GLI STATI UNITI D’AMERICA: DALLE PARKWAYS ALLA RIGENERAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE URBANE.
La sempre più specializzazione della strada in spazio del moto segna anche negli Stati Uniti d‟America il processo che ha portato alla trasformazione delle Parkways, protagoniste della mobilità per i primi cinquant‟anni del Novecento, in Freeways o Highways.
101_USA: Garden State Parkway [fonte: Morelli E.]
Ma il concetto di strada parco americano ha influenzato in modo sostanziale le teorie urbanistiche moderne. Lo stesso Le Corbusier, nel tracciare l'immagine della nuova città moderna, affronta il tema delle autostrade nel paesaggio e facendo riferimento esplicito al modello americano descrivendola come una sintesi perfetta tra architettura e natura. Il concetto di strada parco sarà reinterpretato nel ventesimo secolo per la rigenerazione delle infrastrutture dismesse e per la mobilità sostenibile all‟interno dei centri urbani.
Le parkways come progettazione del movimento
Nei primi anni del Novecento la rete stradale nordamericana è pressoché in uno stato embrionale poiché i collegamenti si erano avuti per lo più sfruttando le vie d‟acqua e la ferrovia. Ma intorno al 1910 la Ford lancia l‟automobile modello T, un modello dalle ruote alte concepita per le gite fuori
città. In un breve lasso di tempo diviene il mezzo di trasporto preferito dai cittadini statunitensi e viene utilizzata quasi sempre per scopi ludici.
102_River Bronx Parkway (1922) [fonte: www.westchesterarchives.com]
Questa grande diffusione della Ford T si controbilancia alla necessità di realizzare una rete stradale che permetta da una parte l‟uso dell‟automobile, ma che al contempo si sviluppi in luoghi
idonei per lo svago e la ricreazione: le parkways sembravano rispondere positivamente ad entrambi i requisiti. Il termine parkway è stato utilizzato per la prima volta dai pionieri americani della architettura del paesaggio, Olmsted, Vaux e Eliot, per designare ampi viali urbani che, in continuità con la tradizione francese dei boulevards, sono dotati di un consistente equipaggiamento vegetale137. Ma la parkway in realtà non è una strada, ma un sistema all‟interno
del quale è possibile trovare anche la fascia carrabile. Da un punto di vista legale, un parkway è un
parco ridotto con una strada che lo attraversa. Un parkway serve principalmente al traffico, ma prevalentemente o esclusivamente al traffico di diporto138. Progettare e costruire una parkway ha
quindi la stessa valenza che progettare un parco, infatti la strada americana si differenzia dai boulevards europei perché non è un asse di scorrimento viario con bordature alberate ai lati, ma
137 Morelli E., op cit., (pag. 52)
un percorso che si adatta alle caratteristiche topografiche e paesaggistiche dei contesti che attraversa. I parkways, come i parchi, possono essere assolutamente formali o straordinariamente
pittoreschi, a seconda delle circostanze. Gli uni e gli altri saranno in genere formali quando occupano spazi urbani circoscritti delimitati da edifici dominanti. Gli uni e gli altri diventeranno pittoreschi laddove, se ne presenti l‟opportunità139.
103_Merrit Parkway: ponte lungo il tragitto [fonte: Morelli E.]
Ma per capire il contesto culturale in cui ha origine e si sviluppa il concetto di strada parco bisogna mettere in luce che gli Stati Uniti d‟America, non avendo una propria identità culturale che si esprimeva attraverso l‟arte e l‟architettura, individuava il proprio orgoglio nazionale nella spettacolarità dei suoi paesaggi. La commistione di questo concetto con l‟illuminismo jeffersoniano, che trova la sua massima espressione nella griglia in cui si sviluppa la città, rappresenta il background sopra citato. Ma come diffondere questa fierezza tra la popolazione americana? La risposta a questa domanda non può essere che associata alla mobilità e quindi all‟automobile. La mobilità in auto permette infatti di tastare direttamente le bellezze dei paesaggi statunitensi, quali canyon, vette, grandi foreste e altri fenomeni della natura, che vengono pubblicizzate sulle riviste e sono uno dei temi preferiti dai pittori. In questo contesto le parkways sono il mezzo migliore per vistarle e in breve la natura dei grandi parchi nazionali diviene una delle
immagini più rappresentative del paese140. In un lasso di tempo relativamente breve (circa mezzo
secolo) le parkways passano dall‟essere dei viali alberati per le passeggiate all‟interno di un contesto cittadino, a strumento di riqualificazione e controllo delle nuove espansioni ai margini delle città, per poi divenire strade panoramiche utili alla promozione e valorizzazione del paesaggio nazionale. Ma ciò che le accomuna è la centralità attribuita allo sguardo del guidatore, che costituisce l'elemento in base al quale si strutturano i tracciati stradali, nell'intento di elevare ciò
che normalmente ci si aspetta da un viaggio in autostrada al livello di un'esperienza piacevole141.
Le parkways, infatti, sono pensate per essere percorse in auto e, dunque, il passaggio lungo i tracciati è organizzato in modo tale da essere fruibile per un osservatore in movimento, proprio
139 Eliot C., Landscape architect, in Zapatka C., I parkways americani. Origini ed evoluzioni della strada parco, Lotus International n.56, 1988
140 Zapatka C., L’architettura del paesaggio americano, Quaderni di Lotus n. 21, 1995(pag. 8) 141 Zapatka C., op. cit., 1988 (pag. 97)
come avveniva nella progettazione delle “scene” del giardino all'inglese. Allo sguardo dell'osservatore che percorrendo dei sentieri ondulati, scopre il paesaggio attraverso una sequenza di quadri in successione, si sostituisce, così, nella strada-parco, il punto di vista del guidatore 142.
104_Bronx River Parkway:auto in transito lungo il tragitto e gas station progettata dall’architetto Penrouse Stout [Historic American Engeneering Record (HAER) - www.westchesterarchives.com]
Tra le prime e più importanti parkways va annoverata sicuramente la Bronx River Parkway che collega, seguendo il corso dell‟omonimo fiume, la parte nord della city di New York con la contea di Westchester. Nata inizialmente come progetto di riqualificazione della degradata valle del fiume, il suo straordinario successo legato al numero di passaggi, porta la contea di Westchester a usare la strada parco cme elemento ordinatore delle nuove espansioni residenziali. L‟intuizione della contea di Westchester viene fatta propria anche dalla stessa città di New York che, attraverso la figura di Robert Moses, presenta nel 1929 un piano in cui si individuano le aree più idonee alla costruzione di parkways, ovvero aree marginali versati in uno stato di degrado. La previsione è quella di innescare dei processi simili a quanto visto per la Bronx River Parkway. Nel giro di pochi anni il piano inizia a materializzarsi basandosi principalmente sulla circumferential parkway, una
sorta di parco ad anello che circonda i cinque quartieri di New York, all‟interno del quale scorrono strade che hanno il compito di decongestionare il traffico. Dotato di punti di accesso stabiliti (di entrata e uscita) e collegandosi con le località e gli stati vicini: […] questo parkway di cinta rafforzava l‟immagine di New York quale immensa metropoli che bisognava circumnavigare, a cui era consentito l‟accesso solo in determinati punti143.
La sua realizzazione vede, sotto la direzione di Robert Moses, impegnati per lo più architetti paesaggisti tra cui è doveroso annoverare Gilmore D. Clarke, uno dei più conosciuti paesaggisti dell‟epoca e membro della Westchester Park Country Commission. Lo straordinario lavoro fu terminato nel 1944 e il sistema offriva cento miglia di parkways e di autostrade a scorrimento
142 Ventura N., op. cit., 1996
veloce144. Tuttavia il risultato dell‟operazione non fu soddisfacente, dal punto di vista
paesaggistico, per tutti i tratti, infatti numerose furono la sopraelevate in acciaio che tagliavano porzioni di città densamente popolate.
105_Bronx River Parkway: tavola di progetto [Historic American Engeneering Record (HAER) - www.westchesterarchives.com]
Dal punto di vista economico (le rendite fondiarie dei terreni coinvolti aumentarono notevolmente) e sociale fu un successo straordinario che portò alla costruzione di innumerevoli parkways sparse su tutto il territorio statunitense. La Garden State Parkway progettata per lo più da G. D. Clarke, nei suoi circa duecentottanta chilometri rappresenta senza dubbio l‟opera stradale più pregevole progettata nel dopoguerra. A tal proposito Francesco Fariello dice che: “L‟arteria, pur con le sue
grandi dimensioni si immerge nel paesaggio con naturalezza e quasi si identifica con esso. Gli eccezionali requisiti estetici rappresentano un efficace fattore di sicurezza talché questa strada fa registrare la più bassa percentuale di incidenti in paragone di altre superstrade. L‟appropriato trattamento dei pendii e delle sistemazioni arboree, inoltre ha consentito di ridurre al minimo le spese di manutenzione”145. Questa enorme promozione del paesaggio messa in atto dagli organi statali porta la popolazione americana ad abitare piccoli sobborghi immersi nella natura, piuttosto che caotiche metropoli. Si sviluppa quindi contestualmente alle parkways il concetto della casa americana. A partire dagli anni Cinquanta finisce la prima grande stagione delle parkways che