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2. IL SERVIZIO DI DISTRIBUZIONE DEL GAS IN ITALIA

2.3 La concorrenza nella distribuzione

Il processo di liberalizzazione cha ha coinvolto il segmento della distribuzione nel nostro paese, ha avuto fin dall’inizio l’obiettivo ultimo dell’efficientamento del mercato

97 Iaricci G.P., Istituzioni di diritto pubblico 2014

98 Mulazzani M., I servizi pubblici locali di distribuzione del gas, Milano 2006

99 http://www.comune.torino.it/consiglio/norme/D.Lgs._267_2000_aggiornato_al_9_gennaio_2015.pdf 100 Dlsg 18 agosto 2000 art. 133

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attraverso la riduzione del numero di operatori, l’adozione di un modello gestionale di tipo privatistico e l’introduzione di gare per l’affidamento delle concessioni. 102

La concorrenza vera è quella concentrata sul controllo delle reti perché permette di indirizzare il mercato e i prezzi di trasporto sulle reti modificano le condizioni della concorrenza.

Come accennato all’inizio del capitolo il servizio di distribuzione è subordinato all’autorizzazione da parte degli enti locali in seguito ad una gara pubblica, inoltre svolgono attività di indirizzo, di vigilanza, di programmazione e di controllo sulle attività di distribuzione, ed i loro rapporti con il gestore del servizio sono regolati da appositi contratti di servizio103. Con l’obiettivo di semplificare e uniformare i criteri delle gare è stato introdotto il concetto di ambito territoriale minimo. Per Atm si intende il bacino di enti comunali italiani interessato da un singolo gestore della rete di distribuzione del gas. L'aggiudicazione delle nuove concessioni in via aggregata per Atm è quello di garantire uno sviluppo efficiente del servizio di distribuzione e di riduzione dei costi di gestione104.I criteri con il quale possono essere riconosciuti gli ATM possono essere riassunti come:105

• Individuazione della dimensione ottimale, identificata con la soglie entro il quale si riscontrano significative economie di scala 300.000 clienti finali circa. Questo parametro è riferito ai costi complessivi, ivi compresi quelli centralizzati; considerando solo i costi di gestione tecnica delle reti, il parametro si abbassa a 100.000 clienti.

• Scelta delle Province come dimensione amministrativa di riferimento, salvo individuare più ambiti sub-provinciali ove nella provincia ci siano più di 300.000 clienti finali.

Infine l’ambito non può essere inferiore al territorio comunale, non può essere composto da più di 50 Comuni e i territori serviti da un unico impianto o da più impianti interconnessi devono far parte dello stesso ambito-106

Secondo le stime REF sono stati individuati 177 bacini di gara, e come previsto dalle normative vigenti, a partire dal mese di luglio 2015, sono incominciate i bandi per le gare dei 177 ambiti territoriali (ATEM) in cui è stato diviso il territorio nazionale.

102 D’ascenzi M, Concorrenza e incentivi alle aggregazioni, in Management delle utilities 103 Art 14 164/2000

104 Il sole 24 ore, - ATM 2011 105D.m 19/2011

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Anche la Toscana (11 Ambiti) sarà interessata a breve, anzi in parte lo è già stata (gara di Prato), dallo svolgimento delle gare per l’assegnazione del servizio di distribuzione.107

Per quanto riguarda i territori non ancora metanizzati, la futura gestione del servizio spetta di diritto al soggetto vincitore della gara relativa al pertinente ambito108.

Da un punto di vista della struttura societaria, le medio-grandi aziende con oltre 500.000 clienti e quelle con un numero compreso tra 100.000 e 500.000 distribuiscono l’80% circa del volume totale di gas distribuito in Italia

Il restante della domanda è coperta dai piccoli operatori che coprono quella dei piccoli comuni che sono molto numerosi. Su un totale di 114 di piccole aziende che distribuiscono gas a un solo comune, cinquantatre sono privati, e su un totale di centoventi che coprono una pluralità di comuni con un numero che non supera i 20.000 abitanti, settantaquattro sono a maggioranza di capitale privato. Dai dati possiamo ricavare che risulta evidente che le dimensioni degli operatori diffusi sul territorio italiano dipendono dalle politiche nazionali, dalle politiche regionali e dal ruolo svolto in prima fila da operatori locali come gestori diretti del servizio. Si può notare come i primi venti gruppi distribuiscono circa l’80% dei volumi e servendo i 2/3 dei comuni metanizzati sono presenti in 81 province sulle 99 metanizzate in Italia. I primi venti operatori sono diffusi in più di una regione, ma solo i primi due hanno una presenza nazionale. Cinque tra i primi venti si presentano come gruppi integrati verticalmente, cioè sono parte di gruppi energetici impegnati anche in attività di generazione109. Si può notare che nonostante l’apertura del mercato questo segmento si presenta come il meno attivo di tutta la filiera se si considera la distribuzione secondaria: In primo luogo perché nessuno oltre il leader oltrepassa la percentuale del 10% dei volumi venduti e in secondo luogo a causa del basso tasso di riconversione.

Eni attraverso Italgas, controllata da Snam, detiene 1/3 del mercato della distribuzione in Italia con più di sette milioni di clienti. È il primo operatore in tredici regioni (principalmente al sud) sulle diciannove servite e primo operatore in quarantuno province (figura 6)110. Eni è presente in tutte le regioni con quote modeste solo in Emilia Romagna, Lombardia, Trentino e Veneto, Enel Rete Gas è assente solo in due

107Fonte: Cgil Toscana - Ufficio stampa

108 Ferla S.,-. Il servizio pubblico di distribuzione del gas naturale 2015

109Osservatorio Energia, Quaderni di ricerca REF n. 56/ Novembre 2009, La riorganizzazione della

distribuzione gas. Ricerche per l’Economia e la finanza

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regioni, ma con quote superiori al 20% solo in Basilicata, Puglia e Abruzzo. Un caso strano è quello di Edison; la società è presente su tutto il territorio nazionale, ma non è né primo né secondo operatore in nessuna provincia.

Figura 6 Presenza Italgas in Italia

L'Italia è suddivisa territorialmente in 110 province, di cui 107 sono enti amministrativi di secondo livello (comprese le 10 città metropolitane), più le province autonome di Trento e di Bolzano (a statuto speciale) e la provincia di Aosta111

In trentotto province la quota di clienti metanizzati serviti dai primi due operatori è tra il 60 e l’80% della popolazione metanizzata, che corrisponde al 25% della popolazione nazionale, al 20% dei clienti e al 22% del gas distribuito. In ventisei province il primo

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operatore ha portata nazionale e internazionale e nella metà dei casi si confrontano come secondi operatori. Nei bacini di dimensione inferiore alla soglia dei 100.000 clienti, il primo operatore ha valenza nazionale e si può notare come la differenza tra i primi due operatori è minore rispetto alla prima categoria facendo pensare così una competizione tra operatori di dimensioni più piccole più frequente. Il numero di distributori che serve un solo comune o più comuni di piccole dimensioni è elevato (69 imprese servono aree con meno di 5.000 abitanti). I fenomeni di aggregazione prima delle gare sono fondamentali soprattutto in questi casi. 112

Le ultime 23 province corrispondo al 21% della popolazione metanizzata, e al 25% dei clienti e del gas distribuito. I primi due gestori servono il 50% circa della popolazione di ciascun ambito di dimensione superiore ai 100.000 clienti. La quota di mercato tra i primi tre operatori è simile in almeno in sei casi. Solo in cinque/sei casi il primo operatore ha una copertura solo regionale, nelle altre è dominante la presenza di Eni e di Enel Rete Gas rispettivamente primo e secondo operatore. In termini di quota di mercato è fondamentale definire le alleanze o le aggregazioni prima dello svolgimento delle gare. Queste sono le zone dove si definiscono la maggior parte degli accordi tra le società partecipanti alle gare pubbliche, consentendo così di mantenere autonomie gestionali.113

Quanto accade nel settore della distribuzione ha effetti rilevanti sulla concorrenza nella vendita ai clienti finali.