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FASI ATTIVITÀ

5. Conclusioni e prospettive di ricerca

L’apporto di uno strumento digitale per progettare favorisce l’e- splicitazione ma soprattutto consente di passare da artefatti di ti- po burocratico, ad artefatti realmente calati nella realtà della clas- se, utilizzati come guida sia dal docente che dagli studenti. Il pro- getto prevede una disseminazione grazie alla produzione di linee guida e di un MOOC. È previsto inoltre un altro anno di speri- mentazione per analizzare i pattern innovativi progettati e la loro condivisione tra le scuole. In particolare, le ipotesi di ricerca che verranno verificate riguardano alcune piste su cui il gruppo di ri- cerca si sta concentrando:

Come cambia la pratica progettuale dell’insegnante utilizzan- do l’app, nella dimensione macro e nella dimensione micro e co- me entra nelle logiche di programmazione collettive e individua- li che sono presenti nelle pratiche scolastiche?

Come si intrecciano i due processi tipici nell’uso delle tecno- logie: come il docente adatta l’app ai suoi modelli mentali e co- me l’app guida nella modifica dei modelli stessi?

Riferimenti bibliografici

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XVII.

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La percezione d’uso della lingua madre in contesti CLIL

The perception of the mother tongue use in CLIL contexts

––––––––––––––––– Ilaria Salvadori

Università degli Studi di Firenze

Lo scopo del presente contributo è quello di indagare la perce- zione riguardo l’impiego della lingua madre (L1) in contesti di insegnamento in modalità CLIL (Content and Language Inte-

grated Learning) da parte di docenti di scuola secondaria supe-

riore della Toscana impegnati in un corso di formazione meto- dologica tenuto presso l’università degli Studi di Firenze. Al campione di docenti è stato proposto un questionario con sca- la Likert per rilevare la percezione riguardo la frequenza d’uso e il grado di importanza della L1 in alcuni contesti didattici. I risultati emersi indicano come la percezione degli insegnanti si addensi attorno ad un uso “occasionale” e “molto raro” della L1. Riteniamo che le conferme riscontrate per un approccio

L2-only richiamino l’attenzione sull’impiego consapevole della

L1 in ambito CLIL, anche in considerazione dei benefici dello

scaffolding linguistico da implementare con il supporto di di- gital tools. Si intende in tal modo contribuire al dibattito acca-

demico che ha mostrato recentemente interesse per questo set- tore di ricerca, convinti che la preparazione degli insegnanti tramite in-service training sia la chiave per l’efficacia e sosteni- bilità della metodologia CLIL.

––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– The aim of this paper is to investigate teachers’ perspective on the use of mother tongue (L1) in a Content and Language In- tegrated Learning teaching context by teachers of non-linguis- tic subjects from upper secondary schools in Tuscany involved in a training course at the University of Florence. A question- naire with a Likert scale was proposed to the sample of teach- ers in order to observe the perception about the frequency of use and the degree of importance of the mother tongue in

some didactic context. The results show the teachers’ percep- tion is for an “occasional” and “very rare” use of L1. We believe that the preference for an L2-only approach draws attention to an acquainted use of L1 in CLIL, taking also into considera- tion the benefits of linguistic scaffolding to be implemented with the support of digital tools and digital competences. In this way, we intend to contribute to the academic debate that has recently shown interest in this field of research, convinced that the preparation of teachers through in-service training is the key to the effectiveness and sustainability of the CLIL methodology.

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Parole chiave: Approccio CLIL e L1, risorse digitali,

percezione degli insegnanti

Keywords: CLIL approach and L1, digital resources, teachers’

perspectives

1. Introduzione

Nella ricerca sulla formazione degli insegnanti in contesti CLIL un filone di studi ancora poco investigato riguarda l’impiego del- la lingua madre (L1) da parte di docenti disciplinaristi. Per inda- gare la percezione riguardo l’utilità d’uso della L1 da parte di in- segnanti di discipline non linguistiche (DNL) che andranno a svolgere percorsi didattici in modalità CLIL, abbiamo condotto uno studio esplorativo su un campione di 78 docenti di scuola secondaria di secondo grado impegnati in corsi di formazione metodologica CLIL presso l’Università di Firenze.

Nell’insegnamento della lingua straniera, ha dominato a lun- go l’idea dell’uso esclusivo della L2, ma alcuni ricercatori hanno iniziato a rilevare i benefici dell’uso di entrambe le lingue (lingua madre e lingua target) anche grazie e studi sul bilinguismo che hanno rilevato come i meccanismi linguistici di una lingua pos- sano essere utili per comprendere l’altra. Ci siamo chiesti dunque

se sia lecito ritenere che anche i docenti DNL in CLIL possano usare la L1 in modo funzionale e strategico per esporre contenuti disciplinari in L2, senza impiegarla unicamente come strumento di traduzione.