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Il contesto normativo

Nel documento C ORTE C ONTI (pagine 41-47)

III L'ATTIVITA' IN AMBITO EUROPEO E INTERNAZIONALE

V. L’ATTIVITÀ DI CONTROLLO SULLA GESTIONE DELLE AMMINISTRAZIONI DELLO STATO

1. Il contesto normativo

Il contesto nel quale si colloca l’attività è essenzialmente quello della legge n.

20/94, ed in particolare dell’art. 3, comma 4, laddove è previsto il principio della programmazione delle attività, nonché la possibilità per le commissioni parlamentari di indicare priorità nell’espletamento di controllo.

I parametri di valutazione sono sia la legalità dell’azione amministrativa che i criteri di buon andamento, meglio identificati attraverso i concetti di efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa.

Le relazioni di controllo, prima di essere definitivamente approvate, vengono sottoposte, attraverso una bozza compilata sulla base delle risultanze istruttorie, al contraddittorio con le Amministrazioni interessate.

Dopo un analitico riscontro di tutte le deduzioni orali e scritte da queste ultime presentate, appositamente inserito nella relazione definitiva, quest’ultima viene approvata ed inviata alle Camere, alla Presidenza del Consiglio e alle Amministrazioni interessate.

Le relazioni contengono osservazioni e raccomandazioni finalizzate all’autocorrezione delle disfunzioni di volta in volta accertate; le Amministrazioni interessate sono tenute ad adottare misure conseguenziali o a rendere espliciti i motivi della mancata adozione delle stesse.

Questa norma di chiusura consente di seguire la dinamica dell’azione amministrativa anche dopo la formalizzazione del referto, al fine di vigilare sull’esercizio dell’attività autocorrettiva delle Amministrazioni interessate.

L’attività di controllo comporta la gestione di alcune attività di monitoraggio dell’azione amministrativa, le quali consentono, attraverso l’acquisizione e l’elaborazione di dati contabili, finanziari ed economici, classificati in modo sintetico, di conoscere l’andamento gestionale di numerosi programmi e consistenti nuclei di risorse. In tal modo, possono essere curati in maniera integrata gli obiettivi del controllo, attraverso un metodo di pianificazione a ciclo continuo, basato su un’attività di reportistica sistematica, continua e puntuale.

36 2. Profili funzionali ed evolutivi del controllo sulla gestione

Tra le indagini di natura concomitante allo svolgimento della attività amministrativa mette conto ricordare quella inerente alla gestione delle relazioni finanziarie tra Stato e Autonomie territoriali: oggetto di due programmi di controllo (dell:

2/2010/G e 26/2010 G) venuti ad esito nel 2010. Sono state accertate irregolarità amministrative e contabili imputabili alla complessità dei rapporti decisionali ed organizzati tra il Ministero dell’interno, il Ministero dell’economia e delle finanze e alcuni Enti locali interessati a provvidenze statali: ritardi decennali nella corresponsione di trasferimenti, spese di natura corrente o per rimborso prestiti erroneamente rubricate tra gli investimenti, risorse destinate ad investimenti finite a retribuire quasi esclusivamente i lavoratori socialmente utili di alcuni enti locali.

Le Amministrazioni interessate, ed in particolare il Ministero dell’interno, nel corso dell’esercizio 2010 hanno completamente rettificato la pertinente gestione, ispirandosi immediatamente ai princìpi di sana gestione affermati dalla Corte.

Quel che ancora deve essere rimosso, appare ai giudici della Corte, in particolare la forte esposizione dello Stato nei confronti degli Enti locali e delle tesorerie provinciali dello Stato (per somme complessivamente superiori ai 10 miliardi di euro), che non dipende dalla capacità di incidere del controllo successivo bensì da ragioni obiettivamente collegate alla riparazione di errori commessi nel passato, anche attraverso l’adozione di normative non del tutto coerenti e alla incombente penuria di risorse economiche che caratterizza la nostra finanza pubblica. Le indagini in questione si sono avvalse, tra l’altro, di un modulo coordinato di svolgimento con le Sezioni regionali, ispirato ai principi di tutela della finanza pubblica allargata: la individuazione della situazione debitoria statale nei confronti degli Enti locali era stata, infatti, accertata da una coeva indagine della Sezione Liguria.

Proprio gli equilibri della finanza pubblica sono stati, sia pure incidentalmente, al centro dell’attenzione della Sezione, la quale – ad esempio – ha avuto modo di sottoporre al Parlamento preoccupazioni in relazione al rispetto del principio di equità intergenerazionale di alcune operazioni di rinegoziazione, con contestuale allungamento di situazioni debitorie o di rinvio sine die di operazioni di copertura di vecchie passività o, ancora, in tema di impiego di risorse non ricostituite, destinate nel tempo a specifici scopi dal Legislatore. Così, ad esempio, nel referto sulla utilizzazione del TFR6 (laddove la Corte ha mosso critiche di natura strutturale alle modalità di impiego dei contributi dei lavoratori privati applicati al bilancio statale, senza garanzie di una effettiva custodia del vincolo di destinazione degli stessi), ed ancora con riguardo alla gestione della

6 Cfr. delibera n. 2/2010/G.

Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP)7 invitata ad implementare le attività di verifica e contrasto alle patologie riscontrate nella gestione dei fondi stessi.

Incisive osservazioni, anche di carattere propositivo, sono state rivolte alle Amministrazioni interessate in materia di gestione degli incarichi dirigenziali di seconda fascia previsti dall’art. 19 del D.Lgs n. 165/018.

Nella verifica dei riscontri all’attività di controllo svolta dalla Corte, importanti ricadute sulle attività delle Amministrazioni sono stati conseguiti anche attraverso il referto sul Programma nazionale di ricerca in Antartide9.

Dalle risultanze complessive della attività i riscontri critici e patologici delle gestioni oggetto di sindacato sono sembrate imputabili, piuttosto che alla mancata valutazione delle performance individuali e collettive, a gravi carenze organizzative ed operative, non di rado originate dalla stessa normazione primaria e secondaria o da insufficiente finanziamento. Sovente strutture dedicate rimangono inoperose per carenza di risorse finanziarie, originaria o sopravvenuta rispetto allo scenario pianificatorio di riferimento.

Così, con riguardo alle infrastrutture strategiche, sono state accertate situazioni di incombente pregiudizio per la conservazione di contributi comunitari destinati ad opere pubbliche di interesse transnazionale, come i “corridoi europei”, nei quali si concretano le politiche comunitarie dei trasporti.

In particolare, per quel che riguarda il quadruplicamento della linea ferroviaria del Brennero, facente parte del corridoio europeo Berlino-Palermo, sono stati accertati e specificati i ritardi rispetto alle scadenze temporali fissate in ambito comunitario, raccomandando al CIPE e alle Amministrazioni interessate un pronto recupero della tempistica programmata per gli adempimenti previsti dagli atti di concessione del contributo comunitario, al fine di evitarne la revoca10.

In materia di trasporti è stato approvato un importante referto sullo stato di realizzazione dei sistemi di trasporto rapido di massa e di tramvie veloci nelle aree urbane11, evidenziando una serie di criticità che impediscono il raggiungimento dei risultati ipotizzati dal Legislatore, anche attraverso una serie di ripetuti stanziamenti di risorse a far data dagli anni ’90. Stanziamenti di risorse cui non hanno fatto seguito adeguati progetti finanziari e tecnici idonei ad utilizzare in modo ottimale le limitate risorse a disposizione.

7 Cfr. delibera n. 13/2010/G.

8 Cfr. delibera n. 12/2010/G.

9 Cfr. delibera n. 6/2010/G.

10 Cfr. delibera n. 18/2010/G.

11 Cfr. delibera n. 10/2010/G.

38 L’attività ha spaziato anche sul versante della tutela delle entrate, con importanti indagini concentrate sui motivi di soccombenza dell’Amministrazione finanziaria nel processo tributario e sull’andamento degli accertamenti e delle riscossioni sulle entrate derivanti dalla repressione delle irregolarità e degli illeciti12.

Molte delle indagini hanno posto in luce disfunzioni, anche rilevanti, nella gestione contabile: classificazioni funzionali non corrispondenti alle regole vigenti, in grado di alterare la dimensione degli investimenti e dell’indebitamento, carente significatività di allocazioni contabili, in grado di pregiudicare non solo la lettura del bilancio, ma anche l’attività di rendicontazione13.

Questi fenomeni vengono a pregiudicare sia il rispetto del principio comunitario di trasparenza contabile sia la significatività e la utilità dell’informazione ricavabile dai conti, spesso avviluppati in una serie di elaborazioni matematiche difficilmente comprensibili, in assenza di appropriate note esplicative, anche per operatori specializzati in materia.

E’ mancato - come emerge dal referto sui controlli interni approvato con del.

11/2010/G - un solido collegamento tra profili operativi della gestione, dipartimenti e strutture dedicati e pertinenti poste di bilancio. Questa relazione inscindibile tra obiettivi gestionali, unità operative e risorse di bilancio è causa concomitante di molte disfunzioni e di rilevanti fattispecie di mancata utilizzazione di fondi. I Secin dei diversi Ministeri non sono stati in grado, sia per carenze intrinseche, sia per scelte rinvenibili già a livello politico e, probabilmente, anche per scarsa adattabilità di un modello di controllo aziendale a realtà amministrative troppo diverse da contesti industriali e/o commerciali, di assicurare un concreto apporto al miglioramento dell’azione amministrativa.

Alla indagine conclusa con la richiamata delibera fa da pendant quella in corso riferita al nuovo assetto dei controlli interni, ora incentrati, per effetto del D.Lgs n.

150/09, sugli OIV (organismi indipendenti di valutazione).

La delibera n. 20/2010/G ha avuto modo di occuparsi del delicatissimo settore della ricerca scientifica, attraverso l’esame della gestione del Fondo per gli investimenti nella ricerca di base (FIRB). Anche nel caso di specie sono emerse forti criticità in un settore fondamentale per lo sviluppo del Paese: entità degli stanziamenti, tempi di assegnazione e gestione, selezione e valutazione dei progetti non sono paragonabili a quelli adottati da altri Paesi occidentali, come ad esempio il Regno Unito.

12 Cfr. delibera n. 8/2010/G.

13 Cfr. delibera n. 26/2010/G.

Al fine di valutare l’impatto dei controlli svolti sulla capacità di autocorrezione delle Amministrazioni statali, è stata istituita una formale ricognizione annuale degli effetti concreti delle pronunce intervenute in corso di anno (cfr. Allegato n. 2): di qui l’importante deliberazione n. 25/2010/G "Monitoraggio sulle modalità di adeguamento da parte delle Amministrazioni dello Stato alle osservazioni formulate dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione nell'anno 2009".

VI. L’ATTIVITÀ DI CONTROLLO SUGLI ENTI A CUI LO STATO CONTRIBUISCE IN

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