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3.1 LA CONDIZIONE ATTUALE ITALIANA E LE PROIEZIONI AL

A livello ambientale, nonché socio-economico, come si è visto nel capitolo precedente, non si parte da una situazione positiva: nello scorso decennio tutti gli indicatori energetici e quelli relativi alle emissioni climalteranti hanno mostrato un segno contrario alle speranze di un‟evoluzione verso una economia più efficiente e rinnovabile, e a ciò va aggiunta la crescita demografica che, come si è visto, è strettamente correlata alla crescita di domanda energetica.

Nello scorso decennio il consumo interno lordo di energia è cresciuto di oltre il 17% (quasi 30 Mtep, fonte “Ambiente Italia 2009”) e la quota di combustibili fossili è rimasta attorno al 93-95% dei consumi primari. Sono cresciuti sia il consumo sia il consumo di carbone (giunti ai massimi storici), mentre si è ridotto di circa 10 Mtep il consumo di prodotti petroliferi.

Le emissioni di CO2 sono aumentate solo nel periodo compreso tra il 1999 ed il

2005, di ben il 12% (del 4% negli ultimi cinque anni), con un incremento molto forte per la produzione dell‟energia e per i trasporti. Il consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili nell‟ultimo decennio è cresciuto di 3 Mtep, una quantità importante ma non sufficiente.

Negli ultimi cinque anni la produzione energetica da rinnovabili è aumentata in misura meno che proporzionale rispetto all‟incremento della richiesta energetica, con una contrazione della produzione idroelettrica ed un forte aumento solo dalla generazione da biomasse, biocombustibili e rifiuti. Segnali più incoraggianti

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emergono però negli ultimi anni, anche come effetto di specifiche politiche di incentivo, per esempio nel fotovoltaico.

L‟intensità energetica dell‟economia (espressa come rapporto tra consumi energetici primari e valore del prodotto interno lordo a prezzi costanti) mostra (vedi Figura 3.1) in Italia una sostanziale stabilità nel corso degli ultimi 15 anni, a fronte, invece, su scala europea, di un costante miglioramento dell‟intensità energetica. Il consumo per unità di Pil tra il 1991 ed il 2005 è infatti diminuito di circa il 14%, passando da 215 tep a 185 tep (un valore quindi inferiore alla media italiana).

Dietro questo riallineamento tra le prestazioni dell‟Italia e quelle dell‟Europa, si deve però osservare che, a differenza di quanto avviene nel nostro Paese, una significativa riduzione dell‟intensità energetica si registra sia in nazioni che quindici anni fa erano caratterizzate da intensità superiori all‟Italia, sia in paesi che già presentavano basse intensità energetiche, paragonabili o inferiori all‟Italia. Infatti, in Germania si è passati tra il 1991 ed il 2005 da 191 a 157 tep per unità di Pil (con una riduzione del 17.7 %) e in Danimarca da 156 a 114 tep (-27%) (fonte: “Ambiente Italia 2008”, vedi Figura 3.1).

Figura 3.1: riduzione percentuale dell’intensità energetica primaria italiana rispetto ad alcuni Paesi europei (Fonte: “Ambiente Italia 2009”)

0 5 10 15 20 25 30

Italia Europa Germania Danimarca

Riduzione percentuale Intensità Energetica Primaria

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L‟indice di efficienza energetica Odex (sviluppato all‟interno del progetto europeo Odyssee) che valuta l‟andamento dell‟efficienza energetica a livello aggregato eliminando l‟influenza dei cambiamenti strutturali, fornisce un‟informazione convergente.

L‟indice di efficienza energetica nel periodo 1990-2005 in Italia è risultato migliorato solo del 3.9% rispetto ad un miglioramento del 10.1% nella Ue: in particolare si registrano prestazioni negative nei settori dell‟industria, e in particolare dell‟industria tipica. Un miglioramento dell‟efficienza energetica inferiore alla media europea si riscontra anche nel settore residenziale e dei servizi e dei trasporti.

Questa è la situazione; e in tali condizioni, uno scenario “business as usual” (ossia di sostanziale prosecuzione della situazione attualmente vigente) non appare molto confortante.

In base alle stime elaborate dal Ministero dello Sviluppo Economico nel 2005 (le più recenti di fonte governativa), la crescita tendenziale dei consumi energetici (considerando l‟effetto di alcune politiche e una maggiore efficienza della produzione termoelettrica) al 2020 si dovrebbe collocare attorno al 1.4% annuo, assumendo un tasso reale di crescita dell‟economia pari al 1.65%.

Complessivamente, per il 2020 si stima un consumo interno lordo per usi energetici superiore del 25% al consumo attuale. Il consumo interno lordo di energia primaria al 2020 è stimato attorno ai 240 Mtep (vedi Tabella seguente).

Queste stime potrebbero essere riviste, ma lo scenario “business as usual” è credibilmente collocato intorno ad una crescita del 15-25%.

Fonte

2000

2005

2010

2015

2020

Solidi 12,9 17 15,9 15,1 14,1 Gas Naturale 57,4 70,2 76,1 86,2 97,2 Prodotti Petroliferi 82,4 75,3 75,1 77,9 81,4 Fonti Rinnovabili 12,9 13,5 18,1 20,6 24,1 Importazioni di energia elettrica 9,8 10,8 16,8 16,8 16,8 Totale energia primaria 175,4 186,8 202 216,6 233,6

Tabella 3.1: stime del consumo interno lordo italiano di energia (espresso in milioni di tep) – scenario tendenziale (Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico,

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Per affrontare questa complicata situazione, che in prospettiva potrebbe mettere in crisi il sistema energetico ed economico italiano, sono stati definiti alcuni “orientamenti” e piani d‟azione; il “quadro normativo” è stato analizzato nel Capitolo precedente, mentre in questo Capitolo saranno quindi presi in considerazione più in dettaglio gli strumenti proposti a livello italiano per affrontare, in ambito nazionale, le problematiche energetiche e ambientali sollevate nel Capitolo precedente.

In particolare, si farà riferimento ai provvedimenti e alle proposte avanzate dal governo in ambito di pianificazione energetica:

- “Piano d‟azione italiano per l‟efficienza energetica 2007” elaborato dal Ministero per lo Sviluppo Economico ed altri.

- Documento preliminare per le rinnovabili della Presidenza del Consiglio di settembre 2007.

Il Piano d‟azione italiano per l‟efficienza energetica prevede, al netto degli interventi nel settore coperto dall‟emission trading, una riduzione nel 2016 del 9.6% dei consumi finali in relazione ai consumi medi del periodo 2001-05, facendo quindi affidamento all‟incremento dell‟efficienza energetica e alla riduzione dei consumi connessa ad una maggiore sensibilità delle utenze finali.

Rispetto allo scenario tendenziale delineato, ciò corrisponde a una riduzione di circa il 6% del consumo interno lordo al 2016 ed è plausibile pensare che ben difficilmente le azioni individuate possano consentire di triplicare tale percentuale nei cinque anni successivi così da soddisfare l‟obiettivo europeo.

Il “Position Paper” della Presidenza del Consiglio dei ministri del settembre 2007 prevede al 2020 un potenziale massimo nazionale di rinnovabili per 104 TWh elettrici, 12 Mtep termini da fonti nazionali (in primo luogo biomasse) e 3.6 Mtep da importazioni di biocombustibili.

Questo potenziale, escludendo le importazioni, equivale al 13% del consumo di energia primaria (15% con le importazioni) e rispetto ai consumi stimati con le politiche di risparmio equivale al 16-18% (con e senza importazioni).

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3.2 - POLITICHE GOVERNATIVE PER