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3. BLOCKCHAIN: LA TECNOLOGIA DELLA FIDUCIA

3.5 Considerazioni final

Le ipotesi applicative finora descritte, ove realizzate, saranno in grado di generare quella fiducia ricercata dai consumatori fornendo tutta quella rigorosa informazione sulla qualità dei pezzi disponibili per la riparazione e manutenzione di cui hanno bisogno.

La blockchain aprirà un nuovo terreno di scontro tra canale IAM e OES sicché, il primo che riuscirà ad implementare questa tecnologia nella proprio processo produttivo, acquisterà quel vantaggio competitivo che potrebbe determinare l’uscita dal mercato dell’altro.

In verità la blockchain si configura però solo uno dei tanti possibili scenari futuri che l’aftermarket dovrà affrontare e a cui i suoi principali attori dovranno presto adeguarsi. Si pensi così:

• al sempre più diffuso canale online. Ebbene, in un mondo iperconnesso che si avvia verso la quarta rivoluzione industriale, smartphone e tablet costituiscono la più agevole e diffusa fonte di informazione in grado di consentire un rapido confronto di prezzi di prodotti o servizi, minacciando così la presenza dei negozi fisici al dettaglio. Solo l’implementazione di servizi e-commerce potrà garantire loro la sopravvivenza nel mercato, un mercato in cui anche grandi multinazionali di vendita online hanno ormai fatto il loro ingresso (Alibaba, Amazon…).

In breve, il numero di concorrenti è in continuo aumento e, oggi, il singolo venditore deve tener conto di soggetti anche molto distanti che precedentemente non avrebbe mai considerato.

• alle innovazioni tecnologiche nelle auto. Lo sviluppo della futura “connected car” rivoluzionerà completamente l’Aftermarket, all’interno del quale gli operatori impreparati soccomberanno.

• all’odierno diffuso concetto di mobilità. Oggi, possedere un auto per studenti e giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni che vivono soprattutto nelle grandi aree urbane non è più considerata una necessità, sia perché costosa (bollo, assicurazione, carburante…) sia perché dispendiosa in termini di tempo necessario per la ricerca di parcheggi piuttosto limitati nelle sedi centrali. Non vi è dubbio che hanno significativamente contribuito verso questa direzione le società di “car sharing” o di “affitto a breve termine”, in grado di soddisfare la domanda di clienti in cerca di soluzioni flessibili.

Se questa tendenza continuerà a diffondersi, il volume di affari dell’aftermarket si concentrerà sui grandi clienti di “flotte di vetture”, quali società di noleggio o di car sharing.

In ultima analisi, l’aftermarket si appresta a divenire sempre più complesso e costringerà la situazione concorrenziale a reinventarsi, elaborando quelle nuove strategie di mercato che ne consenta la sopravvivenza.

Entro il 2020 è previsto che nei mercati dell'Europa occidentale, in particolare, la quota di mercato nell’aftersales e nelle riparazioni effettuate da officine indipendenti aumenterà fino al 6%.

Di questo sviluppo del panorama competitivo potrebbero avvantaggiarsi i fornitori di servizi indipendenti più lungimiranti che, grazie ad una snella struttura, possono porre un particolare accento sulle attività di Customer

relationship management (essenziali per garantirsi un adeguato livello di

fidelizzazione della clientela) e, inoltre, meglio affrontare l’incremento di prezzi generato dagli investimenti che si renderanno necessari per far fronte alle continue esigenze dei clienti, oggi più che mai consapevoli della propria posizione all’interno del mercato.

Quanto appena detto vale soprattutto per le grandi catene di servizio indipendenti. I piccoli negozi di riparazione indipendenti saranno sempre più messi in discussione da barriere di know-how e di investimenti che li porterà nel prossimo futuro ad una uscita dal mercato.

I nuovi protagonisti saranno i player non tradizionali di cui si è tanto discusso (assicuratori, operatori di flotta e società di leasing…) che, attirati dai business offerti dal settore, diverranno in numero sempre maggiore soci di fornitori di servizi indipendenti, riducendo notevolmente i propri costi.

CONCLUSIONI

Come già detto altrove, il processo di realizzazione dell’auto è lungo e complesso. Possiamo difatti contare numerose fasi di composizione che nessuna casa automobilistica oggi è in grado di svolgere autonomamente al proprio interno alle condizioni efficienti ed economiche del mercato. Da qui la necessità di acquisire flessibilità -per rispondere alle esigenze di una catena del valore divenuta in misura crescente modulare- e l’importante ruolo ricoperto ormai dai produttori di componenti, chiamati sempre più a sviluppare nuove parti, moduli e tecnologie.

Il settore è notevolmente mutato negli ultimi anni e presenta una struttura sovranazionale, molto frammentata e formata da due canali principali (OES e IAM) che si rivolgono a due diverse tipologie di clienti, una più attenta alla qualità del servizio offerto, l’altra al prezzo.

Il processo di liberalizzazione del mercato aftermarket è stato avviato solo grazie all’intervento della normativa comunitaria che ha di gran lunga rinforzato il canale indipendente e che oggi diviene il principale protagonista dello scenario internazionale. Esso è l’unico operatore in grado di stringere relazioni commerciali con i nuovi attori non tradizionali che fanno ingresso nel settore automotive: assicuratori, operatori di flotta e società di leasing… Queste relazioni permettono loro di ottenere l'accesso a contratti di manutenzione in nuovi segmenti e su un numero crescente di veicoli.

Non solo. Per adeguarsi ai mutamenti in atto nel settore, sempre più numerose sono le alleanze di tipo orizzontale e verticale che nello IAM nascono al precipuo obiettivo di arrivare a comprendere anche le officine di riparazione, ultimo anello del settore automotive più prossimo al cliente finale.

I nuovi player sopra citati hanno rivoluzionato il panorama esistente all’interno dell’aftermarket attraverso la conclusione già da tempo di accordi esclusivi con officine di riparazione indipendenti in grado di offrire condizioni speciali e servizi di qualità elevata a basso prezzo, consentendo così di abbassare i costi di manutenzione del proprio parco veicoli nella misura in cui convogliano contrattualmente i propri clienti presso fornitori di servizi indipendenti.

Badi bene rilevare che stiamo parlando di un mercato che nel 2016 vede il noleggio raggiungere le 363.952 unità, con una crescita del 16,50% rispetto al 2015.

Questi numeri possono ricondursi a tre principali fattori: flessione del prodotto interno lordo reale del 2,4%, con un potere d’acquisto delle famiglie diminuito del 4,8%; i numerosi e onerosi costi connessi all’acquisto di un auto (carburante, premi assicurativi, imposte…); perdita di appeal verso le auto.

mobilità che semplificano i problemi e riducono i costi.

Oggi, possedere un auto per studenti e giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni che vivono soprattutto nelle grandi aree urbane non è più considerata una necessità, sia perché costosa (bollo, assicurazione, carburante…), sia perché dispendiosa in termini di tempo necessario per la ricerca di parcheggi piuttosto limitati nelle sedi centrali. Non vi è dubbio che hanno significativamente contribuito verso questa direzione le società di “car

sharing” o di “affitto a breve termine”, in grado di soddisfare la domanda di

clienti in cerca di soluzioni flessibili. Se questa tendenza continuerà a diffondersi, il volume di affari dell’aftermarket si concentrerà sui grandi clienti di “flotte di vetture”, quali società di noleggio o di car sharing.

In verità, il c.d. terzo canale, si configura solo come una delle cause di riassetto dell’aftermarket.

Si consideri difatti:

• al sempre più diffuso canale online. Ebbene, in un mondo iperconnesso che si avvia verso la quarta rivoluzione industriale, smartphone e tablet costituiscono la più agevole e diffusa fonte di informazione in grado di consentire un rapido confronto di prezzi di prodotti o servizi, minacciando così la presenza dei negozi fisici al dettaglio. Solo l’implementazione di servizi e-commerce potrà garantire loro la sopravvivenza nel mercato, un mercato in cui anche grandi multinazionali di vendita online hanno ormai fatto il loro ingresso (Alibaba, Amazon…).

In breve, il numero di concorrenti è in continuo aumento e, oggi, il singolo venditore deve tener conto di soggetti anche molto distanti che precedentemente non avrebbe mai considerato;

• alle innovazioni tecnologiche nelle auto. Lo sviluppo della futura “connected car” rivoluzionerà completamente l’Aftermarket, all’interno del quale gli operatori impreparati soccomberanno.

Di questo sviluppo del panorama competitivo potrebbero avvantaggiarsi i fornitori di servizi indipendenti più lungimiranti che, grazie ad una snella struttura, possono porre un particolare accento sulle attività di Customer

relationship management (essenziali per garantirsi un adeguato livello di

fidelizzazione della clientela) e, inoltre, meglio affrontare l’incremento di prezzi generato dagli investimenti che si renderanno necessari per far fronte alle continue esigenze dei clienti, oggi più che mai consapevoli della propria posizione all’interno del mercato.

Quanto appena detto vale soprattutto per le grandi catene di servizio indipendenti. I piccoli negozi di riparazione indipendenti saranno sempre più messi in discussione da barriere di know-how e di investimenti che li porterà nel prossimo futuro ad una uscita dal mercato.

diminuzione) di proprietari di auto il cui livello di soddisfazione finale, quando divengono clienti dell’aftermarket, dipende da quel connubio prezzo/qualità delle parti e del servizio offerto che non è di pronta soluzione, ma che si configura quale fattore in grado di determinare la fedeltà del cliente.

E’ quindi la fiducia che diviene un elemento essenziale nell'esperienza del servizio automobilistico ma, a tal fine, officine e consumatori hanno bisogno di una migliore informazione sulla qualità dei pezzi disponibili per la riparazione e manutenzione, in modo che entrambi possano prendere decisioni consapevoli.

A rimedio di questa esigenza, sembra da qualche anno profilarsi il possibile impiego della tecnologia Blockchain.

Grazie alla blockchain nell’Industry 4.0, infatti, è possibile sfruttare la sua logica decentralizzata per produrre tecnologie che possono meglio supportare la produzione, la logistica e la Supply Chain.

Più nello specifico, sono già state sviluppate soluzioni in grado di portare la logica del “Trust” a transazioni che hanno ad oggetto “pacchetti” di dati che rappresentano la identità di determinati prodotti (le nostre componenti auto ad esempio) o le loro modalità di produzione.

Il settore automotive si rivela molto appetibile per l’applicazione di una soluzione basata su tecnologia blockchain, purché coinvolga tutti gli attori presenti nella filiera e, quindi, i fornitori di primo, secondo e terzo livello, le case automobilistiche, i dealer e i consumatori finali.

L’automotive è difatti un settore cruciale per l’economia mondiale e italiana (per quel che ci riguarda) dove la competizione è sempre più basata sulla dimensione del servizio offerto, in particolare se innovativo.

Si ricordi che nel 2015, il fatturato dell’intero settore automotive per l’UE è stato di 117mld di euro, con circa il 30% di questi (38mld) derivanti dalla componentistica. Le esportazioni di veicoli ammontano a 39mld e a 20mld per la componentistica.

Come è noto, la principale preoccupazione di un cliente è la scarsa qualità del componente che si appresta ad acquistare. Una scarsa qualità che può essere legata a due principali fattori: contraffazione del ricambio originale o assenza di informazione sulle sue caratteristiche o sulla provenienza (marca, produttore…).

Le criticità descritte potrebbero così essere risolte grazie alla realizzazione di una piattaforma basata sulla tecnologia blockchain a servizio di tutti gli attori coinvolti nella filiera automotive (case automobilistiche, produttori di componenti, dealers e utenti finali) che aiuti a realizzare una certificazione di garanzia di originalità dei prodotti tanto nel mercato del nuovo, quanto in quello dell’usato garantito e dei componenti rigenerati.

Il rapporto fiduciario col cliente, venendo così recuperato, sarà in grado di stimolare anche il fatturato generato dal maggior numero di vendite che ne

deriva.

La blockchain aprirà un nuovo terreno di scontro tra canale IAM e OES, sicché, il primo che riuscirà ad implementare questa tecnologia nel proprio processo produttivo, acquisterà quel vantaggio competitivo che potrebbe determinare l’uscita dal mercato dell’altro.

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