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Ruolo dell'Intelligence nell'Europa Contemporanea

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Academic year: 2021

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INDICE

1.

PREMESSA………. 5

2.

INTELLIGENCE E SICUREZZA………... 7 2.1. DEFINIZIONE DI INTELLIGENCE……….. 7 2.2. SCOPO DELL’INTELLIGENCE……… 8 2.3. PRINCIPI DELL’INTELLIGENCE………. 8 2.4. CICLO DELL’INTELLIGENCE……….. 9

2.5. CATEGORIA DEI PRODOTTI INTELLIGENCE……….. 11

3. ATTACCO DELL’11 SETTEMBRE COME FALLIMENTO DELL’INTELLIGENCE……….…… 13

3.1. STRATEGIA DELLA SORPRESA……… 13

3.2. L’11 SETTEMBRE……….. 15

4. STRATEGIA DELL’INTELLIGENCE NELLA GUERRA AL TERRORISMO ISLAMICO……… 23

5. RUOLO DELL’INTELLIGENCE NELLE OPERAZIONI DI CONTROTERRORISMO CONDOTTE DURANTE IL CONFLITTO DELL’IRLANDA DEL NORD………. 33

5.1. ORIGINI DEL CONFLITTO………... 33

5.2. INTELLIGENCE E CONTROTERRORISMO……….. 41

5.2.1. SORVEGLIANZA………. 43

5.2.2. INTERROGATORI………... 44

5.2.3. AGENTI E INFORMATORI………. 46

5.3. ORGANIZZAZIONE DELL’INTELLIGENCE NELL’IRLANDA DEL NORD……… 48

5.4. CONCLUSIONI SULL’USO DELL’INTELLIGENCE NEL CONFLITTO DELL’IRLANDA DEL NORD………... 50

6. L’UNIONE EUROPEA E LA SICUREZZA INTERNAZIONALE: RUOLO DELL’INTELLIGENCE NEL CONTRO TERRORISMO EUROPEO………. 53

6.1. L’EUROPOL NELLA LOTTA AL TERRORISMO……….... 54

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6.1.2. IL MANDATO SUL CONTROTERRORISMO………. 57

6.1.3. DIFFICOLTA’ NEL COORDINAMENTO DELLE FORZE DEL CONTROTERRORISMO EUROPEO...………… 62

6.1.4. CONSIDERAZIONI SUL RUOLO DELL’EUROPOL NELLA LOTTA AL TERRORISMO EUROPEO……….. 65

6.2. EUROPEAN EXTERNAL ACTION SERVICE…..………. 67

6.2.1. CREAZIONE DELL’EEAS….……… 67

6.2.2. ORGANIZZAZIONE DELL’EEAS….……… 68

6.2.3. INTELLIGENCE E SICUREZZA……..……….. 71

6.3. LA STRATEGIA GLOBALE DELL’UNIONE EUROPEA IN POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA.………. 75

6.4. GLI ATTACCHI TERRORISTICI IN EUROPA……… 84

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3

ACRONIMI

ACRONIMO

SIGNIFICATO

AWFs Analysis Work Files

BA Budget and Administration Office CIA Central Intelligence Agency

CFCM Consiglio Francese del Culto Mussulmano CMPD Crisis Management and Planning CORIF Consiglio di Riflessione sull’Islam di Francia

CPCC Civilian Planning and Conduct CTTF Counter Terrorist Task Force

DI Dirección de Inteligencia

DCRI Direction Centrale du Reseignement Interieur DGSE Direction Generale de la Securite Exterieure DGST Direction Generale de la Surveillance du Territoire

DST Direction de la Surveillance de Territoire EEAS European External Action Service

EPA Emergency Provision Act EUMS European Union Military Staff

FBI Federal Bureau of Investigation FIS Fronte Islamico di Salvezza FRN First Response Network

GIA Gruppo Islamico Armato INTCEN EU Intelligence and Situation Office

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ISA Intelligence Support Architetture IWG Intelligence Working Group

JITs Joint Investigation Teams

KGB Komitet Gosudarstevennoj Bezopasnosti MRF Mobile Reconnaissance Force NICRA Northen Ireland Civil Rights Association

NSA National Security Agency OLAF European Antifraud Office

PIRA Provvisional IRA

PTA Prevention of Terrorism Act RG Renseignements Generaux RUC Royal Ulster Constabulary STASI Ministerium fur Staatssicherheit SECPOL Security Policy Office

TATP Triperossido di Triacetone

TESAT EU Terrorism Situation and Trend report UDA Ulster Defence Association

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1. PREMESSA

Terrorismo e Antiterrorismo sono entrati prepotentemente nella vita di Stati, società e individui. Non più legato alla politica interna di ogni singolo Paese, oggi il Terrorismo e l’Antiterrorismo sono divenuti i principali argomenti della politica Internazionale andando a modificare il concetto di Sicurezza e Sovranità degli Stati.

Nell’incertezza e nella fluidità degli scenari, gli attacchi avvenuti negli ultimi anni e soprattutto gli sviluppi politici e le sfide alla Sicurezza da esse derivati, trovano nel continente Europeo un significativo catalizzatore sul piano strategico.

In una realtà complessa ed in continuo mutamento, l’Unione Europea ha avviato una strategia di grande riflessione e confronto sul piano della Sicurezza e della Politica Estera. In uno scenario aperto ed interconnesso, la capacità di leggere anticipatamente dei segnali di minaccia rappresenta un punto cruciale per mantenere un vantaggio strategico. L’Intelligence e il suo ruolo, quello di offrire contributi di analisi e valutazioni su temi legati ai vari profili della Sicurezza basati sulla raccolta di informazioni, acquisiscono tra gli Stati Europei e nella stessa Unione Europea un’importanza cruciale nella lotta al Terrorismo.

Il presente documento si prefigge lo scopo, senza alcuna pretesa da parte dello scrivente, di analizzare il ruolo dell’Intelligence dell’Europa Contemporanea nella moderna sfida al Terrorismo.

L’approccio adottato è quello di presentare i concetti base dell’Intelligence come uno strumento, un mezzo in mano al Decisore Politico che permetta di valutare le debolezze di uno Statoal fine di tutelarne la Sicurezza. Oltre a trattare il “case-study” del documento, “il ruolo dell’Intelligence dell’Europa Contemporanea” con particolare riferimento agli ultimi attacchi terroristici, verranno esposti, con scopi introduttivi e propedeutici: la dottrina dell’Intelligence, i fallimenti dell’Intelligence nell’11 Settembre, la Strategia dell’Intelligence nella Guerra al Terrorismo di matrice Islamica e il ruolo dell’Intelligence nelle operazioni condotte durante il Conflitto dell’Irlanda del Nord.

La tesi è strutturata in sette Capitoli. Dopo una breve premessa viene presentato il II Capitolo, denominato “Intelligence e Sicurezza”, dove in modo volutamente scolastico viene analizzato il difficile campo dell’Intelligence delineandone i concetti base

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dell’Intelligence, partendo quindi dalla definizione, passando per lo scopo, elencando i principi su cui si fonda la produzione, arrivando a determinare le categorie dei prodotti derivanti dalle analisi ed infine esaminando il Ciclo dell’Intelligence.

Il terzo Capitolo, denominato “ Attacco dell’11 Settembre come fallimento dell’Intelligence”, presenta un’analisi sui tragici attacchi terroristici dell’11 Settembre del 2001, in particolare viene presa in considerazione la Strategia della Sorpresa, che contraddistingue un attacco terroristico, e le criticità che hanno caratterizzato gli eventi occorsi.

Si passa quindi al IV Capitolo, denominato “Strategia dell’Intelligence nella Guerra al Terrorismo Islamico”, nel quale con una breve ricostruzione storica viene introdotto il Terrorismo di matrice Islamica, vengono quindi esposte alcune riflessioni sul funzionamento delle Agenzie di Sicurezza Internazionali e sul modo di condurre attività di Intelligence.

Con il V Capitolo, denominato “Ruolo dell’Intelligence nelle Operazioni di Controterrorismo condotte durante il Conflitto dell’Irlanda del Nord”, viene presentato quello che è decisamente considerato una delle prime guerre al Terrorismo combattute sul Territorio Europeo nell’epoca moderna.

In particolar modo viene presentato l’effettivo ruolo dell’Intelligence nelle operazioni di Controterrorismo avvenute in Irlanda del Nord dagli anni ’70 ai ’90, esaminando i metodi di raccolta delle informazioni Intelligence e come queste vennero usate nelle operazioni, prendendo in considerazione i risvolti morali e legali.

Il VI Capitolo, denominato “L’Unione Europea e la Sicurezza Internazionale: ruolo dell’Intelligence nel Controterrorismo Europeo”, ha l’obiettivo di delineare il ruolo dell’Intelligence nelle questioni di Sicurezza dell’Unione Europea.

Per farlo viene presentato il ruolo dell’Europol nella lotta al terrorismo Europeo, quindi viene introdotta la nuova Strategia dell’Unione in questioni di Sicurezza ed infine sono presi in considerazione gli ultimi attacchi Terroristici valutando l’effettiva efficienza dei nostri Servizi di Sicurezza.

L’ultimo Capitolo, denominato “Conclusioni”, vengono formulate delle considerazioni in merito al delicato e talvolta controverso ruolo dell’Intelligence nella lotta al Terrorismo Europeo.

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2. INTELLIGENCE E SICUREZZA

In questo Capitolo viene introdotta la sfera dell’Intelligence. Nello specifico verranno esposti i concetti base dell’Intelligence, partendo quindi dalla definizione, passando per lo scopo, elencando i principi su cui si fonda la produzione, arrivando a determinare le categorie dei prodotti derivanti dalle analisi ed infine esaminando il Ciclo dell’Intelligence.

2.1 Definizione

Il termine “intelligence” deriva dal latino intelligere, cioè “comprendere”ed è composto dai due termini intus e legere, rispettivamente aventi significato di “dentro” e “leggere”. Nello specifico, si tratta di un termine che indica l’attività di “leggere tra le righe” ossia di acquisire una conoscenza consapevole di un contesto attraverso appropriati processi. Al di là del significato etimologico, nel termine intelligence si identificano tre tipi di significati:

Organizzazione o Agenzia: ente preposto ad una specifica attività dedicata a rispondere alle esigenze informative di un decisore o committente;

Attività: strettamente collegata alla prima accezione, specifica le procedure che vengono messe in atto al fine di supportare il decisore nell’assolvimento del compito, riducendogli i fattori di incertezza evidenziati dalle esigenze informative formulate;

Produzione: èil prodotto finale dell’attività intelligence, di cui al punto (2), che identifica specifici prodotti informativi, molti dei quali standardizzati, aderenti alle esigenze informative formulate dal committente.

Per intelligence, si intende la risultanza di una raccolta informativa guidata ed un successivo processo di analisi di informazioni riguardanti l’ambiente operativo e le capacità/intenzione di un attore al fine di identificare minacce ed offrire opportunità d’azione sfruttabili dai decisori. Tale definizione, quindi, fonde la seconda e terza accezione di intelligence citate precedentemente.

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2.2. Scopo dell’Intelligence

In termini generali, lo scopo dell’intelligence è di ridurre il grado d’incertezza in relazione ad un problema e quindi supportare il decisore durante il processo decisionale. Più specificatamente, il compito dell’intelligence è di contribuire alla comprensione continua di un ambiente globale complesso al fine di favorire l’adozione di appropriate decisioni finalizzate al mantenimento della sicurezza. E’ quindi uno strumento non solo di conoscenza ma anche di ausilio al processo decisionale politico-militare.

In definitiva, l’intelligence deve soddisfare le esigenze informative di un committente attraverso un’attività di ricerca e di analisi che tende a colmare i gap informativi individuati.

2.3. Principi dell’intelligence

Lo Stato deve informarsi, impedire agli avversari d’informarsi e, se necessario, disinformarli cercando di mantenere il vantaggio informativo per proteggere i propri interessi nazionali”.1

Questa frase, riportata su una relazione del Comitato Parlamentare per i Servizi di informazione e sicurezza e per il Segreto di Stato, esprime la funzionalità dell’Intelligence, ma per comprenderla a pieno riprendiamo i principi su cui si basa l’Intelligence.

L’attività intelligence deve essere improntata ai seguenti principi di base:

Coordinamento e controllo centralizzato, inteso come necessità di una direzione al massimo livello ordinativo centralizzata al fine di evitare duplicazioni e ridondanze. Sfruttamento sistematico sia gli assetti di ricerca sia le fonti devono essere impiegati/sfruttati in modo continuo e sistematico attraverso un’assegnazione metodica di compiti grazie ad una perfetta conoscenza delle potenzialità e dei limiti degli stessi.

La produzione intelligence deve risultare sempre rispondente alle esigenze informative formulate dal Decisore al fine di massimizzarne l’efficacia ed evitare processi di auto-referenzialismo.

Gli analisti devono raggiungere una capacità di immedesimarsi nei “panni” dell’avversario per meglio prevedere le possibili azioni avversarie.

L’attività intelligence e le sue risultanze finali (i prodotti) deve rispondere al principio dell’obiettività ossia essere estrapolata in modo non distorto e non affetto dai pregiudizi o

1

Senato della Repubblica – Camera dei Deputati, “Relazione del Comitato Parlamentare per i Servizi d’Informazione e Sicurezza e per il segreto di Stato”, doc XXXIV, Roma, 6 Aprile 1995.

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stereotipi afferenti l’analista, l’operatore per la ricerca e più in generale tutta l’organizzazione.

Le risultanze dell’attività intelligence devono essere fruibili per la comunità intelligence stessa e per i committenti/Comandante.

Un prodotto intelligence, ancorché accurato e rilevante, perde di importanza e valore qualora comunicato, ovvero ricevuto dal Comandante, in ritardo o fuori dai tempi dettati dallo stesso.

Il metodo più efficace per accrescere il livello di accuratezza ed attendibilità dei prodotti informativi elaborati è quello di condividerli e confrontarli con quelli sviluppati da strutture, organizzazioni ed agenzie intelligence che operano nell’ambito di ambienti collaborativi costituiti a fronte di cooperazioni bilaterali o coalizioni.

La protezione delle fonti e degli assetti di ricerca è associata ad un piano di sicurezza per evitare disseminazioni od accessi non autorizzati che metterebbero a rischio entrambi nonché rivelerebbero gli obiettivi di ricerca propri.

2.4. Categorie Dei Prodotti Intelligence

La produzione intelligence è classificabile in due categorie principali: Basic e Current

Intelligence.2

Per Basic Intelligence ci si riferisce al patrimonio informativo in possesso di un’Organizzazione intelligence in merito ai propri interessi informativi ovvero relativo ad attori statali e non che rappresentano una minaccia o potenziale tale alla sicurezza nazionale o internazionale. Pertanto, la Basic Intelligence fornisce il background informativo relativo ad un Paese o organizzazione obiettivo di ricerca informativo. Inoltre, contribuisce all’elaborazione di prodotti di Current Intelligence fornendo un contesto analitico di riferimento ovvero una chiave di lettura di eventi od informazioni afferenti all’avversario oggetto di analisi.

Per Current Intelligence ci si riferisce alla serie di prodotti valutativi di breve periodo che contribuiscono a comprendere il quadro di situazione corrente a qualsiasi livello ordinativo (tattico, operativo, strategico). In termini anglosassoni si definiscono

time-sensitive snapshots o explanatory intelligence. Soddisfano quindi le esigenze informative

di breve periodo (entro le 72 ore) di un Decisore fornendo un commento ed una chiave di lettura immediata della situazione in atto. È quindi caratterizzata da un’alta deperibilità

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Divisione ripresa dalle Allaid Joint Pubblication 002 della NATO e riportate in tutti i manuali di Intelligence delle Forze Armate.

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delle notizie raccolte sebbene, al momento, sia ritenuta il “core” della produzione

intelligence, unica idonea a dare una spiegazione alla rapida evoluzione del contesto

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2.5. Ciclo dell’Intelligence

L’attività informativa prende corpo quando il Decisore politico, ricevuta una missione, riunisce il proprio staff e inizia l’analisi della missione fornendo le CCIRs (Commander

Critical Information Requirements). A questo punto la branca intelligence inizia ad

elaborare le CCIRs riferite all’ambiente operativo ed alle forze avversarie attraverso una procedura operativa definita come “ciclo intelligence”. Questi, secondo la dottrina (figura 1), si articola in 4 fasi: Direzione (Direction), Raccolta (Collection), Elaborazione (Processing), Disseminazione (Dissemination).

Figura 1 - Ciclo dell’Intelligence – Manuale Basic Intelligence Forze Armate Italiane

Nella fase della Direzione inizia la definizione delle finalità della ricerca che poi si articola attraverso lo studio del problema e l’identificazione lacune informative.

L’assegnazione dei compiti di ricerca, esaurisce l’iniziale fase di Direzione ed attiva la seconda fase del ciclo intelligence, la Ricerca, che può avvenire attraverso vari assetti di intelligence.

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Al termine della fase di ricerca il ciclo intelligence continua senza soluzione di continuità con la fase dell’Elaborazione. Il terzo passo è il più complesso ed articolato di tutto il ciclo intelligence ed ha lo scopo di addivenire a valutazioni finali secondo le notizie raccolte al fine di poter rispondere in modo appropriato alle esigenze informative producendo il documento intelligence. E’ definito, pertanto come la fase in cui avviene la conversione delle notizie in intelligence. Dottrinalmente è suddiviso in 5 sotto-fasi:

- collazione (collation); - valutazione (evaluation); - analisi (analysis);

- integrazione (integration); - interpretazione (interpretation).

La Disseminazione, fase finale del ciclo intelligence , porta alla disseminazione di un documento. In quest’ambito si raccolgono i documenti, si effettuano controlli formali sugli stessi secondo le procedure standard e quindi si diffondono gli stessi agli utenti aventi titolo.

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3. ATTACCO DELL’ 11 SETTEMBRE COME FALLIMENTO DELL’

INTELLIGENCE

In questo Capitolo viene presa in considerazione la Strategia della Sorpresa come strategia principale utilizzata dalle organizzazioni Terroristiche. Nello specifico viene presentato il suo utilizzo nei conflitti convenzionali e infine nell’attacco dell’11 Settembre 2001.

3.1. Strategia della Sorpresa

La forza di un’Organizzazione Terroristica dipende strettamente dalla segretezza e dalla capacità di compiere con successo attacchi a sorpresa contro uno stato di gran lunga più forte dell’Organizzazione in questione.

Sebbene gli eventi occorsi l’11 Settembre non abbiano dei precedenti storici equiparabili, il problema della “Strategia della Sorpresa” non è nuovo. Errori decisionali nell’ambito dell’Intelligence, chiamati in gergo “Warning Failures”, compresi i più catastrofici, non sono una novità per chi si occupa di Sicurezza Nazionale.3

Richard K. Betts, Direttore dell’International Security Policy Program presso la Columbia University e “Senior Fellow” al Consiglio delle Relazioni Internazionali degli Stati Uniti d’America, ha sempre sostenuto, nei suoi elaborati, che errori decisionali, quando si ha a che fare con questioni che dipendono da analisi intelligence, sono naturali così come inevitabili. Pearl Harbor è forse il più noto attacco a sorpresa ai danni degli Stati Uniti di America durante un conflitto, ma altri attacchi sono rimasti famosi come l’attraversamento Egiziano del Canale di Suez all’inizio della Guerra dello Yom Kippur nel 19734, l’attacco

3 ANDREW, ALDRICH e WARK, “Secret Intelligence: a Reader”, ROUTLEDGE, 2009, pag. 164. 4

Nel 1973 l’Egitto si unì alla Siria in una nuova guerra contro Israele, per recuperare i territori perduti nel 1967. I due stati arabi sferrarono un attacco a sorpresa il 6 ottobre, giorno dello Yom Kippur, una delle più importanti festività ebraiche; tuttavia le forze israeliane reagirono e, sebbene con molta difficoltà, sconfissero gli avversari nel giro di tre settimane. Alla fine della guerra, l’Arabia Saudita e altri paesi produttori di petrolio ridussero le proprie esportazioni di greggio agli Stati Uniti e ad altre nazioni occidentali per l’aiuto prestato a Israele. In seguito, nel tentativo di incoraggiare una sistemazione pacifica della regione, il presidente americano Richard Nixon incaricò il segretario di stato, Henry Kissinger, di condurre i negoziati tra Israele, Egitto e Siria, che portarono, nel 1974, alla smilitarizzazione del Sinai e delle alture del Golan.

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della Germania ai danni della Francia attraverso le Ardenne nel 1940, l’invasione Tedesca della Russia nel 1941: tutti questi attacchi colsero le vittime alla sprovvista.5

Individuare la possibilità che un determinato evento stia per essere attuato è eccezionalmente difficoltoso. Analisti e Policy Makers devono trasformare informazioni frammentate in coerenti visioni future, la loro capacità intuitiva ed immaginativa deve lanciarsi nel formulare una possibile minaccia futura non basandosi su eventi simili avvenuti in passato.

Il più delle volte vengono analizzate delle informazioni che sono prodotti di pregiudizi e preconcetti politici, in un tale contesto è necessario che le informazioni non siano interpretate in modo analitico. Talvolta, tuttavia, il Sistema filtra informazioni contrastanti. Nel 1991, per esempio, secondo quanto riportato dagli elaborati di Eliot A. Cohen e John Gooch “The Anatomy of Failure in War – military misfortunes”, l’intelligence Israeliana, anche dopo aver appreso l’evidenza che le forze Egiziane si stavano preparando ad un imminente attacco, rimaneva fermamente convinta che l’Egitto, conscio della sua inferiorità militare, non avrebbe mai iniziato una guerra contro Israele se non fosse stato più che sicuro dell’annientamento della Forza Aerea Israeliana al primo attacco.6

Gli Analisti posso cercare consenso piuttosto che ricercare spiegazioni alternative. Questo problema, particolarmente accentuato in piccoli gruppi, è stato etichettato come “Group Think” e spesso inibisce effettive analisi scoraggiando qualsiasi rivalutazione delle stesse. Nel 2004 membri del “Senate Select Committee on Intelligence”7, incolparono il “Group

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R. Betts, “Analysis, war, and decision: why intelligence faillures are inevitable”, World Polit, 1978, 21:61.

6

E.A. Cohen e J. Gooch, “Military Misfortunes: the anatomy of failure in war”, Vintage, New York, 1991.

7 Il SENATE SELECT COMMITTEE ON INTELLIGENCE è stato creato dal Senato degli Stati Uniti d’America nel

1976 per "sovrintendere e fare continui studi sulle attività e programmi informatici del governo degli Stati Uniti", "a presentare al Senato adeguate proposte di legislazione e di presentare al Senato informazioni relative a tali attività di intelligence E programmi "e" fornire una supervisione legislativa vigile sulle attività di intelligence degli Stati Uniti per assicurare che tali attività siano conformi alla Costituzione e alle leggi degli Stati Uniti ".

Il Comitato è composto da 15 Senatori, otto della maggioranza e sette della minoranza.

Si riunisce circa due volte alla settimana per 1 1/2 a 2 ore, generalmente in sessione chiusa. La maggior parte delle audizioni coinvolge apparizioni di funzionari della comunità di intelligence senior - capi di agenzie, dirigenti senior e analisti di intelligence - che presentano testimonianze e rispondono alle domande dei senatori. Gli argomenti per le audizioni includono attività di agenzia, programmi di raccolta di informazioni e analisi di intelligence su una regione geografica o un problema (ad esempio, stabilità nel Medio Oriente, programma nucleare iraniano, minacce terroristiche). Il Comitato occasionalmente si riunisce in sessione aperta, come le audizioni annuali per ricevere testimonianze di intelligence sulle minacce di sicurezza nazionali agli Stati Uniti e per il Comitato di considerare i candidati del Presidente a posizioni di intelligence che richiedono la conferma del Senato.

Il Comitato scrive un disegno di legge annuale di autorizzazione all'intelligence che autorizza i livelli di finanziamento per le attività di intelligence (questi limiti fissati per i finanziamenti di agenzia) e fornisce disposizioni legislative che limitano o permettono il comportamento delle informazioni. Il Comitato ritiene periodicamente anche la legislazione autonoma, incluse le leggi che disciplinano la sorveglianza dei cittadini

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Think” come unica ragione del perché la Comunità Internazionale dell’Intelligence non avesse valutato propriamente il programma delle Armi di distruzione di massa Irachene. Uno dei più comuni problemi di quando si prova a formulare un determinato modello senza incappare in spiacevoli sorprese, è il “Signal to Noise Ratio” o rapporto segnale rumore.

Roberta Wohlstette, nel suo libro “Pearl Harbor: warning and decision”, uno dei primi studi moderni sulla questione degli attacchi a sorpresa, aveva trovato che il “Rumore” di informazioni irrilevanti aveva coperto il “Segnale” di dove il Giappone avrebbe attaccato. Anche quando il segnale viene captato con certezza si presenta in modo tale da celare il reale significato. 8

A volte, i prodotti dell’intelligence sono creati seguendo dei precisi disegni politici in modo tale che i Decisori Politici giustifichino, con falsate analisi intelligence, i loro preconcetti politici.

Anche lanciare molti allarmi potrebbe risultare problematico. Le Agenzie d’intelligence reagiscono prontamente, in modo forse esagerato, a errori di sottovalutazione di una minaccia, ma non in modo sufficientemente celere quando la minaccia è sottovalutata. Se l’intelligence attirasse l’attenzione dei Decisori Politici su ogni possibile dubbio di minaccia si arriverebbe ad avere un’assuefazione al pericolo che porterebbe a non tener più conto delle Analisi d’Intelligence.

Analisti e Policy Makers, talvolta, possono non comprendere l’entità della minaccia che stanno valutando generando così una “Failure to Anticipate” cioè una mancata anticipazione della minaccia. Per esempio gli Analisti Israeliani nel 1973, avevano assunto come inconcepibile un attacco Egiziano lungo i loro confini, tralasciando quindi una strategia militare/politica di difesa.

Spesso questa incapacità di anticipare una minaccia scaturisce dall’avvento di tecnologie nuove, cambi di procedure o migliorie nelle capacità avversarie: questo quanto accaduto ai Francesi nel 1940.

Ultima, ma non meno importante, è la situazione in cui gli Analisti prevedono la minaccia, ma questa viene sottovalutata dai Policy Makers.

statunitensi (ad esempio la legge sulla sorveglianza delle informazioni estere, nota come "FISA"). Talvolta, il Comitato riesamina gli aspetti di intelligence dei trattati come parte del processo di ratifica del Senato. Indagini e valutazioni.

Riceve e analizza l'analisi delle informazioni su una vasta gamma di argomenti per informare le decisioni politiche.

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3.2. L’11 SETTEMBRE

L’11 Settembre rappresenta un fallimento per l’intera comunità Intelligence internazionale e la natura di tale disfatta non è molto chiara. Tante cose sono andate storte a tutti i livelli, rendendo i problemi e le colpevolezze difficili da individuare.

La comunità d’Intelligence, in particolar modo la CIA9

, aveva opportunamente fornito tutti i possibili allarmi sulla minaccia al-Qaeda.

Gli allarmi relativi a tale organizzazione erano iniziati a saltar fuori già prima degli attacchi alle due ambasciate Americane del 7 Agosto 199810.

Dal 2001 tutto il sistema d’Intelligence era in massima allerta e ogni Policy Makers aveva a disposizione le Analisi di minaccia prodotte dalla CIA.

Nel Febbraio del 2001 l’allora Direttore della “Central Intelligence”, George Tenent11

, aveva pubblicamente affermato che Bin Laden e la sua Organizzazione dovevano essere ritenuti il più grande problema per gli Stati Uniti d’America.

9

La Central Intelligence Agency CIA, è stata creata nel 1947 con la firma della legge sulla sicurezza nazionale da parte del presidente Harry S. Truman. L'atto ha anche creato un Direttore Centrale d’Intelligence (DCI) per essere capo della comunità di intelligence degli Stati Uniti; fungere da principale consigliere al Presidente per questioni di intelligence relative alla sicurezza nazionale e assolvere alle funzioni di capo dell'Agenzia centrale dell'intelligence. La legge sulla prevenzione della riforma dell'intelligence e del terrorismo del 2004 ha modificato la legge sulla sicurezza nazionale così da istituire anche un Direttore dell’Intelligence Nazionale che assumerebbe alcuni dei ruoli precedentemente adempiuti dal DCI, con un direttore separato dell'Agenzia centrale dell'intelligence.

Il Direttore della CIA funge da capo dell'Agenzia e collabora col direttore dell'intelligence nazionale. Le responsabilità del direttore della CIA includono: raccogliere informazioni attraverso fonti umane e con altri mezzi appropriati; fornendo una direzione generale e un coordinamento della raccolta di informazioni nazionali all'esterno degli Stati Uniti attraverso fonti umane da parte di elementi della comunità di intelligence autorizzati a intraprendere tale raccolta e, in coordinamento con altri dipartimenti, agenzie o elementi del governo degli Stati Uniti autorizzati ad intraprendere una tale raccolta, assicurando che l'utilizzo più efficace delle risorse sia fatto e che sia opportuno tener conto dei rischi per gli Stati Uniti e quelli coinvolti in tale raccolta.

La funzione della CIA è di assistere il direttore dell'Agenzia centrale di segnalazione nell'espletamento delle responsabilità sopra descritte. Per realizzare la sua missione, la CIA si impegna nella ricerca, nello sviluppo e nella distribuzione di tecnologie ad alto potenziale per scopi di intelligence. Come agenzia separata, la CIA funge da fonte indipendente di analisi su argomenti preoccupanti e lavora inoltre a stretto contatto con le altre organizzazioni della Comunità di Intelligence per assicurare che il consumatore di analisi intelligence, se il politico di Washington o il comandante del campo di battaglia, riceva la migliore intelligence possibile.

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Gli attentati alle ambasciate statunitensi del 1998 colpirono le sedi diplomatiche degli Stati Uniti in Kenya e in Tanzania il 7 agosto del 1998, Furono rivendicati da Osama bin Laden e dall'organizzazione da lui guidata, al-Qaeda.

I due attacchi avvennero a Nairobi e Dar es Salaam la mattina del 7 agosto, quasi simultaneamente, intorno alle 10:45 ora locale. La data era la ricorrenza dell'arrivo delle truppe americane sul suolo Saudita durante la prima Guerra del Golfo. In entrambi i casi, le ambasciate furono colpite dalla deflagrazione di ordigni esplosivi.

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Sia le amministrazioni del Presidente Clinton che quelle Bush erano state avvertite dell’imminente possibilità di un’azione terroristica. Anche il Direttore dell’FBI12

, Louis Freeh13, il 10 Maggio del 2001, aveva dichiarato che l’Organizzazione al-Qaeda stava pianificando di portare a termine un attacco su vasta scala all’interno dei territori Statunitensi.14

Questa pregevole strategia dell’allarme fu seguita però dalla scarsa capacità di captare gli indizi della preparazione di possibili attentati sul suolo Americano. Se i Policy Makers avessero dato seguito ai campanelli d’allarme generati dalle analisi d’Intelligence si avrebbe avuto coscienza della minaccia e quantomeno si sarebbe provveduto a preparare i Servizi di Sicurezza con l’incognita di quando, dove e come avrebbero attaccato.

Ha studiato presso l'Università di Georgetown, dove è diventato poi professore e presso la Columbia University. Tenet è stato direttore della CIA tra il luglio 1997 e il luglio 2004, il suo mandato è il secondo più esteso nella storia della CIA, superato solo da Allen Dulles, nonché uno dei pochi che ha esercitato sotto il mandato di due presidenti (Bill Clinton e George W. Bush). Nel febbraio 2008 è diventato amministratore delegato presso la banca d'affari Allen & Company.

12

Il FEDERAL BUREAU OF INVESTIGATION FBI è un ente investigativo di polizia federale degli Stati Uniti d'America. Istituito il 26 luglio 1908, rappresenta il principale braccio operativo del Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti (DOJ).

La missione dell'FBI è proteggere gli Stati Uniti dal terrorismo e da altre minacce esterne, mantenere e applicare le leggi, fornire una guida e i servizi per la giustizia penale alle altre agenzie federali, statali, municipali o internazionali. L'articolo 28, Sezione 533 dell’United States Code autorizza il Segretario Generale degli Stati Uniti ad assegnare agli ufficiali il compito di individuare i crimini contro gli Stati Uniti. Altri statuti federali conferiscono all'FBI l'autorità di investigare su crimini specifici. Le informazioni ottenute attraverso un'indagine dell'FBI sono presentate al competente Segretario degli Stati Uniti o a un ufficiale del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America, che decide se il fatto è più o meno perseguibile legalmente. È anche l'autorità di intelligence civile, all'interno del territorio degli Stati Uniti.

Le priorità investigative sono state quelle di prevenire e reprimere reati perseguibili a livello federale; le attività possono essere così riassunte: proteggere gli Stati Uniti dagli attacchi terroristici; proteggere gli Stati Uniti da operazioni di spionaggio da parte di agenzie straniere; proteggere gli Stati Uniti dagli attacchi cibernetici e dal crimine informatico; proteggere i diritti civili; combattere la corruzione politica su tutti i livelli; combattere il crimine organizzato combattere i maggiori crimini violenti; collaborare con le altre forze di polizia statunitensi e istituzioni locali e internazionali; migliorare la tecnologia per il successo delle operazioni del corpo stesso.

Si occupa inoltre di contrasto al crimine organizzato e di tipo mafioso, tramite il Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act. Ha anche il compito di sorvegliare e far rispettare i diritti civili sanciti dal Civil Rights Act ("Legge sui Diritti Civili") del 1964, e indagare sulle violazioni della legge, nonché perseguire tali violazioni a fianco del Dipartimento di Giustizia. L'FBI condivide con la Drug Enforcement Administration (DEA - "Ufficio per il controllo delle droghe") l'applicazione della legge del 1970 sulle sostanze stupefacenti (Controlled Substances Act). Inoltre, il Patriot Act 2001 ha aumentato i poteri concessi all'FBI, specialmente nell'intercettazione e nella sorveglianza delle attività su internet, nella prevenzione e repressione del crimine informatico.

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Louis Joseph Freeh (nato il 6 gennaio 1950) è un avvocato ed ex giudice americano che è stato il quinto direttore del “Federal Bureau of Investigation” (FBI) dal settembre 1993 al giugno 2001. Freeh ha iniziato la sua carriera come agente speciale nell'FBI, in seguito divenne dapprima avvocato e successivamente giudice distrettuale della Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New York, posizione che ricoprì fino al momento della sua nomina come direttore dell'FBI dal presidente Bill Clinton. Ora è avvocato e consulente nel settore privato.

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L.J. Freeh, “Statement for the Record on the Threat of Terrorism to the United States”, U.S. Senate Committees on Intelligence, 2001.

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Anche se i “cospiratori” commisero una serie di errori, il sistema di difesa Statunitense rimase completamente abbagliato, lasciando passare inosservati alcuni eventi. Di seguito i fatti che non vennero interpretati come sintomi di minaccia:

- Lavorando congiuntamente con le agenzie di sicurezza interna della Malesia, la CIA coprì un incontro al quale parteciparono molti elementi che poi risultarono coinvolti negli eventi dell’11 Settembre e alla fine del suddetto incontro la CIA perse le tracce dei partecipanti.

- Nonostante fosse al corrente che Khalid al-Midhar15 e Nawaf al-Hazmin16 fossero coinvolti con alcune organizzazioni terroristiche, la CIA li lasciò entrare negli USA e non informò l’FBI della potenziale pericolosità dei due elementi.

- Nel corso dell’anno antecedente agli attacchi gli uffici dell’FBI di Phoenix Arizona, rilevò che un elevato numero di persone, ritenute “interessanti” per l’FBI, stavano seguendo dei corsi di pilotaggio. L’Allarme fu ignorato dal quartier generale dell’FBI17

.

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Khalid Muhammad Abdallah al-Mihdhar (16 maggio 1975 - 11 settembre 2001) fu uno dei cinque dirottatori di American Airlines Flight 77, schiantatosi sul Pentagono durante gli attacchi dell'11 settembre. Mihdhar è nato in Arabia Saudita ed ha combattuto nella guerra in Bosnia durante gli anni '90. All'inizio del 1999, ha viaggiato in Afghanistan dove, come esperto e rispettato jihadista, è stato scelto da Osama bin Laden per partecipare agli attacchi. Mihdhar è arrivato in California con un altro dirottatore Nawaf al-Hazmi nel gennaio 2000, dopo aver viaggiato in Malesia per il vertice di Kuala Lumpur al-Qaeda.

Fotografato in Malesia dalla CIA con un altro membro al-Qaeda che era coinvolto nell’attacco terroristico alla USS Cole. La CIA non informò mai l’FBI sull’arrivo di Mihdhar e Hazmi negli Stati Uniti.

Arrivati a San Diego, in California, Mihdhar e Hazmi si addestrarono come piloti. Nel giugno 2000, Mihdhar lasciò gli Stati Uniti per lo Yemen, lasciando Hazmi a San Diego. Mihdhar passò un po 'di tempo in Afghanistan all'inizio del 2001 e tornò negli Stati Uniti all'inizio di luglio 2001, soggiornando in New Jersey nel mese di luglio e agosto, prima di arrivare all'inizio della Settembre a Washington.

Nella mattinata dell'11 settembre 2001, Mihdhar si imbarcava su American Airlines Flight 77, che venne dirottato circa 30 minuti dopo il decollo. L'aereo venne schiantato nel Pentagono, uccidendo tutte le 64 persone a bordo del volo, insieme a 125 sul terreno.

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Nawaf Muhammed Salim al-Hazmi (9 agosto 1976 - 11 settembre 2001) fu uno dei cinque dirottatori di American Airlines Flight 77, schiantatosi sul Pentagono durante gli attacchi dell'11 settembre.

Già affiliati di Al-Qaeda con vasta esperienza di combattimento, Hazmi e Mihdhar sono stati scelti da Osama bin Laden per un ambizioso complotto terroristico per pilotare le compagnie aeree commerciali in obiettivi designati negli Stati Uniti. Hazmi e Mihdhar hanno ottenuto entrambi i visti turistici statunitensi nell'aprile 1999.

Hazmi è arrivato a Los Angeles, California da Bangkok, in Thailandia, il 15 gennaio 2000, con Khalid al-Mihdhar. I due si stabilirono a San Diego, soggiornando presso il Parkwood Apartments fino al maggio 2000 quando Mihdhar lasciò Hazmi in California per trasferirsi in Yemen nel giugno 2000. Hazmi rimase in California fino a quando incintrò Hani Hanjour nel dicembre 2000 e decise di spostarsi a Phoenix, Arizona. Successivamente si trasferirono a Falls Church, Virginia nell'aprile 2001, dove il resto dei dirottatori cominciò ad unirsi a loro.

Il 10 settembre 2001 Hazmi, insieme a Mihdhar e Hanjour, si recaroo a Herndon, in Virginia. La mattina seguente, Hazmi e altri quattro terroristi, imbarcarono sul volo americano Flight 77 all'aeroporto di Dulles e dirottarono l'aereo in modo che Hani Hanjour far schiantare l'aereo sul Pentagono.

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- Il Jihadista Zacarias Moussaoui18 venne arrestato dall’FBI perché sospettato di addestrarsi al dirottamento di aerei di linea, dopo i primi interrogatori si scoprirono dei collegamenti tra il Moussaoui e vari esponenti di spicco di cellule terroristiche tra cui Ramizi Bin al-Shibh19. Di questo non furono mai informati i Comandi Centrali.

- Durante il periodo di permanenza negli Stati Uniti d’America i dirottatori ebbero contatti con elementi già sotto la sorveglianza dell’FBI.

La politica Statunitense nei confronti di al-Qaida ha commesso grandi errori che hanno permesso la buona riuscita degli attacchi.

Forse il più importante fu quello di aver sottovalutato il problema del cosiddetto “Santuario del Terrorismo”.

In Afghanistan, fuori dalla portata degli Stati Uniti d’America e dei suoi Alleati, al-Qaida ebbe la possibilità di costruirsi un esercito di radicalisti Islamici. Richard Clarke20, “Senior Counterterrorism Official” per le amministrazioni dei Presidenti Clinton e Bush, affermò con sgomento, sulla questione dell’11 Settembre, che gli USA avevano osservato in silenzio il proliferarsi di grandi basi di al-Qaida, dove i jihadisti si addestravano al compimento di azioni terroristiche21. Inoltre al-Quaida, godette di un clima favorevole al suo proliferare garantito dagli Stati del Pakistan e dall’Arabia Saudita, dove nel primo, l’organizzazione installò basi per l’addestramento dei suoi “fedeli”, mentre dal secondo percepiva ingenti sovvenzioni economiche.

Prima dell’11 Settembre, il Governo degli Stati Uniti d’America, non aveva alcuna politica di controterrorismo contro gli stati pocanzi menzionati, anche se entrambi sarebbero stati importanti per la lotta USA contro al-Qaida. Il Pakistan supportava la causa Talebana22 e

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Zakariyyā Moussaoui (Saint-Jean-de-Luz, 30 maggio 1968), è un terrorista francese, di origine marocchina, imputato di cospirazione, al fine di uccidere cittadini statunitensi come parte dell'attentato terroristico dell'11 settembre 2001. Al termine di un procedimento giudiziario, Zakariyyā Mūsawī è stato condannato al carcere a vita da un tribunale e rinchiuso nel carcere federale ADX[1] a Florence (Colorado).

Durante il processo, Zakariyyā Moussaoui inizialmente asserì di non essere coinvolto negli Attentati dell'11 settembre ma che egli aveva pianificato attacchi agli Stati Uniti per suo proprio conto.

19 Ramzi bin al-Shibh è un terrorista yemenita. È stato uno dei tesorieri di al-Qaida e si è occupato in

particolare del finanziamento degli attentati dell’ 11 Settembre 2001, venne arrestato a Karachi, Pakistan, nel 2002.

20 Richard Clarke è stato un analista del Ministero della Difesa USA e “Coordinatore Nazionale per la

sicurezza e la protezione delle infrastrutture da attività terroristiche US” dal 1992 al 2003.

21

U.S. Senate Select Committee on Intelligence “Finding of the final report of the Senate Committee on Intelligence and the House Permanent Select Committee on Intelligence Joint Inquiry into the Terrorist Attacks of September 11”, 2004

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Sviluppatisi come movimento politico e militare per la difesa dell’Afghanistan nella guerriglia successiva al crollo del regime Sovietico, i Talebani si resero noti per essersi fatti portatori dell’ideale politico-religioso in

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utilizzava i combattenti jihadisti nella sua campagna contro l’India in Kashmir23 . L’Arabia Saudita non era direttamente connessa con l’Organizzazione Terroristica, ma assisteva non ostacolando il cospicuo sovvenzionamento economico che veniva elargito dai propri cittadini facoltosi verso i gruppi jihadisti.

È chiaro che parte delle ragioni della mancanza sul piano Tattico dipesero dal fatto che la comunità Intelligence e le altre istituzioni incaricate non raccolsero e non diedero adito agli allarmi che provenivano dal piano strategico e non andando quindi a rafforzare tutte quelle abilità peculiari dell’Intelligence nel collezionare, analizzare e disseminare l’informazione. Inoltre, alcune istituzioni, incluse le Forze Armate degli Stati Uniti d’America, non abbracciarono la missione del Controterrorismo nonostante gli alti livelli di allarme Strategico.

Come già fatto per le agenzie della CIA e FBI di seguito verranno analizzati alcuni dei problemi cruciali relativi ad errori strategico/tattico effettuati in ambito Forze Armate U.S.. I Policy Makers si rivolsero da subito alle Forze Armate per fronteggiare la questione al-Qaida. Gli Stati Maggiori delle Forze Armate USA risposero alla chiamata con delicate operazioni condotte con Unità di Forze Speciali contro al-Qaida , al fine di evitare un piano d’invasione in nazioni come l’Afghanistan, Iraq, Sudan e Qatar.

Molti rappresentarono la loro preoccupazione su questa metodologia, ritenuta inappropriata, di un uso limitato della forza contro al-Qaida.

Il Generale Henry Shelton, presidente del “Joint Chief of Staff”24, credeva che avviare delle missioni nei territori in questione, anche con il solo impiego delle Forze Speciali, sarebbe stato fallimentare finché l’Intelligence non fosse riuscita a fornire un adeguato

grado di recuperare tutto il portato culturale, sociale, giuridico ed economico dell’Islam per costruire un Emirato.

23 La questione del Kashmir affonda le sue origini in età coloniale e può datare il suo reale inizio nel 1947

con la fine della dominazione britannica. Il Pakistan da subito rivendicò il diritto di annettere lo stato del Kashmir in quanto composto prevalentemente da popolazione di religione mussulmana, fondando la propria posizione sulla “teoria delle due nazioni”. Elaborata dal Leader del maggior partito mussulmano dell’India britannica, Muhammed Ali Jinnah, tale teoria postulava che gli indù e i mussulmani dell’Asia meridionale costituissero due nazioni distinte.

24 Il JOINT CHIEFS OF STAFF è un organo che riunisce i capi di stato maggiore di ciascun ramo delle forze

armate statunitensi (US Army, US Navy, US Air Force, US Marine Corps). Al suo vertice è posto il capo degli stati maggiori riuniti. Dopo la riorganizzazione delle forze armate secondo il Goldwater-Nichols Act, avvenuta nel 1986, gli stati maggiori riuniti non ebbero più il comando operativo delle forze armate statunitensi. Le responsabilità per condurre operazioni militari andavano dal presidente degli Stati Uniti e dal segretario della difesa direttamente ai capi dei comandi combattenti unificati (Unified Combatant Command), aggirando completamente lo stato maggiore congiunto. Oggi la sua principale funzione sta nell'assicurare la prontezza dei loro rispettivi servizi militari. Un'altra responsabilità dello stato maggiore congiunto consiste nella consulenza al presidente degli Stati Uniti e al segretario della difesa. In questo stretto ruolo consultivo, lo stato maggiore congiunto costituisce il secondo organo deliberativo per la politica militare, dopo il Consiglio per la sicurezza nazionale.

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flusso di informazioni ed a trovare sicure basi di operazioni. Nella sua visione, ogni missione militare avrebbe dovuto coinvolgere migliaia di soldati oppure si sarebbe tramutata in un disastro operativo come la sfortunata “hostage rescue mission- Desert One” del 198025.

Secondo il Generale Shelton, quindi, i militari avevano un ruolo nel controterrorismo, ma l’uso limitato della forza sarebbe stato a suo avviso un deterrente di scarso risultato ed avrebbe aumentato gli attriti con le Nazioni Alleate senza ridurre le capacità operative delle Organizzazioni Terroristiche.

Per concludere, il quadro ci ha mostrato vari organismi di sicurezza, ognuna con proprie procedure e capacità, tutte accomunate dalla non interoperabilità e dalla scarsa capacità di scambiare informazioni, che a posteriori si sarebbero rilevate di importanza cruciale al fine di evitare o cercare di evitare i tragici eventi dell’11 Settembre.26

25 L’operazione nota come “Eagle Claw”, fu una missione militare segreta organizzata per salvare i cinquantadue ostaggi Statunitensi tenuti prigionieri nell’ambasciata USA di Teheran. Avviata il 24 Aprile 1980, la missione fu un fallimento così clamoroso che spinse i vertici statunitensi a creare dei Comandi “Joint” al fine di evitare incomprensioni nella gestione congiunta delle missioni tra Forze Armate. A causa del fallimento dell’operazione gli ostaggi vennero liberati dopo 444 giorni di prigionia solo dopo lunghe trattative diplomatiche ed avvenne il 20 Gennaio 1981.

26

Per una ricostruzione storiografica approfondita sull’11 Settembre consultare pag 355 di “Dagli Imperi Militari agli Imperi Tecnologici, la Politica Internazionale dal XX Secolo a oggi” di Ennio Di Nolfo, edizioni Laterza.

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4. STRATEGIA DELL’INTELLIGENCE NELLA GUERRA AL

TERRORISMO ISLAMICO

Gli eventi dell’11 Settembre hanno rappresentato un momento di riflessione sul corretto funzionamento delle Agenzie di Sicurezza Internazionali e sul modo di condurre attività di Intelligence.

Sebbene la Guerra Fredda fosse finita quindici anni prima, le Agenzie di Intelligence Americane, non avevano ancora modificato le loro modalità di funzionamento e di analisi nei confronti delle nuove realtà.

È stato sempre un punto di orgoglio per gli Stati Uniti d’America pensare di essere lo stato occidentale con le migliori Agenzie d’Intelligence; questa convinzione a seguito dei famosi attacchi veniva meno.

L’incapacità del Presidente dell’FBI di portare a termine la propria missione di sicurezza domestica, si contrapponeva al pensiero universalmente approvato che l’intelligence si occupasse esclusivamente di problematiche esterne al paese.

Agli inizi della Guerra Fredda, l’allora Direttore dell’FBI J. Edgar Hoover, era arrivato ad una discreta collaborazione con la comunità d’Intelligence, ma nel 1972, dopo le sue dimissioni, il Congresso decise di allontanare l’FBI dalle Agenzie d’Intelligence. Questo evento ha prodotto effetti psicologici ed operativi.

Per molti Stati, alcuni dei quali non particolarmente democratici, la “foreign Intelligence” è considerata un’estensione degli affari domestici. Nell’ultimo secolo i più efficienti servizi segreti erano delle agenzie di polizia segreta con il permesso di operare al di fuori dei confini Nazionali.

Sono degli esempi il KGB27 nell’Unione Sovietica, lo STASI28 della Germania dell’EST e la DIRECCION DE INTELIGENCIA29 di Fidel Castro.

27

KGB Sigla di Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti “Comitato per la sicurezza dello Stato”, fu il supremo organo di sicurezza dell’URSS, costituito nel 1954 in sostituzione dell’NKVD, erede a sua volta della GPU e della Ceka. Dipendente dal Consiglio dei ministri, tra i suoi compiti vi erano il controspionaggio, all’interno e all’estero, e la formazione del personale; da esso dipendevano i servizi di sicurezza delle repubbliche sovietiche. Fu sciolto l’11 ottobre 1991.

28 STASI è l'acronimo di Ministerium für Staatssicherheit, "Ministero per la Sicurezza di Stato", era la

principale organizzazione di sicurezza e spionaggio della Germania Est (RDT). Rimase famosa per avere arruolato numerosi tedeschi dell'Est per il controllo delle attività dei propri concittadini, in modo da poter impedire il sorgere di moti contro il governo autoritario della Germania Est.

29

La “Dirección de Inteligencia” (DI), è la principale agenzia di intelligence statale del governo di Cuba. Il DI è stato fondato alla fine del 1961 dal Ministero degli Interni di Cuba poco dopo la rivoluzione cubana. Il DI è responsabile di tutta la raccolta di informazioni straniere e comprende sei divisioni suddivise in due

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Il sistema d’Intelligence Sovietico,con la sua flotta di satelliti, deve il suo successo, in gran parte, alla sua ben levigata mentalità di cospirazione, che fu il prodotto della cultura della polizia segreta intenta nella difesa del paese da possibili nemici.

Prima di riflettere su problemi legati a procedure d’intelligence, è doveroso porre attenzione alla “nuova minaccia Islamica”.

Prima cosa per capire la minaccia che ha portato il lancio dei nuovi movimenti islamici, da al-Qaeda fino alla proclamazione unilaterale nel Giugno del 2014 dello Stato Islamico, localizzato geograficamente in una fascia di territorio compresa tra Siria nord-orientale e Iraq occidentale, con a capo il Jihadista salafita Abu Bakr al-Baghdadi, è comprendere il movimento politico teologico del Salafismo.

Apparso alla fine del diciannovesimo secolo in nord Africa, il Salafismo, è una variante neo-ortodossa dell’Islam, che si prefigge come scopo quello di ricreare le condizioni socio-culturali in cui visse ed agì Maometto.

Al di là di questo, l’aspetto teoretico del Salafismo è, pertanto, quello di un ritorno alle origini, la volontà di dar vita ad una nuova interpretazione autentica (ijtihad30) del corano e della traduzione etico-giuridica (sunna31). Il movimento, anti-occidentale e apparentemente tradizionalista, in realtà può essere considerato un tentativo di modernizzazione dell’Islam. I primi segnali evidenti e ufficiali del mutamento ideologico e strategico del Salafismo, da movimento riformista a fondamentalista, possono essere riscontrati verso gli anni trenta del XX Secolo in Tunisia. “The Encyclopaedia of Islam32” sottolineava le espressioni di

questo nuovo corso in diversi settori della società Tunisina, dove si stava riorganizzando la Scuola e la Stampa con spirito wahabita. Marcatamente insensibile al tradizionale retaggio culturale islamico di quel tempo, il nuovo movimento condannava i malesseri sociali

categorie, che sono le Divisioni Operative e le Divisioni di Supporto. Manuel "Redbeard" Piñeiro è stato il primo direttore del DI nel 1961 e il suo mandato durò fino al 1964. Successivamente alla direzione arrivò il Generale Gesù Bermudez Cutiño. L'attuale capo del DI è Brig. Gen. Eduardo Delgado Rodriguez. Il numero totale di persone che lavorano per il DI è di circa 15.000.

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“Ijtihad” è un termine legale islamico dello Sciismo che indica il diritto di promulgare una “fatwa” (responsa del diritto romano), che diventava subito operativa come legge, basandosi su un’interpretazione indipendente da parte di religiosi autorizzati. La parola viene utilizzata per indicare l’esercizio individuale di elaborazione normativa operato a partire dalle fonti scritturali.

31

“Sunna” in arabo consuetudine, modo abituale di comportarsi, tradizione, viene riferita alla consuetudine di Maometto nelle varie circostanze della vita, che , salvo casi eccezionali, ha valore di norma per i credenti ed è proposta loro come esempio da imitare.

32

“The Encyclopaedia of Islam” è un’enciclopedia tematica su ampio spettro di aspetti della cultura islamica e della storia dell’Islam. La prima edizione risale al 1938, pubblicata in lingua inglese, francese, tedesca e turca. Nel 1953 con il titolo “shorter encyclipaedia of Islam”, venne pubblicata una seconda versione ridotta, dove venivano sviscerati i settori della Legge e della Religione Islamica. Infine nel 2005 venne pubblicata l’ultima edizione dalla casa editrice olandese Brill Academic Publishers.

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importati dall’Occidente e ostacolava le missioni cristiane e le organizzazioni come la “Khalduniyya”.

In Egitto, la trasformazione del Salafismo avvenne nello stesso periodo, con l’avvento della “Neo-Salafiyya”, nacquero la “Jam iyyat al-Shubban al-muslimin (Organizzazione dei Giovani Mussulmani) e la Fratellanza Mussulmana, che non si rivolgono più a minoranze colte, in qualche modo sensibili alla cultura occidentale, ma alle masse, impegnandosi in una profonda e capillare opera di “richiamo” (da ‘wah) all’Islam, cioè di riavvicinamento alla fede e alle pratiche ortodosse dell’Islam.

Frutto di un movimento sorto nell’Ottocento, i Fratelli Musulmani, sono l’organizzazione islamica più antica e più vasta dell’Egitto e hanno dato origine a gruppi estremisti in tutto il mondo arabo33. Oggi sono un punto di riferimento per numerose società e fratellanze fondamentaliste sunnite34 e sufi35, ma anche sciite36 radicali. Ufficialmente, sono attivi in Medio Oriente dal 1928: sarebbero nati come reazione all’abolizione del califfato da parte del riformatore turco Kemal Ataturk37 nel 1924. Sorsero però tra i culti islamici patrocinati dagli Inglesi, tra cui figuravano società segrete sufi e gruppi come i bahai38.

La frammentazione del Medio Oriente risponde al Piano Bernard Lewis, così chiamato in onore dell’orientalista dell’Università di Oxford che collaborava strettamente con i servizi segreti britannici e israeliani. Secondo i britannici, la decadenza, il crollo e il successivo soggiogamento alle potenze imperialistiche del mondo islamico, era da ricercare nei presunti difetti dei culti preislamici presenti in quelle regioni, da questo il loro appoggio alla nascita di culti salafiti.

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“The Roots of the Brotherhood” – executive intelligence review – Robert Dreyfuss 1980

34

I Sunniti sono seguaci ortodossi dell’islamismo, di cui costituiscono la maggioranza, essi riconoscono la validità della Sunna e si ritengono gli eredi della giusta interpretazione del Corano.

35

Il Sufismo nell’Islam, è una dottrina e disciplina di perfezionamento spirituale. Si presenta come un insieme di metodi e dottrine che tendono all’approfondimento interiore dei dati religiosi, per preservare la comunità dal rischio di un irrigidimento della fede e di un letteralismo arido e legalistico.

36 Gli Sciiti sono una minoranza dei culti islamici, circa il 15% e prendono questo nome dall’arabo shi’at Ali

(fazione di Alì) cugino di Maometto. La loro origine risale alla morte del profeta Maometto che, secondo gli sciiti, avrebbe designato come successore Alì, in quanto apparteneva alla sua stessa famiglia. Gli studiosi distinguono tra uno sciismo politico e uno sciismo religioso rappresentato dagli alidi, che negli anni si sono fusi. Gli sciiti si dividono in tre nuclei: zayditi, ismailiti e imamiti.

37

Atatürk Kemal (prima del 1934 Muṣṭafà Kemāl), fu un generale e statista turco (Salonicco 1880 - Istanbul 1938). Dopo la fine della prima guerra mondiale organizzò la lotta per l'indipendenza e l'unità nazionale della Turchia. Respinta l'invasione greca (1920-22), diede il via a una serie di rivoluzionarie riforme costituzionali, quali l'abolizione del sultanato ottomano, del califfato e del diritto canonico islamico, la proclamazione della repubblica, la laicizzazione dello Stato. La sua ventennale azione di governo creò la nuova Turchia repubblicana, di cui fu il primo presidente.

38

La fede Bahai è una religione abramitica monoteista nata in Iran durante la metà del XIX secolo, i cui membri seguono gli insegnamenti di Baha u llah (1817-1892).

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A partire dalla seconda metà del XX secolo, il Salafismo verrà frequentemente associato alle espressioni più radicali del fondamentalismo islamico. Così dagli anni ’70, vi si richiamano infatti esplicitamente numerosi gruppi estremisti, come il “Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento”, sorto negli anni ’90 in Algeria, e moltissime milizie jihadiste vicine ad al-Qaeda.

I gruppi integralisti e il loro convergere verso il fondamentalismo rappresentano una minaccia per i governi nazionali in molte regioni del mondo afflitte da tensioni.

Poniamo l’attenzione su al-Qaeda. Fin dall’inizio, al-Qaeda è stato frainteso dalla comunità Intelligence internazionale. Non fu mai quell’entità auto-sufficiente che si era proclamata di essere. In verità fin dalla sua comparsa nella metà degli anni ’80, durante la jihad Afghana, ebbe molte relazioni con varie agenzie d’Intelligence straniere. Durante la Campagna Afghana con l’Arabia Saudita e il Pakistan e dal 1990 con il Sudan, Iraq e Iran. È noto che prima della prima guerra del Golfo c’erano dei collegamenti tra Saddam e al-Qaeda, così come tra Bin Laden e i servizi segreti Iraniani.

Già dal 1996 si hanno tracce di cooperazioni tattiche tra i Pasdaran39 e le milizie controllate da Bin Laden40. Tale alleanza arrivò al controllo di vari gruppi terroristici come Hezbollah41. 42

39

Pasdaran “guardiani della rivoluzione iraniana”, sono un corpo paramilitare islamico organizzatosi in milizia per la difesa e il sostegno delle istituzioni rivoluzionarie in Iran, nella repubblica proclamata dall’ ayatollah R Khomeini dopo la caduta dello scia Rida Pahlavi nel 1979.

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Il ruolo chiave dello “Sceicco del Terrore” non può essere colto se non si evidenzia il collegamento tra bin Laden e l’oligarchia saudita. Il padre, Mohammed bin Laden, imprenditore per la famiglia reale saudita, tra gli anni ’30, sotto il regno di Abdulaziz, e gli anni ’60, sotto re Faysal, si aggiudico quasi tutti i più importanti interventi edilizi in Arabia Saudita tra i quali quelli dei santuari della Mecca e di Medina nonché il rifacimento della Cupola della Roccia di Gerusalemme. Per questi ed altri meriti Mohammed fu nominato ministro ed ottenne il titolo di sceicco. Quando morì ne 1967, i suoi figli diventarono miliardari ed entrarono automaticamente membri dell’èlite saudita. Un decennio dopo, quando l’Arabia Saudita scese in campo accanto alla Gran Bretagna, Stati Uniti e altri Paesi per la guerra dei mujaheddin contro i sovietici in Afghanistan, la monarchia saudita pensò di porre un princie in quelle operazioni belliche. Poiché nessun membro della casa reale accettò quel ruolo, la scelta cadde su Osama bin Laden. Osama si era messo in luce grazie all’operato del cugino Salem bin Laden, appartenente al Club 1001 del principe Filippo d’Inghilterra, il braccio finanziario del WWF. Nel 1979, Salem era socio in affari di George W. Bush, tramite l’impresa di famiglia Zapata Oil and Arbusto Ltd. Allo scoppio della della guerra in Afghanistan era una figura di spicco della “Bank of Credit and Commerce International” (BCCI). Nel corso degli anni Novanta Osama fu libero di muoversi tra Pakistan, Afghanistan, Sudan ed Inghilterra. Circa quaranta fra banche, imprese e singoli individui inglesi erano legati alla rete dei bin Laden, tra cui organizzazioni di Londra, Oxford, Cheltenham, Cambridge e Leeds.

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Hezbollah è un movimento e partito islamico sciita, nato in Libano dopo l’invasione israeliana del 1982. Filoiraniano e appoggiato dalla Siria, si rese responsabile di numerose e cruente azioni terroristiche. Il suo radicalismo nella società proseguì anche dopo il ritiro dalla fascia di sicurezza di Israele nel 200, con cui continuò a scontrarsi nelle zone di confine.

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Sebbene al-Qaeda non permise di essere totalmente controllata dai servizi Segreti, la sua storia è caratterizzata da un modello di partnership con questi ultimi che ne hanno rafforzato la sua capacità di recupero e la sua lealtà.

Tuttavia non fu al-Qaeda l’unico nemico delle agenzie internazionali di Sicurezza, ma la “globale insurrezione islamica” che al-Qaeda seppe con cura manipolare ed addestrare. L’estendersi del conflitto in Iraq da parte degli Stati Uniti, fece aumentare il fervore ideologico dei predicatori del Salafismo e dei combattenti islamici nel mondo.

Si iniziarono ad osservare dei cambiamenti nei profili dei mujahideen e nelle loro motivazioni. Prima dell’11 Settembre l’ideale combattente per la causa islamica era da ricercare nella classe media della popolazione, proveniente dai paesi Arabi ricchi. Oggi, come viene riportato dallo studio di Marc Sageman43, “Understanding Terrors Networks” del 2004, il “target” è cambiato e la nuova generazione di combattenti è giovane, poco educata e proveniente dalla fascia povera della popolazione.

Nel 2009 Abu al Baghdadi44 veniva rilasciato da Camp Bucca, un centro di detenzione gestito dagli americani in Iraq. Non è chiaro il motivo per cui al Baghdadi poté godere dell’amnistia insieme a migliaia di altri detenuti, ma probabilmente il governo iracheno, non disponendo delle risorse necessarie per mantenere il centro, sgomberò Camp Bucca nel 2010, poco prima che le truppe americane abbandonassero l’Iraq. Nella primavera del 2014 Abu al Baghdadi si proclamò califfo dello Stato Islamico e arrivò a questi risultati “indossando i panni” del suo predecessore: il Giordano Abu Musab Zarqawi45

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43Marc Sageman è un “Senior Fellow” presso il Centro per lo Studio del Terrorismo dell'Istituto di Ricerca di

Politica Estera USA e fondatore di Sageman Consulting, LLC. Ha lavorato per i Servizi Segreti USA (CIA) per anni e per il dipartimento di Polizia di New York. È stato consulente speciale del vice capo di Stato Maggiore dell'Esercito americano, per l’Intelligence. Nell'autunno del 2012, è stato “ISAF Political Scientist” in Afghanistan.

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Abu al Baghdadi il cui vero nome è Ibrahim Awed Ibrahim Ali al-Badri al-Samarrai nacque a Samarra, in Iraq, nel 1971. Consegue un dottorato in studi islamici e frequenta la moschea di Tobchi, un quartiere povero della capitale irachena dove convivono sciiti e sunniti. Tra il 1996 e il 2000 vive in Afghanistan. Nel 2009, quando la prigione di Camp Bucca chiude, al-Baghdadi viene rilasciato.

Quando il 18 aprile del 2010 l’allora capo dello Stato islamico dell’Iraq, Abu Omar al-Baghdadi, venne ucciso, i vertici dell’organizzazione lo nominarono responsabile del gruppo. Il 16 maggio 2010 Abu Bakr al-Baghdadi annunciò la sua alleanza con al Qaeda, guidata da Ayman al Zawahiri, medico egiziano subentrato alla morte di Osama bin Laden. Con l’inasprirsi della guerra siriana e con il ritiro di gran parte delle truppe di Bashar al-Assad dal nord e dall’est della Siria, gli uomini di Baghdadi conquistarono facilmente Raqqa e poi Mosul tra il 2013 e il 2014.

Nel 2016 una coalizione internazionale a guida statunitense lanciò due distinte offensive per riprendere il controllo delle città di Mosul e Raqqa, rispettivamente le roccaforti dell’Isis in Iraq e in Siria. Di al-Baghdadi non si ebbe traccia, anche se più volte vennero diffuse notizie non confermate sulla sua presunta uccisione o ferimento.

45 Abu Mus‘ab al-Zarqawi (30 ottobre 1966 – Hibhib, 7 giugno 2006) è stato un terrorista takfirista giordano.

Fu affiliato ad al-Qaida di Osama bin Laden, e capo del gruppo Ansār al-Islām basato in Iraq.

Al-Zarqāwī ha probabilmente partecipato ad azioni violente contro i militari statunitensi in Iraq contro un diplomatico USA in Giordania.

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28

La prima volta che le autorità Statunitensi sentirono parlare del giordano fu verso la fine del 2001, dopo l’11 Settembre; ad informarle furono i Servizi Segreti Curdi.

I Curdi sostenevano che al-Qaeda aveva aperto una nuova base a Bajara, nel Kurdistan iracheno, gestita da una nuova organizzazione jihadista, l’Ansar al Islam. Nel 2001 il Jund al Islam, un gruppo di Giordani della città di al Salt che aveva conosciuto al Zarqawi al tempo della sua detenzione in Giordania e che si era mantenuto in contatto con lui, era confluito nell’Ansar al Islam.46

Senza disporre di nessuna prova i Servizi segreti Curdi si servirono di questa alleanza per collegare al Zarqawi ad al-Qaeda. Al Zarqawi fu individuato come tramite tra due gruppi in virtù dei suoi contatti personali con i giordani e del suo campo di addestramento afghano a Herat, situato vicino a uno dei punti d’ingresso dei jihadisti in Afghanistan.

Quando la notizia raggiunse i servizi segreti USA, che non avevano conoscenza della storia di al Zarqawi, presero le informazioni dai giordani. Si pensa che fu proprio in questo momento che i “policy Makers” ed i Servizi USA pensarono di costruire attorno a questo personaggio una storia mitologica che potesse in qualche modo giustificare un legame tra al-Qaeda e Saddam Hussein.

Indagini congiunte condotte dalle autorità americane e giordane iniziarono ad accusare al Zarqawi di essere stato l’ideatore di un complotto, poi sventato, in Giordania; nel 2001 dell’assassinio di un cittadino israeliano, Yitzhak Smir, e nel 2002 del diplomatico americano Lawrence Foley: due operazioni che erano state rivendicate da una sconosciuta organizzazione armata “gli Onorevoli di Giordania”. A tali affermazioni non vennero mai affiancate prove certe dei fatti e nel 2004, dopo la condanna a morte di al Zarqawi, “Gli Onorevoli di Giordania” inviarono una dichiarazione che scagionava ogni coinvolgimento del condannato.47

Al Zarqawi era però fondamentale per le politiche britanniche e Statunitensi, che dal 2001 cercavano di giustificare il loro intervento preventivo in Iraq provando un qualsiasi collegamento tra al-Qaeda e Saddam e tale giunzione fu trovata proprio in al Zarqawi. La riuscita della creazione del “superterrorista” si basa in due fattori: da un lato la forza dei media, che diffusero in tutto il mondo il messaggio pronunciato da Colin Powell al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, nel quale si rappresentava al Zarqawi come un superterrorista; e dall’altro lato la volontà degli occidentali di credere a quanto affermato senza alcuna prova documentale.

46

Juan Sanchez, “Terrorism and its effects”, 2007

47

www.assabeel.net 2014, citato nel libro “Secret Intelligence: a Reader” di Andrew, Aldrich e Wark, edizione Routledge, pag 281.

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