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Componenti dello spread redditività costo del capitale:

CAPITOLO 2: I VALUE DRIVERS

2.2 Componenti dello spread redditività costo del capitale:

 la redditività;  il costo del capitale;

 il costo del capitale proprio;  il costo del capitale di debito;

 il costo del capitale medio ponderato: WACC

LA REDDITIVITÀ

La redditività, in ambito aziendale, indica la percentuale di guadagno percepita dai soci che hanno investito nel capitale proprio dell'azienda denaro e beni. Essa non avrà un valore indicativo in termini assoluti ma dovrà essere rapportata alla redditività di investimenti alternativi, ed al costo sostenuto per ottenerla.

L'analisi della redditività aziendale solitamente poggia sulla divisione dell'impresa in aree gestionali. Si andrà quindi ad analizzare quella di ogni singola area per poi arrivare ad un valore il più possibile rappresentativo della redditività complessiva dell'azienda. Usiamo la figura sottostante per aiutarci.

Figura 10 - Aree di gestione aziendale

Gestione aziendale Gestione operativa Gestione caratteristica Gestione industriale Gestione commerciale Gestione complementare Gestione non operativa Gestione finanziaria Gestione straordianria Gestione tributaria

67 Per valutare la redditività dell'azienda e arrivare a determinare il valore dello spread fra essa e il costo del capitale, utilizzeremo degli indicatori economico reddituali, che misurano il reddito prodotto nelle diverse aree aziendali.

Gli indici che useremo saranno i seguenti: - ROE (Return on Equity);

- ROI (Return on Investment); - ROS (Return on Sales); - ROD (Return on Debts).

- ROIC (Return on Invested Capital)

Il ROE (Return On Equity):

Il ROE segnala il rendimento del capitale proprio investito in azienda e quindi la convenienza da parte dei soci ad effettuare investimenti in azienda. L’investimento per essere considerato conveniente deve fruttare almeno il rendimento netto degli investimenti privi di rischio (ad esempio il rendimento netto dei titoli di stato), maggiorato di una percentuale a titolo di copertura del rischio di settore (denominato beta di settore) e della specifica azienda (beta d’impresa), calcolato con il metodo CAPM62. Altrimenti per gli investitori non ci sarebbe convenienza, dal momento che otterrebbero risultati migliori con investimenti in titoli di stato considerati senza rischio.

Il ROI (Return on Investment):

62

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Si può notare che il ROI è calcolato come il rapporto fra il risultato della gestione caratteristica ed il capitale investito nell'attività core dell'azienda, è quindi una sintesi del rendimento della gestione tipica dell’azienda, in base al capitale in essa investito, al lordo degli oneri finanziari, degli oneri fiscali e indipendentemente dei risultati della gestione non caratteristica e straordinaria. Tale valore non è influenzato dal grado di indebitamento dell'impresa, il che fa si che debba essere almeno pari (o meglio superiore) al costo medio del denaro per l'azienda, cioè al costo percentuale dei finanziamenti esterni utilizzati per dar vita al capitale investito al fine di valutare la convenienza o meno di un ulteriore indebitamento allo scopo di sviluppare l’attività aziendale.

Nella formula proposta si considera il capitale investito in un determinato istante di tempo, cioè alla data di preparazione del bilancio, però si può adattare la formula per far si che il ROI assuma un significato maggiore in modo da esprimere la redditività del capitale mediamente investito nel periodo compreso tra l’inizio e la fine del periodo, come si può vedere di seguito:

Questo indice deve essere interpretato nelle sue variazioni nel corso dei vari esercizi e mai in una visione statica, sia che lo si calcoli usando il capitale investito come misura stock, sia che si usi la media del periodo.

Riassumendo la principale funzione svolta dal ROI è segnalare la convenienza per tutti gli apportatori di capitale, soci e terzi, ad investire mezzi finanziari in azienda. Nel caso in cui i capitali investiti nella gestione caratteristica dell’azienda fruttino più del costo che la stessa sostiene per il loro approvvigionamento l'investimento risulterà essere conveniente, e l’azienda aumenterà il proprio valore incrementando l'indebitamento. Ciò è possibile in quanto un aumento del capitale di terzi genera una conseguente crescita degli oneri finanziari, i quali a loro volta portano ad un risparmio d'imposta dovuto alla loro deducibilità. Questa scelta quindi risulterà vincente solo fin quando il risparmio d'imposta non sia superato dal costo del capitale di terzi, che cresce all'aumentare del livello di indebitamento, a causa del rischio di dissesto.

Facendo leva sui capitali dei finanziatori l’azienda può dunque migliorare, a date condizioni, la redditività del capitale dei soci.

69 Moltiplicando il numeratore ed il denominatore del ROI per il valore delle vendite si può notare che può essere espresso anche cosi:

ROI = ROS * Tasso di Rotazione del Cap. Investito

La prima parte della formula indica il ROS (la redditività delle vendite), la seconda invece è il Tasso di Rotazione del Capitale Investito.

Questa scomposizione ci aiuta ad evidenziare:

attraverso il ROS come la redditività della gestione caratteristica sia funzione dei margini di utile, e della velocità con cui si ripete il ciclo nel corso del periodo preso in esame;

attraverso il tasso di rotazione del capitale investito ci fornisce sia un'informazione finanziaria, la velocità di ritorno dei capitali investiti nella gestione (liquidità, crediti, immobilizzazioni, ecc.); sia un'informazione economica, l'efficienza delle scelte in termini di sfruttamento della capacità produttiva (politiche delle scorte, crediti verso la clientela, ecc.) e delle scelte di struttura produttiva.

Quindi l'azienda, per ottenere una congrua redditività operativa, qualora sia caratterizzata da un basso margine sulle vendite deve far ruotare molto il capitale investito, viceversa se è caratterizzata da una bassa rotazione del capitale investito deve ottenere un alto margine sulle vendite.

Il ROS (Return on Sales):

È un indice operativo utilizzato per valutare la capacità commerciale dell’azienda, aiuta a segnalare la resa in termini di reddito operativo delle vendite effettuate.

É molto importante la sua integrazione con gli indici precedenti, perché in base al suo andamento essi subiscono variazioni, se il suo valore è elevato anche il ROI aumenterà,

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viceversa nel caso non ci sia un adeguato ritorno sulle vendite anche la redditività del capitale investito ne risentirà.

Il ROD (Return on Debt):

Questo indice rappresenta il costo medio dei debiti, vi sono ricompresi sia i debiti onerosi, come i presti obbligazionari, i mutui o le aperture di credito, sia i prestiti non onerosi come i prestiti infruttiferi fatti dai soci, i debiti non onerosi verso fornitori e cosi via. Qualora ci fossimo concentrati solo sui debiti onerosi avremmo trovato il valore del costo medio del denaro per l'azienda, lo stesso che deve essere rapportato al ROI per valutare la convenienza ad indebitarsi per finanziare l'attività aziendale.

Il ROIC (Return on Invested Capital):

Il rendimento del capitale investito indica la capacità di un'attività imprenditoriale di generare profitti e rappresenta il principale driver di creazione di valore aziendale, e deve essere rapportato al costo medio del capitale (WACC).

Imparare a calcolarlo e ad analizzare le sue componenti è fondamentale per comprendere la capacità di un'azienda di remunerare tutti i fattori produttivi, incluso il profitto spettante all'imprenditore.

Questo indicatore di redditività si calcola facendo il rapporto tra il reddito operativo al netto delle imposte (Net Operating Profit After Taxes, NOPAT) e il Capitale Investito Netto (CIN).

71 Le due grandezze necessarie per calcolare il ROIC sono tra loro coerenti, in quanto entrambe espressive della gestione operativa, sicché il ratio in rassegna esprime la redditività della sola gestione caratteristica. L'unica discrepanza fra i due dati è che l'EBIT è una grandezza di flusso (che si riferisce cioè all'intero anno), mentre il CIN è una grandezza di stock, espressiva del dato puntuale di fine esercizio. Per ovviare a tale disomogeneità si può utilizzare il CIN medio, dato da:

(Cin inizio anno - CIN fine anno)/2.