• Non ci sono risultati.

lasciano il posto alle grandi arterie di comunicazione americane: le Freeways o Highways che comunque conservano qualcosa delle nozioni delle strade-parco.

106_Blue Ridge Parkway: tratto lungo i monti Appalachi [fonte:www.appstate.edu]

L’Highline di New York un caso di rigenerazione delle infrastrutture

Il concorso del Masterplan per l‟High Line indetto nel 2002 a New York ha portato all‟attenzione ancora una volta il tema della rigenerazione delle infrastrutture dismesse. La storia della High Line parte dal 1847 quando la City di New York autorizza la costruzione di una linea ferroviaria a raso nella parte inferiore della Manatthan West Side. Tra il 1851 (anno dell‟entrata in funzione) e il 1929 la linea ferroviaria è oggetto di un animato dibattito a causa dei numerosi incidenti tanto da farla ribattezzare la 10th come Death Avenue. Per evitare gli incidenti, uomini a cavallo, chiamati West Side Cowboys, cavalcano anticipando il passaggio dei treni sventolando una bandiera rossa. Dopo anni di dibattito pubblico the City and State of New York e la New York Central Railroad autorizzarono il West Side Improvement Project, ovvero una ferrovia sopraelevata lunga 13 miglia (21 Km) la cui funzione era quella di ridurre al minimo la probabilità di incidenti. Il progetto eliminò 105 incroci tra strada e linea ferroviaria e aggiunse 32 acri di terreno al Riverside Park. L‟operazione costò oltre 150 milioni di dollari che attualizzati corrispondono a oltre 2 miliardi di

145 Fariello F., Architettura delle strade. La strada come opera d’arte, Roma, Società editrice “La Pace”, 1963 (pag.

dollari. La linea rimase attiva per circa vent‟anni, fino a quando lo spostamento del porto commerciale e la crescita del traffico su strade interstatali porta ad un calo del traffico ferroviario in tutta le linee nazionali, compresa la High Line.

107_High Line New York: West Side Cowboys e locomotiva nei pressi della 10th avenue [fonte: www.thehighline.org]

Nei primi anni „60 la parte più a sud della High Line viene demolita, e nel 1980 passa l‟ultimo treno. Nel corso degli anni vi si sono addossati numerosi edifici fino a far diventare tutto il contesto

ferroviario in dismissione è una brown area per antonomasia e con il fascino dei mondi celati, irrisolti, degli impianti industriali146. Nel 1985 un gruppo di immobiliaristi newyorkesi acquista a

prezzi stracciati le aree al di sotto della High Line e propone alla City la demolizione della linea ferroviaria sopraelevata per liberare le aeree e costruire. Ma la caparbietà di un cittadino di Chelsea, Peter Obltz riesce con una causa a bloccare l‟operazione immobiliare. Agli inizi degli anni „90, a causa dell‟inutilizzo, la linea ferroviaria appare come una linea verde che corre lungo il quartiere di Chelsea. Infatti lungo l‟intera linea, tra la ghiaia ci sono erbe selvatiche resistenti alla siccità, arbusti e alberi. Tuttavia l‟acciaio che compone la struttura è pressochè intatto. Ma durante gli stessi anni inizia la rinascita del Meatpacking District che appariva come un luogo insicuro centro dello spaccio di droga e della prostituzione. I primi negozi e le prime gallerie di arte contemporanea iniziano ad insediarsi attirando le attenzioni degli investitori. Negli stessi anni l‟amministrazione municipale guidata da Rudy Giuliani prevede la demolizione della linea ferroviaria e nel 1999 due cittadini di Chelsea, Joshua David e Robert Hammond, abbracciano la tesi di Peter Obletz di preservare la High Line e fondano l‟associazione no-profit Friends of the

High Line. La mission dell‟associazione è quella di preservare la linea ferroviaria ma, a differenza

di Obletz, propone il riuso come spazio pubblico. L‟idea è quella di creare una Greenway sopraelevata simile alla Promenade Plantee di Parigi. Tra il 2001 e il 2002 il Design Trust for Public

146 Marotta A., Un parco lineare nel cuore di New York, in Saggio A. (a cura di) On &Off. Nuove forme dell’information technology e della progettazione contemporanea, (pag. 90)

Space offre una borsa di studio per ricerca all‟architetto Casey Jones intitolata “Reclaming the High Line”. Lo studio portato avanti con Friends of the High Line produce delle linee guida per la conservazione e il riuso della High Line.

108_High Line New York:la situazione nel 2000 nei pressi di Ganwoorth Plaza [fonte: Michael Syracuse]

Il 2002, oltre ad essere l‟anno in cui viene indetto il concorso di progettazione, è anche l‟anno in cui per la prima volta la municipalità di New York e Friends of the High Line compaiono congiuntamente davanti alla Surface Transportation Board per supportare il riuso della High Line. Alla fine dello stesso anno viene indetto il concorso a cui partecipano 720 gruppi di progettazione provenienti da tutto il mondo.

109_Banner del Concorso indetto nel 2002 [fonte: www.thehighline.org]

Tra tutte le proposte sono state selezionate quelle di Diller Scofidio + Renfro, Zaha Hadid, Steven Holl e Michael Van Valkenburgh. La mostra tenutasi presso il Grand Central Terminal accende i

riflettori su questa incredibile realtà urbana. Le immagini dei progetti fanno tornare alla mente la grande stagione delle utopie degli anni ‟60, che vide protagonisti tra gli altri i gruppi radicali italiani dei Superstudio e Archizoom, in una commistione con le esperienze artistiche della Pop Art. Rivedendo le immagini dei progetti ritornano alla mente la stagione delle utopie massmediologiche degli anni Sessanta e della commistione con le esperienze della Pop Art, unite alle tematiche radicali dei gruppi italiani, quali Superstudio e Archizoom, tra avvenirismo e arcadia.

110_High Line New York: ortofoto con individuazione del tracciato [fonte:www.thehighline.org]

La tradizione che lo studio Diller Scofidio + Renfro ha in opere multimediali, performance e progetti, li porta alla vittoria del concorso. Ma nella loro vittoria si possono individuare almeno tre ragioni: la prima è che sono gli architetti contemporanei che hanno la più estesa conoscenza del

teatro; la seconda è che essi incarnano l‟ideale congiunzione tra arte e architettura, e infine perché

fanno dell‟evento la loro filosofia di intervento. Il gruppo di progettazione è stato in grado di interpretare la riqualificazione della High Line come un‟operazione perfettamente calata nel sito.

112_Spazio al di sotto della High Line. Le due immagini mettono in luce come per molti tratti il rapporto tra infrastruttura e contesto sia ancora irrisolto. Lo spazio al di sotto dell’infrastruttura si presenta ancora come un territorio limbo. [foto: A. Sollazzo 2010]

La soprelevata, lunga circa 4 km, passa per il Greenwich Village e Chelsea, il quartiere storico delle gallerie d‟arte, e per il Meatpacking District, la zona dei vecchi macelli, ora riconvertiti in spazi per l‟arte e lo spettacolo. La linea ferroviaria diviene quindi un luogo pubblico, e il ricco ed articolato programma di progetto (costruzione di luoghi per lo spettacolo, piccoli giardini, specchi d‟acqua,..)fa si che il sito diventi un luogo capace di generare incontri. Il progetto mette a confronto due mondi differenti, quello sopraelevato in cui trova spazio un giardino incoerente, un patchworkdi tessiture, materiali e informazioni, e la relazione con il piano stradale dove trovano spazio informazioni multimediali e l‟immaterialità. I piani lungo tutto il tratto della sopraelevata vengono modellati, si inclinano, slittano per generare spazi teatrali o per esposizioni all‟aperto. Ma l‟operazione portata avanti per la High Line non è solo un operazione di rigenerazione di un‟infrastruttura dismessa, ma è soprattutto un‟operazione politica e di salvaguardia di un‟identità locale. Per la salvaguardia di questi valori si sono battuti artisti, intellettuali, imprenditori, ma si sono battuti soprattutto i cittadini attraverso l‟associazione Friends of the High Line che sono riusciti a salvaguardare il loro segno identitario all‟interno della grande metropoli.

Lo studio Diller Scofidio + Renfro ha nel proprio DNA la sensibilità di intervenire in questi luoghi di

frontiera, soglie della contemporaneità: la loro filosofia muove dagli happening e quindi fa dell‟uomo il fulcro dello scambio o meglio dell‟interscambio tra società e ambiente; è un processo

di dialogo in cui il passato è interpretato come divenire, come spinta in avanti147. Percorrendo il

giardino sopraelevato si riesce ad avere una differente ed inedita prospettiva della città, in cui si percepisce la vicinanze di architetture simbolo della Grande Mela, ma al contempo si hanno sensazioni visive e tattili dovute alla presenza delle vegetazioni. La visione riporta alla mente il mondo straordinario descritto da Gilles Clement nel suo Manifesto del Terzo paesaggio. Ed è proprio a quanto teorizzato dal paesaggista francese che lo studio americano ha immesso nel programma di intervento, un giardino lineare dove la natura si riappropria degli spazi che un tempo hanno assurto ad una funzione ben specifica. Ma la High Line è anche un progetto sociale, un luogo dove etnia, cultura e arte si possono fondere in un unicum.

113_La percezione sociale del progetto della High Line [foto: A. Sollazzo 2010]