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3. Le immobilizzazioni materiali Un confronto tra la disciplina nazionale e la

3.4 Aspetti teorici della disciplina internazionale Principio contabile IAS 16

3.4.1 Il concetto di fair value nei principi contabili internazionali Introduzione del nuovo IFRS 13

L’idea di fair value assume un ruolo molto importante all’interno degli IFRS, costituisce un processo di valutazione delle poste di bilancio raffrontabile al metodo del costo storico nell’ambito dei principi contabili nazionali. Il metodo del costo rivela una concezione di bilancio che mira alla riproduzione di fatti, tendenzialmente certi, in ottica di prudenza, principalmente rivolti agli azionisti.

Il metodo del fair value, a differenza del metodo del costo, punta ad una rappresentazione di bilancio dinamica e attiva dell’azienda ed è rivolta principalmente al mercato e non solo agli azionisti. Questa situazione implica la presenza di dati volatili, che possono cambiare anche notevolmente da un esercizio all’altro, sia dal punto di vista dei risultati sia dal punto di vista della struttura del patrimonio perché si fa prevalere il principio della sostanza sulla forma, della competenza sulla prudenza (aspetto cardine per la normativa nazionale), del valore attuale sul valore originario di un’attività anche se superiore. Con il metodo del fair value si riproducono in bilancio anche dei valori che non sono mai stati realizzati33.

L’espressione fair value è un termine non univoco, infatti esso è suscettibile di differenti interpretazioni anche tra di loro contrastanti sia dal punto di vista teorico sia dal punto di vista pratico. La definizione che viene solitamente fornita si riferisce alla descrizione offerta dai principi contabili internazionali.

L’IFRS 13 definisce il fair value come “il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione”.

Questo nuovo principio contabile ha implementato la definizione di fair value in quanto ha precisato alcuni aspetti che prima non erano molto chiari. In precedenza, infatti, il fair value era definito dall’IFRS 9 come “il prezzo a cui un’attività può essere scambiata o una passività estinta tra parti consapevoli in una libera transazione di mercato”. Gli aspetti che hanno permesso una maggior comprensione e chiarezza sul significato di tale termine sono indicati e spiegati nella seguente tabella.

Prima dell'IFRS 13 (IFRS 9) Con l'introduzione dell'IFRS 13

"Scambiata" Non è chiaro se l'entità sta

acquistando o vendendo.

"Vendita di un'attività" e "trasferimento di una passività"

Si fa specifico riferimento all'acquisto e alla vendita.

"Estinta"

Non si comprende quale sia il significato reale in quanto è assente il riferimento al creditore.

"Trasferimento" Si fa riferimento al trasferimento

della passività.

"Parti consapevoli"

Non si capisce se la definizione è basata sul mercato.

"Operatori di mercato"

Riferimento ai partecipanti al mercato, in tal modo è chiaro che è market-based.

Nessun riferimento Non è definita una data. "Alla data di

valutazione" Data di valutazione.

Il fair value ha lo scopo di determinare un valore di mercato e non un valore prodotto mediante una stima specifica dell’entità in oggetto, infatti ai fini della definizione del fair value non ha importanza come l’entità vende un’attività o adempie una passività.

Alcuni studiosi hanno definito il concetto di fair value come un valore adeguato in grado di comunicare il valore potenziale di una posta del bilancio in modo oggettivo e controllabile, senza favorire alcune classi di stakeholders, considerando le condizioni di mercato e le caratteristiche specifiche del bene al momento della valutazione.

Altri definiscono il fair value come valore corrente convenzionale, ossia un concetto di valore che è innovativo rispetto alla valutazione al costo storico ma comunque convenzionale.

Altri ancora spiegano il fair value come il valore che si può attribuire ad un elemento del patrimonio in base ad un potenziale scambio contraddistinto da attributi di neutralità, trasparenza e normalità.

Proprio perché non esiste un significato univoco del termine fair value si preferisce, molto spesso, utilizzarlo nella sua lingua d’origine senza tradurlo.

Il fair value, inoltre, differisce dai seguenti valori:

valore d’uso: il quale proviene da stime fatte dall’impresa in relazione a suoi specifici valori; valore netto di realizzo: che è l’ammontare netto che l’azienda si aspetta di ricavare dalla

cessione di beni nel corso della normale attuazione del ciclo produttivo al netto dei costi di dismissione.

Figura 22 – Confronto del fair value con altri valori Valore d'uso e Valore netto di realizzo Stime soggettive interne all'impresa ≠ fair value che invece Rispecchia le previsioni di acquirenti e venditori

disponibili e informati Valore

oggettivo, esterno all'impresa, basato su dati

certi Riflette l'importo per una

transazione di un bene tra operatori razionali sul mercato Esprime in maniera neutrale e verificabile il valore potenziale di una posta del patrimonio

In ogni caso per i principi contabili internazionali il fair value è considerato il metodo base per la rilevazione delle poste in bilancio, attraverso il quale si rappresentano le attività e le passività in base al presumibile valore di scambio.

Il principio contabile internazionale IFRS 13 afferma che la “valutazione del fair value presuppone che l’operazione di vendita dell’attività o di trasferimento della passività avvenga nel mercato principale dell’attività o della passività o, in assenza di un mercato principale, nel mercato più vantaggioso per l’attività o la passività”.

Lo stesso IFRS 13 definisce un mercato principale quando sussistono i seguenti caratteri: maggior volume possibile di attività per l’attività o la passività considerata,

massimo livello di attività per l’attività o la passività considerata. Mentre afferma che un mercato più vantaggioso è quel mercato che:

massimizza l’importo che si otterrebbe per la vendita dell’attività o minimizza l’ammontare che si pagherebbe per il trasferimento della passività,

dopo aver tenuto conto dei costi dell’operazione e dei costi di trasporto.

L’IFRS 13 asserisce che la vendita dell’attività o il trasferimento della passività deve avvenire tra operatori di mercato, i quali sono compratori e venditori dell’attività o della passività sul mercato principale o su quello più vantaggioso, dotati delle seguenti caratteristiche:

indipendenti l’uno dall’altro, ben informati,

con la capacità di compiere operazioni relative all’attività o alla passività in oggetto, sono motivati e non costretti ad eseguire l’operazione.

Inoltre i principi contabili internazionali prevedono come concetto base la prevalenza della sostanza sulla forma. Il criterio utilizzato, infatti, per l’iscrizione delle poste attive e passive si

basa sulla sostanza (ossia sulla concretezza dei fatti che stanno alla base di una determinata operazione) e non sulla forma. Ciò si verifica in quanto si vanno ad appurare le condizioni giuridiche e di fatto di una determinata operazione di gestione andando a preferire le condizioni di fatto in caso di divergenza tra la sostanza e la forma.

Per quanto riguarda le immobilizzazioni materiali e immateriali (per le immobilizzazioni materiali verrà specificato meglio di seguito) il fair value può essere applicato quale parametro alternativo rispetto al metodo del costo storico.

Di seguito verranno analizzati nello specifico solo gli aspetti che sono trattati differentemente rispetto alla normativa nazionale, altrimenti si farà riferimento a quanto affermato in precedenza relativamente alla disciplina nazionale.

3.4.2 Cosa si intende per immobilizzazione materiale secondo il principio contabile internazionale IAS 16?

Il principio contabile internazionale IAS 16, rubricato immobili, impianti e macchinari, si occupa di fornire tutte le regole da seguire per la rilevazione, valutazione e classificazione in bilancio delle immobilizzazioni materiali.

Lo IAS 16 asserisce che le immobilizzazioni materiali sono beni tangibili che possiedono i seguenti attributi:

• sono impiegati per lo svolgimento del ciclo produttivo caratteristico dell’impresa, per la distribuzione dei prodotti o per l’erogazione di servizi dell’impresa;

• sono utilizzati per affittarli o per altri obiettivi di natura amministrativa;

• sono adoperati per più di un periodo amministrativo e quindi forniscono la loro utilità economica per più esercizi.

Inoltre il principio contabile internazionale numero 16 afferma che gli immobili, gli impianti e i macchinari possono essere rilevati tra le attività se e solo se assolvono entrambi i tre seguenti presupposti34:

è probabile che l’impresa godrà dei benefici economici derivanti dal bene in oggetto, ciò si verifica quando vi è il trasferimento della proprietà all’impresa che implica il passaggio dei rischi e delle utilità associati al cespite considerato;

è possibile determinare l’importo del costo in maniera affidabile;

34 PRICEWATERHOUSECOOPERS, TOSELLI G. A. (a cura di), IFRS principi contabili internazionali. Le attività delle imprese tra costo e fair value, Egea, 2007.

l’impresa ha il controllo del cespite in oggetto.

Lo IAS 16 non fornisce una classificazione obbligatoria da seguire per la rilevazione in bilancio, ma indica solo dei possibili raggruppamenti che possono essere effettuati: terreni, terreni e fabbricati, macchinari, navi, aerei, autoveicoli, mobili e attrezzature e macchine d’ufficio.

Non rientrano nella definizione di immobilizzazione materiale e quindi non sono soggette alla disciplina dello IAS 16 le seguenti attività35:

a) immobili, impianti e macchinari detenuti ai fini dell’alienazione, disciplinati dall’IFRS 5 (attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate);

b) attività collegate alla biologia e comunque collegate all’agricoltura, in quanto rientranti nell’area dello IAS 41 (agricoltura);

c) attività che riguardano l’esplorazione e la valutazione di risorse minerarie, oggetto dello IFRS 6 o diritti o riserve in risorse quali ad esempio quelle non rinnovabili.

Infine gli immobili in corso di edificazione, non rientranti ancora nell’ambito dello IAS 40 (investimenti immobiliari), sono assoggettati alla disciplina dello IAS 16.

3.4.3 Metodo di valutazione per la rilevazione iniziale delle attività costituenti