Le lavoratrici del settore domestico incontrano molte difficoltà relative all’organizzazione interna della propria comunità nazionale in terra straniera in quanto sono soggette a restrizioni della propria libertà personale e mancanza di tempo libero a causa dell’ eccessivo monte ore lavorative. Nonostante ciò negli ultimi decenni i gruppi e le associazioni fondati e gestiti dalle lavoratrici del settore domestico o da altri membri della comunità immigrata in tutti i paesi dell’area medio orientale sono aumentati. Lo scopo di tale associazionismo è molteplice e può variare dall’organizzazione di feste e opportunità di svago alla formazione e all’aggiornamento professionali, da iniziative a scopi caritatevoli e solidali all’associazionismo religioso. Alcune associazioni di lavoratrici domestiche si sono trasformate in vere e proprie ONG in grado di trattare direttamente con le istituzioni e le forze del’ordine152.
Per quanto riguarda il caso specifico della Giordania, le caratteristiche delle comunità immigrate cambiano talvolta anche radicalmente a seconda della nazionalità di volta in volta presa in considerazione. Nel corso di questa ricerca è stato possibile osservare come i vari gruppi nazionali di lavoratori immigrati in Giordania interagiscano in modo differente con la società di accoglienza avendo quindi un’influenza e un impatto differenti che meritano di essere indagati più in profondità.
Il caso della comunità filippina, più di altri, richiede una descrizione dettagliata a causa della sua complessa struttura organizzativa e della sua peculiarità. Una vera e propria organizzazione, chiamata UFO (United Filipino Organization), costituisce al momento il cuore pulsante della comunità filippina in Giordania. Questa organizzazione era stata fondata nel 2009 con il nome di FIL.ORG (Federation of Filipino Organization). Sia la vecchia organizzazione che la nuova, che ne rappresenta sostanzialmente una continuazione, hanno avuto un impatto estremamente positivo all’interno della comunità filippina che risiede nel Regno Hascemita e, in particolare, nella capitale. V., lavoratrice domestica Filippina che in passato ha svolto il ruolo di presidente dell’organizzazione, è stata intervistata al fine di ottenere più informazioni riguardo all’organizzazione della comunità.
L’ UFO è divisa in 22 gruppi, a capo di ognuno dei quali si trova un leader, il numero minimo di membri per gruppo è 22, ma l’organizzazione sta pensando di alzare il limite fino a 50. I leader sono scelti dal presidente, il quale è a sua volta eletto dai leader. I membri di uno stesso gruppo sono uniti da legami di amicizia, al fine da favorire la coesione dello stesso. L’appartenenza all’organizzazione è garantita in cambio di partecipazione attiva nelle attività della stessa, ma talvolta alcuni gruppi richiedono il versamento di una quota annuale simbolica (non più di 5 dinari).
152 Human Rights Watch Report, “Slow Reform, Protection of Migrant Domestic Workers in the Middle East”, New
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L’organizzazione è al momento attiva in Quattro differenti campi: educazione, attività ricreative e svago, carità e, infine, benessere e incentivi al sostentamento.
Per quanto riguarda l’educazione, il progetto in corso chiamato “Training for Caregivers” (ovvero “formazione per assistenti del settore di cura alla persona”) riflette uno dei più importanti compiti dell’organizzazione: migliorare le capacità delle partecipanti e stimolarne l’apprendimento. La maggior parte dei membri della comunità filippina hanno alle spalle una solida educazione e, in molti casi, un’istruzione di livello universitario ma le loro competenze specifiche finiscono col venire dimenticate a causa dei lavori meccanici, ripetitivi, poco qualificati e routinari che sono costrette a svolgere. Questo progetto permette ai partecipanti di approfondire e migliorare le proprie conoscenze in molti campi differenti, come la medicina, le scienze infermieristiche, la nutrizione, la pedagogia ed altro ancora al fine di offrire una buona preparazione a tutte le donne che lavorano nel settore domestico e di cura e di stimolare il loro apprendimento e spirito di iniziativa.
Il settore “attività ricreative” si occupa dell’organizzazione di varie attività che possono consistere in competizioni sportive, feste di vario genere e tutti quegli eventi organizzati al fine di promuovere e rinforzare le relazioni della comunità e raccogliere fondi per differenti scopi. I ‘partecipanti pagano in genere unì entrata per partecipare a tali eventi, il cui costo si aggira tra 1 a 3 JOD, e i fondi raccolti vengono in parte destinati a pagare gli stessi affitti degli spazi utilizzati come location degli eventi e in parte per altre iniziative e scopi.
Il settore “Carità” è strettamente collegato al settore “attività ricreative” in quanto buona parte dei soldi raccolti tramite l’organizzazione di eventi viene utilizzata per la creazione di un fondo di mutuo aiuto. Tale fondo interviene in soccorso a qualsiasi cittadino filippino presente sul territorio giordano, elargendo prestiti fino a 200 $ per coloro che sono membri dell’organizzazione e fino a 100$ per coloro che non ne fanno parte. Una parte del fondo è invece stanziata per alcune emergenze particolari ed è per esempio stata di recente utilizzata per inviare dei soldi in patria a seguito del disastro naturale che ha colpito le Filippine nell’autunno 2013.
Infine, il settore “benessere e incentivi al sostentamento”, ha il compito di migliorare le condizioni di vita dei cittadini filippini che risiedono in Giordania incoraggiando la creazione di piccole attività imprenditoriali tra i membri dell’associazione. Un buon esempio di business di successo sono le bancarelle di cibi tipici che si trovano in tutti gli eventi organizzati dall’associazione e, più in genere, dalla comunità. Per essere parte del programma “benessere e incentivi al sostentamento” è necessario essere membri attivi dell’organizzazione UFO e versare una piccola quota alla stessa. La comunità sta recentemente discutendo circa la creazione di un quinto settore, chiamato “scoperta”, il cui scopo sarebbe incoraggiare i membri a scoprire i loro talenti e a coltivarli, nonché organizzare degli eventi informativi riguardanti i temi più importanti per la comunità e, più in generale, questioni di attualità e notizie varie che meritano un approfondimento.
Per riassumere, l’ UFO, così come molte altre organizzazioni di migranti in tutto il mondo, non sol o ha molto successo e un importante impatto sociale, ma è anche incoraggiata ufficialmente dallo stesso governo delle Filippine che lo considera un importante punto di riferimento per i suoi cittadini.
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Abbastanza differenti sono invece le realtà delle comunità Indonesiana, Bengalese e dello Sri Lanka.
La comunità indonesiana è notevolmente differente da quella filippina. Innanzitutto la comunità indonesiana è molto meno coesa: i suoi membri, donne in maggioranza, tendono a riunirsi in piccoli gruppi indipendenti l’uno dall’altro, ed è assente un qualsiasi tipo di organizzazione comunitaria centrale e di riferimento. Di conseguenza molte di loro si sentono insicure e sole in una società che non sempre ne garantisce la protezione. Molte delle ragazze che vivono in Giordania però hanno creato legami con la società locale che sembrano in genere essere più forti di quelli instaurati dagli altri gruppi nazionali. Probabili cause di questi legami sono la religione in comune e il fatto che le donne indonesiane possano comunicare in arabo. Come si è già avuto modo di sottolineare in precedenza, non poche sono inoltre coloro che hanno un partner giordano o comunque arabo e sono madri di bambini nati sul territorio. Spesso le ragazze irregolari partoriscono in casa poiché temono che, a causa della loro irregolarità, le venga tolta la custodia dei figli. Alcuni di questi bambini crescono quindi apolidi e non beneficiano perta nto di diritti fondamentali quali il diritto all’educazione e ad un’adeguata assistenza sanitaria. Questa condizione di forte instabilità in genere non aiuta le ragazze ad inserirsi in modo positivo all’interno del contesto sociale e stabilire così legami significativi che possano andare oltre il loro nucleo familiare e la loro ristretta cerchia di amicizie.
L’ambasciata non è un punto di riferimento importante per la comunità dal punto di vista delle iniziative volte a migliorarne la coesione sociale, tuttavia è importante sottolineare l’importantissimo ruolo dello shelter, una comunità di accoglienza per le lavoratrici del settore domestico, presente all’interno della stessa. Nel corso di questa ricerca è stato possibile parlare con alcune ragazze che attualmente vi risiedono e tutte hanno espresso un’opinione in media positiva nei riguardi della struttura di accoglienza e degli sforzi compiuti dalla stessa ambasciata al fine di risolvere i loro problemi legali e lavorativi.
Anche la comunità Bengalese presenta caratteristiche di notevole chiusura unite all’assenza di una vera organizzazione comunitaria forte. Per quanto riguarda la componente di forza lavoro bengalese in Giordania che lavora nel settore domestico e di cura, è necessario sottolineare come questa sia una presenza recente in quanto l’accordo di intesa tra i due paesi è stato firmato solo nel 2012. Le donne, nella maggioranza dei casi sposate o divorziate, sono giunte in Giordania al fine di provvedere ai loro figli e alla loro famiglia sfidando i dettami di una società ancora molto tradizionale come è quella Bengalese. Le donne Bengalesi impiegate nel settore domestico spesso lavorano come domestiche live- in e coloro che invece godono di più libertà lavorando come freelancer sono divise in piccoli gruppi di amici e parenti. I salari delle lavoratrici Bengalesi sono molto bassi, spesso ancora più bassi se possibile di quelli delle domestiche di altra provenienza, e questo è dovuto al fatto che molte di loro provengono da aree rurali estremamente povere e sottosviluppate, non hanno alcuna precedente esperienza lavorativa e possiedono livelli di istruzione molto bassi o sono addirittura analfabete. La distanza culturale tra loro e la società giordana risulta quindi ancora maggiore che negli altri casi e questo ovviamente contribuisce a creare problemi e incomprensioni.
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Parlando in genere dell’intera comunità migrante, comprendendo cioè anche coloro che lavorano in altri settori e, in particolare, nelle QIZ (Qualified Industrial Zone), l’ambasciata afferma di avere in passato più volte cercato di organizzare eventi per rinforzare la coesione della comunità ma tali iniziative hanno riscontrato poco successo. Molte delle lavoratrici domestiche non hanno la possibilità di allontanarsi dal luogo di lavoro mentre i lavoratori delle QIZ lavorano in aree troppo distanti dal centro di Amman e nessuno di loro ha denaro sufficiente da spendere in trasporti per partecipare a questo tipo di eventi. D’altro canto, è stato più volte affermato dai lavoratori intervistati che in generale i lavoratori presenti in Giordania tendono a diffidare dell’ambasciata. Inoltre, siccome nell’ambasciata non è presente alcuna struttura di accoglienza in grado di dare rifugio a tutti quei lavoratori che incontrano difficoltà, pare che il contatto tra quest’istituzione e i suoi cittadini risulti ancora più distante, asettico e burocratico rispetto a quello che intercorre tra le altre ambasciate e i propri nazionali.
La comunità dello Sri Lanka invece, composta sia da ragazze di etnia Singala che Tamil, ha delle caratteristiche miste che la collocano a metà tra quella Filippina e quelle Indonesiana e Bangalese. È una comunità più coesa che, anche se priva di un vera e propria organizzazione centrale, è però provvista di alcuni punti di riferimento importanti. Per quanto riguarda la forza lavoro impiegata nel settore domestico e di cura alla persona, le donne sono in generale sposate con figli a carico e si trovano in Giordania al fine di provvedere al sostentamento della loro famiglia. Numerosi sono anche coloro che lavorano nelle nelle QIZ e tra loro si conta anche un buon numero di donne. L’ambasciata, come già affermato per le altre comunità ad eccezione parziale di quella Filippina, non gode di buona reputazione tra i suoi cittadini i quali non tendono a fidarsi di tale istituzione e del personale che vi lavora. Tuttavia l’ambasciata tende ad organizzare eventi ed attività, come concerti di gruppi musicali molto famosi in patria, a cui in genere prende parte un buon numero di persone. Questi eventi contribuiscono quindi a riunire talvolta anche centinaia di lavoratori avendo così un’influenza positiva sulla comunità locale. Altro importante meccanismo di aggregazione è inoltre la chiesa, in particolare nella figura di un gruppo di Suore Tamil che lavorano anche presso nel centro migranti della Caritas giordana. Le Suore organizzano periodicamente, grazie anche all’aiuto della stessa Caritas, eventi e feste a cui prendono parte diversi membri della comunità e investono un ruolo di leader e punti di riferimento all’interno della stessa.
Il ruolo della religione
La religione merita infine un breve menzione a parte per l’importante ruolo di catalizzatore sociale che svolge in alcuni gruppi e per le diverse e interessanti forme che questa assume all’interno dell’organizzazione dei vari gruppi nazionali. Le donne immigrate in Giordania professano una molteplicità di culti religiosi e Cristianesimo, Islam e Buddhismo sono i principali. Le ragazze di religione Musulmana, ovvero la maggioranza delle Indonesiane e Bengalesi, benché si trovino in un paese musulmano, affermano di non vedere la religione come un elemento aggregativo, preferiscono infatti pregare da sole in casa e non recarsi in moschea o riunirsi in gruppi. Per le
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ragazze Cristiane, che sono in maggioranza Filippine, la religione costituisce invece un importantissimo riferimento ed elemento di aggregazione ed è molto comune vederle partecipare in massa alle funzioni religiose nelle chiese del paese. Singolare è il caso delle ragazze dello Sri Lanka le quali, pur essendo in genere Buddhiste con minoranze appartenenti alle confessioni Induista, Musulmana e Cristiana, frequentano molto la chiesa. Siccome non vi è infatti possibilità per i fedeli Buddhisti di praticare la loro religione, questi in non pochi casi si recano in chiesa al fine di incontrare altri membri della comunità e pregare.
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