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il metodo di analisi delle prove d’autovalutazione effettuate all’interno del centro

PROCEDIMENTO E METODOLOGI DI ANALISI DEI DATI

La prima fase consisteva nell’ individuare gli esercizi da proporre come prove agli studenti in modo che rispondessero ai seguenti requisiti: oggettività e quindi «costruita mediante una scala di obiettivi quantificabili e misurabili» (Serragiotto, 2016:45); coerenza con il lavoro svolto in classe e infine variabilità in termini di livelli di difficoltà. Tuttavia, nonostante il tentavo di creare prove di difficoltà varia, nella maggior pare dei casi si è preferito optane per un livello medio così da non scoraggiare gli studenti con un livello troppo alto e allo stesso tempo per non annoiarli con uno troppo basso.

Inizialmente, vista la poca dimestichezza di alcuni studenti con l’ambiente scolastico e quindi anche con le valutazioni, si è preferito utilizzare tre faccine/emoticon

314 Tendenzialmente le prove di difficoltà altra erano di questa tipologia 315 Gli istogrammi sono presenti in appendice

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a cui erano abbinate le scritte: felice, così così e triste. La scelta delle emoticon è derivata dal tentativo di presentare un linguaggio iniziale facilmente riconoscibile e pertanto intuibile da parte dei discenti, ossia quello delle chat. Nella tabulazione per ragioni tecniche tali emoticon sono invece state direttamente sostituite dai numeri dispari tra uno e cinque: ossia cinque felice, tre così così e uni triste.

Successivamente dalla prova denominata P6G sono stati aggiunti anche i numeri pari e i voti da uno a cinque sono stati accompagnati corrispettivamente dalle parole: insufficiente (uno); sufficiente (due); buono (tre); distinto (quattro); ottimo (cinque). Tale scelta deriva dalla necessità sia di ampliare il lessico che di facilitare la comprensione del numero che per alcuni era di difficile interpretazione316.

Per quanto riguarda l’analisi si è cercato di orientare e raggruppare le prove di autovalutazione affinché non apparissero un insieme informa ma ne risultasse uno schema ordinato. Pertanto i risultati sono stati tabulati in una griglia Excel317 dove si sono segnati, oltre ai nomi degli studenti presenti (per esempio S1), i voti risultati obsoleti rispetto alla griglia di valutazione che era stata prodotta su base matematica la quale non poteva essere consultata degli studenti per non condizionarli. Più precisamente si sono cerchiati i voti che rappresentavo un’autovalutazione più “ottimista” (quindi con un punteggio maggiore) rispetto alla griglia318 elaborata dall’insegnante e invece si è disegnato un

quadrato in quelli di tendenza più “pessimista” (valutatosi con un voto minore rispetto a quello previsto dalla griglia). Infine in tale documento, per ogni prova venivano segnalate in basso le varie percentuali che indicavano il numero dei soggetti per ogni voti e inoltre la percentuali di voti autoassegnati che risultavano incongruenti rispetto alla griglia elaborata dell’insegnante319. Da tali percentuali sono stati elaborati inoltre degli

istogrammi allo scopo di rendere maggiormente visibile i risultati ottenuti. I quattro istogrammi consideravano: le percentuali di voti incongruenti rispetto alla griglia dell’insegnante e le percentuali relative ai voti ottimo (cinque); buono (tre) e insufficiente (uno) per ognuna delle quindici prove d’autovalutazione. Non sono stati creati istogrammi per i voti pari in quanto introdotti solo successivamente nella scala di valutazione (dalla

316 Per alcuni oggetti i numeri e le parole continuavano a essere accompagnati dalle emoticon per far sentire

la valutazione meno minacciosa e ricordare si trattasse solo di un momento di esercizio accompagnato ad una autoriflessione

317 Documento in appendice

318 Per esempio lo studenti ha valutato cinque una prova da tre.

319 Si ricorda che la griglia dell’insegnante e stata costruita su criteri strettamente matematici per non

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prova 6G), inoltre questi tre voti rappresentavano i tre livelli principali su sui si basava l’autovalutazione ossia: ottimo, buono-mediocre e insufficiente

Alla fine delle quindici prove è stato proposto alla docente referente di completare un questionario composto da quindici quesiti a risposta multipla, inerenti all’utilità delle prove di autovalutazione svolte in classe.

LE FASI DELL’ AUTOVALUTAZIONE DURANTE LA LEZIONE

Prima di cominciare il lavoro, per com’è stato possibile, visto il livello linguistico della classe, si è cercato di spiegare il senso del lavoro d’autovalutazione e quindi della possibilità di ricavarsi uno spazio per comprovare le proprie conoscenze e competenze senza l’ansia di una vera valutazione

Il momento della prova d’autovalutazione generalmente avveniva al termine della seconda ora di lezione. Come prima fasi si consegnava il foglio contenente gli esercizi da svolgere. In tale fase si ricordava alla classe l’importanza e l’utilità dell’acquisizione di tali conoscenze (tanto grammaticali come lessicali) non solo in quanto studenti che sosterranno una certificazione ma ancora di più in quanto possibili soggetti ben integrati dentro il territorio e della cultura italiana320.

Successivamente si consegnava la prova spiegando gli eventuali dubbi in merito al suo svolgimento, e si invitava gli studenti a svolgerli ognuno per conto proprio ricordando che si trattava di un lavoro individuale.

Una volta scaduto il tempo si consegnava una penna rossa con la quale gli studenti, seguendo la correzione alla lavagna321, dovevano segnare i propri errori così che fossero più evidenti.

Infine si chiedeva di osservare il proprio lavoro e di mettersi un voto. Una volta fatto le prove venivano raccolte una alla volta chiedendo una breve spiegazione a voce agli studenti in merito al punteggio che avevano stabilito per loro stessi.

320 La maggior parte dei soggetti aveva di fatto l’intenzione di stabilirsi definitivamente a vivere in Italia). 321 La correzione alla lavagna si svolgeva con l’aiuto di tutti gli studenti per non cerare ulteriore tensione

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5.5 Risultati e osservazioni inerenti ai dati raccolti all’ interno del centro C.P.I.A di