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COMUNICATI STAMPA SULLA CASA CIRCONDARIALE DI RIMINI
Il 17 febbraio 2013 è stata visitata la “Casa Madre del Perdono”, struttura d’accoglienza per detenuti della comunità Papa Giovanni XXIII, accompagnata da Giorgio Pieri, responsabile del servizio.
La struttura accoglie detenuti comuni non tossicodipendenti e propone un progetto educativo e rieducativo che fonda le sue radici nella formazione umana e religiosa dell’individuo, attraverso il lavoro e una rigorosa analisi della propria esperienza. Complessivamente, sono una ventina le persone presenti: una parte agli arresti domiciliari (quelli in attesa di giudizio), e poi ci sono i condannati definitivi, in affidamento in prova al servizio sociale. L’ impressione riscontrata durante l’incontro è stata positiva. Nel pomeriggio, la Garante ha raggiunto la Casa Circondariale di Rimini, accompagnata da Gloria Lisi, vicesindaco di Rimini con delega alle politiche socio‐sanitarie. L’ispezione alla Prima sezione, già oggetto di un intervento dell’Ausl per la situazione di degrado complessivo e di pessime condizioni igienico sanitarie ha fatto riscontrare che, sebbene sia stato dimezzato il numero delle persone presenti (38), permane una situazione caratterizzata da gravi condizioni igienico‐sanitarie, che ne consiglierebbero caldamente la totale chiusura, e di sovraffollamento delle celle.
Già l’Ausl di Rimini dopo l’ultima visita ispettiva del finire del 2012 aveva riscontrato un particolare stato di sovraffollamento nella sezione prima, dove per cella si trovano fino a 6 detenuti, oltre ad altre problematiche strutturali che si ritiene possano compromettere seriamente i parametri di salubrità e di condizioni igieniche – sanitarie.
Si segnala che fra l’Ufficio del Garante ed il Comune di Rimini è in corso di definizione un protocollo d’intesa, ritenendo necessario sviluppare forme di collaborazione e scambio di informazioni a fronte di richieste individuali e collettive provenienti dalla popolazione ristretta all’interno della Casa Circondariale di Rimini, riconoscendo nel lavoro di rete e nella collaborazione tra gli Enti la modalità di intervento più adeguata al fine di contribuire alla promozione dei diritti dei detenuti e al miglioramento della qualità della vita in carcere. COMUNICATI STAMPA SULLA CASA CIRCONDARIALE DI RIMINI Assemblea Legislativa a cura di Ufficio Stampa 20/02/2012
GARANTE VISITA CARCERE RIMINI: 204 DETENUTI (70% STRANIERI), 30 IN USCITA CON LO “SVUOTA CARCERI”
Garante visita carcere Rimini: 204 detenuti (70% stranieri), 30 in uscita con lo “svuota carceri”
Desi Bruno, Garante per i diritti delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, ha visitato ieri, domenica 19 febbraio 2012, il carcere di Rimini.
Bruno ha descritto la situazione della casa circondariale, riportando i numeri e le notizie apprese dal comandante della polizia penitenziaria Armando Piccini, a cui sono andati i ringraziamenti del Garante. Il carcere ‐ spiega Bruno – ospita attualmente 204 detenuti (che nei mesi estivi arrivano anche a 300), mentre la capienza regolamentare sarebbe di 145/150. Il 70% di questi sono stranieri (maghrebini, albanesi e rumeni), mentre il 60/65% è tossicodipendente.
Nell’istituto ci sono sei sezioni, di cui una, chiamata Andromeda, prevede una custodia attenuata per tossicodipendenti finalizzata a un successivo inserimento in comunità, comprende sedici posti a cui si accede dopo un percorso selettivo.
“E’ il fiore all’occhiello del carcere riminese, ‐ commenta Bruno – un’esperienza certamente da esportare anche in altre realtà”.
Delle altre quattro sezioni, la prima è “la peggiore ‐ spiega il Garante – per condizioni di vita e sovraffollamento, con celle di 15/16 metri quadrati, in cui vivono 6 persone, con letti a castello a tre posti, che in estate possono arrivare a 10, con i materassi stesi a terra. Il reparto, da ristrutturare completamente, ‐ prosegue ‐ è fatiscente, vi piove dentro, con i bagni in pessime condizioni”. Un’altra sezione è invece chiusa in attesa di una ristrutturazione per cui i fondi dovrebbero essere già stati stanziati, ma di cui non si ha notizia. Anche in questo caso, Bruno ha assicurato il proprio interessamento, chiedendo notizie al Provveditorato regionale alle carceri sul progetto e sulle relative risorse. Ci sono poi altre due sezioni da poco ristrutturate e una per transessuali.
La popolazione carceraria è per lo più composta da persone in attesa di giudizio (68 attesa I° giudizio, 26 appellanti, 22 ricorrenti, mentre 88 sono definitivi) e sono stati segnalati alcuni casi psichiatrici. Sono assicurate due classi di alfabetizzazione per stranieri e le scuole elementari, mentre manca la scuola media. Sono presenti due psicologi, uno per la sezione “attenuata” e uno per il resto dei detenuti, con una copertura mensile di 30/36 ore. Ci sono inoltre sei educatori, due mediatori culturali (uno maghrebino e uno albanese) e un numero effettivo di agenti pari a 102/103 su una pianta organica che ne dovrebbe comprendere 145.
Ai detenuti è assicurata l’assistenza dentistica e psichiatrica e ci sono 4/5 medici generici che coprono le necessità delle persone rinchiuse per un arco temporale che va dalle 8 alle 22. “I detenuti incontrati – sottolinea Bruno – chiedono di poter lavorare (attualmente lavorano solo 20 di loro, impegnati in attività di pulizia), di avere contatti con la famiglia e, in particolare gli stranieri, lamentano la mancanza di risorse che impedisce loro di chiamare a casa. Chiedono anche di incontrare il magistrato di sorveglianza e di avere più contatti con le associazioni di volontariato”. In carcere sono infatti presenti la Caritas, che si occupa dell’abbigliamento per gli indigenti, e i sindacati che svolgono l’attività per le pratiche di disoccupazione. Il Garante regionale ha poi evidenziato che, con la nuova legge che prevede la detenzione domiciliare, potrebbero uscire 30/35 detenuti e che, sulla base delle informazioni ricevute dal comandante, c’è comunque una carenza di risorse che si scontra con le più elementari esigenze di vita, come per esempio la sostituzione dei materassi.
Bruno ha partecipato a un successivo incontro/dibattito sull’istituzione del Garante comunale a Rimini e sulla situazione del carcere, invitata a illustrare la propria esperienza come Garante comunale di Bologna e le funzioni della nuova figura di Garante regionale “Come Ufficio regionale ‐ commenta ‐ ho assicurato la massima disponibilità e collaborazione per la costituzione di una
rete con l’amministrazione riminese per lavorare sul tema del carcere e per un maggiore coinvolgimento delle associazioni di volontariato, di cui auspico una maggiore presenza all’interno del carcere”. (AC) 03/08/2012 13:57 CARCERE. ANCORA PIÙ URGENTI I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE: SECONDA VISITA DELLA GARANTE ALLA CASA CIRCONDARIALE DI RIMINI Carcere ancora più urgenti i lavori di ristrutturazione: seconda visita della Garante alla casa circondariale di Rimini Accompagnata dalla Direttrice e da personale della Polizia Penitenziaria, Desi Bruno, Garante della Regione per i diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ha visitato il primo agosto la Casa circondariale di Rimini; si tratta della seconda visita in queste veste, dopo quella del 19 febbraio scorso.
Nell’istituto sono recluse 207 persone, di cui 113 stranieri. I condannati in via definitiva sono 89, (più altri 12 con posizione giuridica mista, con almeno una condanna definitiva), 79 i tossicodipendenti (alcol dipendenti). Alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria lavorano 27 detenuti. Sono 5 gli educatori dell’area trattamentale. La Polizia penitenziaria risulta essere sotto organico di circa 50 unità. Mediamente, gli ospiti risultano avere condanne a carico con pene di lieve entità. In questo periodo, nel carcere si svolgono tre corsi scolastici ‐ alfabetizzazione, elementari, medie – e le aule appaiono adeguate. È altresì attivo un servizio di mediazione culturale a cura della Caritas. Sono apparsi adeguati gli ambienti dell’area sanitaria; delle scuola; della biblioteca; dei laboratori; la cucina del carcere è in ottime condizioni anche per il riadeguamento effettuato due anni fa.
Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) ha stanziato 600.000 euro per ristrutturare e mettere a norma due sezioni (I e II) della struttura carceraria; il bando di gara dovrebbe partire a settembre, l’esecuzione dei lavori svilupparsi nel corso di un anno; nel frattempo, i detenuti di queste due sezioni (di cui una è già chiusa) verranno spostati in altre strutture penitenziarie. La Garante segnala che si tratta di un intervento necessario quanto tardivo, in quanto la situazione di quelle sezioni era da tempo drammatica., per sovraffollamento e condizioni igieniche complessive. Il problema del sovraffollamento permane: in alcune celle – seppure bene illuminate e con un bagno con doccia ‐ sono rinchiuse fino a 9 persone in 16mq, con letti a castello a 3 piani. La gravità della situazione viene temperata da una certa ampiezza dell’orario di apertura delle celle, per consentire di passare ore all’aria aperta e momenti di socializzazione fra i detenuti.
Il sovraffollamento non consente di adibire un reparto esclusivamente dedicato ai condannati in
via definitiva: i detenuti risultano essere allocati nelle celle senza alcuna considerazione della posizione giuridica.
Nella Casa circondariale di Rimini c’è una piccola sezione riservata ai transessuali (al momento 3 presenze): in questo caso le celle, quando l’esiguità dei numeri lo consente, restano aperte dalle 9 alle ore 19.00. La Garante sottolinea il grande valore trattamentale derivante dall’esperienza del progetto Andromeda: in un locale ad hoc, staccato dalle ordinarie sezioni detentive, convivono in una dimensione comunitaria 13 detenuti (il reparto può ospitarne fino a 16), selezionati accuratamente dalla Direzione del carcere e dal SerT dell’Ausl. Si tratta di tossicodipendenti o alcoldipendenti che, dopo aver sottoscritto un patto formativo con la Direzione, beneficiano di questa forma di custodia attenuata, in previsione dell’accesso a misure alternative alla detenzione in carcere (affidamento terapeutico presso comunità oppure affidamento terapeutico sul territorio).
Viene segnalata l’assenza di gesti autosoppressivi, con sporadici episodi di autolesionismo.
La Garante ha poi incontrato, alla presenza della Vicesindaco con delega alle Politiche sociali, Gloria Lisi, rappresentanti delle associazioni di volontariato, Caritas, Papillon, dell’informazione e avvocati del Foro di Rimini, oltre a funzionari dell’ente locale: si registra il permanere di una buona collaborazione tra associazionismo e istituzioni. (rg) 03/08/2012 13:58 CARCERE. PRIMA VISITA DELLA GARANTE ALLA “CAMERA DI SICUREZZA” DELLA QUESTURA DI RIMINI Carcere. Prima visita della Garante alla “camera di sicurezza” della questura di Rimini
Nel pomeriggio di mercoledì 1 agosto, Desi Bruno ‐ Garante della Regione per i diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale ‐ ha visitato le “camere di sicurezza” della Questura di Rimini, incontrando i dirigenti della Polizia di Stato.
Le camere di sicurezza sono 2, con bagno fuori dalla cella e normali condizioni igieniche; il letto è in muratura, la fornitura di biancheria e coperte è del tipo “usa e getta” per motivi igienico‐ sanitari. Erano presenti due persone tratte in arresto. Nel periodo luglio‐agosto vengono effettuati circa il 50% degli arresti annuali.
La recente entrata in vigore del provvedimento legislativo voluto dal Ministro Severino (Legge 9/2012) che prevede il trattenimento presso le camere di sicurezza per gli arrestati da processare per direttissima, non ha avuto particolare impatto sui transiti presso la questura di Rimini. Come accade anche in altre realtà territoriali, tale prassi era già da tempo adottata, per cui coloro che devono essere sottoposti a giudizio per
direttissima non vengono associati al carcere, anche a fronte di rapporti particolarmente collaborativi con l’autorità giudiziaria.
Per i tempi ridotti di presentazione degli arrestati davanti ai giudici, il tempo di permanenza viene indicato come molto ristretto; in caso di prolungamento, gli arrestati vengono associati alla locale casa circondariale. L’assistenza sanitaria è garantita a chiamata, con i medicamenti che vengono effettuati sul posto; in caso di necessità di ricovero, la pattuglia scorta l’arrestato nel luogo di cura o tramite ambulanza a seconda della gravità dei casi. I pasti vengono garantiti da una convenzione, in essere da diversi anni, con Caritas. È intenzione della Garante visitare le “camere di sicurezza” attive sul territorio regionale. (rg) 18/02/2013 LA GARANTE DEI DETENUTI VISITA IL CARCERE DI RIMINI: “SPOSTARE LE PERSONE DALLA PRIMA SEZIONE” La Garante dei detenuti visita il carcere di Rimini “spostare le persone dalla prima sezione” Desi Bruno, Garante regionale delle persone private della libertà personale, ha visitato la “Casa Madre del Perdono”, struttura d’accoglienza per detenuti della comunità Papa Giovanni XXIII, accompagnata da Giorgio Pieri, responsabile del servizio.
Nel pomeriggio, la Garante ha raggiunto la Casa Circondariale di Rimini, accompagnata da Gloria Lisi, vicesindaco di Rimini con delega alle politiche socio‐sanitarie.
“L’uomo non è il suo errore” è il motto che campeggia all’ingresso della “Casa Madre del Perdono”. La struttura accoglie detenuti comuni non tossicodipendenti e propone un progetto educativo e rieducativo che fonda le sue radici nella formazione umana e religiosa dell’individuo, attraverso il lavoro e una rigorosa analisi della propria esperienza. Complessivamente, sono una ventina le persone presenti: una parte agli arresti domiciliari (quelli in attesa di giudizio), e poi ci sono i condannati definitivi, in affidamento in prova al servizio sociale.
“La positiva impressione riscontrata durante l’incontro, il risultato riferito di abbattimento della recidiva fino al 10% per le persone che accettano di impegnarsi in progetti di autentico cambiamento personale e vengono avviate al lavoro, dimostra l’utilità delle misure alternative al carcere e la possibilità di ridurre al minimo il ricorso al carcere. Invece di impegnare risorse faraoniche nel cosiddetto ‘piano carceri’, sarebbe doveroso costruire luoghi di accoglienza e di recupero su tutto il territorio, creare opportunità di crescita personale, di formazione, lavoro e di dialogo. Questo consentirebbe – secondo Desi Bruno ‐ di ridurre davvero il sovraffollamento, rendendo un servizio alla collettività in termini di maggior sicurezza, accompagnando le persone che escono dal carcere ad una esistenza normale, evitando inutili sofferenze e condizioni di vita disumane in carcere”. Dopo il pranzo comunitario con gli ospiti della Casa, gli operatori e i volontari, la Garante si è recata alla Casa Circondariale di Rimini. Si tratta della terza visita, dall’inizio del suo mandato. Insieme alla vicesindaco Gloria Lisi, alla direttrice del carcere e al comandante di Polizia penitenziaria, Bruno ha visitato la sezione “Andromeda”, destinata a persone tossicodipendenti in regime di custodia attenuata senza vigilanza notturna (attualmente 16), dal riconosciuto valore trattamentale. Subito dopo, l’ispezione alla Prima sezione, già oggetto di un intervento dell’Asl per la situazione di degrado complessivo e di pessime condizioni igienico sanitarie.
“A seguito della chiusura di alcune celle per inagibilità da parte della direttrice Maria Benassi , alla data della visita la Prima sezione ospita 38 persone: il numero delle persone presenti è stato dimezzato , ma permane una situazione caratterizzata da gravi condizioni igienico‐sanitarie, che ne consiglierebbero caldamente la totale chiusura, e di sovraffollamento delle celle ancora in uso”. La vicesindaco e la Garante “auspicano e chiedono al Provveditore regionale e al Dap che le persone ancora presenti vengano collocate in luoghi più idonei, in modo da consentire la chiusura della sezione. A breve, tra l’altro, dovrebbero iniziare i lavori di ristrutturazione di un’altra sezione, la Seconda, già da tempo chiusa per inagibilità, e questa potrebbe essere l’occasione per rimettere a norma anche la Prima sezione. Realizzare contestualmente tutte le opere necessarie sarebbe sicuramente utile e logisticamente efficace”, conclude Desi Bruno.