Il 37,3% del totale delle ragazze intervistate lavora o ha lavorato come freelancer.
Il totale delle esperienze lavorative registrate è 84 e le percentuali in seguito riportate faranno riferimento a questo campione di riferimento.
Per quanto riguarda lo stato di regolarità/irregolarità delle lavoratrici part-time e freelancer nel 32,1% dei casi sono regolari, nel 51,2% dei casi sono regolari, nel 7,1% dei casi non lo sanno e il
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Parlare del problema con il datore di lavoro
Andare alla polizia
Chiamare il numero verde del Ministero del Lavoro
Parlare con l'agenzia di reclutamento
Chiedere aiuto ad amici e famiglia Recarsi presso O.N.G. come Tamkeen
Andare all'ambasciata Non sapere dove andare Altro
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restante 9,6% delle ragazze non ha risposto alla domanda. Le ragazze freelancer sono spesso irregolari in quanto molte di loro non hanno alcun datore di lavoro stabile in grado di garantire per loro. Molte ragazze hanno pagato per la propria residenza utilizzando un prestanome spesso sconosciuto che, dietro pagamento di una certa somma di denaro, ha permesso alla ragazze in quetione di ottenere dei permessi per risiedere regolarmente nel paese figurando come suo Kafil sulla carta, altre invece sono riuscite ad ottenerlo da un datore di lavoro fidato che in certi casi ha pagato per lo stesso ma che più di frequente ha solo offerto il proprio nome mentre il costo di tutta la procedura è stato comunque sostenuto dalla lavoratrice domestica. Una ragazza afferma che per ottenere i permessi ha pagato 700 JOD a una persona che si è offerta di fare il suo prestanome.
Il salario medio delle ragazze che lavorano come freelancer è di 365,74 JOD. Considerando che vitto e alloggio sono a carico delle ragazze e che lo scopo delle ragazze è quasi sempre inviare una buona parte dei soldi guadagnati a casa, questa cifra risulta appena sufficiente.
Le rimesse inviate nei paesi di origine dalle lavoratrici freelancer sono comunque sostanziose: ogni ragazza invia in media 157,40 JOD per mese.
La media delle ore lavorative settimanali è 7,43 ore, e questa risulta quindi di molto inferiore a quella registrata nelle condizioni lavorative delle collaboratrici domestiche live-in.
In seguito verranno riportate i vari tipi di violazioni dei diritti e di abusi a cui le lavoratrici del settore domestico e di cura che lavorano come freelancer e part-time sono esposte e le loro condizioni di lavoro generali:
- NON CORRISPONDENZA DEL SALARIO E/O RITARDO NEL PAGAMENTO:
Nell’88% dei casi le ragazze non hanno incontrato nessun problema con i pagamenti. Coloro che invece hanno riscontrato delle difficoltà hanno spiegato che queste sono più legate alla stagionalità del lavoro che al rapporto con il datore di lavoro in sé. In genere le domestiche part-time sono molto richieste in primavera ed estate, e in particolare nel periodo di Ramadan, mentre in autunno ed inverno la richiesta cala. Alcune hanno avuto dei problemi a riscuotere il denaro ma in generale hanno affermato che questi sono facilmente risolvibili.
- ABUSO FISICO E SESSUALE:
Nessuna delle ragazze con cui sono state condotte le interviste ha subito abusi fisici e/o sessuali nel corso del suo lavoro come freelancer e part-time.
- INCIDENTI SUL POSTO DI LAVORO:
Solo nell’1,2% dei casi le intervistate hanno affermato di essere state vittime di un qualche tipo di incidente sul posto di lavoro. In generale quindi la maggioranza delle ragazze intervistate non ha riportato danni significativi alla salute a causa del carico eccessivo di lavoro, della mancanza di adeguati standard di sicurezza o di materiali e attrezzature adeguati.
103 - ABUSO VERBALE:
Nel 4,8% dei casi le ragazze sono state oggetto di abuso verbale da parte dei datori di lavoro. Nonostante il fenomeno continui a sussistere anche tra coloro che lavorano come freelancer questo risulta comunque più contenuto e ristretto.
- LIMITATA LIBERTA’ DI MOVIMENTO:
Nel 2,4% dei casi le ragazze godono di una libertà di movimenti ristretta. Questo dato va interpretato alla luce delle particolari condizioni delle ragazze che lavorano come freelancer e part-time: nessuna di loro subisce restrizioni alla propria libertà da parte dei datori di lavoro, tuttavia lo stato di irregolarità in cui si trovano molte di loro ne limita i movimenti. Le ragazze cercano sempre di evitare le forze dell’ordine e qualsiasi luogo o situazione che possa esporle al rischio di detenzione. Alcune delle ragazze che si trovano sul territorio irregolarmente percepiscono fortemente tale insicurezza tanto da giungere a sostenere che la loro stessa libertà di movimento ne è gravemente compromessa.
- CONFISCA DEL PASSAPORTO:
17,9 % dei casi le ragazze non posseggono il loro passaporto in quanto lo stesso viene ancora trattenuto dal precedente datore di lavoro presso il quale hanno lavorato come live- in o dall’agenzia di reclutamento. Riappropriarsi della propria identità può essere un problema molto complesso da risolvere poiché, come è già stato più volte affermato, spesso agenzie e datori di lavoro ricattano le ragazze chiedendo ingenti somme di denaro in cambio della restituzione dei documenti. Questa pratica è ovviamente illegale ma nonostante ciò risulta ancora molto diffusa e rimane largamente impunita.
- ECCESSIVO CARICO DI LAVORO SENZA ADEGUATO COMPENSO ECONOMICO:
Nessuna delle ragazze intervistate ha questo problema in quanto il loro compenso è orario e ogni ora in più viene pertanto equamente retribuita.
- GIORNO DI RIPOSO SETTIMANALE E FERIE:
Nel 5,9% dei casi le intervistate hanno affermato di avere dei problemi ad ottenere dei periodi di vacanza annuali. Nel 4,76% dei casi hanno problemi con il giorno di riposo. Questi dati vanno letti però alla luce delle particolari condizioni lavorative delle ragazze che svolgono la professione di collaboratrici domestiche freelancer. Spesso le ragazze gestiscono ore lavorative e condizioni di lavoro in modo totalmente indipendente e sono quindi libere di scegliere se lavorare ininterrottamente senza concedersi un giorno di riposo settimanale o dei periodi di vacanze. Alcune di loro hanno affermato che la necessità di guadagnare più soldi in genere le spinge a lavorare anche durante il week end, e questo avviene soprattutto in primavera ed estate, quando il lavoro si intensifica e hanno quindi la possibilità di accumulare qualche risparmio.
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Tutte le ragazze hanno la possibilità di scegliere indipendentemente l’abitazione che più è consona alle loro esigenze e lo stesso vale per il cibo. Talvolta lo stipendio guadagnato non è tuttavia sufficiente ad assicurare un luogo di riposo provvisto di tutti i comfort o a garantire un’alimentazione davvero adeguata e completa, ma comunque nessuna delle ragazze è vittima di abusi o violazioni di diritti ad opera di terzi in questo campo specifico.
- LIMITAZIONI NEI CONTATTI CON LA FAMIGLIA:
In genere le ragazze possono comunicare con la famiglia ogni qualvolta lo desiderino in quanto nella quasi totalità dei casi dispongono di un cellulare e di mezzi di comunicazione adeguati. Solo nell’1,20% dei casi le ragazze hanno affermato di avere dei problemi per quanto riguarda le comunicazioni con la madre patria, ma anche questo non è un problema che è possibile imputare direttamente alle condizioni lavorative e alla responsabilità del datore di lavoro. - CURE MEDICHE:
Le ragazze in genere devono provvedere alle proprie cure mediche con i mezzi di cui dispongono. In nessun caso le ragazze intervistate hanno affermato che uno tra i molti datori di lavoro presso cui prestano servizio si è assunto il compito di provvedere per la loro salute. Una ragazza ha anche riferito che, dato il suo stato di irregolarità, teme di recarsi all’ospedale poiché teme che il fatto di essere irregolare possa causarle dei problemi.
Come è possibile notare da quanto esposto nell’analisi le percentuali di casi in cui le ragazze hanno subito abusi di vario tipo o sono state vittime di violazioni anche gravi dei loro diritti più basilari sono molto più contenute rispetto a quanto emerso nell’analisi delle condizioni di lavoro delle collaboratrici domestiche live-in. Alle ragazze è stato inoltre chiesto di valutare le condizioni lavorative come collaboratrice domestica freelancer: nel 30,9% dei casi le intervistate le hanno descritte come molto buone, nel 45,2% come buone, nel 11,90% sono state definite come accettabili, nessuna ragazza le ha definite cattive ma nel 2,4 % dei casi sono state definite come pessime. (Il restante 9,6% delle ragazze non ha espresso alcun giudizio).
Nell’appartamento di Jebel Jofa, una delle aree più povere e degradate di Amman, vivono tre ragazze, sono tutte e tre Indonesiane e lavorano attualmente come freelancer. Una delle raga zze ha un bambino di pochi mesi avuto dal suo compagno giordano. Il padre ha legalmente riconosciuto il bambino che ha quindi ottenuto la cittadinanza giordana. Le ragazze affermano di avere molta paura della polizia e di non trovarsi a loro agio per le strade del quartiere dove vivono. “Spesso i poliziotti chiedono favori sessuali se sei irregolare, li chiedono perché possono ricattarti facilmente e se non vengono accontentati ti sbattono in prigione, e in quest’area succede molto spesso” ha affermato una delle ragazze. Tutte hanno affermato di evitare i trasporti pubblici, specialmente gli autobus, perché i controlli della polizia sono frequenti. “Il taxi è molto caro” affermano le ragazze, le quali spendono una buona parte del loro salario per coprire le spese dei trasporti, “ma almeno ci sentiamo sicure”. Tuttavia le ragazze, pur avendo espresso tutto il disagio che si prova nell’essere irregolari, hanno anche affermato che le loro condizioni lavorative sono migliori e che godono di più libertà ed indipendenza.
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Le ragazze che hanno indicato le proprie condizioni di vita come freelancer “pessime” hanno parlato del senso di insicurezza continuo che provano a vivere ai limiti della legalità. Talvolta risulta inoltre difficile avere un’entrata annuale stabile, in quanto spesso le ragazze sono molto cariche di lavoro in primavera e in estate per poi avere molte meno richieste in autunno e in inverno.