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Il contesto di indagine: il distretto Oil & Gas di Vibo Valentia 100

3.   Metodologia e Design della Ricerca 80

3.4   Il contesto di indagine: il distretto Oil & Gas di Vibo Valentia 100

Definita la strategia generale di ricerca, il successivo step da affrontare in tema di research design consiste nella definizione dell´ambito in cui svolgere la ricerca.

Nel definire l´ambito di indagine, vista la complessità e vastità del tema trattato, si è deciso di limitare l´analisi secondo due dimensioni:

- il settore industriale considerato

- il tipo di relazioni interorganizzative esaminate

Relativamente al settore industriale analizzato, si è deciso di condurre la ricerca tra le piccole e medie imprese operanti nel settore dell’engineering per la filiera dell’ Oil & Gas nel distretto industriale di Vibo Valentia.

Si tratta di PMI che lavorano prevalentemente su commessa, in un contesto, quello dell´ Oil & Gas, in cui i due elementi oggetto dello studio, ovvero i legami interorganizzativi e il capitale intellettuale, giocano un ruolo fondamentale nel determinare la competitività delle imprese.

I legami interorganizzativi sono di fondamentale importanza dal momento che il tipo di settore è customer-driven, dunque dominato da pochi grandi operatori internazionali (società

EPC: engineering, procurement and construction). Intrecciare legami stabili, duraturi e di

fiducia con i pochi grandi clienti costituisce, quindi, un fattore assolutamente critico per la sopravvivenza delle PMI fornitrici operanti in tale settore.

Lavorare su commessa in un settore altamente complesso come quello dell’ Oil & Gas, impone alle imprese oggetto dello studio la necessità di possedere un elevato bagaglio di competenze e conoscenze. Il settore è altamente caratterizzato da stringenti standard normativi e di qualità, e i processi produttivi svolti richiedono il possesso di numerose certificazioni internazionali. Anche la fase di progettazione dei prodotti realizzati, svolta da alcune delle imprese analizzate, è contraddistinta da notevole complessità e comporta il possesso di elevata esperienza nel settore.

L’insieme di questi due elementi rende l’analisi di questo contesto particolarmente adatto per il conseguimento degli obiettivi della ricerca, ovvero comprendere gli effetti reciproci tra Relazioni interorganizzative e Capitale intellettuale nelle PMI da un lato, e comprendere

l´impatto dei meccanismi di apprendimento implementati sulla capacità collaborativa delle stesse dall´altro.

Le imprese del campione, inoltre, sono geograficamente molto vicine, essendo tutte localizzate nell´area industriale di Vibo Valentia, in Calabria.

La scelta di analizzare imprese caratterizzate da geographical-proximity e appartenenti ad uno stesso settore industriale presenta indubbi vantaggi metodologici rispetto agli obiettivi di ricerca alla base del presente studio.

La prossimità geografica riduce, se non elimina del tutto, gli effetti perturbatori di

variabili contestuali esterne al controllo dell´impresa e che impattano non poco sul sistema

di relazioni da essa instaurabili. Esempi di tali fattori sono: il contesto macro-culturale di appartenenza, il livello di fiducia tra gli attori, la presenza di politiche o regimi normativi più o meno incentivanti.

Le imprese esaminate, facendo parte tutte di un comune tessuto industriale, sono ugualmente esposte alle influenze di fattori esterni non considerati in tale studio. Pertanto, le differenze ravvisabili all´interno di ciascuna di esse saranno più significativamente riconducibili alle variabili specificamente valutate nella ricerca, ovvero le relazioni interorganizzative instaurate, il capitale intellettuale posseduto, e i meccanismi di apprendimento implementati.

Secondariamente, il fatto che le imprese del campione operino nello stesso settore, fa si che esse condividano un ulteriore insieme di fattori potenzialmente influenti sul fenomeno esaminato: le relazioni con i principali clienti e i prodotti/servizi erogati.

Le PMI analizzate operano essenzialmente per gli stessi grandi clienti internazionali. La condivisione di tali legami fa si che la qualità della relazioni che ciascuna impresa ha instaurato col tempo con i propri clienti (la prima variabile dello studio), non dipenda da un atteggiamento più o meno collaborativo del singolo cliente15, ma dipenderà da altri fattori strettamente connessi a caratteristiche peculiari delle diverse imprese esaminate, come le competenze acquisite, l´affidabilità garantita nel servizio, l´atteggiamento innovativo e proattivo mostrato nei confronti delle problematiche del cliente, ecc.: in altre parole il capitale intellettuale del fornitore (seconda variabile dello studio).

Le imprese, inoltre, essendo specializzate nella fornitura dei medesimi prodotti, ovvero strutture e componenti in acciaio per impianti di trattamento Oil & Gas, sono accomunate

anche sotto il profilo tecnologico, produttivo e cognitivo16. Ciò consentirà un valido e significativo confronto tra di esse sotto il profilo del capitale intellettuale posseduto. Cosi facendo, non solo si potranno paragonare elementi simili e omogenei di capitale intellettuale (ad esempio, certificazioni di qualità, competenze professionali simili), ma differenze significativamente rilevanti tra le singole imprese non saranno da attribuire a diversi requisiti settoriali o contestuali (visto che il settore e i clienti sono i medesimi, le conoscenze e le risorse necessarie per competere saranno le stesse per tutti gli operatori) ma più semplicemente dipenderanno dall´intrinseca capacità di apprendimento e di gestione della conoscenza delle diverse imprese, qualcosa cioè che ha molto a che fare con i meccanismi di apprendimento implementati.

Per quanto concerne la tipologia di relazioni interorganizzative considerate, per gli scopi del presente lavoro, gli autori hanno deciso di limitare il campo d´indagine esclusivamente alle relazioni di tipo fornitore-cliente, adottando il punto di vista del fornitore ed escludendo quindi dall´analisi relazioni orizzontali con partner scientifici, competitors o altri attori. Le ragioni di tale scelta sono essenzialmente tre.

Prima fra tutte, in linea con l´intento esplorativo della ricerca, si è inteso conferire ai risultati della ricerca un carattere di maggior dettaglio e pragmaticità, evitando cosi di pervenire a conclusioni eccessivamente vaghe seppur maggiormente generalizzabili. Valutare in che modo il capitale intellettuale di una PMI possa influire sulla qualità delle relazioni

interorganizzative da questa instaurate (Q2), infatti, è un operazione altamente dipendente dal

tipo di partner considerato17.

La seconda ragione è che dalla qualità dei rapporti con i propri clienti, dipende in larga misura la competitività delle imprese, specialmente in un settore come quello dell´Oil & Gas, altamente concentrato e dominato da pochi grandi operatori internazionali! Focalizzare lo studio su quali siano i fattori (organizzativi) che maggiormente incidono sulla qualità di questo particolare tipo di legami, dunque, significa essenzialmente identificare i meccanismi responsabili del successo e quindi della sopravvivenza delle PMI. Ciò aiuta a conferire al lavoro quella rilevanza pratica che è essenziale, insieme al rigore metodologico, nel

16 Qui potremmo richiamare il concetto di cognitive proximity suggerito da Albino, Petruzzelli, 2009.

17 Migliorare le relazioni con i propri clienti, ad esempio, può richiedere la forintura di un prodotto qualitativamente superiore, maggiormente personalizzato, o economicamente più vantaggioso (Porter,...). Oppure ancora potrebbe comportare l´erogazione di un servizio più tempestivo o maggiormente consulenziale. In ogni caso comporta il possesso di livelli più elevati di conoscenze, competenze e capacità . Diverso è il discorso se si considerano altri tipi partner come capo estremo delle relazioni interorganizzative. La qualità dei rapporti con i propri fornitori, partner scientifici, con i rispettivi competitors, o con altri stakeholder, infatti, sarà funzione di altre variabili in quanto cambia l´oggetto stesso della relazione, che non sarà più la fornitura/erogazione di un prodotto, ma lo svolgimento di attività di ricerca, di sviluppo, o secondarie in forma

determinare la qualità di una ricerca scientifica nell´ambito delle business sciences (Saunders et al., 2007).

Tale scelta, inoltre, mira a colmare un certo squilibrio riscontrato in letteratura, la quale presenta una notevole concentrazione di studi focalizzati sulle relazioni cliente-fornitore, ma prevalentemente impostati sulla prospettiva del cliente. Si avverte quindi la necessità di approfondire gli effetti che solide customer relationships possono determinare sulle performance dei fornitori, specie in termini di apprendimento.

E dal concetto di apprendimento deriva la terza ragione di tale scelta metodologica. Come ampiamente accettato in letteratura, le PMI raramente presentano la capacità di sviluppare autonomamente ed internamente nuovo capitale intellettuale (nuova conoscenza). Da ciò discende che la fonte primaria per l´acquisizione di nuovo CI è costituita dalle relazioni collaborative con fonti esterne di conoscenza. Tra queste, i clienti rappresentano, insieme ai fornitori, i principali serbatori di innovazioni, di nuove conoscenze, in generale di nuovo capitale intellettuale per una PMI (persino il personale raramente viene formato internamente ma viene assunto da imprese clienti o fornitrici (verificare).

Restringere il campo di analisi alle relazioni con i rispettivi clienti, dunque, consente di esplicitare e di esplorare le variabili che determinano buona parte dell´apprendimento che avviene in una piccola e media impresa, e ciò permette di rispondere con maggior affidabilità al primo quesito dello studio: comprendere in che modo le Relazioni Interorganizzative incidono sul Capitale Intellettuale delle PMI.