• Non ci sono risultati.

Il presente lavoro è stato intrapreso con lo scopo di portare all’attenzione sul ruolo che assume la valutazione tra pari nel contesto della scuola primaria, ambito in cui vi è ancora scarsità di esperienze e ricerca rispetto al contesto universitario e di scuola secondaria.

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Sulla base dei risultati enunciati e discussi in precedenza, è possibile affermare che gli studenti di scuola primaria hanno accolto positivamente le esperienze di peer assessment, e che queste sono compatibili con quanto riportato in ambiti di studio superiori e universitari. Se adeguatamente adattato e calibrato alle esigenze e caratteristiche degli alunni di scuola primaria, il peer assessment può essere considerato una pratica dalle evidenti potenzialità anche per questo grado di istruzione, in quanto i bambini presentano la capacità di poter sviluppare competenze valutative.

In questa revisione si è voluto, in primo luogo, andare a ricercare esempi di modalità di applicazione di peer assessment nel contesto della scuola primaria, essendo le ricerche prevalentemente riferite all’ambito universitario e di scuola secondaria di secondo e primo grado.

La prima domanda di ricerca ha permesso di evidenziare che le varie attività di peer assessment implementate nella classi di scuola primaria presentano dei punti in comune con le metodologie applicate in ambito universitario e di scuola superiore: la conoscenza dei criteri e degli standard è importante ai fini di un feedback efficace, poiché lo rendono meno personale e aiutano gli studenti ad indentificare gli elementi caratterizzanti un buon prodotto, ma dalle ricerche emerge anche l’importanza per gli alunni della primaria di un training adeguato attraverso l’uso di exemplar, spiegazioni, suggerimenti e supporto costante dell’insegnante, sia nel momento che precede l’attività di peer assessment, sia durante.

La seconda domanda di ricerca, la quale si pone l’obiettivo di comprendere se la pratica di peer assessment apporta miglioramenti nei contesti in cui viene implementata, ha confermato che la valutazione tra pari si rivela anche nel contesto della scuola primaria una pratica utile a sostenere l’apprendimento e permette agli studenti di sperimentare un senso di autonomia e padronanza, permettendo loro di mettersi in gioco in prima persona e andando ad intervenire anche nei loro processi metacognitivi ed autovalutativi.

Sono tuttavia da evidenziare dei limiti incontrati durante la revisione degli articoli.

In ambito di ricerca, “le indagini empiriche sulle pratiche di valutazione formativa condotte nella scuola con il coinvolgimento dei ragazzi in processi fra pari sono molto meno numerose di quelle realizzate in ambito universitario” (Hung, 2018; Grion &

Restiglian, 2019 p.196). L’aver circoscritto il contesto delle ricerche alla scuola primaria

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ha comportato una notevole riduzione del materiale a disposizione, portando a ipotizzare che l’ambito della scuola primaria sia poco indagato:

Un altro limite è rappresentato dal fatto che i bambini partecipanti alle attività di peer assessment riportate negli articoli fossero tutti compresi nella fascia d’età 9-12 anni: non è stato quindi possibile reperite informazioni ed esperienze riferite a età inferiori; inoltre, 6 studi su 7 sono riferiti a contesti di indagine internazionali, evidenziando una carenza di ricerche riferite al peer assessment nella scuola primaria italiana.

Un ultimo limite da considerare è rappresentato dal tempo: le esperienze di peer assessment riportate negli articoli hanno avuto durata al massimo di qualche mese, non potendo quindi permettere di osservare gli sviluppi a lungo termine delle attività. Grion e Restiglian (2019) affermano che il tempo si è rivelata una componente critica del percorso con i bambini: il tempo deve essere adeguato e “lungo” in particolare per poter lavorare nel contesto della primaria, per permettere ai bambini di migliorare il proprio lavoro e per discutere il feedback con i compagni (Boon, 2013), oltre che per far sì di poter reiterare le esperienze di peer assessment al fine di migliorare la padronanza delle capacità valutative (Grion, 2019).

Considerati quindi i risultati emersi dalla revisione e i relativi limiti, in un’ottica di lifelong learning, e tenendo conto che la literacy valutativa è una competenza complessa da sviluppare, sarebbe auspicabile venissero proposte più esperienze di questo tipo nel percorso di scuola primaria, in modo da abituare i bambini a sentirsi protagonisti attivi del proprio processo di apprendimento e affinchè possano familiarizzare con questo approccio alternativo rispetto alle modalità di valutazione “tradizionali”. Sarebbe interessante poter implementare esperienze di peer assessment a partire dalla prima classe di scuola primaria, e di seguirne lo sviluppo fino alla quinta elementare, in modo da vederne i benefici in un arco temporale lungo e non limitato a qualche mese; inoltre, si potrebbe indagare il ruolo del gruppo e delle dinamiche sociali nello svolgimento del peer assessment, le diverse percezioni degli studenti nel ruolo di valutatori e di valutati e il ruolo dell’insegnante in un contesto in cui i bambini, a causa della loro età, hanno molto più bisogno di essere guidati e supportati.

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CONCLUSIONE

Nel presente elaborato, è stato dedicato ampio spazio alla valutazione ed al modo in cui essa rappresenti una costante nella vita delle persone: nella quotidianità, si è portati a valutare in modo più o meno consapevole e formalizzato, ma un’esperienza che indubbiamente accumuna tutti è la valutazione vissuta nel proprio percorso scolastico e di apprendimento.

Per poter fornire al lettore una panoramica adeguata del tema, una parte iniziale dell’elaborato è stata dedicata alla valutazione nel contesto delle scienze sociali, ed è costituita da un excursus di concetti proposti da studiosi del settore che hanno contribuito a definirne la natura complessa e multidisciplinare. Successivamente, si è passati alla definizione di valutazione educativa, la quale si caratterizza sia per essere una pratica di attribuzione del valore di pratiche pedagogiche e didattiche, sia come campo di studi autonomo volto a cogliere l’originalità dell’esperienza educativa nella sua unicità e pluralità di manifestazioni. Sono stati proposti i principali paradigmi che ricostruiscono lo sviluppo della valutazione educativa in relazione agli sviluppi del welfare state, fino ad arrivare all’approccio costruttivista, il quale intende la valutazione come formativa e formatrice.

Poste queste premesse, si è passati ad illustrare il tema della valutazione scolastica: in questo caso, è stato ritenuto utile ripercorrere gli sviluppi della disciplina docimologica.

Dal primo impiego di test per la misurazione dell’intelligenza, col fine di classificare e selezionare gli allievi “normali” e “anormali”, lo sviluppo della docimologia è stato caratterizzato da un progressivo spostamento del focus di attenzione da necessità valutative di tipo tecnico a una riflessione sul buon uso pedagogico e didattico della valutazione (Santelli Beccegato & Varisco, 2000). Ciò ha implicato il passaggio da pratiche valutative meramente eterodirette ad approcci che coinvolgessero i singoli alunni, più diversificati e calati nel contesto e nelle pratiche effettive di apprendimento-insegnamento/educazione/formazione (Varisco, 2000), le quali hanno come finalità una comprensione dei fenomeni ed una ricerca dell’originalità dei singoli alunni e delle singole situazioni. Accanto ai progressi in campo docimologico, è stata approfondita l’influenza che hanno avuto gli studi riguardanti la psicologia cognitiva nel cambiamento di prospettiva nell’ambito della valutazione. Il passaggio da una cultura valutativa prevalentemente fondata sull’impiego dei test alla ricerca di una valutazione più variata

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e completa è riconducibile al fatto che i risultati del processo di apprendimento non sono più considerati nell’ottica di prestazione finale: vengono considerati anche i cambiamenti che avvengono a livello di disposizioni interne, che interessano quindi i processi che portano a determinati risultati, oltre che ai contesti in cui vengono sviluppate conoscenze ed abilità (Mason, 1996). È stato inoltre messo in evidenza come i processi cognitivi, ovvero cognizione, metacognizione e motivazione, sono strettamente legati a processi emotivi e motivazionali, determinando un ripensamento della pratica valutativa.

Grazie a questo percorso, si è arrivati a delineare la concezione di valutazione che attualmente caratterizza il contesto scolastico, avente sia funzione di misurazione e controllo dell’apprendimento, cui ogni studente ha diritto, sia una funzione formativa che diviene parte integrante del processo educativo (Grion, Aquario & Restiglian, 2019), inteso come pieno compimento della persona (Lisimberti & Montalbetti, 2015). Un ulteriore sviluppo della valutazione formativa è la valutazione per l’apprendimento, ovvero realizzata con lo scopo di promuovere l’apprendimento degli studenti adattando l’intervento didattico alle loro esigenze di apprendimento (Weeden, Winter & Broadfoot, 2009). L’elemento chiave di questo tipo di valutazione è il feedback, da usare sia da parte degli insegnanti sia tra studenti stessi.

Nella seconda metà dell’elaborato, dopo aver definito cos’è il feedback, è stato sottolineato il suo ruolo chiave nel generare un apprendimento migliore, in quanto permette agli allievi di riconoscere il successo o l’errore nella propria performance in prima persona, e di riprendere correttamente il proprio percorso di apprendimento verso l’obiettivo prefissato. Successivamente si è entrati nel merito del peer assessment: sono state illustrate le potenzialità offerte dalle situazioni di feedback tra pari, in quanto rappresenta un’occasione di apprendimento profondamente diversa dalle tecniche di valutazione “tradizionali” consentendo agli studenti di assumere un ruolo attivo e di sviluppare la loro literacy valutativa, oltre che a sviluppare skills quali pensiero critico, comunicazione e cooperazione attraverso il confronto con i pari.

L’esperienza diretta come educatrice in un doposcuola in una scuola primaria del mio comune ha fatto sorgere in me la curiosità di approfondire il tema del peer assessment in questo contesto, considerando che nei gradi di istruzione superiori si rivela un metodo efficace al fine del miglioramento e supporto dell’apprendimento ed anche del vissuto emotivo degli studenti. In aggiunta, ho avuto spesso modo di confrontarmi con genitori

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ed alunni sui metodi di valutazione e sul conseguente impatto emotivo che generano, potendo constatare che vi sia bisogno di rinnovare il modo di dare voti sin dalla scuola primaria. Anche questo aspetto ha contribuito a motivarmi nell’approfondire il tema: il peer assessment porta con sè la possibilità di rendere gli alunni protagonisti del loro processo di apprendimento e del momento della valutazione, e il fatto che sia una tecnica valutativa accolta con positività dagli studenti può sicuramente essere un notevole beneficio per i piccoli studenti che si ritrovano spesso “subire” valutazioni date dai docenti, in modo asettico ed univoco.

Dunque, la revisione sistematica della letteratura ha delineato un quadro che illustra come può essere implementato il peer assessment nel contesto della scuola primaria, sulla base di indicazioni e ricerche applicate in ambito universitario e superiore. Nonostante non vi sia ancora una adeguata attenzione riguardo l’applicazione della valutazione tra pari alla primaria, in particolare nel contesto italiano, la totalità degli articoli proposti nella revisione dimostra che è una tecnica valutativa che, con adeguati aggiustamenti in relazione alla giovane età e ai bisogni degli studenti, può essere implementata anche in questo grado d’istruzione. Inoltre, i risultati hanno dimostrato che il peer assessment apporta miglioramenti sia a livello di apprendimento, sia nella capacità degli alunni di valutare ed autovalutarsi, sia nel vivere in modo più positivo il momento della valutazione.

In conclusione, questo lavoro di tesi è stato svolto con la finalità di evidenziare la necessità di condurre ulteriori ricerche e sperimentazioni per comprendere le potenzialità del peer assessment nel contesto della scuola primaria. In questo modo, si potrebbe far sì che lo sviluppo della literacy valutativa avvenga in concomitanza con l’inizio del percorso scolastico, ma soprattutto potrebbe significare un nuovo modo di affrontare la scuola e la valutazione, sia da parte degli alunni, sia degli insegnanti.

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Ringraziamenti

Giunta alla conclusione di questo percorso magistrale, vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno supportata fino ad oggi, nel mio percorso universitario, ma anche nella quotidianità di tutti i giorni.

Innanzitutto, vorrei ringraziare la Prof.ssa Valentina Grion e la Dott.ssa Beatrice Doria per avermi accompagnata in questo passo finale del mio percorso accademico, per la disponibilità e gentilezza che mi hanno sempre riservato.

Ringrazio i miei genitori Alessandro e Stefania e mio fratello Nicolas: so di essere stata (e di essere ancora) un osso duro, ma so anche che tutto ciò che ho passato è servito a rendermi ciò che sono. Grazie per avermi permesso di poter studiare per diventare ciò che voglio, per essere una base solida su cui posso costruire il mio futuro.

Ringrazio i miei genitori Alessandro e Stefania e mio fratello Nicolas: so di essere stata (e di essere ancora) un osso duro, ma so anche che tutto ciò che ho passato è servito a rendermi ciò che sono. Grazie per avermi permesso di poter studiare per diventare ciò che voglio, per essere una base solida su cui posso costruire il mio futuro.