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L’ESPERIENZA LIVE-OUT:

Il 16,8% delle ragazze intervista ha lavorato o lavora attualmente come live-out.

Vengono definite collaboratrici domestiche “live-out” tutte coloro che, pur lavorando per un solo datore di lavoro e in una sola casa, vivono per conto proprio e sono indipendenti.

Il totale delle esperienze lavorative registrate è 39 e le percentuali in seguito riportate si riferiranno sempre a questo campione di riferimento.

Per quanto riguarda lo stato di regolarità/irregolarità, nel 66,7% dei casi le collaboratrici domestiche live out sono regolari, nel 28,2% dei casi non sono irregolari, nel 5,1% dei casi non lo sanno e il resto delle ragazze non ha risposto alla domanda. Le ragazze che lavorano come live-out riescono quindi con più facilità ad ottenere i permessi necessari per esercitare la professione regolarmente in Giordania anche se una percentuale importante risulta comunque esposta al rischio di irregolarità. Alcune delle ragazze che riferiscono di essere regolari hanno comunque dovuto provvedere personalmente alle procedure per ottenere i documenti pagando la somma di denaro richiesta o, in casi più rari, facendo addirittura ricorso a un prestanome. Tuttavia nella maggioranza dei casi registrati è stato il datore di lavoro che ha provveduto personalmente a sbrigare la faccende burocratiche al fine di regolarizzare la lavoratrice alle sue dipendenze.

Il salario medio delle ragazze che lavorano come live-out è di 365,13 JOD. Per questa categoria di lavoratrici vale quanto è stato in precedenza affermato per le freelancer: vitto e alloggio sono a carico delle ragazze e, siccome lo scopo delle ragazze è quasi sempre inviare una buona parte dei soldi guadagnati a casa, questa cifra risulta appena sufficiente a coprire i loro bisogni essenziali. Tuttavia in alcuni casi le ragazze che prestano servizio come live-out , al contrario delle freelancer, hanno un rapporto molto più stretto con il datore di lavoro il quale, come riportato da alcune di loro, offre cibo e assistenza supportandole così sia economicamente che psicologicamente. Questo supporto incide spesso positivamente sulla somma che le ragazze possono inviare a casa, le rimesse delle lavoratrici domestiche live-out ammontano infatti a 209,62 JOD in media per mese e risultano più consistenti di quelle che, a parità di stipendio circa, riescono ad inviare le lavoratrici freelancer.

La media delle ore lavorative settimanali è 8,02 ore, una media quindi anche in questo caso di molto inferiore a quella registrata nelle condizioni lavorative delle collaboratrici domestiche live- in.

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In seguito verranno riportate i vari tipi di violazioni dei diritti e di abusi a cui le lavoratrici del settore domestico e di cura che lavorano come live-out sono esposte e le loro condizioni di lavoro generali:

- NON CORRISPONDENZA DEL SALARIO E/O RITARDO NEL PAGAMENTO:

Nel 7,7% dei casi le ragazze hanno avuto alcuni problemi riguardanti ritardi nel pagamento o non corrispondenza del salario, mentre il 92,3% non ha mai affrontato questa problematica. - ABUSO FISICO E SESSUALE:

Nel 2,6% dei casi le ragazze hanno avuto problemi relativi ad abusi di tipo fisico o sessuale mentre il 97,4% ha affermato di non essere stato vittima di tale abuso.

- INCIDENTI SUL POSTO DI LAVORO:

Nel 97,4% dei casi le ragazze non sono state vittima di alcun incidente serio sul lavoro mentre solo il 2,6% ha affermato di avere avuto questo problema.

- ABUSO VERBALE:

Nel 94,9% dei casi le intervistate non hanno subito abusi verbali mentre ciò è accaduto nel restante 5,1% dei casi.

- LIMITATA LIBERTA’ DI MOVIMENTO:

Nel 92,3% dei casi le intervistate hanno dichiarato di non avere alcun problema relativo alla libertà di movimento, mentre il restante 7,7% ha dichiarato di avere delle difficoltà. In generale le ragazze che lavorano come collaboratrici domestiche live-out non sono sottoposte a limitazione della loro libertà da parte del loro datore di lavoro, ma alcune di loro vivono la loro situazione di irregolarità molto negativamente, questo le trasmette pertanto un forte senso di insicurezza che si riflette sulla percezione della loro libertà di movimento.

- CONFISCA DEL PASSAPORTO:

Nel 89,7% dei casi le ragazze non hanno problemi relativi alla confisca del passaporto. Nel resto dei casi le ragazze hanno riportato che nessuno dei loro attuali datori di lavoro detiene i loro documenti di identità ma che questi sono ancora trattenuti da ex-datori di lavoro o dalla stessa agenzia di reclutamento.

- ECCESSIVO CARICO DI LAVORO SENZA ADEGUATO COMPENSO ECONOMICO:

Nel 92,3% dei casi le ragazze vengono pagate di più in caso siano costrette a lavorare più a lungo. È importante sottolineare che questo non avviene quasi mai nel caso delle collaboratrici domestiche live- in.

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Nel 94,9% dei casi le ragazze hanno diritto ad almeno un giorno di vacanza settimanale. Per quanto riguarda invece le ferie, 84,6% delle intervistate ha affermato di poter ottenere di tanto in tanto dai datori di lavoro dei permessi anche di alcuni giorni consecutivi, mentre il restante 15,4% non gode di questa possibilità.

- VITTO E ALLOGGIO:

Come è stato precedentemente affermato a riguardo delle condizioni delle lavoratrici del settore domestico e di cura che lavorano come freelancer, tutte le ragazze hanno la possibilità di scegliere indipendentemente l’abitazione che più è consona alle loro esigenze e lo stesso in genere vale per il cibo. Talvolta lo stipendio guadagnato non è tuttavia sufficiente ad assicurarsi un luogo di riposo adeguato o a garantire un’alimentazione davvero completa, ma comunque nessuna delle ragazze che lavorano come live-out è in genere vittima di abusi o violazioni di altri diritti ad opera di terzi in questo specifico campo. Alcune delle ragazze hanno inoltre affermato di avere la possibilità di consumare alcuni pasti a casa del proprio datore di lavoro.

- MATERIALI ED EQUIPAGGIAMENTO:

Nel 7,7% dei casi le intervistate hanno avuto problemi riguardanti l’equipaggiamento, che non risultava completo.

- LIMITAZIONI NEI CONTATTI CON LA FAMIGLIA:

In nessun caso le donne intervistate hanno dichiarato di avere problemi a tenersi in contatto con famigliari e amici nel paese d’origine.

- CURE MEDICHE:

Le ragazze in genere devono provvedere da sole a coprire le spese mediche e in generale i datori di lavoro non sono tenuti ad occuparsene. Il 12,8% delle ragazze ha affermato di avere avuto dei problemi riguardanti la copertura delle spese sanitarie, in quanto il costo delle cure e dei medicinali può essere anche molto alto e non sempre le ragazze riescono a sostenerlo con i loro modesti stipendi.

Come è possibile notare da quanto esposto nell’analisi le percentuali di casi in cui le ragazze hanno subito abusi di vario tipo o sono state vittime di violazioni anche gravi dei loro diritti più basilari sono molto più contenute rispetto all’analisi delle condizioni di lavoro delle collaboratrici domestiche live- in. Inoltre lo stato di collaboratrice domestica live- out permette alle ragazze di avere un certo livello di libertà bilanciato tuttavia da una maggiore protezione legale, la percentuale di irregolari risulta infatti più contenuta rispetto alle freelancer, e permette inoltre di intrattenere un rapporto più di fiducia con il datore di lavoro.

Alle ragazze è stato chiesto di esprimere un giudizio generale sulle condizioni lavorative come collaboratrice domestica live-out: nel 48,7% dei casi le intervistate le hanno descritte come molto buone, nel 38,5% come buone, nel 5,1% sono state definite come accettabili, nel 2,6 % dei casi

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sono state definite come cattive, nessuna ragazza si è riferita alle sue condizioni lavorative come live- out definendole pessime mentre il restante 5,1% delle ragazze non ha espresso alcun giudizio.