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Indicatori di risultato della regressione logistica “voto alto/voto basso”, scuola secondaria di secondo grado, studenti stranieri Anno

3.4 Aspirazioni e scelte scolastiche

Prospetto 3.15 Indicatori di risultato della regressione logistica “voto alto/voto basso”, scuola secondaria di secondo grado, studenti stranieri Anno

VARIABILI Caratteristiche Stima puntuale Limiti di confidenza al 95% di Wald

SESSO Maschi (riferimento)

Femmine 1,426 1,334 1,525

PAESE DI

CITTADINANZA Romania (riferimento)Albania 0,897 0,801 1,004

Altri paesi 0,801 0,736 0,871

Cina 1,893 1,578 2,271

Marocco 0,739 0,645 0,847

RELAZIONI

CON COMPAGNI Poco d'accordo/per niente d'accordo (rif.)

Abbastanza d'accordo/Molto d'accordo 1,541 1,419 1,673

Né d'accordo né disaccordo 1,272 1,143 1,415

IMPORTANZA STUDIO Poco d'accordo/per niente d'accordo (rif.)

Abbastanza d'accordo/Molto d'accordo 2,000 1,832 2,183

Né d'accordo né disaccordo 1,246 1,143 1,358

DOCENTI Poco d'accordo/per niente d'accordo (rif.)

Abbastanza d'accordo/Molto d'accordo 1,337 1,215 1,470

Né d'accordo né disaccordo 1,242 1,117 1,380

GENERAZIONE

MIGRATORIA Nati in Italia (riferimento)Arrivati in Italia tra 0 e 5 anni 1,161 1,046 1,288

Arrivati in Italia dopo i 10 anni 1,025 0,922 1,141

Arrivati in Italia tra 6 e 10 anni 1,138 1,030 1,257

CONOSCENZA ITALIANO

(scrivere) Non molto bene (riferimento)Molto bene 1,685 1,569 1,809

FREQUENTA AMICI Non frequenta amici (riferimento)

Frequenta italiani e stranieri e/o connazionali 0,999 0,899 1,111

Frequenta solo italiani 0,962 0,864 1,072

Frequenta solo stranieri e/o connazionali 0,831 0,738 0,936

RIPARTIZIONE

TERRITORIALE Nord-ovest (riferimento)

Centro 0,802 0,736 0,874

Mezzogiorno 0,670 0,600 0,747

Nord-est 1,103 1,012 1,202

4. RELAZIONI E TEMPO LIBERO

1

4.1 Crescita e relazioni

Le relazioni interpersonali sono una componente fondamentale della vita di ogni essere umano. Svolgono quindi un aspetto importante anche nei processi di integrazione, come messo in luce già dai primi lavori sviluppati sul tema in Italia all’inizio del nuovo secolo (Zincone, 2000). Si tratta tuttavia di un aspetto non semplice da approfondire dal punto di vista quantitativo sia perché, non potendo essere colto – se non in maniera parziale – attraverso dati amministrativi, richiede la realizzazione di indagini ad hoc, sia perché può essere complessa e non univoca l’interpretazione degli indicatori costruiti. In diversi paesi e contesti storici si sono affermati modelli di integrazione in cui a prevalere sono di volta in volta i concetti “assimilazione”, “pluralismo”, “melting pot” etc. (Cellini e Fideli 2002; Boni- fazi et al., 2013). Anche nel nostro Paese si possono riscontrare specificità nei percorsi di di integrazione o inclusione delle differenti comunità (Conti e Strozza, 2006).

In questo capitolo si cercherà di approfondire e tracciare un quadro dei modelli di relazione con gli altri seguiti dai giovani studenti stranieri, in una fase particolare della vita – qual è l’adolescenza – in cui si passa dalla chiusura nel mondo familiare al contatto con la più ampia società esterna. Una fase spesso caratterizzata da momenti di frizione e conflit- tualità, che possono risultare ancora più accentuati per ragazzi appartenenti a generazioni “sospese” tra due mondi culturali di riferimento. La sfida che i ragazzi quotidianamente vivono è quella di riuscire a mediare tra il mondo familiare e il mondo dei pari all’esterno risolvendo positivamente eventuali conflittualità (Zuppiroli, 2008). La presenza/assenza di relazioni e la loro configurazione svolge un ruolo cruciale nel modellare le capacità degli individui di affrontare sfide e avversità e determina le modalità di partecipazione alle va- rie sfere sociali, stimolando oppure impedendo lo sviluppo di alcuni comportamenti, ma anche fornendo, se e quando necessario un sostegno pratico. Le relazioni e le amicizie sviluppate in giovane età, inoltre, contribuiranno in maniera sostanziale alla costituzione di quel capitale sociale che rappresenta una dotazione fondamentale nel far fronte agli eventi che scandiscono i percorsi di vita (Guarneri, Natale e Simone, 2009). Nel mondo di oggi poi un elemento importante ha completamente rivoluzionato il modo di essere in relazione delle nuove generazioni: internet e i social media. Nel parlare di relazioni nel mondo gio- vanile non si può non tenere conto anche di questa dimensione dello “stare insieme”, così importante proprio per i ragazzi stranieri che più di altri potrebbero giovarsene per entrare o restare in contatto anche con persone che vivono nel paese di origine e per accedere a contenuti in lingue diverse dall’Italiano.

1 Il capitolo è stato scritto da Cinzia Conti (par. 4.1, 4.5 e 4.7), Francesca Di Patrizio (par. 4.2), Roberto Petrillo (par. 4.2, 4.3, 4.4 e 4.5), Isabella Latini (par.4.6) e Fabio Massimo Rottino (par.4.7).

4.2 I rapporti con la famiglia

La famiglia come primo agente di socializzazione riveste un ruolo decisivo nei processi di integrazione dei ragazzi stranieri.

I rapporti all’interno della famiglia mettono in luce differenze rilevanti rispetto al gruppo di controllo degli italiani, portando in evidenza situazioni di maggiore vulnerabilità per gli stranieri2. Se la famiglia è, sia per i ragazzi italiani che per quelli stranieri, una rete sulla

quale contare (per l’affermazione “ci aiutiamo l’un l’altro” la differenza è molto contenuta), si nota, invece, nelle risposte dei ragazzi, una percezione di minore sensibilità dei genitori stranieri ai sentimenti e ai bisogni dei figli (il 51,5 per cento dichiara i propri genitori sen- sibili contro il 62,5 per cento degli italiani) e un minore rispetto delle loro opinioni (il 57,8 per cento degli stranieri dichiara di sentire rispettate dai genitori le proprie opinioni, contro il 69,1 per cento degli italiani). Tra gli stranieri sono più diffuse le punizioni e anche un generico atteggiamento di minore attenzione ai comportamenti dei figli (Prospetto 4.1). La situazione appare particolarmente critica per alcune collettività come quella cinese e quella filippina per le quali si evidenzia un certo distacco tra genitori e figli. Tra i ragazzi cinesi solo il 31,9 per cento afferma che i familiari sono sensibili ai loro bisogni o sentimenti, mentre la quota di quelli che si sentono ignorati sfiora il 10 per cento. Per queste collettività risulta anche contenuta la quota di coloro che considerano la famiglia come una rete di aiuto. Tra le collettività dell’Est-Europa è, invece, più diffuso, rispetto alla media, il sentire la famiglia come un network di reciproco aiuto.

Spesso è stato sottolineato dai ragazzi che i rapporti tra famiglia e scuola – l’altro im- portante agente di socializzazione – non sono facili, a volte a causa delle differenze culturali e delle difficoltà linguistiche. In generale, i ragazzi stranieri riferiscono meno frequente- mente degli italiani che la famiglia è soddisfatta riguardo al loro rendimento scolastico (ri- spettivamente 24,4 e 35,5 per cento); forti, inoltre, le differenze per collettività. Tra i ragazzi

2 Lo svantaggio degli stranieri è evidente sia nel caso in cui i ragazzi sono figli unici, sia nel caso in cui hanno fratelli e/o sorelle.

Prospetto 4.1 - Studenti delle scuole secondarie che hanno risposto “spesso” o “sempre” alle diverse affermazioni sul