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3. Le immobilizzazioni materiali Un confronto tra la disciplina nazionale e la

3.5 Ipotetica applicazione dello IAS 16 da parte del Gruppo Acciaierie Venete Spa nella

3.5.2 Risultato di una perizia effettuata nel 2010 in merito all’ipotetica applicazione dello IAS 16.

al 31/12/2015

Nel 2010, in Acciaierie Venete Spa, è stata attuata una perizia con la finalità di verificare il valore dei cespiti, propedeutica all’eventuale applicazione dei principi contabili internazionali. Tale perizia costituirà il punto di partenza per ipotizzare l’applicazione dello IAS 16 da parte del Gruppo Acciaierie Venete Spa e facendo riferimento al bilancio consolidato chiuso il 31/12/2015. In sostanza si utilizzano gli stessi concetti pratici per pervenire alla quantificazione del fair value. Tale studio è stato effettuato in data 31/12/2010 sulle immobilizzazioni materiali (beni ammortizzabili) della società controllante Acciaierie Venete Spa e delle sue partecipate ed ha previsto la determinazione del valore corrente di utilizzo sulla base della vita tecnico-economica. All’epoca il Gruppo era composto in maniera leggermente diversa rispetto alla composizione attuale in quanto vi era Europa Steel Spa, che ora non fa più parte del Gruppo e ora sono state aggiunte altre società al Gruppo, ossia Venete Siderprodukte ag di cui si detiene il 60%, Maltauro Srl con il 51%, Wise Srl di cui si possiede il 51% e Esti Srl con il 30%. Esti Srl e Wise Srl non sono al momento incluse nel perimetro di consolidamento.

Per determinare il valore corrente di utilizzo sono stati utilizzati due metodi che sono denominati metodo del mercato e metodo del costo di rimpiazzo.

Il metodo del mercato (definito anche come metodo comparativo) prevede la determinazione del valore di un bene attraverso il confronto con altri beni simili oggetto di una recente compravendita oppure offerti sul libero mercato. Questo approccio è stato usato per la stima

dei beni generici quali ad esempio terreni, immobili residenziali e commerciali e automobili. Per questi beni infatti esiste un mercato di riferimento.

Per la restante parte dei beni è stato adoperato il metodo del costo di rimpiazzo che si fonda sulla possibile sostituzione del bene oggetto di valutazione con un bene uguale e nuovo. Viene così determinato il suo “massimo valore”.

L’utilizzo di tale metodo prevede la considerazione di tre elementi: a) il costo di rimpiazzo che si riferisce all’ammontare di denaro da sostenete per costruire o acquisire dei cespiti con le stesse caratteristiche e capacità produttive di quelli in oggetto; b) il deperimento fisico che identifica la diminuzione del valore conseguente all’esposizione agli agenti atmosferici e all’utilizzo nel corso del tempo e infine c) l’obsolescenza funzionale che è determinata dalla perdita di valore dovuta ad inadeguatezza tecnologica o per il layout non ottimale in cui è collocato il bene. Di solito si riconosce quando vi sono dei costi operativi (quali personale diretto, energia, ecc.) che sono eccessivi.

Il valore corrente di utilizzo è pertanto determinato sottraendo al costo di rimpiazzo il valore del deperimento fisico e dell’obsolescenza funzionale.

Vi è da considerare inoltre la vita economica utile, la quale identifica il lasso di tempo che va dalla data di acquisizione alla data in cui si pensa il bene sarà dismesso in quanto cesserà la sua utilità economica.

La durata di vita di un bene è collegata ai fattori che sono di seguito elencati:

di ordine tecnico/meccanico: il logoramento creato dalle condizioni di produzione, dal ritmo lavorativo e dall’esposizione agli agenti atmosferici. Questi sono tutti aspetti che determinano il deterioramento del bene;

di ordine tecnologico: la tipologia dell’apparato produttivo (le modalità di produzione), il livello tecnologico del singolo bene (automatismi, dispositivi di comando e controllo, etc.). Un bene è tecnologicamente valido fino a quando può essere utilizzato senza essere convenientemente sostituibile da un bene simile e più moderno dal punto di vista tecnologico; legati alla durata di vita del prodotto: il grado di specificità di un impianto o di un macchinario al prodotto che viene fabbricato può influenzare, con gradi diversi, la sua durata di vita;

di ordine legislativo o normativo: la tutela dell’ambiente, della sicurezza sul lavoro e della salute del consumatore. Tali questioni possono riguardare sia il prodotto sia i mezzi di produzione;

altri: nuove scoperte in ambito tecnico-scientifico, mutamenti delle condizioni di mercato e degli scenari socio-economici.

Ai fini della determinazione di tali valori si era proceduto all’effettuazione di una serie di sopralluoghi aventi lo scopo di verificare la consistenza, la tipologia e le condizioni fisiche dei beni che sono oggetto della stima e il reperimento di tutte le informazioni utili ai fini dello studio e della valutazione delle immobilizzazioni.

La tabella della figura 25, di seguito riportata, indica il valore corrente di utilizzo delle immobilizzazioni materiali al 31 dicembre 2010 emerso dall’analisi delle società presenti a quell’epoca nel perimetro di consolidamento confrontati con i valori contabili delle stesse società sempre al 31 dicembre 2010.

A fronte della rideterminazione del valore al fair value è necessario tenere conto anche del fondo ammortamento del bene accumulato fino al momento della valutazione.

Figura 25 – Indicazione della valutazione delle immobilizzazioni valutate al costo storico e al fair value in base allo studio svolto in riferimento all’esercizio 2010

Valutazione al 31/12/2010

Metodo del costo storico Metodo del fair

value

Voce Immobilizzazione Valore contabile

lordo Fondo ammortamento preesistente Valore contabile netto Da analisi

BII-1) Terreni e fabbricati 133.486.377 47.535.068 85.951.309 125.302.200 BII-2) Impianti e

macchinario 308.935.804 258.907.160 50.028.644 72.487.000 BII-3) Attrezzature

industriali e commerciali 4.013.879 3.345.738 668.141 883.200 BII-4) Altri beni 16.123.793 13.489.242 2.634.551 3.598.900 BII-5) Immobilizzazioni in

corso 335.822 - 335.822 448.200 Totale 462.895.675 323.277.208 139.618.467 202.719.500

Da questi dati di partenza possiamo mettere in evidenza le percentuali di aumento rispetto al costo storico al netto del relativo fondo di ammortamento, calcolate facendo la differenza tra il valore rideterminato e il valore contabile netto sul valore contabile netto, ossia:

(valore rideterminato - valore contabile netto)

x 100

valore contabile netto

Per i terreni e i fabbricati vi era stato un aumento del valore rispetto al loro valore contabile netto di una percentuale pari al 46%, di fatto essi erano passati da un costo storico al netto del fondo ammortamento di 85.951 mila euro ad un valore rideterminato al fair value pari a 125.302 mila euro;

Per gli impianti e i macchinari la percentuale di aumento era pari al 45%, passando da un ammontare pari al 50.029 euro ad un importo pari a 72.487 mila euro;

Il valore delle attrezzature industriali e commerciali era transitato da 668 mila euro a 883 mila euro, con un aumento pari al 32%;

Gli altri beni avevano un costo storico netto uguale a 2.635 mila euro e un valore rideterminato che ammontava a 3.599 mila euro. Pertanto la percentuale di aumento era pari al 37%;

Infine le immobilizzazioni in corso erano passate da un importo di valore contabile netto pari a 336 mila euro ad un fair value di 448 mila euro, incrementandosi percentualmente del 33%. Attraverso un calcolo inverso, di sopra riportato, è stata identificata la percentuale di aumento rispetto al valore contabile netto con riferimento a ciascuna classe di bilancio delle immobilizzazioni materiali. Questo calcolo tornerà utile nel paragrafo successivo, in occasione dell’ipotetica determinazione del fair value dei cespiti materiali dell’esercizio 2015 (nell’ipotesi di fair value superiore al costo), come base di partenza.

3.5.3 Definizione delle ipotesi di fair value delle immobilizzazioni materiali al termine