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Nel corso della trattazione della Tesi è stato rispettato quanto premesso nel primo Capitolo, affrontando in particolar modo il ruolo dell’Intelligence dell’Europa Contemporanea nella lotta al Terrorismo.

Ovviamente per la delicatezza del tema trattato, ma soprattutto per la sua natura e per l’estrema vicinanza cronologica degli avvenimenti, non è stato possibile arricchire l’elaborato con studi tecnici specifici, si è parlato tuttavia, della problematica che i recenti attacchi terroristici hanno comportato, delle possibili cause che hanno permesso di essere posti in essere e delle moderne contromisure di intelligence che l’Unione Europea ha previsto di implementare.

L’Intelligence dovrebbe avere sempre il ruolo di offrire contributi di analisi e valutazione su temi legati ai vari profili di sicurezza nazionale, basati sulla raccolta di informazioni sensibili e non altrimenti disponibili.

Per essere davvero funzionale, in un’era di totale incertezza come quella attuale, l’Intelligence deve essere in grado di sviluppare e sostenere una strategia per gestire la conoscenza.

Come hanno dimostrato i più recenti fallimenti dell’Intelligence, è necessario rivalutare la componente umana in tutti gli ambiti del processo informativo.

Prendiamo in considerazione l’ambito della raccolta informazioni, dove si è assistito negli ultimi anni, soprattutto da parte degli Stati Uniti, ad un eccessivo e totale uso di raccolta tecnica di dati a discapito della raccolta proveniente dalle fonti aperte.

L’uso eccessivo di sistemi informativi nella raccolta d’intelligence permette si di ottenere miliardi di segnali ed immagini, ma ai software va necessariamente affiancata un’adeguata capacità di elaborazione dati che attualmente deve purtroppo o per fortuna essere di tipo umano.

Riporto di seguito quello che Simon Reeve scrisse nel 2001 nel libro “I nuovi sciacalli. Osama Bin Laden e strategie del terrorismo”:

“Da decenni i governi occidentali puntano sulle risorse tecnologiche dell’Intelligence a scapito dell’intelligenza, sulle macchine piuttosto che sull’intuito, senza riuscire a comprendere che , per quanto utili possano essere le intercettazioni di messaggi, i satelliti

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possono risultare inutili quando Bin Laden spegne il cellulare e incontra faccia a faccia i suoi subalterni o invia loro una staffetta.”163

Nell’epoca moderna, caratterizzata dalla rivoluzione digitale, i Servizi di Sicurezza hanno il dovere di muoversi attraverso la crescita esponenziale del volume delle informazioni e dei dati, raccolti sempre con più velocità, alle quali deve tuttavia essere dato un senso. In un momento storico in cui l’informazione è divenuta ridondante, fa la differenza saper discriminare tra informazioni utili ed inutili, tra quelle necessarie e quelle accessorie. Avere dei sistemi in grado di registrare informazioni ed immagini ha da un lato il vantaggio di fornire un volume elevato di informazioni, dall’altro quello di rallentare il processo d’Intelligence per un “surplus” di informazioni che non saranno mai completamente analizzate, elaborate e comparate.

È importante capire che la soluzione non possa essere solamente aumentare la componente umana se poi non si procede a porre in essere un miglioramento sostanziale della sua efficacia.

La Humint odierna, a fronte degli ultimi attacchi, ha dimostrato di soffrire di una vera e propria impreparazione nell’ambito del’interpretazione dei modelli culturali oggetto di analisi.

È ovviamente difficile per un agente “occidentale” introdursi nei moderni scenari terroristici ed è senza dubbio difficile interpretare modelli culturali dei moderni nemici. Risulta palese la necessità di intraprendere attività di penetrazione Humint, anche perché negli anni è risultato quasi impossibile che organizzazioni terroristiche di stampo radicalista, abbiano soggetti che si presentano, spontaneamente o non spontaneamente, a collaborare.

Se il fenomeno dei defezionisti era stato di elevata importanza nel conflitto dell’Irlanda del Nord per rendere trasparenti le attività del PIRA, la struttura impermeabile, ramificata, flessibile, delle organizzazioni terroristiche, che prevede la formazioni di cellule o “lupi solitari”, non direttamente inserite in una struttura gerarchica, nel senso militare del termine, rende impossibile avere dei potenziali defezionisti in possesso d’informazioni realmente preziose.

Una rilevante importanza risulta aver acquisito la Open Source Intelligence (OSINT), che sempre più spesso, in paesi e situazioni di emergenza, dove la capacità di raccolta

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SIMON REEVE, “i nuovi Sciacalli. Osama Bin Laden e le strategie del terrorismo”, BOMPIANI, MILANO, 2001, pag 87.

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informazioni è meno applicabile e assolutamente insostenibile, è proprio dalle fonti aperte che arrivano risposte a domande critiche.

Nell’era del giornalismo digitale, il principale ostacolo ad un uso più idoneo delle fonti aperte non è l’accesso, che ovviamente è libero e gratuito, quanto piuttosto il riconoscimento e l’accertamento della validità delle informazioni.

Sul fronte del terrorismo e del contrasto alle attività delle cellule infiltrate nel continente Europeo, i Paesi della Comunità dalla fine degli anni ’80 hanno cercato di sviluppare una cooperazione dapprima bilaterale per poi passare a cooperazioni multilaterali Comunitarie. La realtà dell’Europol è uno degli esempi di queste cooperazioni che avrebbero dovuto, in modo efficace ed efficiente rendere impossibili le attività clandestine di cellule terroristiche nel continente.

Nel corso della Tesi abbiamo visto le capacità operative dell’Europol e la sua potenzialità nella lotta al terrorismo, con l’istituzione di canali standardizzati e sicuri di scambio di informazioni, con la creazione di sistemi comuni di condotta delle operazioni e con analisi di minaccia rapidi.

Abbiamo tuttavia visto come questa realtà necessita della volontà, sforzo delle agenzie di Sicurezza degli Stati Membri per funzionare correttamente.

Gli ultimi avvenimenti terroristici hanno mostrato criticità sul piano della collaborazione degli Stati Europei specialmente a riguardo dello scambio di informazioni. Sempre più spesso le Nazioni tentano di non passare notizie intelligence interne ad altri Stati membri con le conseguenze che noi tutti abbiamo osservato.

Mentre sul piano interno la Comunità ha cercato di sensibilizzare gli Stati con scarso risultato, sul piano Estero si è vista una notevole implementazione della cooperazione. Così dal 2010 è presente l’European External Action Service che ha il ruolo di sostenere le attività dell’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza.

È così che l’Unione Europea diviene un “Attore Globale” in grado di promuovere una strategia Unica definita “Globale” per la politica Estera e di Sicurezza.

La sfida lanciata è quella di cercare di unificare le politiche Europee in materia di Sicurezza Comune e Anti-terrorismo, migliorando la qualità e l’efficacia dell’assistenza dell’Unione Europea nei confronti di Paesi considerate “palestre” dei moderni Terroristi. Non di poco conto anche il progetto di migliorare il coordinamento delle politiche e dei finanziamenti tra gli Stati membri.

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In Europa esiste una vera e propria “Intelligence Community”, intesa come una struttura integrata di apparati che ragionano secondo logiche standardizzate e che quindi dovrebbe cooperare con efficacia.

Con l’ultima “ristrutturazione” l’Europol ha rafforzato oltremodo la sua struttura operativa e nel campo dell’Intelligence ha maturato un’elevata capacità di raccolta informazioni. In questa visione si dovrebbe raggiungere in pochi anni in ambito Estero un’Unione Europea capace di proteggere se stessa tanto autonomamente quanto in cooperazione con partner imprescindibili come la NATO.

Raggiungere questa ambiziosa meta costerà sforzi intensi volti a costruire capacità militari e civili adeguate alle proprie ambizioni, aumentando la coerenza tra le politiche interne ed esterne, garantendo sostegno ai rapporti di ricerca e sviluppo e promuovendo una graduale armonizzazione delle difese nazionali livello politico, strategico ed operativo.

Tutti gli attacchi terroristici che hanno sconvolto gli Stati Europei potrebbero far pensare ad una scarsa funzionalità delle Agenzie di Sicurezza Comunitarie, che abbiamo visto lavorare non in una armonica cooperazione sul piano interno, tuttavia, queste operazioni terroristiche sono solo la punta di un “iceberg” di operazioni sventate dai vari Servizi. L’Europa come istituzione ha investito e sta investendo tantissimo in strategie comuni di difesa, le competenze dei vari Servizi ne sono la prova, tuttavia la loro funzionalità e la nostra sicurezza è strettamente connessa alla volontà degli Stati Membri di fidarsi e quindi iniziare ad utilizzare completamente le varie istituzioni comunitarie create come EEAS, l’European Defence Agency, l’Europol, Frontex e molte altre, tutte estremamente funzionanti che aspettano solo di essere utilizzate in pieno.

“Poche cose al mondo sono mal comprese come i Servizi di Intelligence. E poche cose sono più utili nella vita di una società organizzata”.164

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STEFANO FOLLI, prefazione libro “manuale di intelligence” di Antonella Colonna Vilasi, CITTA’ DEL SOLE EDIZIONI, REGGIO CALABRIA , 2011.

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