la Fondazione De bellat
CONFUSIONE E DISORIENTAMENTO
Sempre più diffusamente in Trentino l’interven- to fitoiatrico a base insetticida viene integrato con l’utilizzo di sostanze a base feromonale. La possibilità di utilizzare il feromone sessua- le di sintesi della carpocapsa (codlemone) per interrompere la comunicazione fra ♀ e ♂ e conseguentemente ridurre la probabilità di riproduzione della specie, ha ispirato diver- se strategie applicative che, pur utilizzando la stessa sostanza con lo stesso obiettivo, agisce in modo differente (Angeli et al. 1999 IOBC/WPRS Bull. 22 (9) 83-89; 2003 Inf. Fi- topat. 53 (9):45-50; 2003 L’Inf. Agrario 20:57- 60; 2005 IOBC/WPRS Bull. 28 (7) 367-373; 2007 Appl. Entomol. 131(5), 311-318; Ioriatti & Angeli 2002 IOBC/WPRS Bull. 25 (9): 129- 136; Molinari & Angeli 2009 Cydia: lepidotteri dannosi su pomacee e drupacee. Ed. L’Inf. Agrario).
Le tecniche di confusione sessuale e il diso- rientamento agiscono abbassando gradual- mente la popolazione della carpocapsa in un areale frutticolo. La tecnica, da realizzarsi su frutteti di almeno 10 ettari, si basa sulla distri- buzione prima dell’inizio dei voli di adeguate quantità di feromone, attraverso diverse mo- dalità; il metodo attualmente più diffuso sono i dispenser, erogatori che applicati manualmen- te sulla pianta rilasciano il feromone nel corso della stagione. Un’altra tecnica semiochimica è l’utilizzo del feromone spray, distribuito in miscela acquosa sulla chioma con l’ausilio dell’atomizzatore (Baldessari et al. 2008 L’inf. agrario 64, (20): 38-40). Dalla scorsa stagione, favorita da un importante attività sperimentale presso FEM è disponibile sul mercato il siste- ma Puffer, un dispositivo a meccanismo elet-
tronico temporizzato in grado di rilasciare dosi prestabilite di feromone, da un numero limita- to di erogatori (2-3/ha). Il feromone emesso si diffonde anche a lunga distanza e in parte viene intercettato dalla vegetazione, che a sua volta lo rilascia nell’ambiente.
Indipendentemente dalla strategia feromonale utilizzata, se la popolazione iniziale di carpo- capsa è medio-alta, il controllo dell’infestazio- ne prevede a inizio stagione l’applicazione del feromone sessuale abbinato a insetticidi ovici- di/ovolarvicidi o a preparati microbiologici (vi- rus della granulosi). L’utilizzo della confusione combinato con insetticidi abbattenti viene tal- volta eseguito anche in funzione della gestio- ne dei tortricidi ricamatori (capua, pandemis, eulia). Da metà giugno in poi alcuni insetticidi larvicidi vengono impiegati solo se dal control- lo dei frutti emerge il superamento della soglia del 0,3-0,4% di bacato fresco.
CONCLUSIONI
Negli ultimi anni, le linee di gestione della car- pocapsa hanno subito un’ulteriore positiva evoluzione, che sinteticamente possono es- sere così descritte:
• utilizzo di agrofarmaci di nuova genera- zione, meno impattanti per l’ambiente e il contesto sociale, favorito anche dal mi- glioramento delle tecniche distributive a dal contenimento della deriva;
• utilizzo integrato di agrofarmaci con diverso meccanismo d’azione, per ridurre il rischio di insorgenza di resistenza;
• ampia diffusione dell’utilizzo combinato della difesa diretta (insetticidi) e indiretta con feromoni sessuali.
Questi orientamenti stanno portando ad una drastica riduzione degli interventi insetticidi per gestire la carpocapsa (<50-70%) specie nella seconda parte della stagione. Ciò significa, tra l’altro, poter fronteggiare le pressanti richieste del mercato di disporre di frutta con il minimo residuo di principi attivi, assicurando la soste- nibilità e la competitività delle produzioni frut- ticole.
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LA TICCHIOLA TURA : IL PRINCIP ALE PRO bLEMA DEL MELO NEL 2013La ticchiolatura:
il principale problema
del melo nel 2013
GASTONE DALLAGO
L’annata 2013 sarà ricordata per la grave pre- senza di ticchiolatura che ha interessato tutto il territorio provinciale. L’infezione primaria più forte si è verificata nel periodo 19-22 aprile; nelle zone di fondovalle l’infezione del 28-30 marzo ha determinato la comparsa delle pri- me macchie e nelle zone di alta collina è stata importante anche l’infezione del 26-30 aprile. Le prime macchie sono comparse a parti- re dal 3-4 maggio; contemporaneamente in fondovalle si sono riscontrate anche le prime macchie di infezione secondaria, con molte macchie per foglia e elevata presenza sui fiori.
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LA TICCHIOLA TURA : IL PRINCIP ALE PRO bLEMA DEL MELO NEL 2013In maggio si è aggravata ulteriormente la si- tuazione; sono caduti in media oltre 200 mm di pioggia con continue bagnature delle pian- te, dilavamenti e difficoltà ad effettuare i tratta- menti. Particolarmente grave per le seconda- rie è stato l’evento del 16-18 maggio (107 mm e 60 ore di bagnatura) e per tutto il mese di giugno sono fuoriuscite macchie.
Le poche piogge e le temperature elevate del periodo estivo e del primo periodo della rac- colta (agosto e settembre) hanno contribuito a contenere lo sviluppo della malattia; nella seconda fase (ottobre e novembre) le piogge e le bagnature potrebbero manifestare com- parsa di ulteriori infezioni secondarie durante la conservazione.
Nei controlli eseguiti dal 20 maggio, le percen- tuali di danno in tutte le zone interessavano dal 20 al 100% dei germogli; sui frutti la presenza era attorno al 20%, con casi anche più gravi.
Molto sensibili si sono dimostrate le varietà Golden D., Gala, Morgenduft e Pink Lady; sor- prendente è stato il grado di attacco su Renet- ta Canada, Red Delicious e Fuji che ha inte- ressato anche più del 60-70% dei frutti. Con il diradamento manuale sono stati eliminati molti dei frutti colpiti e questo ha permesso di arri- vare alla raccolta con una presenza contenuta di frutti colpiti in pianta.
La combinazione di fattori negativi quali piog- ge abbondanti e bagnature elevate, alte tem- perature con forti accrescimenti in momenti di grande sensibilità della vegetazione e for- te pressione della malattia (inoculo autunnale elevato e alto numero di spore) hanno creato le condizioni per un contenimento non otti- male della malattia stessa. La strategia di di- fesa finora impiegata, basata su trattamenti preventivi seguiti eventualmente da interventi curativi, ha dimostrato di non essere sufficien- te in presenza di gravi attacchi di ticchiolatura primaria. Tutto questo è stato poi peggiorato dal continuo dilavamento dei prodotti fitosani- tari e dalle difficoltà di esecuzione dei tratta- menti per l’intransitabilità dei frutteti.
Inoltre si è riscontrato che la presenza di tic- chiolatura e la percentuale dei frutti colpiti ri- sultava decisamente superiore nella parte me- dio alta della pianta, situazione molto evidente nei frutteti con sesto stretto e piante partico- larmente alte e voluminose.
Il 2013 ha dimostrato che di fronte a condizio- ni di prolungate bagnature, dilavamenti e pe- riodo sensibile si dovrà intervenire per provare a spezzare l’infezione e ripristinare la copertu- ra magari anche sotto la pioggia e altrettanto importante diverrà la modalità di esecuzione del trattamento in base alle piante da trattare (velocità di avanzamento, volume e distribu- zione della miscela).
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LA MOSCA MEDITERRANEA DELLA FRUTT A: UNA PRESENZA ORMAI COST ANTELa mosca mediterranea
della frutta: una presenza
ormai costante
GASTONE DALLAGO
Le aree interessate dai recenti attacchi di mo- sca mediterranea, Ceratitis capitata Wied., sono riconducibili all’asta dell’Adige e Basso Sarca, con maggiore diffusione nei frutteti a sud di Trento.
Le prime catture si sono verificate il 23 luglio nella zona di Riva del Garda; successivamen- te, nei primi giorni di agosto, anche nelle altre zone sono iniziate le catture e parallelamente a i primi danni sulle pesche precoci in orti fami- liari. L’inizio volo è avvenuto una settimana in anticipo rispetto all’annata precedente, men- tre l’entità delle catture è stata generalmente
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LA MOSCA MEDITERRANEA DELLA FRUTT A: UNA PRESENZA ORMAI COST ANTEinferiore. A partire dalle prime catture si sono intensificati i punti di monitoraggio con trap- pole a feromone. Il volo è proseguito per tutto il periodo autunnale e si è concluso a fine no- vembre in tutte le zone.
Le femmine ovidepongono preferibilmente su frutti zuccherini con colorazione gialla e rossa ed è possibile che effettuino delle “punture di prova” perforando comunque la buccia.
17/720/7 23/726/729/7 1/8 4/8 7/8 10/813/816/819/822/825/828/831/8 3/9 6/9 9/9 12/915/9
Data
Trento Campotrentino Aldeno Spinelli Trento S. Vincenzo Volano Reselè Mori Cantina
0 20 40 60 80 100 120 140 Cattura
FIG. 1 Andamento delle catture della Ceratitis capitata nelle zone di fondovalle
FIG. 1
I danni si manifestano in prossimità della ma- turazione.
A partire dalle prime catture sono state appli- cate diverse strategie come la predisposizione di trappole a cattura massale (attract & kill) e l’effettuazione di trattamenti insetticidi. Le trappole sono state dislocate nei frutteti in modo scalare iniziando in alcune aziende già dalla metà di luglio. La più utilizzata è stata la Magnet Med (Gowan), dotata al suo interno di un attrattivo alimentare inserito in una busta bianca impregnata di deltametrina (ad azione adulticida).
La seconda trappola (Adress, Syngenta), uti- lizzata in misura minore, è composta da un doppio attrattivo a feromone e alimentare e dal principio attivo lufenuron in grado di ste- rilizzare gli adulti.
In Italia non esistono prodotti fitosanitari regi- strati su melo contro Ceratitis; alcuni insettici- di a base di thiacloprid, spinosad, fosmet ed etofenprox utilizzati per la carpocapsa hanno manifestato una buona attività collaterale nei confronti della mosca mediterranea.
In conclusione, nonostante un più preco- ce inizio del volo ed una maggiore diffusione dell’insetto, i danni riscontrati sono stati mino- ri rispetto al 2012. La piovosità di ottobre e novembre ha sicuramente ostacolato l’ovode- posizione della mosca. Per questi motivi, l’ef- ficacia delle trappole a cattura massale è an- cora in fase di valutazione; anche se in queste condizioni è stata sufficiente per monitorare e gestire le popolazioni presenti.
Danni di lieve entità sono comunque stati ri- scontrati su Golden D. e Fuji, mentre le varietà Gala e Pink Lady non sono risultate colpite. Sono in corso osservazioni volte a verificare la possibilità di svernamento da parte dell’adulto anche in provincia di Trento, come recente- mente dimostrato in altre zone del nord Italia. In passato era stata esclusa la possibilità che la mosca potesse svernare nei nostri frutteti, per via delle basse temperature invernali, letali per lo stadio di pupa.