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CONTESTO ATTUALE: ASPETTI DEMOGRAFICI E STATO DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE ANZIANA

LE RISPOSTE AI BISOGNI COMPLESSI: VERSO POLITICHE SOCIALI E SANITARIE INTEGRATE

PREMESSA: VERSO UN NUOVO CONCETTO DI TUTELA DEI SOGGETTI IN ETÀ EVOLUTIVA

4.1 CONTESTO ATTUALE: ASPETTI DEMOGRAFICI E STATO DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE ANZIANA

Nella Regione Emilia-Romagna tale processo è particolarmente accentuato. All’1.1.2006 la popolazione ultrasessantacinquenne ha raggiunto 951.403 unità (22,7%), la popolazione ultrasettantacinquenne 472.167 unità (11,3%), la popolazione ultraottantenne 275.523 unità (6,6%) (tra questi 855 sono centenari e ultracentenari). Nei prossimi anni tali fasce aumenteranno sia in termini assoluti che in percentuale sul totale della popolazione. L’invecchiamento è caratterizzato da profondi mutamenti non solo quantitativi ma anche qualitativi, ai quali è necessario porre attenzione a tutti i livelli. E’ necessario sviluppare interventi ed azioni sociali e sanitarie in grado di aumentare gli anni in buona salute degli anziani e di prevenire le disabilità che creano la non autosufficienza.

Occorre individuare, inoltre, le soluzioni assistenziali con il migliore gradimento e il migliore rapporto costo efficacia. Lo stato di salute della popolazione anziana è condizionato dalla presenza di malattie cronico degenerative che caratterizzano in modo permanente le condizioni di salute e la qualità di vita della persona. La presenza di pluripatologie aumenta con l’età e peggiora gli indici di qualità di vita percepita dall’anziano.

4.2 OBIETTIVI E AZIONI

Informazione, accesso, relazioni, comunicazione

L’invecchiamento della popolazione pone un problema generale a tutti i servizi rivolti ai cittadini. Da questo punto di vista anche per i servizi sociali e per quelli sanitari si pone l’esigenza di una più attenta valutazione, in termini di informazione, accesso, modalità di comunicazione e di relazione, di organizzazione dei servizi. Ogni azione di pianificazione delle attività di informazione, accesso, relazione, comunicazione, organizzazione deve

tenere conto delle specifiche esigenze delle persone anziane, anche valutando le particolari problematiche collegate alle differenze di genere.

Assicurare la promozione della salute e la prevenzione delle disabilità nell’anziano

Promuovere attivamente la salute degli anziani rappresenta sicuramente uno degli obiettivi principali, sia per le ricadute complessive sul benessere delle persone, sia per il minore carico assistenziale e di cura connesso. Esistono evidenti prove scientifiche dell’importanza di corretti stili di vita e delle conseguenze degli stessi sulle condizioni di salute degli anziani. La adozione di programmi e di azioni a favore della popolazione anziana fragile ed a rischio di fragilità rappresenta l’altra linea di condotta da sviluppare a livello distrettuale.

Sviluppare la domiciliarità, valorizzare il lavoro di cura e sostenere le famiglie Il raggiungimento di tale obiettivo passa attraverso le seguenti azioni:

- innovare e qualificare i servizi di assistenza domiciliare, al fine di garantire maggiore estensione, flessibilità e capacità di copertura dei bisogni. In questo quadro è opportuno qualificare ulteriormente l’integrazione socio-sanitaria nell’assistenza domiciliare promovendo uno specifico programma regionale. Sino all’approvazione dello stesso programma mantengono valore le disposizioni di cui al comma 1 e 2 dell’art. 21 della L.R. n. 5/1994;

- consolidare, qualificare e sviluppare la misura dell’assegno di cura attraverso l’ampliamento del numero dei beneficiari, una maggiore garanzia di continuità d’intervento e una più elevata integrazione con gli altri servizi della rete;

- diffondere e consolidare la sperimentazione di soluzioni innovative di residenzialità protetta quali ad esempio gli “alloggi con servizi”, per ampliare le possibilità di mantenimento a domicilio anche di coloro che necessitano di assistenza e cure;

- sviluppare il ruolo di sostegno delle strutture residenziali per le famiglie che assistono anziani a domicilio, prevedendo una adeguata dotazione di posti complessivi delle strutture residenziali destinati a ricoveri temporanei e di sollievo;

- qualificare il lavoro di cura delle assistenti famigliari, promuovendo su tutto il territorio regionale la diffusione ed il consolidamento delle esperienze più significative condotte e garantendo servizi di informazione, ascolto, consulenza e aggiornamento, sia per i familiari che per le assistenti, accanto ad una funzione di tutoring per piccoli gruppi di assistenti familiari, con l’obiettivo di mettere e integrare questa importante e diffusa realtà nella rete dei servizi;

- garantire a familiari e care-givers servizi di sostegno omogenei in tutto il territorio regionale: percorsi e strategie informative efficaci, interventi terapeutici, servizi di sollievo, aiuto nell’assistenza, supporto economico, l’offerta di punti di ascolto, di momenti di consulenza, di attività di piccoli gruppi e di gruppi di sostegno e/o di auto- aiuto. Occorre potenziare i servizi attuali e adoperarsi per garantirne di nuovi per dare soluzione a problemi come l’ansia di fronte alla diagnosi, alla prospettive prognostiche, alla fatica derivante dall’assistenza, alla mancanza di tempo per se stessi, alla difficoltà di prendere decisioni per altri, alla mancanza di reciprocità nella relazione.

Ridisegnare la rete dei servizi per le persone non autosufficienti secondo un sistema di cure graduali nell’ambito del distretto

I mutamenti della struttura familiare, il mutamento dei bisogni della popolazione anziana e la diffusione del ricorso da parte delle famiglie al lavoro di cura di assistenti familiari in prevalenza straniere, richiedono un profondo ripensamento all’articolazione dei servizi della rete per anziani, in riferimento alle specificità dei territori.

Particolare attenzione deve inoltre essere posta al tema dell’accesso alla rete, mediante la promozione di azioni volte alla semplificazione dei percorsi, alla diffusione dell’informazione e alla valorizzazione della figura del responsabile del caso.

Le principali direttrici di azione sono:

- garantire risposte alle diverse esigenze delle persone anziane e delle loro famiglie attraverso modalità organizzative flessibili ed innovative;

- promuovere la qualificazione dell’attività dei servizi della rete rivolte ai dementi ed ai loro familiari, anche attraverso una progressiva diffusione e messa a sistema delle sperimentazione già realizzate nell’ambito del Progetto ministeriale;

- completare, fermi restando gli standard vigenti in termini di posti letto, la rimodulazione della rete distrettuale di assistenza residenziale, nell’ambito dell’attuazione della L.R. n. 2/2003 e prevedere un adeguamento dell’assistenza nelle strutture residenziali in grado di garantire risposte a diversi bisogni con diverse intensità di cure, per dare risposte articolate e flessibili sia per la temporaneità che per la permanenza prolungata. In tale contesto occorre concludere in tempi definiti il processo di omogeneizzazione tra casa protetta e RSA. Sino alla data di adozione dell’atto amministrativo che realizza compiutamente questo obiettivo, restano in vigore le disposizioni del comma 6 dell’art. 24 della L.R. n. 5/1994;

- promuovere un programma di qualificazione delle strutture residenziali, che sarà esplicitamente definito con successivi atti, per garantire più elevati standard prestazionali e di sicurezza ed una maggiore personalizzazione dei programmi assistenziali assicurata all’interno delle stesse strutture, orientato all’obiettivo del benessere complessivo degli ospiti.

Sperimentare servizi e interventi rivolti a rispondere a nuovi bisogni

Nel corso degli ultimi anni l’attenzione dei sistemi locali si è concentrata sui servizi per anziani non autosufficienti. L’accesso a questi servizi spesso è richiesto quando le condizioni di non autosufficienza, ma soprattutto le possibilità di tenuta della rete familiare e solidale sono consumate.

Anche in considerazione dei futuri scenari demografici, alla previsione di molti anziani con alle spalle un numero di familiari ridotto o addirittura senza familiari, è necessario sperimentare nuove forme di relazione e sostegno, capaci per lo meno di arricchire e completare ciò che i sistemi locali sono in grado di offrire oggi.

In questa prospettiva si propongono i seguenti terreni di sperimentazione:

- contrastare la solitudine e costruire una rete di contatto attivo e di sostegno con un ampia fascia di popolazione anziana in condizioni di fragilità, che rappresenta un elemento di forte criticità quando condizioni diverse, spesso di emergenza, alterano l’equilibrio personale, relazionale e/o sociale. Ogni ambito territoriale distrettuale deve dotarsi di uno specifico programma, capace di assicurare il monitoraggio, l’informazione mirata, il sostegno, il contatto ed anche interventi in caso di emergenza per la popolazione anziana fragile ed isolata;

- sostenere le forme aggregative e valorizzare ed innovare l’esperienza dei centri sociali autogestiti, in considerazione delle caratteristiche anche dei nuovi anziani;

- sviluppare interventi e servizi a bassa soglia e ad alta capacità di contatto, prima che il bisogno giunga a livello di alta complessità, facendo perno sulla valorizzazione delle risorse individuali di ogni anziano quale risorsa fondamentale per il mantenimento del più alto livello possibile di autonomia. La diffusione di centri di aggregazione, di luoghi nei quali passare del tempo e consumare insieme il pasto, senza configurarsi come servizi assistenziali può rappresentare un terreno di iniziativa e collaborazione con le

risorse locali ad iniziare dal volontariato. Per quanto riguarda l’area delle demenze, per esempio, sviluppare e diffondere esperienze tipo gli “Alzheimer Caffè”;

- anche il consolidamento dei servizi di telesoccorso e di teleassistenza e la strutturazione di servizi di telefonia sociale attiva sono strumenti utili per avviare nuove forme di contatto e di ascolto di bisogni di una parte della popolazione anziana oggi non sempre ascoltata. In questo quadro è opportuno richiamare la necessità di valorizzare interventi ed azioni di sostegno ai servizi di prossimità, sviluppando esperienza di portierato sociale o del custode sociale, evitando i rischi di eccessiva istituzionalizzazione di questi ruoli;

- sostenere nuove forme di convivenza: “vivere insieme”. La possibilità che persone adulte senza vincoli di parentela possano decidere di abitare insieme in piccole gruppi o comunità può rappresentare una risorsa da incentivare.

CAPITOLO 5