GDP and public spending by functional classification
CAPITOLO 7 : TRE DIFFERENTI NAZIONI, UNA POSSIBILE COMPARAZIONE
7.2 Una comune traiettoria neoliberista? Crisi del sindacato e spaccatura della working
class
Risulta possibile individuare una comune traiettoria neoliberista nelle politiche di deregolamentazione del mercato del lavoro dei paesi analizzati? Dopo un’accorta analisi dell’eterogeneità delle risposte di Gran Bretagna, Germania e Italia al processo di crisi sistemica del capitalismo sociale emerge una comune tendenza alla deregolamentazione del mercato del lavoro e alla disgregazione dell’unità della classe lavoratrice. I tre paesi hanno presentato enormi differenze nei modi e nei tempi della trasformazione in chiave neoliberista del proprio sistema socio-economico, tuttavia questo processo di trasformazione c’è stato ed è ancora in atto. Se si analizzano da una parte il processo di deindustrializzazione e deregolamentazione britannica degli anni ’80 e dall’altra i cambiamenti introdotti dalla riforma Hartz in Germania, risulta individuabile una comune trasformazione pur attraverso una gradazione e un metodo profondamente diversi. Se appare evidente che Germania e Italia hanno mantenuto un potente apparato industriale manifatturiero, risulta altrettanto chiaro che le working class italiana e tedesca presentano oggi un elevato grado di frammentazione e disorganizzazione individuabile tra l’altro nella diminuita densità sindacale e nel crollo delle manifestazioni di sciopero e protesta. Risulta utile agli scopi della ricerca mettere a confronto i dati relativi agli scioperi, alla densità sindacale e alla copertura contrattuale collettiva degli anni ’70 (apice temporale delle agitazioni operaie) con i dati relativi agli ultimi dieci anni. In una prospettiva di confronto di lungo periodo su questi dati fondamentali è possibile individuare un comune declino.
• Giorni di sciopero per 1000 lavoratori, media annuale154:
1971-1977
2000-2009
GRAN BRETAGNA
482 29GERMANIA
43 5ITALIA
1497 80• Densità sindacale e copertura contrattuale collettiva percentuali nel 1980 e nel 2010155:
DENSITÀ
SINDACALE
COPERTURA
CONTRATTUALE
1980
2010
1980
2010
GRAN
BRETAGNA
51 27 70 33GERMANIA
35 19 78 62ITALIA
48 33 85 80Risulta evidente dai dati riportati che il numero degli scioperi e la densità sindacale presentano in tutti e tre i casi un deciso declino. Emerge come dato significativo il dimezzamento della densità sindacale in Gran Bretagna e Germania, mentre questa si è ridotta di un terzo in Italia. Per quanto riguarda il numero degli scioperi i dati presentano
154 R. Gumbrell-McCormick, R. Hyman, Trade Unions in Western Europe: Hard Times, Hard Choices, cit.,
p.105.
155
un’evidenza ancor più inequivocabile del declino delle attività di protesta e rivendicazione delle classi lavoratrici dei tre paesi. Il ridimensionamento delle agitazioni operaie nel caso italiano risulta infatti sbalorditivo. Per quanto riguarda la copertura contrattuale collettiva, mentre assistiamo in un dimezzamento della percentuale nel caso britannico, per i casi tedesco e italiano assistiamo ad una più moderata diminuzione. I dati sulla copertura contrattuale collettiva però non devono trarre in inganno: storicamente in Italia il processo di deregolamentazione del mercato del lavoro è avvenuto proprio attraverso un meccanismo di istituzionalizzazione degli organi di rappresentanza sindacale, che hanno compartecipato, con esiti fallimentari, alla contrattazione collettiva al ribasso per i lavoratori delle grandi imprese manifatturiere.
Risulta dunque possibile individuare un comune percorso di deregolamentazione e svuotamento dei meccanismi di tutela dei lavoratori anche se i modi nei quali esso è stato condotto ha assunto diverse forme a seconda dei casi. Affermano Baccaro e Howell:
A common imperative of liberalization is changing the landscape of industrial relations along a similar trajectory. […] Liberalization as institutional deregulation is predominant in three of the countries in our sample: France, Germany and United Kingdom. In the other countries, Ireland Italy and Sweden, liberalization has primarily manifested itself as institutional conversion: centralizing bargaining once the linchpin of an alternative, redistributive and egalitarian, model of negotiated capitalism, has reshaped to fit the common imperative of liberalization156.
Gumbrell-McCormic e Hyman sostengono che nella comune parabola discendente i sindacati europei si trovano ad affrontare le politiche neoliberiste di deregolamentazione in una triplice crisi di identità157. In primo luogo le confederazioni di rappresentanza dei lavoratori si trovano ad affrontare una crisi di interesse di aggregazione dei lavoratori, in quanto il processo di frammentazione di una classe lavoratrice sempre più eterogenea rende sempre più difficile l’identificazione degli iscritti con un comune gruppo universale di interesse. In secondo luogo i lavoratori vivono una crisi di lealtà nei confronti dei propri sindacati, sotto la pressione di una classe dirigente che perpetua strategie di isolamento e individualizzazione dei dipendenti. In terzo luogo si assiste a una crisi di rappresentanza dei sindacati che trovano una difficoltà crescente nel rappresentare una parte sempre più ampia di lavoratori altamente qualificati, che, non identificandosi nella working class, sono sempre meno inclini ad organizzarsi
156
L. Baccaro, C. Howell, “A Common Neoliberal Trajectory: The Transformation of Industrial Relations in Advanced Capitalism”, Politics & Society, XXI (2011), pp. 521-563.
157 R. Gumbrell-McCormick, R. Hyman, Trade Unions in Western Europe: Hard Times, Hard Choices, cit., p.
collettivamente. Dalla ricerca svolta nei precedenti capitoli risulta possibile individuare questa triplice crisi nei sindacati Britannico, Tedesco ed Italiano. In particolar modo ciò che emerge chiaramente nella comparazione effettuata è la spaccatura crescente all’interno della classe lavoratrice dei tre paesi analizzati. Come è stato affermato nel quarto capitolo, in Gran Bretagna risulta difficile identificare i chiari contorni di una working class sopravvissuta unitariamente al processo di deindustrializzazione e finanziarizzazione dell’economia.
Per quanto riguarda la Germania ed Italia il mantenimento di un potente apparato industriale manifatturiero ha garantito l’esistenza di una consistente forza lavoro impiegata. Il problema che sorge è rappresentato dalla spaccatura all’interno della classe lavoratrice tedesca ed italiana, in quanto i lavoratori altamente qualificati tendono a identificarsi sempre di meno con la concezione storica di classe. Si denota una tendenza sempre più marcata nei lavoratori caratterizzati da elevate abilità tecniche a trovare un’identificazione individualista in una
middle class borghese che per ironia della sorte va sempre più scomparendo proprio a causa
delle politiche neoliberiste. Se in Italia questa spaccatura era già emersa nel 1980 con la marcia dei 40.000, in Germania questo processo è stato molto più lento e dilatato nel tempo. La riforma del lavoro Hartz ha fatto emergere questa spaccatura tra i lavoratori qualificati impiegati nelle grandi aziende e la nuova lower working class tedesca, inquadrata legislativamente nei nuovi mini-jobs e composta in grande proporzione da una forza lavoro non qualificata di origine straniera158. Ad un confronto approfondito sembra emergere il fatto che mentre in Italia la spaccatura all’interno della classe lavoratrice divide vecchie e nuove generazioni, in Germania il flusso di lavoratori ospiti sta pagando più delle altre categorie il prezzo della ristrutturazione del sistema delle relazioni industriali.
7.3 Differenti esiti per differenti risposte alla comune pressione di trasformazione