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Il commercio estero torinese nel mese di luglio 1954

Nel documento Cronache Economiche. N.140, Agosto 1954 (pagine 52-55)

Nonostante la congiuntura sfavorevole del periodo estivo, il mese di luglio registra un andamento abbastanza soddisfa-cente nelle esportazioni dei principali settori produttivi torinesi.

La nota più favorevole ci perviene dal settore automobi-listico il quale ha permesso di realizzare apprezzabili entità valutarie con esportazioni destinate a numerosi Paesi, supe-rando 1 valori ottenuti nei mesi precedenti di oltre il 30%.

Sempre nel campo della metalmeccanica, anche l'espor-tazione dei cuscinetti a sfere ha registrato un certo incre-mento facendoci sperare in un miglioraincre-mento della situa-zione di questa importante branca dell'industria torinese. Nel contempo, l'industria delle macchine calcolatrici e da scrivere ha validamente contribuito all'ottenimento dei risul-tati rilevanti proseguendo nelle vendite all'estero col ritmo abbastanza animato che già nei mesi scorsi abbiamo riscontrato.

La nota negativa purtroppo ci perviene ancora una volta dal settore tessile anche se, nell'ambito dello stesso settore, occorra effettuare le dovute discriminazioni. Infatti, nel set-tore laniero si è ripetuto il successo ottenuto nei mesi scorsi da alcune industrie fabbricanti un tessuto leggero destinato ai confezionisti degli Stati Uniti d'America; mentre altri tipi di tessuti pesanti trovano difficoltà ad inserirsi sui mercati esteri per la concorrenza locale ed internazionale.

L'esportazione dei tessuti di cotone ha trovato come al solito difficoltà notevoli, dovute soprattutto ai bassi prezzi praticati in particolare dal Giappone che per la produzione comune si presenta sui mercati a condizioni pressoché imbat-tibili. Ciò nonostante alcuni tipi di tessuti di cotone stampati hanno trovato sbocco in alcuni Paesi dell'OECE dell'area sterlina, e particolarmente nell'Irak e nell'Iran.

Molto interessanti sono stati ancora i risultati valutari ottenuti colle esportazioni di vermut destinate soprattutto ai Paesi dell'area del dollaro, contribuendo così a creare riserve valutarie pregiate colle quali è possibile reperire le materie prime indispensabili ai diversi settori industriali. Discreti sono stati infine i valori delle esportazioni ottenute dal settore dei cavi elettrici, pneumatici, prodotti chimici,

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lavori metallici, utensileria, carta, stampa e libri, macchine e motori, anche se nel complesso non si sono raggiunte le entità valutane dei mesi scorsi.

In conclusione perciò l'andamento del commercio estero nel mese di luglio non ha avuto, considerato nel suo com-plesso, una flessione, anzi ha superato leggermente il consun-tivo valutano ottenuto nel mese di giugno scorso.

L'esame dell'interscambio torinese diviso in aree econo-miche ci permette di trarre le seguenti considerazioni.

Area OECE

I valori ottenuti con le esportazioni verso l'area OECE corrispondono all'inarca a quelli già rilevati nel giugno scorso, mentre, una comparazione col luglio 1953 fa risaltare un re-gresso di circa il 30%.

Ancora una volta l'area OECE ha assorbito la maggior parte delle nostre esportazioni con una percentuale del 39% nei confronti del totale esportato, percentuale che unita a quella rappresentata dall'esportazione verso la Spagna rag-giunge l'elevato valore del 48%.

Le richieste dei compratori esteri sono state rivolte come nei mesi scorsi ai seguenti prodotti: autoveicoli, cuscinetti a sfere, macchine da calcolo e da scrivere, vini vermut, pneu-matici ed utensileria, ecc.

Nonostante i risultati molto interessanti già ottenuti, si ritiene che non essendo ancora mutata la politica economica da parte di alcuni Paesi europei, e particolarmente da parte della Francia e dell'Inghilterra, le possibilità esportative future potranno incrementarsi notevolmente col mutare della politica restrittiva tuttora attuata dai due Paesi menzionati. Con la Germania l'interscambio torinese ha subito un certo arresto dovuto alla concorrenza locale, soprattutto nel settore metalmeccanico. Pur tuttavia soddisfacenti sono stati i risul-tati ottenuti con le esportazioni di autoveicoli, macchine da scrivere, vini e vermut, generi alimentari, cuscinetti a sfere. È fuori dubbio, in ogni caso, che le nostre esportazioni non possono compensare i valori dei beni strumentali e di

consumo provenienti da detto Paese. È indispensabile perciò che le nostre industrie dedichino una particolare attenzione a detto mercato cercando di far fronte, nei limiti del possi-bile, alla concorrenza delle industrie tedesche.

E inutile soffermarsi a lungo sull'interscambio italo-francese poiché da molti mesi la situazione è stazionaria e gli impedi-menti da noi denunciati in ogni relazione continuano a manife-starsi con le ripercussioni negative ben note negli ambienti economici torinesi. Tuttavia nell'ambito delle liberalizzazioni già concesse dal Governo francese e nei limiti dei contingenti merceologici e valutari fissati anno per anno dal suddetto Governo, le entità valutarie ottenute dall'industria torinese nel mese di luglio non sono disprezzabili. Data la fase di assestamento dell'economia francese e la correlativa elevatezza dei costi interni, i nostri manufatti trovano un collocamento relativamente facile ed i risultati che si potrebbero ottenere in regime di libertà economica potrebbero essere infinitamente superiori. Comunque i nostri produttori potrebbero migliorare notevolmente il livello delle esportazioni qualora, pur perma-nendo il regime vincolistico, i contingenti fossero elevati nel loro valore ad entità ben maggiori.

Il mercato francese ha rivolto il suo interesse in quasi tutti i settori della produzione torinese dando la preferenza in ordine di importanza ai seguenti prodotti: cuscinetti a sfere, auto-veicoli, macchine a motori, tessuti, apparecchi elettrici, pro-dotti chimici ed utensileria.

Con l'Inghilterra la stasi del nostro interscambio è per-durata anche questo mese ed ormai si può affermare che il mercato inglese presenta le maggiori difficoltà d'introduzione sie per la concorrenza interna che per quella internazionale. Sono stati comunque esportati prodotti chimici, macchine da calcolo, autoveicoli, carta.

Con gli altri Paesi dell'OECE la situazione non ha regi-strato mutamenti sostanziali salvo un'interessante esporta-zione di autoveicoli verso l'Olanda e di tessuti di cotone verso la Grecia.

Area della sterlina

L e entità valutarie nel mese di luglio con le esportazioni torinesi destinate all'area sterlina non superano quelle già riscontrate nel mese di giugno scorso, mentre un confronto coi valori ottenuti nel luglio '53, ci permette di rilevare un regresso nell'esportazione di questo mese di circa il 3 0 % . L'area sterlina più che negli altri mesi ha sollevato le sorti dell'industria tessile permettendo l'assorbimento di discreti quantitativi di cotonate il cui collocamento su altri mercati è piuttosto arduo. Purtroppo all'opposto l'industria

metalmec-canica non trova quello sbocco tanto auspicato. Eccezion fatta per discreti valori ottenuti colle esportazioni di autoveicoli, macchine da scrivere, cuscinetti a sfere, non si rilevano incre-menti alle esportazioni di macchine utensili, macchine tipo-grafiche, impianti industriali che potrebbero trovare forse collocamento in Paesi quali l'India ed il Pakistan in cui il programma di industrializzazione è in atto.

Si può affermare che la situazione dell'interscambio con 1 area della sterlina potrebbe migliorare notevolmente in relazione alla politica valutaria che verrà attuata nei prossimi mesi dalla Gran Bretagna.

Naturalmente è necessario che alla maggiore disponibi-lità valutaria faccia pure seguito anche una maggiore libertà negli scambi con i principali Paesi dell'area sterlina quali l'India, il Pakistan, l'Australia, il Sud Africa e le nostre ex colonie.

Come è noto infatti i rapporti commerciali con la maggior parte di questi Paesi sono regolati da accordi che non hanno una pratica attuazione poiché le esportazioni dei nostri prodotti sono sottoposte a gravi restrizioni valutarie e merceologiche. Seguendo l'andamento di circa due anni di commercio estero con questi Paesi si è constatato che le cause che osta-colano i nostri scambi sono sempre le stesse che da molti mesi noi denunciamo. Evidentemente solo un mutamento sostanziale della situazione economica di questi Paesi permet-terà un allargamento delle nostre possibilità esportative.

Le industrie che hanno potuto indirizzare su questi mercati discreti quantitativi dei loro manufatti appartengono ai seguenti settori: tessile, automobilistico, macchine calcolatrici e da scrivere, cavi elettrici, cuscinetti a sfere, carte e stampa.

A r e a del d o l l a r o

Gli sforzi che alcuni gruppi industriali torinesi stanno da tempo effettuando per introdursi efficacemente sul mercato degli Stati Uniti sono notevoli ed in qualche caso sono stati coronati da successi.

È ormai noto che l'industria vermuttiera trae le maggiori entità valutarie proprio dall'area del dollaro mentre quella delle macchine calcolatrici e da scrivere sta ampliando sempre più il successo già rilevato negli anni scorsi.

Altre industrie della metalmeccanica, come quella automo-bilistica, delle macchine utensili e dei cuscinetti a sfere trovano maggiori ostacoli dovuti ad una concorrenza veramente acca-nita della produzione locale. Nel campo tessile si stanno otte-nendo risultati promettenti con le esportazioni di tessuti di lana leggeri destinati ai confezionisti degli Stati Uniti

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T O R I N O

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rica. Nel campo cotoniero la situazione permane grave ma intensi studi sono stati iniziati allo scopo di introdursi sul mercato statunitense secondo le esigenze di quel Paese. Solo attraverso degli accordi con Case di Moda e confezioniste americane sarà forse possibile incrementare le esportazioni verso questo Paese, a condizioni interessanti.

Il valore complessivo delle esportazioni dirette nei Paesi dell'area del dollaro è leggermente inferiore al valore ottenuto nel mese precedente, mentre in rapporto alle esportazioni totali esso rappresenta circa il 19%.

L'aspetto merceologico delle esportazioni non è variato rispetto ai mesi scorsi e in ordine di importanza 1 seguenti settori produttivi hanno contribuito maggiormente alla realiz-zazione dei ricavi valutari.

Settore macchine da scrivere e calcolatrici, macchine uten-sili, tessuti, vini, vermut, pneumatici, utensileria, ecc.

Naturalmente gli Stati Uniti ed il Venezuela hanno con-tribuito maggiormente all'ottenimento di questi risultati seguiti per valori nettamente inferiori dalla Columbia, Canadà, Messico, Cuba.

Col Brasile e con l'Argentina, che, come è noto, sono legati a noi da un accordo di clearing avente per base il dollaro nominale, gli scambi torinesi hanno subito un'ulteriore stasi. Sono ormai note le ragioni che impediscono un incremento delle correnti esportative torinesi. Per quanto riguarda in particolare il Brasile, il sistema di contrattazione delle divise stabilito da tempo dal Governo brasiliano, se ha permesso di portare in pareggio la bilancia commerciale brasiliana, ha con-seguentemente inaridito la maggior parte dell'interscambio brasiliano con tutti i Paesi del mondo. Risulterebbe che attual-mente si cerchi di porre rimedio a questa situazione attuando una discriminazione dei prodotti che potranno entrare libe-ramente in Brasile affinchè le valute disponibili sottoposte a licitazione vengano destinate per la maggior parte all'acquisto di beni strumentali e di materie prime. È certo però che sino a quando il caffè ed il cotone brasiliano presenteranno quotazioni più elevate di quelle internazionali sarà ben difficile per questo Paese, crearsi quelle disponibilità valutarie per l'acquisto dei prodotti che lo interessano. Attualmente l'industria torinese

è stata interessata all'esportazione di cuscinetti a sfere, auto-veicoli, macchine da scrivere e calcolatrici, macchine utensili ed in misura minore di altri prodotti.

I risultati ottenuti non sono soddisfacenti poiché le possi-bilità del mercato brasiliano ed argentino sono enormemente superiori ai valori ottenuti mensilmente dall'interscambio torinese.

E u r o p a orientale

L a situazione dell interscambio torinese con 1 Paesi del-l'Europa Orientale continua ad essere scarsamente soddisfa-cente. Infatti con la Cecoslovacchia, la Bulgaria e la Romania non è avvenuto alcun scambio commerciale mentre con gli altri Paesi le esportazioni sono state minime e riferite a pochi settori merceologici. Nel contempo la bilancia commerciale verso questi Paesi si presenta in netto attivo per l'Italia a dimostrazione che gli impedimenti già denunciati nei mesi scorsi non sono stati rimossi.

Perdura naturalmente ancora la difficoltà di reperire sui mercati dell'Europa Orientale quei prodotti di materie prime a prezzi internazionali che possano saldare l'elevato credito della bilancia commerciale italiana verso questi Paesi.

I m p o r t a z i o n i

Le importazioni delle materie prime e dei semi lavorati sono avvenute come nei mesi scorsi con la massima regolarità, registrando nel contempo un leggero ribasso di prezzi in alcune materie prime.

Pare vada concretandosi l'intendimento ministeriale di favorire le importazioni delle materie prime e dei semi lavo-rati più interessanti per la nostra economia dall'area del dol-laro e con pagamento in dollari liberi, in considerazione della grave situazione deficitaria del saldo del nostro debito verso l'Organizzazione OECE, saldo che, come è noto, superando determinati limiti, determina il pagamento di valute pregiate e di oro.

Di queste facilitazioni potranno naturalmente usufruire le industrie torinesi, le quali notoriamente impiegano ingenti quantitativi di materie prime in quasi tutti i settori della produzione.

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