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1.5 Il finanziamento degli interventi

2.1.2 La comparsa dei procuratores: da Antonino Pio ai Severi

Modifiche significative nelle attribuzioni delle competenze alle magistrature tradizionali, soprattutto riguardo all’attività manutentiva, sembrano registrarsi a partire dalla seconda metà del II sec d.C. Dal regno di Antonino Pio si assiste infatti alla progressiva comparsa di nuove figure, di cui si ha notizia soprattutto grazie alle testimonianze epigrafiche. Si tratta di una serie di procuratores, funzionari di rango equestre, le cui titolature denunciano in maniera esplicita una competenza in relazione alla viabilità urbana.

La prima attestazione di cariche simili è costituita dall’epigrafe – oggi conservata in due frammenti presso Villa Parisi Taverna a Frascati – di L. Aurelio Nicomede (fig. 2.1.2), la cui attività è ben ricostruibile:

Figura 2.1.2 – CIL VI, 1598: parte superiore e inferiore dell’epigrafe (da EDR111394)

CIL VI, 1598309: [L(ucius) Aurelius L(uci) C(aesaris) l(ibertus) Ni- comedes qui et] Ceionius et Aelius vocitatus est L(uci) Caesaris fuit a cubi- culo et divi Veri Imp(eratoris) nutr[itor] / [a divo Antonino Pio equo publico et sac]erdotio Caeniniensi item pontif(icatu) min(ore) exornatus ab eodem proc(urator) ad silic(es) et praef(ectus) vehicul(orum) factus et ab imp(eratore) Antonino / [Aug(usto) et divo Vero cura copiarum exercit]us ei iniunct(a?) hasta pura et vexillo et corona murali donatus proc(urator) summarum rat(ionum) cum Ceionia Laena uxore sua hic situs [est] ---?

309 PIR2, N 89; Pflaum 1960, CP n. 163; Migliorati 2011, pp. 438-439; Di Stefano Manzella

2007-2008, p. 76.

L’età imperiale Da Antonino Pio ai Severi

Il personaggio, che aveva ricevuto dall’imperatore Antonino Pio lo status di cavaliere, ricoprì una serie di cariche, tra le quali di un certo interesse è quella di procurator ad

silices. A Nicomede dunque, intorno al 150 d.C., fu affidata la responsabilità di sovrin-

tendere alle pavimentazione delle strade di Roma. Benché non esistano in questo caso conferme più precise, è verosimile che l’incarico riguardasse sia le nuove costruzioni che i rifacimenti310 e che dunque al procurator fosse delegata sia la scelta delle aree di inter-

vento, sia la supervisione e il coordinamento delle imprese chiamate ad intervenire. La procuratela ad silices costituì solo la tappa iniziale di una brillante carriera all’interno dell’amministrazione pubblica, culminata con la promozione alla praefectura vehiculorum e alla procuratela ducenaria summarum rationum.

Circa un decennio più tardi, nei primi anni del regno di Marco Aurelio, si situa in- vece la carriera del cavaliere T. Flavio Germano, le cui tappe sono ricostruibili grazie a un’iscrizione proveniente da Palestrina:

CIL XIV, 2922311: T(ito) Flavio T(iti) f(ilio) Germano / curatori triumphi felicissimi / Germanici secundi --- exornato / sacerdot(i) splendidis- simo pontif(ici) minor(i) / proc(uratori) XX her(editatium) proc(uratori) pa- trimoni(i) proc(uratori) ludi / magni proc(uratori) ludi Matutini proc(uratori) reg(ionum) urbi(s) / [a]diuncto sibi officio viarum / [ster]nendarum urbis partibus duabus / [proc(uratori)] XX her(editatium) Umbriae Tu- sciae Piceni / [region]is Campaniae proc(uratori) ad alimenta / [Lucan(iae)] Brutt(iorum) Calabr(iae) et Apuliae / cur(atori) [sartor]um tectorum ope- rum publ(icorum) / et aed(ium) [sacrar(um)] aed(ili) IIvir(o) flam(ini) divi Aug(usti) / IIvir(o) q(uin)q(uennali) patrono coloniae / Cerdo lib(ertus) pa- trono incomparabili / cum Flavis Maximino et Germano / et Rufino fili(i)s equo publ(ico) ornatis.

Tito Flavio Germano, dopo aver rivestito alcune magistrature nel suo municipio di prove- nienza (Praeneste), esordisce nei quadri equestri ricoprendo una serie di incarichi. Ciò che interessa sottolineare, in questa sede, è che il personaggio – dopo esser stato il procuratore responsabile per la riscossione della tassa sull’eredità in Italia centrale – divenne procura-

tor regionum Urbis, ma con l’aggiunta dell’officium relativo alla pavimentazione di alcune

strade della città (adiuncto sibi officio viarum sternendarum urbis partibus duabus). La generica indicazione urbis partes duae è stata oggetto di dibattito, poiché non è chiaro se si debba intendere come “due terzi” della città – supponendo dunque che la restante parte fosse rimasta a carico degli edili312, ancora attivi – oppure istituire una corrispondenza

310

Daguet-Gagey 2015, p. 370.

311PIR2, F 278; Pflaum 1960, CP n. 183; Migliorati 2011, pp. 497-499. 312

L’età imperiale Da Antonino Pio ai Severi

tra pars e regio313. In quest’ottica, Tito Flavio Germano avrebbe provveduto alla risi-

stemazione delle strade di due regioni urbane. A giudicare dalla comparazione con altre ricorrenze dell’espressione partes duae sembra tuttavia preferibile la prima soluzione314.

Pur nell’impossibilità di stabilire con certezza i caratteri dell’intervento, non è mancato chi ha proposto – anche in considerazione dello strettissimo legame del procurator con i membri della corte imperiale – di considerarlo parte integrante di un ipotetico piano straordinario di risistemazione urbana alla vigilia del trionfo partico di Lucio Vero del 166 d.C.315. Tito Flavio Germano non costituisce un caso isolato durante il regno di Mar-

co Aurelio, poiché un’iscrizione onoraria proveniente dall’area dell’Artemision di Efeso – rinvenuta nel 1873 – attesta un procuratore con una competenza simile:

CIL III, 6575 (= Suppl. 7127) : [T(ito)] Claudio T(iti) f(ilio) Papi- ria / Xenophonti / [pro]c(uratori) Aug(usti) ad bona co/[ge]nda in Africa proc(uratori) / provinc(iae) Asiae subpraef(ecto) / annonae urbis proc(uratori) Illyri/ci per Moesiam inf(eriorem) et Dacias / tres proc(uratori) argentaria- rum Pannoniarum et Dalmatiarum / proc(uratori) Daciae Apulensis proc(uratori) / in Aegypto ad epistrategiam / septem nomorum et Arsinoitum / proc(uratori) viarum Urbis / Salvianus Aug(usti) n(ostri) vern(a) dis/pensator rationis extraord(inariae) / provinc(iae) Asiae.

Sulla progressione cronologica delle sue cariche non sussistono dubbi sostanziali, poiché il personaggio è ben noto soprattutto grazie a due papiri316 dal quale si evince che nel

179/180 d.C. egli fu ἐπισvτράτηγος in Egitto317. A giudicare dal cursus discendente, cul-

minato con la procuratela ducenaria ad bona cogenda in Africa, Tito Claudio Senofonte dovette pertanto essere impegnato a Roma negli anni immediatamente precedenti. Una differenza sostanziale rispetto all’incarico di Tito Flavio Germano sembra essere costituita dall’ampliamento dell’officium all’intera rete stradale della città: si tratta, in altre parole, di un responsabile unico.

Se per il principato di Antonino Pio l’unico documento su cui si può riflettere è costi- tuito dall’iscrizione CIL VI, 1598, per quello del successore Marco Aurelio si può confidare anche in un telegrafico passaggio dell’Historia Augusta, secondo il quale l’imperatore vias

313

Pflaum 1960, n. 183.

314Per una selezione di passi letterari a sostegno di questa lettura cfr. Daguet-Gagey 2015, p. 372,

nota 121.

315

Pflaum 1960, I, pp. 498-499. Sul trionfo del 166 d.C. cfr. Sha, Marc., XII, 8 e 10-11 e Birley 2000, pp. 147-148. In questa prospettiva, è interessante sottolineare come lo stesso Tito Flavio Germano, circa quattordici anni dopo, sia stato curator del trionfo di Marco Aurelio (180 d.C.).

316Pap. Oxy., IV, 718; Pap. Cornell, 14, 5. 317

Pflaum 1960, II, pp. 590-591, n. 222; Thomas 1982, p. 189, n. 52; Migliorati 2007, pp. 218-219; Hirt 2010, p. 135, nota 169.

L’età imperiale Da Antonino Pio ai Severi

etiam urbis atque itinerum diligentissime curavit318. Il biografo enfatizza quindi la re-

sponsabilità di Marco Aurelio a proposito della manutenzione del sistema stradale non solo di Roma, ma anche di altre realtà non meglio precisate319.

Tornando ai procuratori, personaggi con lo stesso identico incarico continuano ad essere documentati fino all’età severiana, come dimostrano altre due iscrizioni. La prima, rinvenuta a Pesaro e oggi dispersa, presenta la carriera di Tiberio Claudio Zenone Ulpiano:

CIL XI, 6337 (= ILS, 1422): Ti(berio) Claudio Zenon(i) / Ulpiano, v(iro) e(gregio) / praef(ecto) co[h(ortis) I] Astorum / trib(uno) coh(ortis) I Flaviae Britton(um) / praef(ecto) alae I Claud(iae) Miscell(aneae) / adiut(ori) a[d c]ens(us), ex sacra / iussione adhibit(o) in consil(ium) / praef(ecti) praet(orio), item urb(is) / pro[c(uratori)] b(onorum) damnatorum / proc(uratori) sili- cum viar(um) sacrae/ urbis, sub praef(ecto) vigil[i]b(us) / proc(uratori) privatae regionis / Ariminensium patrono / col(oniae) Pisaur(ensium) ob eximiam / circa se ac patriam suam / benivolentiam eius ---?

La lunga serie di incarichi e magistrature ricoperti da Tiberio Claudio Zenone Ulpiano consente di circoscrivere in maniera precisa gli anni della sua attività come responsabile della viabilità dell’Urbs, durante il regno di Settimio Severo. Se si considera che la procu-

ratio ad bona damnatorum fu introdotta da Settimio Severo all’indomani della sanguinosa

guerra civile (quindi dopo il 197 d.C., verosimilmente tra il 198 e il 200 d.C.320) e che il

personaggio sembra essere stato sottoprefetto dei vigili tra il 203 e il 207 d.C.321, l’arco

cronologico di riferimento deve restringersi necessariamente al quinquennio compreso tra il 198 e il 202 d.C322. Per quanto riguarda la titolatura, si noti una più precisa designa-

zione (procurator silicum viarum sacrae urbis323) rispetto agli esempi precedentemente

richiamati.

318

Sha, Marc., XI, 5. Trad. «Curò con grande attenzione le vie della città e di altri luoghi». Sulla genericità del passo in esame cfr. Eck 1999, p. 38.

319

Adams 2013, p. 91.

320

Sha, Sev., XII, 1-4: Interfectis innumeris Albini partium viris, inter quos multi principes civitatis, multae feminae inlustres fuerunt, omnium bona publicata sunt aerariumque auxerunt; [...] Tuncque pri- mum privatarum rerum procuratio constituta est. Trad. «Furono messi a morte numerosi partigiani di Albino, fra i quali vi erano molti dei partigiani più in vista e molte donne di nobile famiglia, e i beni di tutti costoro vennero confiscati, andando ad accrescere l’erario; [...] Allora per la prima volta fu istituito un ufficio per l’amministrazione dei beni privati»; cfr. anche Cass. Dio, LXXV, 8, 4-5. Sull’istituzio- ne della procuratela cfr. Hirschfeld 1905, p. 45, nota 2; Pflaum 1960, p. 604, n. 228; Cresci Marrone - Mennella 1984, p. 231; Handy 2009, p. 127.

321

Sablayrolles 1996, pp. 532-533.

322 Si noti tuttavia che la compilatrice della scheda inserita sul portale EDR (016018) esclude che

l’epigrafe possa essere riferita al periodo precedente al principato di Alessandro Severo, indicando una cronologia compresa tra il 231 e il 270 d.C.

323 L’iscrizione costituisce la prima ricorrenza dell’aggettivo sacer in relazione all’urbs. In genere si

ritiene, infatti, che l’epiteto sia stato introdotto proprio da Settimio Severo (cfr. CIL VI, 1030, del 201 d.C.). Cfr. Moore 1894, pp. 53-55 e, da ultimo, de Caprariis 2016, p. 84 e nota 30.

L’età imperiale Da Antonino Pio ai Severi

L’ultimo personaggio documentato è un tale Herennius di cui non si conserva il resto dell’onomastica. Di lui si ha notizia grazie a un’epigrafe, rinvenuta nel 1922 a Veroli e conservata presso la Biblioteca Giovardiana324:

[-] Herennio Ser[---]

alvei Tiberis [--- ?, proc(uratori)] ad silice(s), proc(uratori) a[quarum?]

[---] proc(uratori) CC, iu[ridico Alex(andreae) et Aeg(ypti)].

L’epigrafe, pur caratterizzata al momento del ritrovamento da un pessimo stato di con- servazione, contiene un elemento cronologico interno costituito dall’indicazione salariale espressa mediante numerale: particolare, questo, che consente di considerare il regno di Settimio Severo un terminus a quo, poiché da questo periodo sembra essere ripreso que- st’uso325. Pur nell’impossibilità di indagare più precisamente la carriera di Herennius,

interessa sottolineare un’ulteriore attestazione di un procurator ad silice(s) nella prima metà del III sec. d.C326.

Il corpus di iscrizioni appena richiamato, pur esiguo dal punto di vista quantitativo, consente di apprezzare le radicali mutazioni amministrative che ebbero luogo nel cin- quantennio compreso tra il regno di Antonino Pio e l’età severiana. Ne risulta un quadro amministrativo abbastanza mutevole, in cui sono contemplate differenti configurazioni: un procuratore designato per la cura dell’intera rete stradale (Lucio Aurelio Nicomede, Tito Claudio Senofonte, Tito Claudio Zenone Ulpiano, Erennio); un procuratore in carica per una regione urbana (ma sottoposto a un curator regionum di rango senatorio), con l’aggiunta di un incarico ad hoc per la gestione della viabilità anche all’esterno dell’area di sua competenza (Tito Flavio Germano). Plausibile, infine, l’esistenza di un procurator addetto ai castra silicaria, base operativa degli addetti alla pavimentazione stradale e di cui si ha testimonianza unica nell’appendice dei Cataloghi Regionari327.

Dai cursus honorum dei personaggi ricordati dalle iscrizioni328, che documentano una

certa varietà nelle denominazioni dei procuratori (ad silices, viarum Urbis, silicum via-

rum sacrae Urbis), emerge chiaramente come tale procuratela “viaria”, di rango sessage-

nario, costituisca in genere solo la prima tappa di importanti carriere svolte all’interno dell’amministrazione statale.

324NSc 1922, pp. 255-256 (G. Mancini); AE 1923, n. 67. 325

Pflaum 1960, II, n. 267, p. 715.

326Nella seriazione relativa di H.G. Pflaum il personaggio è collocato dopo il G. Marcianus ricordato

in Cass. Dio, LXXVIII, 3, 3 e la cui attività si svolse all’inizio del III sec. d.C. (PFlaum 1960, III, p. 1102).

327Codice Topografico I, p. 164, n. 1; Robinson 1992, p. 65.

328Si noti che in nessun caso si tratta di specialisti, architetti o ingegneri.

L’età imperiale Da Antonino Pio ai Severi

termale iniziato da Caracalla333 e terminato da Alessandro Severo334. Si tratta, di fatto,

delle ultime notizie disponibili, poiché per tutto il III sec. d.C. non ci sono nelle fonti letterarie altri riferimenti utili.