CALCOLO DELL'ALZATA DEL GRADINO 1 DEL PROVINO 1 LINDO DISTANZA MEDIA
LE CONCLUSIONI DELLA TESI PRESENTATA IN QUESTO VOLUME E GLI SPUNTI SCATURITI DA ESSA PER I FUTURI STUDI NELL’AMBITO
ESAMINATO.
Nel corrente capitolo conclusivo della tesi presentata in questo volume, innanzi tutto, verranno riassunte le conclusioni del lavoro che è stato portato a termine, poi, s’illustreranno anche gli spunti, inerenti ai futuri studi nell’ambito indagato dalla tesi, che sono scaturiti durante la stesura della medesima.
7.1 Le conclusioni della tesi presentata in questo volume.
In questo paragrafo, vengono riepilogate le conclusioni a cui è giunto il lavoro esposto nel presente volume, partendo dal Capitolo 5, perché nei capitoli antecedenti ad esso, sono stati esposti solo i principi su cui è fondato il funzionamento di un sistema di visione stereo per il rilievo di forme tridimensionali, noto anche come digitalizzatore; nel Capitolo 5, invece, si descrive la procedura di validazione dei sistemi di visione stereo citati, come quella procedura che punta a determinare la precisione di ricostruzione degli stessi sistemi, per poi passare ad un’attenta analisi della normativa tecnica vigente. Attraverso tale analisi, s’individuano solo 2 norme che regolamentano la validazione dei sistemi stereovisivi, che sono: la norma internazionale UNI CEI EN ISO/IEC 17025 e la norma tedesca VDI/VDE 2634 Part 2. Facendo poi un confronto tra esse, si evince però, che è più attendibile una procedura di validazione che segua i dettami della norma tedesca, perché, in realtà, essa è l’unica delle 2 norme ad essere esclusivamente dedicata ai sistemi stereovisivi e, inoltre, prevede una procedura di validazione standardizzata, che rimane sempre identica, indipendentemente sia dal committente della validazione che dall’esecutore materiale della stessa; dunque, grazie alla sua “rigidità”, la procedura di validazione definita dalla VDI/VDE 2634 Part 2, consente finanche di confrontare più digitalizzatori tra loro.
Tuttavia, l’esame approfondito di queste 2 direttive, ha consentito pure di comprendere che la VDI/VDE 2634 Part 2, definisce la procedura di validazione dei digitalizzatori relativa alla sola ricostruzione tridimensionale di una singola acquisizione.
Nel Capitolo 6, invece, si passa ad esporre lo studio preliminare che è stato condotto, nel Laboratorio di Sistemi CAD/CAE e Tecnologie di Visione Artificiale del DIMNP, per individuare un’ipotesi d’integrazione della norma tedesca (dimostratasi la più attendibile, tra le 2 esaminate), che punti a definire una procedura di validazione dei sistemi stereo, ancora più completa ed efficace di quella contemplata dalla norma stessa. Da quanto prima asserito, consegue però, che la nuova procedura sarà relativa ai digitalizzatori impiegati nella ricostruzione di una singola acquisizione, essendo un ampliamento della VDI/VDE 2634 Part 2. Lo studio di cui sopra, viene portato a termine, mediante la definizione di nuovi parametri caratterizzanti la precisione di ricostruzione di un digitalizzatore, da aggiungere ai parametri di qualità, R, SD ed RE , della norma tedesca VDI/VDE 2634 Part 2; i nuovi parametri sono i
seguenti: l’errore determinato dagli istogrammi classici simili a quello di Figura 6.13, che esprime la risoluzione lungo Z del digitalizzatore (una nuova grandezza definita nel corso dello studio), e i 9 parametri d’errore che si ottengono dagli istogrammi simili a quello di Figura 6.14 (oppure negli istogrammi simili a quello di Figura 6.12), che esprimono la precisione lungo Z del digitalizzatore (un’altra nuova grandezza definita nel corso dello studio).
La proposta d’integrazione della VDI/VDE 2634 Part 2, dunque, dovrebbe prevedere l’impiego dei nuovi parametri individuati e la definizione di un’innovativa procedura di validazione dei digitalizzatori, fondata, sia sull’iter proposto nella medesima VDI/VDE 2634 Part 2 (che fornisce R, SD ed RE), sia sull’iter descritto in questo lavoro (che consente di
definire i nuovi parametri, descritti sopra).
Per concludere, si nota, che nel corso nello studio preliminare condotto presso il DIMNP, si sono ottenuti anche dei risultati inattesi, riassunti qui di seguito. Si è constatato, che il migliore stratagemma per ridurre la riflessività di una superficie metallica, consiste nello spruzzarla solo con polvere antiriflesso.
Si è appurato poi, che il confronto tra 2 misure della stessa grandezza fisica (per esempio, le 2 misure dell’alzata dello stesso gradino, di uno dei provini usati nello studio condotto al DIMNP, fatte con la CMM e con il digitalizzatore) sarà tanto più affetto da errori, quanto più le misure stesse seguiranno delle procedure di rilevazione e calcolo diverse, o meglio, non omogenee; tali errori, tenderanno a falsare il risultato del confronto. Infine, si sono riusciti a definire i 2 parametri R* ed RE*, che possono sostituire i parametri di qualità R ed RE della
VDI/VDE 2634 Part 2, esclusivamente nella procedura di confronto tra 2 sistemi stereovisivi, cioè in quella procedura che mira ad individuare, quale tra i 2 possegga la migliore precisione di ricostruzione; una sostituzione del genere, consente di ottenere una procedura di confronto a basso costo, rispetto a quella che prevede la norma tedesca.
7.2 Gli spunti scaturiti dalla tesi presentata in questo volume e inerenti ai futuri studi nell’ambito della validazione dei sistemi di visione stereo.
Nel corso di questo paragrafo, si segnala, che alcuni spunti inerenti ai futuri studi sulla validazione dei digitalizzatori, sono emersi durante la stesura dalla presente tesi. Tuttavia, tra i suddetti spunti, vengono riportati di seguito solo i più interessanti.
I) Si potrebbe condurre uno studio, volto a determinare la procedura di validazione dei digitalizzatori impiegati nella ricostruzione tridimensionale mediante molteplici acquisizioni. II) Si potrebbe intraprendere uno studio, che ripercorra tutto l’iter del Capitolo 6, ma che confronti: le misure delle alzate dei gradini dei Provini 1 e 2, fornite da un digitalizzatore, con la misura delle stesse alzate calcolata da una CMM, mediante la funzione di scansione superficiale, e la misura del raggio del Provino 3, ottenuta col digitalizzatore, con una misura omogenea dello stesso raggio; infine, si dovrebbe eseguire una comparazione, tra i risultati emersi dal nuovo studio e quelli dello studio esposto nel Capitolo 6.
APPENDICE
GRAFICI INERENTI ALLO STUDIO PRELIMINARE CONDOTTO PRESSO IL