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QUALITÀ DEI SERVIZI E RAPPORTO TRA PRIVATI E ISTITUZIONI PUBBLICHE

L’AREA DELLE POLITICHE SOCIAL

QUALITÀ DEI SERVIZI E RAPPORTO TRA PRIVATI E ISTITUZIONI PUBBLICHE

3.1 RAPPORTO FRA ISTITUZIONI PUBBLICHE E SOGGETTI PRIVATI

Il sistema regionale di erogazione delle prestazioni e dei servizi è caratterizzato attualmente da una ampia presenza di soggetti sia pubblici che privati, diversa per composizione secondo i vari settori d’intervento e le diverse aree geografiche:

- servizi residenziali per gli anziani: prevale la presenza di soggetti pubblici (Comuni,

IPAB, Aziende USL), privati con scopo di lucro e, in minima parte, privati senza scopo di lucro (soggetti del terzo settore);

- servizi domiciliari per anziani e attività per la domiciliarità in genere: prevale la

presenza di soggetti pubblici (in particolare Comuni) e soggetti del terzo settore. In questi ultimi anni, con il rapido sviluppo della domanda privata di assistenza a domicilio (prevalentemente per assistere anziani) è aumentata la presenza di assistenti famigliari private, provenienti per lo più da paesi extracomunitari;

- servizi residenziali e semiresidenziali per disabili: prevale la presenza dei soggetti del

terzo settore cui sono affidati i servizi da parte dei soggetti pubblici;

- servizi per bambini e adolescenti: prevale la presenza di soggetti pubblici (Comuni,

Ausl, Ipab) e soggetti del terzo settore;

- servizi di sostegno alla famiglia in genere e servizi socioeducativi per la prima infanzia:

prevale la presenza di soggetti pubblici (in particolare comuni);

- servizi di accoglienza, prevenzione, promozione, mediazione, accompagnamento e reinserimento sociale per i giovani ed adulti in genere, soprattutto rivolti a fasce a rischio di esclusione: prevale la presenza di soggetti pubblici e soggetti privati del terzo

settore.

Tale varietà di soggetti che si è venuta a costituire nel corso degli ultimi anni, rappresenta una ricchezza per il nostro sistema.

Il tema nuovo, che deve caratterizzare i rapporti tra Istituzioni pubbliche e soggetti privati del terzo settore è quello della diffusione della responsabilità sociale, intesa come partecipazione delle formazioni sociali, a fianco delle stesse Istituzioni, all’esercizio della funzione sociale nei diversi momenti della programmazione, progettazione ed erogazione dei servizi del sistema locale, in un quadro chiaro e condiviso di regole, definite e controllate dall'ente pubblico.

Questi soggetti e quelli del privato a scopo di lucro che erogano servizi socio-assistenziali e socio-educativi possono, attraverso l’accreditamento, partecipare, assieme ai soggetti pubblici, alla erogazione di servizi, per conto della Pubblica Amministrazione, condividendone i principi, quali la trasparenza, lo sviluppo della qualità, la ricerca dell’efficienza e dell’economicità.

Le procedure per la selezione dei soggetti erogatori di servizi ed i relativi rapporti contrattuali sono regolamentate con un atto della Regione.

Accanto all’individuazione di tali procedure che comporteranno l'attivazione di rapporti anche innovativi tra soggetti erogatori ed enti locali, è realistico ritenere che vadano sviluppate azioni migliorative anche nel sistema degli appalti pubblici.

- intensificare l'attività, rivolta agli Enti locali e alle Aziende pubbliche, di supporto e consulenza tecnico - giuridica per la diffusione ed il radicamento, nella prassi amministrativa locale, di alcune buone pratiche (ad esempio esperienze di appalti pubblici preceduti da forme di co-progettazione, integrate e condivise tra pubblico e privato, o esperienze di istruttorie pubbliche per la progettazione comune ai sensi dell'art. 43 della L.R. n. 2/2003);

- approfondire e riflettere su questi temi al fine di promuovere l'uso di modalità di aggiudicazione che affermino il valore della progettualità e che definiscano nuovi schemi contrattuali in cui l'attenzione si sposti dall'adempimento al risultato, in analogia a quanto si sta facendo in altri settori della contrattualistica degli Enti locali.

Infine è bene tenere in attenta considerazione le differenze esistenti tra i vari soggetti (cooperazione sociale, volontariato, associazioni di promozione sociale), in rapporto ai diversi interventi e servizi che sono chiamati ad erogare e valutare la loro più appropriata partecipazione alla funzione di erogazione, attraverso una diversa scelta degli strumenti di collaborazione e dei loro contenuti.

Il diverso rapporto tra Enti locali e soggetti del terzo settore nasce, infatti, dalla natura differente di questi ultimi e dalla diversa tipologia di attività che essi svolgono.

L'apporto dei soggetti del terzo settore alla realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete deve dunque essere compatibile e coerente con la loro natura e le loro specifiche finalità.

3.2 TITOLI PER LA FRUIZIONE DEI SERVIZI: IPOTESI DI SPERIMENTAZIONE

La legge regionale n. 2/2006 prevede l’introduzione, in via sperimentale, dei titoli per l’acquisto di particolari servizi come modalità alternativa di accesso ad alcuni di essi.

Gli utenti, ai quali è stata riconosciuta la necessità di una prestazione o di un servizio assistenziale, possono acquistare il servizio direttamente dai fornitori accreditati scegliendo esclusivamente tra questi da chi ricevere la prestazione prevista dal programma assistenziale individualizzato, che viene predisposto da chi effettua la presa in carico con la collaborazione dell’utente o dei famigliari.

L’utilizzo dei titoli rappresenta una pratica ancora poco diffusa in Italia e nella nostra regione; esistono esperienze relative ai servizi di assistenza domiciliare agli anziani.

Una modalità assistenziale soltanto in parte simile alla concessione di titoli è la concessione di un assegno di cura ai familiari che provvedono direttamente all’assistenza al domicilio di propri parenti, per lo più anziani non autosufficienti o persone disabili.

Con l’assegno di cura si dà una provvidenza economica a favore di un utente nel caso in cui l’assistenza possa essere prestata da un familiare, da un vicino di casa, da un volontario, oppure da personale direttamente assunto dalla famiglia o dall’utente.

Con la concessione di titoli si dà una provvidenza economica a favore dell’utente utilizzabile solo per l’acquisto di specifiche prestazioni erogate da servizi professionali dai diversi soggetti erogatori (pubblici, privati profit o privati no-profit) accreditati secondo criteri stabiliti dalla Regione e secondo tariffe concordate.

La concessione di titoli può essere utile laddove, essendo già presenti fornitori di servizi che hanno anche una utenza privata, può consentire agli utenti economicamente più deboli di acquistare le prestazioni assistenziali a loro necessarie; l'utilizzo dei titoli può inoltre rappresentare un sostegno, una possibilità complementare ad una rete di offerta già

comunque presente e, con la necessità dell’accreditamento, attenta alla qualità, orientata all’utente, pronta a cogliere i bisogni dei potenziali utenti.

Le condizioni perché il sistema dei titoli possa essere adottato sono:

- la possibilità per l’utente di ottenere tutte le informazioni necessarie per operare una scelta;

- l’esistenza di un numero congruo di fornitori accreditati all’interno dei quali si possa ragionevolmente operare una scelta;

- la capacità dei fornitori di offrire risposte flessibili in relazione agli specifici bisogni dei cittadini.

L’utente dei servizi sociali è normalmente un utente “debole”, con una scarsa capacità a strutturare una domanda articolata di intervento assistenziale sia in relazione alla scarsità di informazioni disponibili, sia alla sua condizione soggettiva spesso caratterizzata da difficoltà a comprendere le possibili soluzioni del proprio problema. Ciò impone la necessità per il sistema pubblico di garantire comunque al cittadino una presa in carico da parte di un servizio professionale e l’affiancamento di personale qualificato (responsabile del caso) che possa fornire tutte le informazioni ed il supporto necessari nelle varie fasi del percorso assistenziale ed essere riferimento stabile per l’utente.

Per le ragioni complessive prima esposte si ritiene che la concessione di titoli possa essere sperimentata in questo triennio di vigenza del Piano regionale, a partire dai servizi di assistenza domiciliare, una volta accreditati.

3.3 L’ASSISTENZA PRIVATA AL DOMICILIO: LE ASSISTENTI FAMILIARI

Anche in Emilia-Romagna negli ultimi anni molte famiglie hanno scelto di accudire l’anziano non più pienamente autosufficiente, o la persona disabile, all’interno delle mura domestiche, spesso ricorrendo alla crescente disponibilità delle cosiddette “assistenti familiari“reperite tra lavoratrici straniere che si trovavano e in parte ancora si trovano in condizione di “irregolarità”.

La complessità e l’articolazione che caratterizzano la diffusione di questa forma di lavoro di cura impongono un approccio nuovo e integrato tra le politiche migratorie, del lavoro, fiscali e sociali.

In questo quadro occorre promuovere e sviluppare quanto già elaborato nel “Progetto integrato per l’emersione e la qualificazione del lavoro di assistenza ad anziani e disabili svolto da assistenti familiari”, per sostenere e qualificare la scelta delle persone anziane, disabili, o delle loro famiglie, al fine di garantire un adeguato mantenimento al proprio domicilio, nel rispetto della dignità degli assistiti e di chi li assiste.

Le aree di maggior impegno sul versante delle politiche sociali sono costituite da:

- sostegno della domanda e dell’offerta di cura regolare, promuovendo adeguate politiche di sostegno fiscale anche locale, utilizzando in tal senso gli strumenti esistenti (assegno di cura);

- informazione, garantendo un omogeneo sviluppo di una rete di punti di informazione per le famiglie e per le assistenti familiari e un sostegno che assicuri inoltre le funzioni di consulenza e di supervisione, mediazione e tutoraggio sulle attività assistenziali, le forme di comunicazione con la rete dei servizi pubblici;

- formazione, qualificazione e aggiornamento delle assistenti familiari, con particolare attenzione allo sviluppo, accanto a qualificate competenze tecniche, di idonee capacità comunicative e di relazione con le persone assistite, i familiari ed il contesto sociale. Si ritiene opportuno infine sperimentare nuovi strumenti per la certificazione ed il riconoscimento delle competenze finalizzati anche a favorire l’incontro tra domanda e offerta nel settore della cura della persona e a garantire maggiore trasparenza e tutela per le famiglie.

3.4 LA CARTA DEI SERVIZI

La Legge n. 328/2000 e la L.R. n. 2/2003 pongono attenzione al tema della tutela dei cittadini e della qualità dei servizi prevedendo in particolare la realizzazione di Carte dei servizi sociali, essenzialmente per due ragioni:

- l’utenza spesso debole dei servizi sociali necessita di tutela più di altre categorie di destinatari, e la Carta dei servizi si propone come uno strumento che attraverso l’informazione, la partecipazione dei cittadini e la valutazione della qualità esercita una azione essenzialmente di tutela;

- i servizi a forte valenza relazionale quali i servizi sociali necessitano di forte attenzione alla qualità delle prestazioni erogate e la Carta dei servizi promuove una cultura della qualità.

La Carta dei servizi, requisito essenziale per l’autorizzazione al funzionamento, dovrà essere realizzata e diffusa a livello di Comuni associati anche tramite lo sportello sociale- al fine di mettere in luce le procedure di accesso e gli standard di qualità.

E’ importante che essa sia costruita con orientamento a tre funzioni: di tutela (attraverso azioni informative, di conoscenza dei diritti e delle opportunità di rimborso), di sviluppo della partecipazione (attraverso forme di coinvolgimento dei cittadini utenti nella valutazione dei servizi), di miglioramento della qualità delle prestazioni (attraverso la realizzazione periodica e documentata di valutazioni della qualità dei servizi e attraverso la dichiarazione di standard di qualità e obbiettivi di miglioramento).

Per cogliere gli stimoli normativi che la Carta dei servizi fornisce, per farne una occasione di sviluppo culturale e operativo saranno avviate specifiche azioni di sostegno e accompagnamento a livello regionale, provinciale e di zona.

CAPITOLO 4