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L’insegnamento in un contesto di discenti adulti non può basarsi semplicemente su studi di carattere pedagogico ma necessita di approfondite indagini basate su una disciplina di «approccio umanistico affettivo indirizzato a studenti adulti» (Begotti, 2006), ossia l’andragogia. Alcuni degli elementi rilevanti individuati all’interno dei contesti d’insegnamento a discenti adulti sono: l’importanza delle aspettative e delle esperienze precedenti connesse al fenomeno delle «credenze limitanti» (Trombetta,

307 «derivanti da esperienze di apprendimento precedenti che sono causa dell’ansia e della paura del

ridicolo» (Trombetta, 2018)

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2018), la necessità di monitorare il proprio processo di apprendimento e anche la paura di essere ridicolizzati, soprattutto nei contesti di didattica ludica.

All’interno di questa disciplina, considerando prima di tutto lo studente in quanto individuo, non viene trascurata l’importanza dell’elemento motivazione all’interno del processo d’apprendimento. Per motivazione si intende pertanto

« the dynamically changing cumulative arousal in a person that initiates, directs, coordinates, amplifies, terminates, and evaluates the cognitive and motor processes whereby initial wishes and desires are selected, prioritised, operationalised and (successfully or unsuccessfully) acted out » (Dörnyei and Ushioda, 2011:6 )309

Inoltre, secondo Goleman la motivazione è una condizione neurochimica che può essere definita come « una descarga de adrenalina […] que moviliza para actuar de un modo más provechoso dando energía necesaria para enfrentarse a trabajos más complejos y desafiantes » (Goleman, 1998: 70). Pertanto, considerate le caratteristiche proprie di un’utenza adulta, vi è la necessità di pianificare delle metodologie valide affinché la motivazione si mantenga accesa, o in certi casi si attivi del tutto. A tal proposito, all’ interno degli studi glottodidattici sono emersi i numerosi benefici connessi al momento della valutazione, più precisamente riguardo alla pratica dell’autovalutazione.

Autovalutazione è di fatto una risorsa che «implica la ridefinizione del ruolo dello studente nel processo valutativo e la sua riconfigurazione da oggetto passivo a soggetto attivo»310 (Castoldi, 2016:186). In conclusione, potendo avvicinare lo studente al

meccanismo della valutazione, si accorciano le distanze relazionali docente- discente e, nel caso specifico degli adulti, permette loro di avere un ulteriore ed efficiente strumento per monitorare il loro apprendimento e quindi motivarli a migliorare lì dove scoprono di essere carenti senza l’ansia della valutazione effettiva.

309 Tratto da Dörnyei Z., Ushioda E., 2011, Teaching and researching motivation, London, Pearson.

Consultabile in

Dhttp://englishlangkan.com/produk/E%20Book%20Teaching%20and%20Researching%20Motivation%2 0Zoltan%20and%20Ema%202011.pdf ultimo accesso 2/06/2019

310 « tratar de autoevaluación dentro del ámbito de la evaluación de los aprendices implica la redefinición

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5.3 Lo studio del caso numero uno: i soggetti coinvolti nelle prove d’ autovalutazione e la raccolta dei dati necessari durante il primo tirocinio presso il centro C.P.I.A di Padova

SOGGETTI COINVOLTI

I soggetti coinvolti erano i diciotto studenti di età compresa tra il sedici e i cinquant’anni del gruppo denominato C di livello superiore A1+. I soggetti in questione erano311: S1312, S18 camerunensi (lingua nazionale francese e inglese); S2, S13, S14, S15 nigeriani (lingua nazionale inglese e yoruba); S3, S10 provenienti rispettivamente dalla Spagna e Cuba (lingua nazionale spagnolo); S4 moldavo (lingua nazionale rumeno); S5, S6 thailandesi (lingua nazionale thailandese); S7, S9, S17 siriani (lingua nazionale arabo); S8 bulgaro (lingua nazionale bulgaro) S11 guineano (lingua nazionale francese); S12 e S13 kosovari (lingua nazionale albanese e serbo).

Lo studente S12 seppur sia stato inserito nel registro presenze e di conseguenza nella ricerca, non ha fornito molti dati a causa del trasferimento in un altro istituto. Infine tra i soggetti coinvolti bisogna menzionare anche la professoressa responsabile della classe alle cui lezioni è stato incorporato il lavoro di ricerca incentrato sulla suddetta autovalutazione.

DATI NECESSARI

L’ investigazione si è basata su un paradigma misto di Quan –Qual. Pertanto si componeva di dati principalmente quantitativi derivanti dei voti (scala da 1 a 5) che gli studenti si sono assegnati durante l’autovalutazione del loro lavoro.

Per quanto riguarda i dati qualitativi si concertavano principalmente nel questionario compilato dall’ insegnante alla fine del ciclo delle quindici autovalutazioni. Tuttavia vi era anche qualche traccia di dato qualitativo dovuto al qualche commento breve associato al voto313 da parte degli studenti più “temerari”.

311 Si è esplicitata la provenienza e la lingua madre dei singoli discenti (escludendo a priori i dialetti locali

di cui non si hanno dati a riguardo) in quanto potenziale elemento di vantaggio o svantaggio nell’ apprendimento dell’italiano

312 Allo scopo di salvaguardare la loro privacy i soggetti verranno denominati con la lettera “S” di studente

e un numero.

313 Vita la mancanza di competenze linguistiche e l’impossibilità di trovare una lingua di mediazione con

gli studenti si è deciso di rendere il commento affianco al voto opzionale. Di fatto solo alcuni di loro durante le ultime autovalutazioni del corso hanno aggiunto qualche breve spiegazione associata al voto.

91 STRUMENTI

Gli strumenti usati consistevano nelle quindici prove di autovalutazione con apposito spazio per l’auto-assegnazione del voto ed eventuale commento, una penna rossa utilizzata dai discenti per autocorreggersi gli errori e infine un questionario a crocette indirizzato dall’insegnate.

Le prove d’autovalutazione proposte si differenziavano in prove di grammatica e di lessico, a loro volta classificate a seconda del livello di difficoltà: bassa, media e alta. Le tipologie delle prove d’autovalutazione proposte era: cloze, riordino, abbinamento parole immagini, esercizi di inserimento e di richiamo dei vocaboli314. Le prove scelte erano di carattere oggettivo per permettere all’insegnate di creare una griglia di valutazione che fosse più oggettiva possibile e da utilizzare come strumento di orientamento per interpretare i voti derivati dalla loro autovalutazione.

Oltre alle prove d’autovalutazione, per coinvolgere l’insegnate di riferimento e riuscire ad avere una sua opinione in merito all’attività svolta, le si è chiesto di compilare un questionario a risposta multipla composto da quindici quesiti.

Per quanto riguarda la fase di tabulazioni dei dati e progettazione degli istogrammi315 si è utilizzato il programma Excel. Infine tra i gli strumento bisogna include anche il quaderno in cui sono state annotate le osservazioni riguardo l’atteggiamento e le affermazioni dei discenti in merito ai test d’autovalutazione.

5.4 il metodo di analisi delle prove d’autovalutazione effettuate all’interno del centro