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PROGETTO DI RICERCA PER LO STUDIO DI UNA NUOVA MALATTIA DELLA VITE IN TRENTINO

per lo studio di una nuova malattia della vite

PROGETTO DI RICERCA PER LO STUDIO DI UNA NUOVA MALATTIA DELLA VITE IN TRENTINO

DI RICERCA PER LO STUDIO DI UNA NUO vA MALA TTIA DELLA v ITE IN T RENTINO

essere causata dalla combinazione di più infe- zioni virali, dette infezioni miste.

I virus che possono infettare il genere Vitis so- no molti: a tutt’oggi ne vengono segnalati circa 62; di questi, solo meno della metà risultano dare quadri patologici rilevanti sotto l’aspetto economico in tutte le aree viticole del mondo. Poiché a fronte dell’individuazione di un nuovo agente virale, diventa fondamentale studiare la sua associazione alla sintomatologia, nel 2013, è stato avviato un progetto che prose- guirà nel biennio 2014-2015 con l’intento di fare chiarezza circa l’agente eziologico, il ruolo che GPGV ha nella manifestazione della ma- lattia e le modalità di diffusione.

Punto di forza del progetto è la rete di colla- borazioni attivata tra FEM e Università di Ba- ri, Istituto di Virologia Vegetale CNR di Bari, Università di Padova e Università di Bologna, con l’obiettivo principale di ottenere risultati spendibili sul territorio nel contenimento della malattia.

Il progetto è organizzato in unità di studio che sviluppano diverse tematiche: la selezione clonale, la diagnostica, le modalità di trasmis- sione, l’epidemiologia e la caratterizzazione dell’agente eziologico (fig. 1).

Tra gli obiettivi principali del progetto rientrano: • il mantenimento delle fonti primarie e dei materiali di propagazione. La selezione clonale rappresenta la base per lo studio di una malattia con queste caratteristiche; è infatti indispensabile avere a disposizione materiale sicuramente sano e poter garan- tire l’assenza dell’agente GPGV nel mate- riale di base in carico a FEM;

• la messa a punto e il miglioramento di tec- niche e protocolli di identificazione e rileva- mento del potenziale agente eziologico con tecniche a base molecolare, sierologica e di saggio biologico. Avere a disposizione un test diagnostico affidabile e ripetibile è uno strumento cruciale per poter valutare i ma- teriali e monitorare la malattia, così come

PROJECT STUDYING A NEW GRAPEVINE DISEASE IN TRENTINO VINEYARDS

A new grapevine disease, reported for the first time in Trentino in 2003-04, is also spreading to other wine growing areas and is affecting the most important grapevine varieties in Italy. Diseased “Pinot gris”, “Traminer aromatico”, “Pinot noir” and “Pinot blanc” vines show severe deformation and chlorotic speckling or mottling on the leaves, poor growth of shoots and inflorescences and consequently a poor fruit set. The most noticeable damage is a significant loss in production, due to the reduction in the number and weight of bunches. Studies conducted on symptomatic plant samples allowed the identification of a new viral agent: Grapevine pinot gris virus (GPGV), which is currently considered to be the etiological agent of the alterations described. A project to study the disease was set up in 2013.

FIG. 1 Schema dell’organizzazione del Progetto FIG. 1 WP 1 Selezione sanitaria e diagnosi WP 2 Indagini epidemio- logiche WP 3 Trasmissione WP 4 Studio dell’agente causale WP 5 Microflora endofita associata a GPGV

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IL PROGETTO DI RICERCA PER LO STUDIO DI UNA NUO vA MALA TTIA DELLA v ITE IN T RENTINO

è fondamentale per valutare l’associazione tra l’agente GPGV e la sintomatologia nella pianta. Non essendo i virus coltivabili, per decretare la presenza o assenza del virus nell’ospite vegetale si utilizza il saggio bio- logico; per poterlo eseguire è necessario avere a disposizione un buon indicatore. I metodi molecolari fino ad ora messi a pun- to, basati sull’ amplificazione degli acidi nu- cleici del virus, possibile hanno permesso di analizzare la distribuzione di GPGV sul territorio utilizzando campioni provenienti da vigneti in diverse zone. I risultati hanno mostrato che sui 64 campioni saggiati, 45 infetti da GPGV, dei quali il 77% mostrava sintomi, mentre 19 esenti da GPGV risul- tavano asintomatici. Questo dato, ancora preliminare, supporta comunque l’ipotesi di un’associazione tra la presenza di GP- GV e la sintomatologia osservata in campo (Saldarelli et al., 2013 J. Plant Pat. 95, S4.35-S4.67);

• il monitoraggio estensivo e puntuale (pianta per pianta) attivi dal 2012, su tutto il territo- rio, a sostenere le indagini epidemiologiche necessarie per valutare l’andamento della malattia (Ghidoni et al. 2014, G. F. 2,377- 386);

• non esistendo fitofarmaci antivirali validi per una lotta diretta in campo, e considerando che il primo mezzo di lotta alle malattie di origine virale è la messa a dimora di ma- teriale sano o risanato, si sta tentando la messa in coltura e mantenimento in con- dizioni di vitro di piante malate e sane per

valutare la possibilità di risanamento; • lo studio della trasmissione e dei potenziali

vettori. Partendo delle conoscenze che si hanno riguardo a un virus a struttura simile a GPGV, denominato Grapevine berry inner necrosis virus (GINV), trasmesso da eriofidi si è deciso di indagare il ruolo di questi aca- ri come possibili vettori della malattia, effet- tuando specifiche prove di trasmissione. Individui raccolti da piante asintomatiche, saranno trasferiti per tempi noti su piante infette per l’acquisizione del patogeno e trasferiti nuovamente su piante esenti. Gli eriofidi e le piante dovranno poi essere sag- giati per valutare l’avvenuta acquisizione e trasmissione (Beber et al. 2013 J. Plant Pat 95, S4.35-S4.67);

Oltre agli eriofidi, per le prove di trasmissio- ne si è deciso di utilizzare anche i nematodi fitoparassiti dei vigneti, considerando la ca- pacità che alcune specie hanno di fungere da vettori per altri fitovirus.

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M OSCA TO GIALLO E C ASTEL bESENO S UPERIORE : L ’IMPEGNO DELLA F ONDAZIONE M ACH

Moscato giallo e

Castel beseno Superiore:

l’impegno della

Fondazione Mach

GIORGIO NICOLINI, SERGIO MOSER, UM

bER TO MALOSSINI, PAOLO bARCHETTI, RO bER TO LARCHER

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M OSCA TO GIALLO E C ASTEL bESENO S UPERIORE : L ’IMPEGNO DELLA F ONDAZIONE M ACH SUPERFICIE E PRODUZIONE

Nel contesto del panorama viticolo trentino - che, valutato in termini di superficie, ha avuto un andamento che ci riporta oggi all’ettarato della metà degli anni ’70, benché con la netta prevalenza dei vitigni bianchi (fig. 1) - il Mo- scato giallo dagli anni Novanta è cresciuto ri- spetto alla superficie complessiva solo di qual- che limitata frazione percentuale, arrivando a superare di poco i 120 ettari da cui derivano annualmente circa 10.000 quintali di uve. Tale produzione colloca il Moscato giallo al 5°- 6° posto tra le varietà bianche e al 12° comples- sivamente, nel 2012, dopo Pinot grigio, Char- donnay, Mueller-Thurgau, Teroldego, Merlot, Marzemino, Schiava, Traminer aromatico, Ca- bernet, Lagrein e Pinot nero.

Coltivato in molti dei comuni trentini e da molte aziende agricole anche per semplice autocon- sumo, la varietà è tradizionalmente presente in

10860 10104 1760 2415 3608 4338 4949 6070 6958 7040 6391 5298 4418 4569 3776 3219 0 2000 4000 6000 8000 10000 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 Ettari cv. rosse cv. bianche FIG. 1

FIG. 1Evoluzione della superficie a vigneto in Trentino dal 1970

YELLOW MUSCAT AND CASTEL BESENO SUPERIORE: THE FOUNDATION’S