t a m e n t e tra le p a r t i prima di iniziare la trebbia-tura.

In sede di considerazioni g e n e -rali, si può dire che il prezzo del prodotto, messo a raffronto con il costo, n o n è ritenuto dagli agricol-tori sufficientemente remunerativo, sia di per se stesso, sia in rapporto alle esigenze poste dal regime d ' a m masso. T a l e regime dovrebbe a d e -guarsi, meglio di quanto oggi n o n a c c a d a , alle necessità economiche dell'agricoltura, accelerando, i n t a n -to, le operazioni di ricevimen-to, in modo che la consegna delle quote dovute possa effettuarsi subito dopo la mietitura, e consentendo, inoltre,

margini di tolleranza più ampi nei riguardi di taluni aspetti del cosid-detto « condizionamento », soprat-tutto peso all'ettolitro e umidità percentuale, in modo che le p a r -tite consegnate all'ammasso possano spuntare, con più facilità, i migliori prezzi sulla base e nell'ambito delle tabelle di valutazione.

Granoturco

Nell'ultimo quadriennio si sono raccolti i seguenti dati statistici ri-g u a r d a n t i il mais primaverile e quello estivo:

Nel 1953 la superficie investita a mais primaverile ed estivo è stata pari al 51,6 % di quella destinata al f r u m e n t o ; ciò c o n f e r m a che, per la nostra provincia, il granoturco co-stituisce, dopo il frumento, la più importante coltura granellare e, tra le piante da rinnovo, quella f o n d a -mentale.

In pianura sono state preferite le varietà ibride americane, come i F u n k ' s G. 19 - 30 - 35 - 114; gli U 32 - 41; i Maygold 56 - 99 A; la semina è stata e f f e t t u a t a a mano, m e d i a n t e il cavicchio o entro

sol-Anno Tipo di coltura Superficie

ha Produz. compless. q.li Resa q.li /ha 1950 Mais primaverile Mais estivo 25.389 7.341 543.680 57.637 21,4 7,8 1951 Mais primaverile Mais estivo 27.222 6.068 778.138 57.150 28,3 9,4 1952 Mais primaverile Mais estivo 29.462 5.995 784.915 97.620 26,6 16,3 1953 Mais primaverile Mais estivo 27.430 5.937 936.120 116.630 34,1 19,6 l() C R O N A C H E E C O N O M I C H E

chetti precedentemente ricavati con l'aratro, oppure a m a c c h i n a con le normali seminatrici usate per il f r u -mento o con apposite seminatrici da mais.

Nelle zone di collina è stata a n cora accordata la preferenza alle v a -rietà italiane, come Marano vicen-tino, Ottofile, Denti di cavallo, Isola basso, S. Stefano, ed altre razze se-lezionate da Todaro e da Succi; la semina è stata effettuata più a m a n o che a macchina.

Le concimazioni effettuate (gene-rose in fatto di letame, m a non al-trettanto in fatto di concimi mine-rali) h a n n o dimostrato ancora u n a volta quanta efficacia abbia la f e r -tilizzazione nell'incrementare la resa di questa coltura, al cui soddisfa-cente esito h a n o n poco contribuito l'acqua irrigua, prevalentemente

di-Anno Superficie ha 1950 8.225 1951 8.235 1952 8.878 1953 8.008 l() C R O N A C H E E C O N O M I C H E

stribuita con il metodo dell'infiltra-zione laterale.

Il maggior prodotto che si con-segue dagli ibridi americani, in via di diffusione sempre maggiore, pone in primo piano il problema dell'es-siccazione, poiché diventa sempre meno attuabile l'antico sistema di riunire le pannocchie in mazzi posti su spalliere addossate ai muri m e -glio esposti; tale sistema n a t u r a l e deve ormai essere integrato, e t a -lora addirittura sostituito, con quello artificiale, ottenuto mediante gli es-siccatoi, alla cui m a g g i o r diffusione potrebbe assai giovare l'organizza-zione cooperativa.

Patata

Superfici, produzioni e rese della p a t a t a nell'ultimo quadriennio sono state le seguenti:

Produzione compléss. Resa

q.li q.li /ha

649.710 79

560.720 68

638.650 72

675.012 84

In rapporto alla superficie inve-stita (pari a circa il 24 % di quella destinata a granoturco), la p a t a t a rappresenta la coltura da rinnovo più importante dopo il mais, m e n -tre, da un punto di vista ecologico, essa riesce a distribuirsi su più vasta area, che va dalle alte valli fino alle zone di pianura.

T r a le varietà preferite dagli agri-coltori v a n n o segnalate: la B i n t j e , la Majestic, la T o n d a di Berlino, la K r a s a v a , la Matilde, la Antibes, la Piattellina (queste ultime due soprattutto nella regione di m o n t a -gna), nonché talune varietà olan-desi, scozzesi, americane. In molte valli alpine, ove la p a t a t a rappre-senta la coltura di maggior valore economico, le operazioni colturali di sarchiatura, rincalzatura e scerba-tura sono state condotte con parti-colare diligenza. Dorifora, elateridi, grillotalpa e peronospora sono stati efficacemente combattuti mediante t r a t t a m e n t i a base di D.D.T., tio-g a m m a , arseniati, fosfuro di zinco, poltiglia bordolese e polvere C a f -faro; contro il mosaico l'unico ri-medio adeguato consiste nell'uso di seme appositamente selezionato.

Le modalità di conservazione del prodotto consistono nel porre i

tu-fi f i . ) IN q.li P f S Ao

SUPERriCIE ha

svoo.

C O L T U R E F C M G G E R f : SCOLO 0.

52 000.

1 9 5 1 1 9 5 2 1955

beri o sotto la tettoia o, meglio a n -cora, in cantina, provvedendo, con-tro il freddo intenso, mediante co-perture di paglia; nelle zone di pia-nura, però, il problema della conser-vazione, almeno nei confronti dei tuberi da seme, non si presenta poi-ché si h a cura di rinnovare annual-mente la seannual-mente per non incor-rere in produzioni cosiddette « dege-nerate », poco vigorose e facilmente attaccabili dai parassiti.

La semente è stata acquistata, di preferenza, presso ben noti centri di produzione dislocati nelle zone di Brunico, Val Pusteria, Bressanone, Avezzano, e, in quantitativi più mo-desti, presso talune zone delle Valli piemontesi, segnatamente la Val-chisone.

Colture ortive

Tali colture h a n n o importanza di rilievo, come è noto, nella larga f a -scia che circonda la città di Torino, fascia che, oltre a comprendere pla-ghe di pianura, si estende pure in qualche comune della collina trans-padana, come S. Mauro, Andezeno, Montaldo Torinese. Nelle aziende ove l'orticoltura è a t t u a t a con criteri razionali, h a trovato favore la

pra-tica del trapianto ripetuto, special-mente per talune specie, come pomo-doro, peperone, melanzane, cucur-bitacee. Tale pratica consiste in un trasferimento della piantina dal letto caldo, in cui f u seminata, in altro letto caldo prima dell'interra-mento a dimora, allo scopo di favo-rire lo sviluppo delle radici ed un anticipo sulla fruttificazione.

In primavera lo sviluppo vegeta-tivo delle colture è stato, in linea di massima, soddisfacente, soprattutto per il fatto che — contrariamente alle previsioni, confortate peraltro da ricorrenze statisticamente control-late — la brina h a fatto apparizioni fugaci e quantitativamente irrile-vanti; purtroppo, però, il fortunale abbattutosi il 23 maggio sulla città di Torino e sull'immediato retroterra h a causato gravi danni sulle colture primaticce, valutati attorno al 70-80% del prodotto.

All'inizio dell'autunno, le piogge persistenti h a n n o favorito la diffu-sione di talune manifestazioni crit-togamiche su molte colture, provo-cando altresì estesi marciumi radi-cali; tra le colture floreali sono stati colpiti, in particolar modo, i crisan-temi, specialmente se coltivati in

aziende orticole poste in zone colli-nari. Proprio per questa circostanza il mercato del crisantemo h a finito di deludere l'attesa dei floricoltori, poiché l'estrema deperibilità del pro-dotto ha costretto i fiorai a conte-nere la domanda nei lìmiti stretta-mente richiesti dal fabbisogno gior-naliero ed i prezzi non sono mai riusciti a portarsi su un livello di qualche soddisfazione.

In complesso, però, i principali prodotti orticoli conseguiti hanno denunciato rese unitarie non infe-riori a quelli dell'annata precedente, ad eccezione del pomodoro la cui produzione è diminuita di circa 5 qli/ha.

Colture industriali

Sono rappresentate, come è noto, da canapa e menta coltivate nelle plaghe della pianura transpadana e pinerolese poste ai confini con la provincia di Cuneo. La semina della canapa, nella sua varietà « G i g a n t e di Carmagnola », ha avuto luogo tra il finire di marzo e la prima decade di aprile: l'operazione è stata ese-guita prevalentemente a spaglio, tal-volta a righe in piccoli solchi prepa-rati con l'aratro o con la zappa.

Nello stesso periodo di tempo si è provveduto alle concimazioni azo-tate dei cosiddetti « semenzai » di menta ove si sono raccolti gli sto-loni dell'anno precedente, stosto-loni da cui si sono ricavate le piantine po-ste a dimora verso la metà di mag-gio.

Nella seconda quindicina d'agosto si è effettuata la raccolta della ca-napa, limitatamente alle piante da taglio, poiché quelle destinate alla produzione del seme sono state ta-gliate più tardi, verso la fine di set-tembre. La produzione conseguita non si è discostata, in quantità e qualità, dai valori già denunciati nell'anno precedente.

I maggiori problemi che assillano le predette colture si riferiscono, per la menta, alla necessità di una « macchina da trapianto » per acce-lerare e rendere economicamente meno gravosa l'operazione della messa a dimora delle piantine; per la canapa, alla necessità di mecca-nizzare la trasformazione del pro-dotto allo scopo di diminuire il co-sto della produzione, modificando, in tal modo, il risultato economico della coltura oggi poco soddisfacente. Colture foraggere

Nell'ultimo triennio si sono rac-colti i seguenti dati statistici riguar-danti le produzioni foraggere:

Già si è visto come le avverse con-dizioni climatiche siano state le cause determinanti di tale diminuita pro-duzione: infatti, la precoce neve del novembre 1952 ha interrotto i pascoli e compromesso il prodotto degli er-bai annuali (costringendo, di conse-guenza, a intaccare prima del previ-sto le scorte foraggere predisposte per l'inverno); in primavera, poi, il lungo periodo di siccità h a grave-mente ostacolato lo sviluppo della cotica erbosa, riducendo, senza ri-medio, la produzione praticola più importante: quella del maggengo. Solo i buoni medicai sono riusciti ad opporsi validamente alle sfavo-revoli condizioni indotte dal clima seccagno, mentre gli stessi prati ar-tificiali, anche se attuati con i do-vuti accorgimenti tecnici, non hanno risposto alle speranze degli agricol-tori per la scarsa resistenza dei tfogli, pur dando, in complesso, ri-sultati superiori ai prati stabili nei quali si sono verificati rapidi ed ampi diradamenti.

La scarsa produzione non sembra, comunque, possa ascriversi a negli-genze colturali poiché, eseguite in autunno le consuete concimazioni organiche, si è poi provveduto, in marzo, a pulire ed erpicare i prati, incorporando, ad un tempo, nuove frazioni di letame o terricciato e talvolta di concimi minerali: per-fosfato, scorie Thomas,

calciociana-Anno Tipo di coltura Superficie ha eompless. Produz. q.li

Resa q.li /ha

1951

Prati avvic. ed erbai Prato perman. asciutto .. . Prato perman. irriguo Prato pascolo e paso. perm.

55.407 51.078 59.181 131.442 3.969.898 2.264.928 4.566.748 1.327.144 71,6 44,3 77,1 10,1 297.108 12.128.718 1952

Prati avvic. ed erbai Prato perman. asciutto .. . Prato perman. irriguo Prato paso, e pasc. perm.

56.065 51.083 59.181 131.442 3.631.389 1.766.202 4.249.535 1.032.328 64.7 34,5 71.8 7,8 297.771 10.679.454 1953

Prati avvic. ed erbai Prato perman. asciutto .. . Prato perman. irriguo Prato pasc. e pasc. perman.

54.516 51.083 59.181 131.442 3.372.031 1.712.297 3.898.584 1.092.784 61,9 33,5 65,8 8,3 296.222 10.075.696 II 1953 è stato pertanto

caratteriz-zato da una scarsa produzione forag-gera, inferiore, nel complesso, del 6% e del 17% in rapporto a quella conseguita, rispettivamente, nel 1952 e nel 1951.

l() C R O N A C H E E C O N O M I C H E

mide, solfato ammonico. Se un ap-punto può farsi, essa riguarda la concimazione minerale, che merita e torna conto di intensificare m a g -giormente.

Nelle plaghe pianeggianti della

Vauda si è accentuata la tendenza di rompere definitivamente il prato stabile, inserendo tutte le colture fo-raggere in rotazione e scegliendo op-portuni miscugli per l'impianto dei prati artificiali; se questo nuovo orientamento sarà ulteriormente so-stenuto, le aziende della zona po-tranno, tra non molto tempo, darsi un ordinamento produttivo più ra-zionale ed efficiente dell'attuale. Per ora gli avvicendamenti si basano, per la più gran parte, su succes-sioni biennali (mais-frumento) e triennali (mais-frumento-frumento) e, in rapporto a tale circostanza i medicai sono posti fuori rotazione e conservati per 4-5 anni sullo stesso appezzamento: quasi mai si presen-tano in coltura pura, ma sono per lo più consociati con speciali varietà di trifoglio, in modo da permettere il conseguimento, già fin dal primo anno, di produzioni ragguardevoli.

Ma se in Vauda si è manifestata la tendenza all'impianto di prati ar-tificiali in sostituzione dell'antico prato stabile, non così può dirsi per il restante territorio provinciale, per cui uno dei problemi di fondo della praticoltura torinese è ancor oggi quello di rompere la stabilità dei prati o, almeno, di mantenerne, senza pause, il vigore vegetativo della cotica mediante appropriate periodiche rinnovazioni.

Un secondo problema riguarda la conservazione dei foraggi, attuata quasi esclusivamente mediante l'af-fienamento. A questo proposito non può essere taciuto che il silo, ingiu-stamente trascurato, può costituire una preziosa integrazione del fienile, specialmente nei riguardi di quelle produzioni foraggere conseguite nel tardo autunno o comuqne insidiate da avverse condizioni climatiche, e quindi difficilmente affienabili.

Da una maggiore diffusione dei sili, l'incremento e l'avvenire degli allevamenti zootecnici non ne potranno trarre che indiscussi v a n -taggi.

Colture arboree da frutto e da albero

a) Viticoltura e vino.

Vigneti in coltura specializzata e viti in coltura promiscua hanno for-nito complessivamente una produ-zione di qli 934.037 di uva, di cui qli 898.791 (cioè il 96%) avviati alla vinificazione, mediante la quale si

sono conseguiti hi 566.145 di vino (resa circa 63%).

La coltura specializzata si trova circoscritta, come è noto, in alcune zone collinari, segnatamente la col-lina transpadana e la plaga di piano-colle canavesana, nonché, in minor misura, sulle pendici dell'anfiteatro morenico eporediese e sulle colline canavesane. Soprattutto in queste zone si è provveduto, con ritmo ab-bastanza vivace, alla graduale rein-tegra, su piede americano, dei Alari esauriti ed ai relativi lavori di

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