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Definizione e calcolo dell'Economic Profit (EP) e dell'Economic Value Added (EVA)

CAPITOLO 3: L'EVA NELLA VALUTAZIONE DEL VALORE CREATO

3.1 Definizione e calcolo dell'Economic Profit (EP) e dell'Economic Value Added (EVA)

"L’Economic Profit e l’Economic Value Added (EVA™) sono misure di performance finanziaria dell’impresa che si ispirano al concetto di reddito residuale. Sono utilizzate per quantificare il beneficio derivante da tutte le risorse investite (derivante dalla differenza tra rendimento e costo), esse sono quindi misure della produttività complessiva dell’impresa"81

.

Queste misure hanno conosciuto un notevole successo e sono state applicate da numerose impresa per la valutazione delle proprie performance. Tale successo è legato alla capacità che esse hanno di riconciliare un approccio “contabile” con un approccio “economico”, basato sul valore attuale dei flussi di cassa prodotti, oltre che all’apparente semplicità della loro formulazione e della loro implementazione. Una delle peculiarità maggiori di queste misure risiede nella capacità di rendere esplicito il costo di tutte le risorse impiegate, compreso il capitale proprio.

Attraverso tali misure il management riesce a raggiungere diversi obiettivi:

 avere dati coerenti al modello “economico” di valutazione dell'impresa nel suo complesso e dei singoli progetti di investimento e quindi utilizzabili nella valutazione di singole scelte strategiche e nelle decisioni relative all'allocazione del capitale;

 sono maggiormente correlate con il processo di creazione del valore degli azionisti rispetto ad altre misure contabili (come il ROI, ROA, Utile per azione). In particolare esse permettono di disporre di un valore consuntivo reale delle

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99 performance dell’impresa in termini di valore creato dall’azienda nell’esercizio, cosa che non è possibile con i metodi basati sull’attualizzazione di flussi di cassa prodotti dall’azienda (come l’Unlevered Dicounted Cash Flow);

utilizzare queste misure come strumento per incentivare i managers e guidare la loro remunerazione, in quanto basandosi su tali misurazioni si riuscirà ad avere maggior allineamento fra quelli che sono gli interessi degli azionisti e gli interessi del management.

L'Economic Profit è conosciuto come il reddito residuale derivante dalla differenza tra il

reddito operativo al netto delle tasse di un determinato periodo e il costo complessivo dei capitali investiti, in cui sono contenuti non solo i costi espliciti del capitale investito ma anche quelli impliciti, come ad esempio eventuali costi opportunità.

Nella Figura 15 è possibile vedere una semplificazione di quanto appena detto:

Figura 15 - Economic Profit vs Accounting Profit

Fonte: Salman Amin "Sal" Khan, Khan Academy.

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Il metodo di calcolo invece può essere tradotto in questo modo:

Formula 1: L'Economic Profit dove:

EP = Economic Profit;

NOPLATt = (Net Operating Profit Less Adjusted Taxes) Utile operativo netto dopo le imposte operative82; WACC = ( Weighted Avarege Cost of Capital) Costo medio ponderato del capitale investito;

I = Capitale investito operativo (quantificato a inizio periodo t).

Oppure può essere definito come:

dove:

La seconda formula per il calcolo del Economic Profit ci permette di mostrare alcune situazioni che, associate alle giuste scelte strategiche, potrebbero permettere all'azienda di creare valore83:

1. a parità di capitale investito, incrementando l'utile operativo netto e quindi il tasso di rendimento complessivo;

2. a parità di utile operativo, riducendo le risorse utilizzate (capitale investito) e disinvestendo in quelle attività per le quali il tasso di rendimento è inferiore al costo del capitale (ROIC<WACC);

3. riducendo il costo complessivo del capitale;

4. incrementando l'investimento in attività per le quali il rendimento è superiore al costo del capitale.

L'altra misura di performance da analizzare è l'EVATM (Economic Value Added)84, il concetto fu teorizzato all’inizio degli anni ’90 da una società di consulenza statunitense, la

82 le imposte "operative" vengono determinate come se l'impresa fosse finanziata esclusivamente da capitale proprio, prescindendo quindi dai benefici fiscali derivanti dalla deducibilità fiscale degli interessi passivi. 83

101 Stern Stewart & Co., anche se la sua filosofia primaria può risalire ben più indietro nel tempo.

Alla sua base, infatti, si pone il ragionamento per cui un’azienda dovrebbe essere in grado di coprire, non solo tutti i costi di competenza con i ricavi conseguiti, ma anche riuscire a remunerare sia il rischio di impresa sopportato dal soggetto economico sia gli interessi finanziari su quei capitali, consentendo infine la creazione di un extra-profitto. In sostanza un'azienda riesce a creare valore solo quando residua un margine positivo a valle della copertura di tutti i tipi di costi diretti, indiretti e di opportunità, sia che essi siano direttamente riferibili all'impresa, sia che facciano capo all'imprenditore. Ove ciò non si verificasse, la conclusione sarebbe quella di affermare che l’azienda in questione non ha creato valore economico, bensì ha distrutto valore economico. È dunque possibile identificare numerose aziende che, pur registrando un profitto contabile, non stanno creando alcun valore economico.

Nel corso degli ultimi anni il modello, le formule di determinazione e gli ambiti di applicazione dell’EVA si sono sviluppati ed affermati, soprattutto in virtù della capacità di tale indicatore di far fronte ad alcuni dei limiti mostrati da altri indicatori contabili. Prima di elencarne le peculiarità ed i limiti, ed entrare nel dettaglio delle variabili utilizzate nel calcolo andiamo a vedere qual è la sua formula. Il principio di base per il calcolo dell’EVA può essere sintetizzato in questo modo: affinché una determinata azienda crei valore economico è necessario che le risorse investite in essa generino un rendimento maggiore del costo complessivo di quelle risorse stesse. Di conseguenza, l’indicatore EVA deriva dalla differenza algebrica tra il reddito operativo rettificato al netto delle imposte ed il costo medio ponderato del capitale impiegato, acquisito sia con vincolo di capitale sia di credito, ovvero85:

Formula 2: L'EVA

dove:

NOPAT = (Net Operating Profit After Taxes) Reddito operativo netto WACC = Costo medio ponderato del capitale

I = Capitale investito nell’attività all'inizio del periodo

84

Il modello dell'EVA è un marchio registrato di proprietà della società di consulenza statunitense Stern Stewart & Co.

85

Per approfondimenti sul metodo di calcolo, ed esempi numerici si veda anche: Stephen F. O’Byrne, EVA®

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Al fine di meglio comprendere la significatività dell’indice così riportato, la sua formula di determinazione può essere anche proposta come di seguito:

( ) dove:

r = rendimento del capitale investito rappresentato da

, è un valore approssimabile al ROI. Esso, in sostanza, esprime la differenza tra redditività del capitale investito e costo dello stesso.

A sua volta, quindi, la grandezza denominata NOPAT è assimilabile a quella di reddito operativo, poiché essa mette in evidenza il risultato della gestione tipica (o caratteristica) al lordo degli oneri finanziari, ovvero in modo indipendente dalle modalità di finanziamento adottate in azienda. Tuttavia, a differenza del reddito operativo, il NOPAT viene determinato al netto delle imposte.

Analogamente, è necessario procedere a rettificare il valore del capitale contabile e, infine, è necessario tener conto che il WACC dipende contemporaneamente da numerose variabili che andrebbero attentamente analizzate86.

Ricordiamo infine che dove si tratti di valori prospettici, un EVA>0 indica una conseguente potenzialità futura.

L’Economic Value Added, in altre parole, è un indicatore sintetico di performance

aziendale che viene utilizzato per misurare l’extra-profitto normalizzato di un investimento su base periodale, dopo che sono stati remunerati tutti i fattori produttivi ed è stata attribuita la congrua remunerazione al capitale investito nell’attività, sia esso di proprietà o di terzi. L’aggettivo “normalizzato” viene utilizzato per indicare che il reddito operativo contabile, assunto come base del calcolo dell’EVA, debba essere depurato dalle distorsioni derivanti dall’applicazione dei principi contabili improntati al principio della prudenza, attraverso variazioni in aumento o in diminuzione87, più avanti vedremo più nel dettaglio quali sono le principali rettifiche da applicare al reddito operativo.

Proprio le rettifiche apportate ai valori contabile sono l'elemento che differenzia l'EVA dall'EP, che invece subisce l'influenza dei principi contabili nazionali, per il resto le due misure sono molto simili.

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Per una spiegazione dettagliata di tale grandezza si rimanda al paragrafo § 2.2. 87

103 Di seguito due definizioni relative all'importanza EVA provenienti una dalla cultura americana e l'altra dalla cultura europea:

«EVA is based on something we have known for a long time: What we call profits, the money left to service equity, is usually non profit at all. Until a business returns a profit that is greater than its cost of capital, it operates a loss. Never mind that it pays taxes as if it had a genuine profit. The enterprise still returns less to the economy than it devours in resources…Until then it does not create wealth; it destroys it»88

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«L’obiettivo primario dell’imprenditore di oggi è di produrre il maggior valore aggiunto possibile. La concorrenza sfrenata, ormai globale, porta a concentrare gli investimenti per aumentare il prodotto pro capite anziché per estendere la base produttiva, a inseguire l’aumento di produttività a preferenza di ogni altra alternativa. Aggiungi che in una grande azienda quotata in Borsa il capitale è diffuso tra i risparmiatori, i fondi, le banche. Chi sono gli azionisti? L’imprenditore non lo sa. Sa soltanto che sarà giudicato in base a EVA. In più deve decidere in fretta e ogni giorno»89.