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2. GLI EFFETTI DELL’INQUADRAMENTO REGIONALE SULLE SOLUZIONI PPP

2.3. Considerazioni su metodo e risultati

La prima considerazione che si vuole fare riguarda le così dette soluzioni GIS ottenute in questo test, cioè quelle caratterizzate dall’inquadramento delle soluzioni PPP nel frame IGb08 tramite parametri di trasformazione globali. Queste soluzioni hanno un livello di precisione, intesa come scarto quadratico medio delle singole misure, al di sotto dei 2 millimetri in planimetria e dei 5 millimetri in quota. Risultano inoltre coerenti col frame di riferimento a livello millimetrico. Tali risultati confermano come oggi il PPP sia una tecnica di calcolo delle osservabili GNSS che consente prestazioni per nulla inferiori a quelle ottenibili col tradizionale approccio differenziato, soprattutto considerando l’estensione spaziale della rete calcolata e le lunghezze delle baseline che ne deriverebbero.

Il test descritto in questo capitolo è stato svolto selezionando 14 stazioni permanenti GNSS che avessero le caratteristiche necessarie a calcolare i parametri di inquadramento regionali. Le stesse 14 stazioni sono state usate per valutare i risultati ottenuti dall’applicazione dei parametri di inquadramento calcolati. Questo è stato necessario in particolare per valutare l’accuratezza delle soluzioni, cosa impossibile senza disporre di una soluzione di riferimento. Si ribadisce che il concetto di accuratezza, in questo caso, è meglio espresso da quello di

“consistenza col frame di riferimento”, in quanto la stima dell’accuratezza è legata al “valore vero” della quantità osservata. È evidente che la soluzione di riferimento espressa in un file SINEX, soggetta quindi all’ipotesi di moto lineare del punto, non possa essere considerata come il “valore vero” della posizione dei punti. Ne è però la migliore approssimazione, necessaria e sufficiente a risolvere le necessità di un sistema di riferimento globale a meno di qualche millimetro. Da un punto di vista topografico/geodetico è proprio il livello di consistenza rispetto ad un RF che interessa ai fini applicativi, poiché ogni rilievo ed ogni descrizione del territorio dovrà essere riferita al RF adottato per l’area di interesse. L’importante in questo caso è che rilievi diversi possano parlare una “lingua comune”, per cui il risultato più “accurato” risulta essere quello più aderente a tale linguaggio formalmente definito piuttosto che alla “realtà fisica”.

Una volta calcolati, i parametri di trasformazione regionali potranno essere applicati a qualunque altra soluzione ottenuta mediante calcolo PPP con orbite JPL non fiduciali, a patto che questa si riferisca ad un punto appartenente all’area circoscritta dalla rete di stazioni utilizzate per l’inquadramento. Questo permette di ipotizzare il calcolo in continuo dei parametri di trasformazione regionali, così come fatto dal JPL con gli x-files globali, che possono essere messi a disposizione degli utenti di GIPSY, i quali avrebbero così la possibilità di ottenere una soluzione IGb08 di tipo RIS continuando a sfruttare il vantaggio, tipico del PPP, di poter calcolare le coordinate di una singola stazione.

Guardando ad una possibile applicazione dei parametri di inquadramento regionali descritti in questo capitolo si può considerare il caso della rete RDN. Questa, dovendo costituire il riferimento ufficiale italiano, deve essere inquadrata nel modo più coerente possibile nel frame ETRF2000. Come si è visto nel primo capitolo la trasformazione dal sistema ITRS all’ETRS89 è definita in modo standard per tutta l’area europea, per cui risulta fondamentale determinare al meglio le coordinate dei siti di RDN nel sistema ITRS, ergo nel frame IGb08, per ottenere di conseguenza anche le coordinate più coerenti possibili rispetto all’ETRF2000.

Nel caso si volesse quindi monitorare il sistema di riferimento nazionale mediante calcolo delle coordinate con approccio PPP, si ritiene opportuno l’uso di orbite non fiduciali, coerentemente con quanto consigliato dal JPL, inquadrando poi le soluzioni con gli x-file regionali qui descritti in sostituzione di quelli forniti dal JPL stesso.

Così facendo si avrebbero vantaggi in termini di accuratezza (consistenza con l’ETRF2000) della stessa entità di quelli descritti in Tabella 3, quindi di ordine millimetrico nella componente

nord. Si avrebbe inoltre una riduzione della dispersione delle serie temporali dei siti di RDN, il che si tradurrebbe in una stima più precisa dei parametri di velocità media di questi.

Valutando punti di vista meno legati ai sistemi di riferimento formalmente definiti, ad esempio quello del monitoraggio per indagini geofisiche, si può discutere sull’effetto dei parametri di inquadramento regionali in termini di segnali contenuti nelle serie temporali. In questo caso risulta difficile definire a priori se sia opportuno o meno mantenere all’interno delle serie temporali che si vogliono analizzare il segnale spazialmente correlato contenuto nelle soluzioni GIS.

La natura di questo segnale non è infatti del tutto chiara: esso potrebbe dipendere da un effettivo moto comune all’area considerata o ad effetti dovuti al calcolo dei parametri di trasformazione globali, quindi dipendenti dall’andamento dei punti appartenenti alla rete globale utilizzata dal JPL nel calcolo dei propri x-files. Quando la scala dell’analisi rimane ad un livello regionale, per cui quello che interessa individuare sono le deformazioni che

avvengono nel territorio inscritto alla di inquadramento, utilizzare una soluzione di tipo RIS permette certamente di ottenere serie temporali meglio interpretabili. Questo sia in virtù della minore correlazione tra di

esse, che premette di evidenziare meglio il moto proprio di ciascun punto, sia grazie ad una minore rumorosità delle soluzioni. I parametri d’inquadramento globale sembrano infatti introdurre nelle soluzioni GIS non solo il segnale comune descritto e discusso nel paragrafo precedente, ma anche una sorta di “rumore” nelle misure. Quest’ultimo non può evidentemente essere imputabile ai reali movimenti dei punti misurati, come dimostrato

in

Tabella 4, ma potrebbe essere dovuto ad effetti spazialmente correlati non del tutto assorbiti dai modelli utilizzati nel calcolo PPP.

L’ultima considerazione da fare è che la stessa strategia d’inquadramento regionale qui descritta è generalizzabile a qualunque altra rete di stazioni permanenti GNSS per le quali sia disponibile una soluzione ITRS ufficiale, a patto che queste siano in numero sufficiente a garantire una buona ridondanza nel calcolo dei parametri di trasformazione. Ulteriori test potrebbero essere svolti in tale direzione per quantificare l’eventuale influenza di un “effetto scala” legato alla dimensione dell’area considerata.