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SICUREZZA ALIMENTARE

LE RISPOSTE AI BISOGNI COMPLESSI: VERSO POLITICHE SOCIALI E SANITARIE INTEGRATE

LA SANITA’ PUBBLICA E VETERINARIA

5.2 SICUREZZA ALIMENTARE

La garanzia della sicurezza alimentare è un servizio imprescindibile che il Sistema sanitario regionale deve fornire alla comunità, anche in attuazione della normativa europea, che ha recentemente subito una profonda revisione.

Una chiara identificazione delle responsabilità, le necessità di valutare l’insieme di tutta la filiera produttiva, compresa la produzione primaria, l’approccio metodologico e scientifico all’analisi del rischio, la categorizzazione del rischio, la rintracciabilità / tracciabilità degli animali e la rintracciabilità degli alimenti, compresi gli alimenti destinati all’alimentazione animale, l’istituzione dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, la gestione del sistema rapido di allerta degli alimenti e dei mangimi e delle emergenze sanitarie sono gli elementi innovativi dei nuovi regolamenti comunitari.

Parimenti al settore della produzione, nuovi e profondi cambiamenti sono stati introdotti al sistema dei controlli ufficiali. Tra questi trovano particolare evidenza: programmazione di piani di intervento mirati e coordinati con i differenti soggetti che eseguono i controlli ufficiali, identificazione delle diverse metodologie di controllo, più specifiche e consone agli obiettivi stabiliti, necessità di garantire uguali condizioni di produzione in tutto il territorio comunitario, gestione del rischio basata su concreti criteri di analisi del rischio e modulata secondo le realtà produttive territoriali e del singolo impianto, esecuzione dei controlli ufficiali secondo i criteri di gestione e di assicurazione della qualità internazionalmente riconosciuti.

A fronte delle nuove esigenze, si rende necessario supportare adeguatamente il cambiamento nel settore della produzione, accelerare il processo di riqualificazione del personale addetto ai controlli, instaurare nuove modalità di comunicazione con i consumatori.

La produzione

Se nel settore della trasformazione e preparazione di alimenti l’introduzione e l’applicazione dell’autocontrollo risale almeno alla metà degli anni novanta, la produzione primaria ha operato prevalentemente sulla base di criteri tradizionali e non sempre supportati da un approccio metodologico e documentato.

I nuovi criteri di valutazione e gestione del rischio, l’autocontrollo, la registrazione e la dimostrazione delle azioni intraprese, ma anche le nuove tecnologie, l’approvvigionamento da un mercato sementiero, chimico, farmaceutico internazionale, rappresentano sicuramente una seria difficoltà per il produttore agricolo regionale, soprattutto se da tempo abituato ad un approccio estremamente tradizionale all’attività svolta.

Anche se le normative comunitarie pretendono dal produttore la garanzia sanitaria delle proprie produzioni, il sistema sanitario regionale deve comunque rappresentare un punto omogeneo e altamente qualificato di confronto, in grado di supportare la crescita culturale dei produttori per migliorare il livello di sicurezza degli alimenti prodotti e, allo stesso tempo, valorizzare il sistema agro zootecnico regionale.

In tale ottica occorre promuovere lo sviluppo di sistemi di sorveglianza finalizzati al corretto impiego delle pratiche agronomiche, fitosanitari in particolare, e al controllo delle malattie infettive e delle zoonosi coinvolgendo come parte attiva e costruttiva l’agricoltore e l’allevatore. Occorre pertanto sostenere percorsi che favoriscano una conoscenza approfondita della situazione aziendale, sia negli aspetti strutturali che gestionali, per arrivare a conoscere e qualificare lo stato sanitario dell’azienda, individuare le azioni correttive che devono essere adottate sulla base della singola realtà produttiva, per incidere in modo consistente sulla sicurezza degli alimenti prodotti.

Nello specifico settore dell’allevamento zootecnico, ènecessario intervenire per indirizzare le scelte che favoriscono un innalzamento dei livelli di biosicurezza nei singoli impianti, una gestione corretta della tracciabilità degli animali e rintracciabilità dei mangimi utilizzati, un corretto utilizzo del farmaco, una attenta applicazione delle norme sul benessere animale.

Un ulteriore sviluppo dell’interazione già esistente con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna (I.Z.S.L.E-R) e la diffusione e la attuazione del Sistema di accreditamento sanitario degli allevamenti (SIAS), realizzato dall’Istituto in accordo con la Regione, garantirà una migliore gestione dei rischi sanitari, basandosi sulla competenza e professionalità degli operatori dell’Istituto e delle Aziende

USL e sul coinvolgimento contemporaneo dell’allevatore, del veterinario aziendale, del controllo ufficiale, degli esperti dell’IZSLE-R e degli altri consulenti che gravitano attorno all’allevamento nella predisposizione e realizzazione dei piani di intervento. In particolare, nell’ambito dell’accreditamento sanitario degli allevamenti suinicoli, sarà attuato il Regolamento CE 2075/2005 riguardante il riconoscimento di allevamenti esenti da

Trichine.

Per innalzare il livello sanitario della popolazione zootecnica sarà inoltre potenziata la rete di sorveglianza epidemiologica veterinaria attualmente supportata dal Centro epidemiologico regionale veterinario (CEREV) dell’IZSLE-R.

Nel contempo, saranno intensificati, in collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura, i momenti di condivisione degli obiettivi e della definizione di programmi di intervento mirati con le organizzazioni professionali agricole, le associazioni di categoria, attraverso azioni di supporto informativo e formativo, partecipazione congiunta alla stesura dei manuali di buone pratiche agricole, e valutazioni pratiche di campo.

Il controllo ufficiale

Ai medici, ai medici veterinari, ai tecnici della prevenzione dei Servizi igiene alimenti e nutrizione (SIAN) e delle Aree dipartimentali di sanità pubblica veterinaria (ADSPV) delle Aziende USL regionali la normativa vigente demanda il compito di eseguire i controlli ufficiali sull’intera filiera produttiva. La prevenzione sanitaria e la predisposizione dei relativi piani di attività deve basarsi sui processi di valutazione e gestione del rischio, come previsto dal Regolamento CE 178/2002, che richiede la intensificazione del processo di riqualificazione del personale già avviato. Al riguardo va tenuto in considerazione il fatto che, al pari degli allevatori e coltivatori, il personale adibito al controllo della produzione primaria si trova a un livello di conoscenze sull’attuazione e la verifica dei piani di autocontrollo diverso rispetto a chi, da tempo, lavora nel settore della trasformazione e somministrazione.

Sulla base del piano nazionale pluriennale integrato dei controlli in sicurezza alimentare, a livello regionale saranno stabiliti, dopo una appropriata analisi del rischio e in accordo con le Aziende USL, i programmi di lavoro e i piani formativi, le modalità di registrazione dei dati di attività, il sistema informativo, i principi di valutazione del rischio, la proceduralizzazione delle attività, gli standard di funzionamento, i programmi e le modalità di esecuzione degli audit sugli operatori del settore alimentare e sull’organizzazione dell’autorità di controllo. Inoltre, verranno,per quanto consentito, abrogate pratiche inutili, dedicando maggiore attenzione allo sviluppo di procedure operative basate sull’evidenza scientifica.

Attenzione particolare dovrà essere dedicata, in sintonia e accordo con l’Agenzia Sanitaria Regionale, alla promozione e alla qualificazione degli operatori dei SIAN e delle ADSPV impegnati nell’esecuzione dei controlli ufficiali sulla sicurezza alimentare, salute e benessere animale previsti dal regolamento 882/2004/CE mediante la formazione del personale ai criteri di qualità, l’esecuzione e l’organizzazione di audit sulle attività degli operatori della filiera alimentare e sull’organizzazione dei servizi territoriali.

Uno sforzo particolare sarà dedicato alla messa in rete delle diverse competenze e delle differenti azioni che interessano la sicurezza alimentare, sviluppando la collaborazione di Ministero della salute, Istituto Superiore di Sanità, Università, EFSA, CNSA, Istituto Zooprofilattico Sperimentale, CEREV, ARPA, ambiente, organi di controllo, associazioni di categoria e dei consumatori per realizzare, ognuno per le proprie competenze, programmi di attività finalizzati alla sicurezza alimentare.

I piani di lavoro regionali e delle Aziende USL dovranno essere rapportati alla realtà produttiva, alla valutazione del rischio, alle risultanze dei piani di monitoraggio e sorveglianza, prevedendo revisioni periodiche per apportare, se necessario, i necessari correttivi dettati dall’analisi delle problematiche emerse.

Le modalità di gestione degli stati di allerta su alimenti e mangimi andranno riviste nell’intento di migliorare la rapidità e la razionalità dell’intervento.

Andrà incentivato l’impiego dell’audit quale strumento regionale e aziendale per valutare con sistematicità e indipendenza l’efficacia delle azioni messe in atto per raggiungere gli obiettivi fissati.

Il controllo ufficiale sulla sicurezza alimentare è supportato dalla rete laboratoristica dell’Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia-Romagna e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna. Oltre ad eseguire le analisi sulle matrici alimentari campionate dalle Aziende USL, i laboratori pubblici devono rappresentare un riferimento tecnico scientifico per la programmazione regionale e territoriale dell’attività. Le sezioni provinciali IZS e la rete laboratoristica di ARPA devono diventare luoghi di approfondimento culturale e di interscambio di informazioni utili a migliorare da un lato l’azione di controllo e campionamento e dall’altro l’individuazione di elementi nocivi alla salute umana. In questo senso la capillare presenza territoriale e una forte autonomia tecnico gestionale dei coordinamenti tecnici regionali rappresenta un elemento essenziale per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano.

Per un’azione sinergica e finalizzata, è indispensabile che ARPA e IZSLE-R concordino preventivamente con la Regione gli obiettivi strategici annuali e migliorino il sistema di trasmissione dati con la Regione stessa e le aziende USL.

All’IZSLE-R è inoltre richiesta la garanzia che il CEREV, il laboratorio chimico e di entomologia siano in grado di rispondere adeguatamente e tempestivamente alle necessità di supporto alla elaborazione delle strategie regionali in tema di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare.