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L’INDAGINE NELLA CITTÀ DI NAPOL

Prospetto 5.2 Alunni stranieri per ordine e tipo di gestione Comune di Napoli, a.s 2014-2015 (valori assoluti e percentuali)

5.4 Per concludere

Nel comune di Napoli gli stranieri rappresentavano all’inizio del 2014 appena il 4 per cento della popolazione residente, una quota contenuta rispetto alla media nazionale. Al minore impatto si coniuga anche un minore livello di stabilizzazione dei residenti, segnalato dal più marcato squilibrio di genere (a favore delle donne), dalla proporzione più bassa di minori di 18 anni, dal peso maggiore dei non coniugati e delle persone in famiglie uniperso- nali rispetto alla media nazionale. I due aspetti appena richiamati, minore impatto e minore stabilizzazione, fanno sì che la presenza di alunni non italiani nelle scuole napoletane, per quanto accresciutasi nel tempo, rimanga per dimensione assoluta e per impatto sul totale della popolazione scolastica notevolmente meno rilevante che nelle altre grandi città del Centro-Nord del Paese.

Nondimeno, va notato come l’importanza degli alunni non italiani, che in media si atte- stava nel 2014 intorno al 2 per cento, possa variare in modo ampio tra i quartieri napoletani (da appena lo 0,3 per cento a Miano e Secondigliano fino ad un massimo del 10 per cento nel quartiere Porto) e, soprattutto, tra i diversi istituti scolastici. Nei quartieri e, ancor di più, nelle scuole in cui il fenomeno ha assunto già da qualche tempo una rilevanza non trascurabile, l’importanza e la connotazione strutturale della presenza di alunni con etnie, cittadinanze, background culturali e competenze linguistiche differenti dovrebbe essere chiaramente percepita. Anche la necessità di adottare strategie di accoglimento e accom- pagnamento nel percorso scolastico e nuove forme di didattica coerenti con i cambiamenti intervenuti nell’utenza dovrebbe aver attecchito nella dirigenza scolastica e nel corpo do- cente degli istituti napoletani a maggiore presenza di alunni stranieri, così come già verifi- catosi in molte delle scuole del Centro-Nord. Va notato però che percezione e attenzione per questa novità è probabile che siano minori o del tutto assenti nelle scuole in cui il fenomeno è ancora poco o per niente rilevante. Di conseguenza, l’eventuale cambiamento di residenza di una famiglia immigrata all’interno del territorio comunale di Napoli potrebbe avere effet- ti rilevanti (anche) sull’inserimento scolastico dei figli, il cui trasferimento da una scuola all’altra non di rado modificherebbe in modo rilevante tipologie e modalità di accoglimento.

Questo in un contesto generale in cui si osserva una condizione di svantaggio degli studenti di cittadinanza straniera, in particolare di quelli nati all’estero, rispetto ai compagni di scuola italiani. I tassi di scolarità risultano più bassi, come inferiori sono quelli di promo- zione, con divari che si ampliano con il crescere delle età e del grado d’istruzione. Anche la scelta del tipo di scuola superiore da frequentare risulta tra gli studenti stranieri meno orientata verso i licei e maggiormente rivolta agli istituti tecnici e professionali di quanto non lo sia tra gli iscritti italiani. Il ritardo scolastico, anche se leggermente meno marca- to di qualche anno fa, appare ancora generalizzato per la mancata frequenza della scuola nell’anno della migrazione e/o per il maggiore insuccesso scolastico, ma soprattutto per la criticabile soluzione, adottata abbastanza spesso dalle scuole italiane, di collocare gli alunni stranieri indietro di una o più classi rispetto a quella corrispondente alla loro età anagrafica.

Una problematicità che, per quanto tipica dei figli degli immigrati in diversi paesi di accoglimento e quindi all’interno di differenti sistemi scolastici, non va trascurata ed anzi richiede uno sforzo congiunto dei diversi attori coinvolti rivolto a favorire la piena e pro- ficua partecipazione alle attività scolastiche cercando di rimuovere gli ostacoli all’effettivo apprendimento e alla riuscita scolastica.

Problematiche che nel caso della realtà partenopea potrebbero restare in alcune scuole ancora non pienamente percepite o aver trovato soluzioni (es)temporanee. Senza contare che in alcuni casi (scuole) le questioni da affrontare possono presentarsi con connotazioni specifiche legate ad aspetti sociali, culturali e linguistici tipici di alcune provenienze. Non di rado queste nuove questioni vanno ad aggiungersi a situazioni già difficili di dispersione e insuccesso scolastico degli stessi ragazzi napoletani.

Nel caso dei minori stranieri non vanno poi trascurati i progetti migratori degli adulti che si riflettono sui percorsi e sugli esiti scolastici dei figli, portando in taluni casi anche ad un’alternanza di periodi di studio in Italia e nel paese di origine, e che possono essere motivo di dispersione scolastica. A questo proposito va ricordato che dal confronto tra iscritti in anagrafe e iscritti a scuola emerge un dato preoccupante sul numero elevato di bambini residenti che non sembrerebbe essere inserito nel nostro sistema scolastico. Un divario che va valutato con attenzione vista la diversità delle fonti da cui provengono le informazioni. Si tratta comunque di una questione su cui l’assessorato alla Scuola del

Comune di Napoli da tempo ha istituito un tavolo di confronto con le comunità immigrate più interessate al fenomeno.

Appare allora essenziale un’attenta ricognizione della situazione, nonché degli stru- menti adottati nei diversi contesti e per le differenti problematiche. Lo scambio di esperien- ze, la condivisione delle pratiche, la messa a punto di strategie di intervento congiunte e la successiva verifica dell’efficienza e dell’efficacia delle azioni intraprese può rappresentare la strada più idonea da percorrere per provare a identificare e rimuovere gli ostacoli ad un pieno apprendimento dei saperi da parte dei napoletani d’origine e di adozione, ponendo le basi per una società multietnica e multiculturale solidale e a bassa conflittualità, e per una maggiore valorizzazione delle potenzialità di tutti i cittadini adulti di domani.