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101 Legge 1497/39 art 1 comma 4.

IL CONCETTO DI PAESAGGIO E LA SUA PIANIFICAZIONE IN EUROPA

La Convenzione Europea del paesaggio ha messo in luce la necessità che i Governi degli Stati firmatari si occupino di tutto il territorio, di tutti i paesaggi, non solo quelli eccezionali, ma anche di quelli ordinari o di quelli degradati così come esplicitato dall'art. 2 della Convenzione stessa. Inoltre la lettura del territorio viene fatta tenendo in considerazione diversi punti di vista quali quello ecologico-naturalistico, architettonico e morfologico, culturale, documentario, ecc. (art. 1: “Landscape means an area, as perceived by people, whose character is the result of the action and interaction of natural and/or human factors”). Vivere in luoghi di qualità è un diritto che la Convenzione riconosce a tutta la popolazione europea, chiamata ad una partecipazione diretta. 121 Questo clima di fermento culturale è percepibile nelle politiche adottate nella maggior parte dei paesi europei dove si sperimentano strumenti di pianificazione e di governo del paesaggio che tendono a predisporre adeguate forme di formazione ed aggiornamento professionale, nonchè alla sensibilizzazione e partecipazione delle popolazioni alle scelte. Diversi paesi stanno inoltre cercando di colmare alcuni vuoti nella concezione della materia paesaggistica emersi nei confronti con gli altri Stati Membri. E' il caso dell'Italia e della Spagna per ciò che concerne l'operatività o dei Paesi Nordici nella lettura degli aspetti storici.122 Il concetto di paesaggio si fa sempre più ricco e più complesso rispetto alla concezione dello stesso come “bella veduta” degli anni Trenta che ha caratterizzato oltre all'Italia anche la Francia e la Spagna, e si slega sempre di più dal concetto di paesaggio come ambiente che invece ha caratterizzato la cultura dei paesi nordici. Con l'evoluzione del concetto stesso si sono registrate in diversi paesi dell'Europa delle innovazioni sia nella lettura che nelle politiche dei paesaggi. E' il caso della Danimarca e della Norvegia che hanno dimostrato un'attenzione crescente verso una lettura storico-culturale del paesaggio, mentre le ricerche portate avanti dalla Germania sui “cultural landschaft” hanno portato alla composizione di inventari di elementi storici presenti nel paesaggio. La Spagna, d'altro canto come l'Italia, hanno mostrato una integrazione dei concetti di natura e cultura nella lettura del paesaggio. La Gran Bretagna è invece la testimonianza di come la tendenza sempre più diffusa del decentramento delle competenze porti ad ottimi risultati. Nelle righe seguenti si analizzeranno le esperienze di tre paesi scelti per le loro significative esperienze. Ciascuno di questi paesi afferisce ad una area geografica specifica, in particolar modo si è scelto di analizzare il caso della Danimarca per ciò che concerne il Nord Europa, quello della Spagna per l‟area mediterranea e quella della Germania per l‟area mittleuropoea.

121 Scazzosi L. , Nuove politiche per il paesaggio in Europa, in Politiche e culture del paesaggio. Nuovi confronti, Roma, Gangemi Editore, 2001 (pag. 9-10)

Danimarca

La Danimarca vanta una lunga tradizione di tutela e pianificazione del territorio fortemente legata, così come gli altri Paesi Scandinavi, alla visione ambientalista sviluppando una maggior sensibilità ed attenzione per i problemi di carattere ecologico e naturalistico rispetto ai caratteri storico- culturale e architettonico.123 Il Paesaggio viene quindi identificato con l'ambiente, ovvero spazio delle condizioni fisico.biologiche che consentono la vita dell'uomo e per la sua riproducibilità, per

96_ Kolding:paesaggio davanti al Trapholt Museum [fonte: www.flickr.com]

se e per le generazioni future.124 Negli ultimi anni la tendenza invece è quella di intendere il paesaggio come commistione di aspetti storico-culturali, ecologico-naturalistici, economico- produttivi ed estetico-spaziali. Si riconosce quindi nel paesaggio la combinazione tra azione antropica e natura con la consapevole presenza di natura e storia. Il termine pianificazione del paesaggio è entrato in uso in Danimarca a partire dagli anni '50 accompagnando la presa di coscienza di salvaguardare l'ambiente. Lo scopo delle numerose leggi introdotte in quegli anni fu quello di rendere fruibili alla maggior parte della popolazione urbana, le poche aree identificate come fruibili per attività ricreative. Per i pianificatori questo ha significato una revisione della politica di conservazione della natura intesa come porzione di territorio non antropizzato, con

123 Orombelli L., Politiche di tutela e pianificazione del paesaggio in Danimarca, in Politiche e culture del paesaggio. Nuovi confronti, Roma, Gangemi Editore, 2001 (pag. 29-36)

l'ampliamento a spiagge, boschi, brughiere, pascoli, ecc.125 La pianificazione territoriale in Danimarca è fortemente legata ad una pianificazione ai fini sociali, per cui il porre limiti all'utilizzo privato del territorio è sempre stato visto di buon occhio dalla cittadinanza. Le attività di pianificazione del paesaggi sono oggi divise in diversi livelli d'intervento con scopi differenti.

Gli obiettivi principali vanno dall'equilibrio ecologico alla salvaguardia delle risorse naturali fino al soddisfacimento dell'esigenza di aree ricreative nelle zone con la più alta densità abitativa. Come nella maggior parte dei paesi europei la pianificazione urbanistica si svolge su livelli istituzionali differenti. A partire dal basso, si ha una pianificazione a livello municipale (pianificazione di aree specifiche), a livello regionale (pianificazione di macroaree di interesse regionale) e a livello statale con il Ministero dell'Ambiente e dell'Energia. Quest'ultimo è formato da un dipartimento centrale e da cinque diverse agenzie ognuna delle quali si occupa di una materia diversa. L'Agenzia Nazionale per la Protezione delle Foreste e della Natura è quella che si occupa del paesaggio in tutti i suoi aspetti ed è responsabile della gran parte dei tesori (culturali, storici, monumentali) presenti sul territorio nazionale. Quest'agenzia si suddivide a sua volta in 17 sezioni di cui 4 si occupano della tutela del patrimonio storico-artistico e paesaggistico. Il ruolo di queste sezioni può essere riassunto in tre frasi:

creazione di un inventario

protezione dei siti e dei beni vincolati controllo.126

Il corpus legislativo per la salvaguardia dei beni paesaggistici danesi e da ricondurre a due leggi specifiche entrambe, nella loro prima versione, risalenti intorno agli anni Venti.

La legge per la Tutela della Natura, la cui prima versione risale al 1917, ha come obiettivi:

proteggere la natura, con il suo sistema di animali e piante, ed il loro habitat, così come i suoi valori scenografici, storici, scientifici e culturali.

migliorare, ripristinare e creare aree caratteristiche per gli animali selvatici, per le piante e per il paesaggio d'interesse storico

garantire pubblico accesso alla natura e migliorare le opportunità per le attività ricreative all'aperto.127

La legge per la Tutela degli Edifici storici, la cui versione è del 1918, ha come obiettivo:

redigere l'elenco degli edifici storici, o parte di essi ancora in uso, degni di tutela (L. 135/18 art.1)

Le attività attuative delle due leggi sono svolte secondo tre modalità:

vincolare singoli oggetti inseriti nel territorio quali elementi chiari, identificativi e caratterizzanti il paesaggio con lo scopo di mantenere forte il valore di landmark loro riconosciuto