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Più controlli, maggior sicurezza per i consumatori L'attività di NAS ed USMAF.

I REGOLAMENTI COMUNITARI IN MATERIA DI IGIENE ALIMENTARE

3.3 Più controlli, maggior sicurezza per i consumatori L'attività di NAS ed USMAF.

Oggi più che in passato, è maturata la consapevolezza dei cittadini riguardo la qualità dei prodotti alimentari, si è sviluppata maggiore attenzione verso le problematiche ad essi connesse e di conseguenza anche l'azione degli enti e delle istituzioni preposte ai controlli di qualità ed igiene alimentare si è fatta più intensiva, ai fini di una maggiore tutela della salute pubblica.

E' di pochi mesi fa la notizia che il focolaio europeo di infezioni da

Salmonella Enteritidis sembra essersi attenuato dopo la messa in atto nell’autunno scorso di misure di controllo negli allevamenti di galline ovaiole e nei punti di distribuzione.

L'epidemia ha raggiunto il suo picco durante l'ultima settimana di settembre 2016, in cui furono segnalati circa 60 casi. Grazie all’attuazione di misure di controllo, da allora il numero di casi è stato in costante calo, con un massimo di due casi per settimana segnalati a gennaio e febbraio 2017.

Questi dati sono contenuti in un aggiornamento della valutazione rapida del focolaio, pubblicato dall’EFSA e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

I nuovi casi sono stati segnalati da Belgio, Ungheria, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Regno Unito. Quattordici Paesi sono stati colpiti dal focolaio sin dal suo esordio a maggio del 2016. Oltre a questi, sono stati segnalati casi in Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Italia,

Lussemburgo e Slovenia. Sono stati segnalati due decessi, uno dalla Croazia e l’altro dall’Ungheria.

Evidenze ottenute tramite il sequenziamento dell’intero genoma (WGS) oltre alle indagini epidemiologiche, ambientali e di tracciabilità hanno indicato in uova provenienti dalla Polonia il veicolo dell’infezione. Successive indagini hanno confermato che alcuni allevamenti di galline ovaiole contaminati da S. Enteriditis in Polonia erano la fonte del focolaio.

Data la possibilità che tale contaminazione possa essere stata introdotta a monte nella catena di produzione delle uova, si raccomanda alla Polonia di verificare ulteriormente lo stato di incubatoi e allevamenti da riproduzione, in particolare quelli legati agli allevamenti risultati positivi. È auspicabile che i Paesi colpiti continuino a condividere informazioni sulle indagini epidemiologiche, microbiologiche e ambientali, compresa l'emanazione di notifiche in

materia attraverso il sistema di allarme rapido per alimenti e mangimi (RASFF) e il sistema di allarme precoce e risposta (EWRS), che rappresenta il canale ufficiale di notifica per le gravi minacce sanitarie transfrontaliere.

Scegliendo di analizzare, fra la variegata casistica, lo smaltimento delle acque reflue derivanti dalla lavorazione delle olive, significativa risulta la sentenza della Corte di Cassazione n. 2985/2017.

La giurisprudenza penale ed amministrativa aveva rilevato che lo scarico in un corso d'acqua dei reflui derivanti dalla molitura delle olive fosse idoneo ad integrare il reato di cui all'articolo 124 e 137 del Decreto Legislativo 152/2006, sulla base del presupposto che i frantoi costituiscono installazioni in cui si svolgono attività di produzione dei beni.

Ricordiamo che con acque reflue si indicano tutte quelle acque la cui qualità è stata alterata dall'azione antropica dopo il loro utilizzo in attività domestiche, industriali ed agricole. Queste son quindi inidonee ad un loro uso diretto, in quanto contaminate da diverse tipologie di sostanze, organiche ed inorganiche pericolose per la salute e l'ambiente.

Sulla base dell'intervento legislativo (Legge 28 dicembre 2015 n.221), lo scarico delle acque di vegetazione in pubblica fognatura è consentito qualora l'Ente di governo dell'ambito o il gestore non ravvisi criticità nel sistema di depurazione, sempre che il frantoio tratti olive provenienti esclusivamente dal territorio regionale ed appartenga ad aziende agricole i cui terreni siano situati in aree scoscese o a terrazze; fermo restando il rispetto dei parametri di legge nella fase di scarico di tali acque.

A seguito della Decisione della Corte di Cassazione (sentenza n.2985/2017) e dell'integrazione legislativa (Legge 28 dicembre 2015 n.221) vengono sostanzialmente ridotti gli adempimenti burocratici relativi alle richieste di autorizzazione allo smaltimento in fognatura

delle acque di vegetazione, fermo restando il rispetto delle prescrizioni impartite dal locale ente gestore.

Non è stato semplice riuscire a reperire tutto il materiale necessario per la stesura del mio lavoro, in particolar modo la documentazione e le informazioni utili concernenti il ruolo e tutta l'attività che ne consegue degli organi predisposti all'attività di controllo interno (Comando Carabinieri per la tutela della salute ed USMAF).

Sono partito dai primi contatti con l'ASL di Milano, i cui operatori son riusciti a descrivermi le peculiarità con cui avviene la procedura di controllo sugli alimenti dai centri di grande distribuzione fino ad arrivare al piccolo venditore ortofrutticolo, spiegandomi anche il diverso ruolo e le differenti competenze rispetto ai NAS (Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dell'arma), con i quali dopo tanti giorni d'attesa telefonica son riuscito ad intavolare un'interessante discussione sul tema. Grazie al loro contributo ed a quello dell'USMAF (Unità di Sanità Marittima ed Area, competente per i controlli sulle importazioni) ho potuto comprendere a pieno il raggio d'azione in cui questi organi si trovano ad operare, le competenze degli uni e degli altri, le fasi iniziali, l'attività ordinaria che questi stessi compiono ogni giorno e le fasi esecutive del loro lavoro.

Partiamo col trattare la questione delle importazioni (controlli alle frontiere) e col dire che con la creazione del Mercato Unico (1 gennaio 1993) i controlli veterinari sui prodotti di origine animale e sugli animali vivi, effettuati a tutela della salute pubblica e della sanità animale, sono svolti dall’Autorità dello Stato di produzione ed immissione in commercio del prodotto o degli animali.

Al Paese comunitario che riceve animali o prodotti di origine animale proveniente da un Paese dell’UE è consentito di procedere solo a controlli a sondaggio a carattere non discriminatorio, per l’effettuazione dei quali, in Italia, si è provveduto ad istituire gli Uffici

Veterinari per gli Adempimenti Comunitari (UVAC), dipendenti dal Ministero della Salute.

Al contrario delle provenienze comunitarie, le partite di animali e di prodotti di origine animale in importazione da Paesi diversi da quelli comunitari, devono essere sottoposti a controllo sistematico, prima di essere ammessi sul territorio dell’UE.

Tali controlli, di competenza dello Stato, sono attribuiti al Ministero della Salute e vengono effettuati presso i Posti di Ispezione Frontaliera (PIF).

Sono di competenza dello Stato e attribuiti al Ministero della Salute anche i controlli relativi alla sicurezza dei prodotti vegetali in importazione da Paesi diversi da quelli dell’Unione Europea. Tali controlli vengono effettuati dagli USMAF (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera) e sono eseguiti su tutte le partite di prodotti vegetali destinati alla alimentazione umana. Gli USMAF, inoltre, effettuano controlli sugli additivi, sugli aromi, sui coadiuvanti tecnologici e sui materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti.

Proprio il 31 maggio 2017 è entrata in vigore la revisione n. 4 della Procedura Operativa Standard Unificata (POS 11) "Rilascio N.O.S./DCE sull’importazione di alimenti di origine non animale”. Redatta e adottata dall’Ufficio 2 della Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione, la POS rappresenta un importante strumento per gli operatori coinvolti nei controlli all’importazione di tali merci: il personale tecnico degli USMAF, gli spedizionieri doganali e gli importatori.

Scopo della procedura è quello di sottoporre a controllo ufficiale, ai sensi del Regolamento (CE) 882/2004 , Regolamento (CE)

669/2009, Regolamento (CE) 884/2014, in maniera uniforme e a tutela della salute pubblica, tutte le partite di alimenti di origine non

animale, in arrivo presso i punti di confine del territorio italiano, dove operano gli USMAF, strutture periferiche del Ministero della Salute.

Il controllo a cui vengono sottoposti gli alimenti, viene eseguito attraverso tre livelli di verifica:

1.

documentale

2.

di identità

3.

materiale che prevede il campionamento a fini di analisi.

La procedura è estesa anche agli alimenti: dietetici, destinati a consumo particolare e ai materiali a contatto con alimenti (MOCA).

La POS 11 viene completata da Istruzioni Operative Locali, che elaborano istruzioni di dettaglio, tenendo conto delle rispettive realtà territoriali.

Scopo della procedura è quello di sottoporre a controllo ufficiale, ex REG. (CE) 882/2004 (CE) 669/2009 e (CE) 884/2014 in modo uniforme ed a tutela della salute pubblica, tutte le partite tutte le partite di alimenti di origine non animale, in arrivo presso i punti di confine del territorio italiano, dove operano gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del Ministero della Salute.

La POS 11 viene completata da Istruzioni Operative Locali, che elaborano istruzioni di dettaglio, considerando le singole realtà territoriali.

Gli USMAF svolgono degli attenti controlli su tutta la merce in transito nei porti e negli aeroporti del nostro territorio, ma non tutti i porti e gli aeroporti sono propriamente dei PED (Punti Di Entrata Designati), questi son specificamente indicati nel Regolamento 669/2009/CE.

Bisogna guardare il produttore di una data merce, tutta la documentazione del caso di specie, in generale è difficoltoso capire la tracciabilità del prodotto.

Ho potuto appurare, grazie al supporto tecnico da parte dei dirigenti dell'USMAF di Varese che i controlli avvengono su campionamento, ci son nello specifico svariate e peculiari normative che disciplinano per ciascun prodotto da analizzare la percentuale che occorre per esaminarlo (Es. Uva 10% di campionamento), soggette a modifiche costanti ogni trimestre che possono alterarne le percentuali valide per i controlli. Questa è la procedura definita standard, ordinaria, poi vi son dei casi particolari, allorchè ci sono le Allerte. Queste possono essere di 2 tipi:

-Nazionali -Comunitarie

Quest'ultime son molto conosciute, a seguito purtroppo del loro reiterato utilizzo negli ultimi anni, prendono il nome di RASFF, servono ad accelerare i tempi e rappresentano uno strumento essenziale per la valutazione di eventuali rischi e per la tutela del consumatore.

In quest'ultimo caso si fa un controllo più analitico, non più su campione, ma su tutta la merce soggetta ad allerta, questo sempre per garantire i diritti del consumatore.

I controlli dell'USMAF vengono effettuati congiuntamente da medici e tecnici specializzati, ma, e qui è il tasto dolente, per esaminare nel dettaglio, biologicamente ci si avvale di laboratori d'analisi iperspecializzati indicati dal Ministero della Salute, che spesso si trovano a centinaia di km di distanza dal PED di quella data merce. (ES. per controllare i Pesticidi si mandano gli alimenti sottoposti a controllo a Brescia, dove risiede l'unico laboratorio accreditato per fare ciò).

E cosa succede se la merce controllata non è conforme alle disposizioni di legge? In tal caso o viene distrutta o la si rimanda indietro, nell'uno e nell'altro caso sempre a seguito di apposito verbale ad opera degli USMAF.

Di tutti questi passaggi resta perciò comunque traccia, è importante sottolineare quest'aspetto dal momento che per poter ammettere l'ingresso di quella data merce sul nostro territorio vi sarà il bisogno che il risultato dei controlli effettuati sia per dieci volte consecutive favorevole, questo per sottolineare la rigorosità dei nostri controlli.

Altro importantissimo organo è il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute con cui ho avuto il piacere di confrontarmi e discutere su temi di pregnante attualità (i Nas, che prendono tale denominazione dal 2005) la cui caratteristica fondamentale è la dipendenza funzionale dal Ministro della Salute in virtù della quale i militari appartenenti al reparto hanno - per Decreto - i poteri degli Ispettori Sanitari; poteri che ne legittimano l'operato, nell'arco diurno e notturno, in tutti quei luoghi ove vi è produzione, somministrazione, deposito o vendita di prodotti destinati all'alimentazione umana.

Le differenze tra Nas e Asl, i due principali controllori, risiedono nella natura dei controlli: straordinaria quella dei primi, ordinaria quella dei secondi. Con una competenza territoriale locale per le Asl e nazionale per i Nas, la Direzione Generale per l'Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione coordinano il tutto.

In particolare questi ultimi svolgono funzioni di: igiene e sicurezza della produzione e commercializzazione degli alimenti, inclusi i prodotti primari; piano nazionale integrato, piani di controllo della catena alimentare e indirizzi operativi sui controlli all'importazione di alimenti; gestione del rischio nel settore di competenza, gestione del sistema di allerta e gestione delle emergenze nel settore della sicurezza degli alimenti e dei mangimi; zoonosi a trasmissione alimentare; esercizio delle competenze statali in materia di

nutrizione, alimenti per gruppi specifici di popolazione, alimenti addizionati, alimenti funzionali, integratori alimentari, prodotti di erboristeria a uso alimentare, etichettatura nutrizionale, educazione alimentare e nutrizionale; aspetti sanitari relativi a tecnologie alimentari e nuovi alimenti, alimenti geneticamente modificati, additivi, enzimi, aromi alimentari, contaminanti biologici, chimici e fisici della catena alimentare, materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti; prodotti fitosanitari e connesse attivita' di autorizzazione alla produzione, all'immissione in commercio e all'impiego; sottoprodotti di origine animale; accertamenti, audizioni ed ispezioni nelle materie di competenza; organizzazione del sistema di audit per le verifiche dei sistemi di prevenzione concernenti la sicurezza alimentare e la sanita' pubblica veterinaria in raccordo con la direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari; promozione dell'attivita' di esportazione e connesse attivita' di certificazione; igiene e sicurezza degli alimenti destinati all'esportazione; ricerca e sperimentazione nel settore alimentare e relativa attivita' di promozione; coordinamento con i laboratori per il controllo degli alimenti; attivita' operativa nei rapporti con le istituzioni e gli organismi dell'unione europea e internazionali.

Spesso si confonde il ruolo dei NAS con quello delle ASL, come mi riferiscono dal Comando Carabinieri per la Tutela della salute di Roma perchè apparentemente entrambi gli organi hanno funzioni di controllo, ma mentre i primi son predisposti non solo a controllare lo stato degli alimenti ma a guardare oltre, verso qualcosa di più ampio respiro ricercando ipotesi di reato, i secondi son ispettori che compiono campionamenti ogni giorno e che son dotati di poteri sospensivi o di chiusura.

I Controlli dei NAS possono essere di tre tipi:

-d'iniziativa propria (che consiste nella funzione tipica di questo comando dei Carabinieri, si esce dagli uffici e si effettuano dei controlli, che possono esser cadenzati in maniera fissa mese per mese si controllano determinate categorie d'esercenti, ES. a Natale si controllano i produttori di Panettoni, a novembre le enoteche e così via, seguendo precise strategie anno per anno)

-su richiesta dell'autorità amministrativa (da parte del Ministero dell'Interno o di un'altra Autorità, Procura della Repubblica,AIFA) Questi son dei controlli diversi dai precedenti, sono controlli Random che i NAS fanno.

-su richiesta dell'Autorità Giudiziaria (qui si attivano su impulso diretto dell'autorità, del PM in particolare, e, qualora si accerti l'ipotesi di reato, possono disporre in deroga alla loro funzione ordinaria che è quella di irrogare sanzioni in caso di violazioni di legge, ma solo qualora si stia commettendo un reato possono predisporre la chiusura di un dato stabilimento o esercizio commerciale su convalida successiva sempre degli organi competenti(il PM).

Dura all’incirca mezz’ora una normale ispezione dei Nas. Nella circostanza che l’ispezione non sia di routine ma derivi da una

segnalazione, gli ispettori possono essere autorizzati ad agire con piu' forza rispetto alla norma. La verifica prevede il controllo dell’autorizzazione sanitaria (quale garanzia dell’originaria idoneita' igienico-sanitaria e tecnico-funzionale dei locali) e dei libretti sanitari di tutto il personale; si passa poi a un’accurata ispezione delle cucine (viene controllata la corretta etichettatura, la conservazione dei cibi, lo stato dei materiali deperibili) e dei bagni. L’analisi dello stato dei pavimenti e dei muri e la valutazione dell’igiene generale del locale costituiscono gli atti finali del controllo. Il risultato dell’ispezione viene redatto su un verbale che l’esercente verra' invitato a firmare e sul quale potra' far scrivere le proprie osservazioni.

Piuttosto severe le sanzioni previste: un’ammenda di circa 200 euro e un giorno di chiusura e' la pena per ogni libretto sanitario scaduto; per una piccola infrazione, come una mattonella spezzata in cucina, si arrivano a pagare fino a 250 euro di multa; piu' o meno lo stesso importo deve sborsare un esercente per un pavimento leggermente sporco. Oltre le ammende, nei casi piu' gravi di infrazione si puo' aggiungere l’arresto fino a un anno.

Anche qui i controlli, alla stregua di tutti gli altri organi adibiti a fare ciò si controlla non in maniera analitica, né su campione ma a comparti, salvo nell'ipotesi di RASFF o comunque su richiesta delle autorità, li allora si procede a controllare in maniera completa tutto ciò che ci si trova in dote. Approfondendo l'argomento con gli esperti da me intervistati emerge chiaramente che il vero tallone di Achille di questo sistema son le lungaggini burocratiche-amministrative, eccessivamente lunghe, specie nelle analisi di laboratorio che rappresentano l'anima dei controlli, il banco di prova tra ciò che è sano e ciò che è dannoso per la salute dei consumatori. Nonostante il nostro sia agli occhi di tutta la Comunità mondiale uno dei sistemi di controlli migliori per qualità, qualcosa scappa di sicuro nella catena dei controlli, dal momento che per ottenere un esame di laboratorio sui prodotti, come ho avuto modo di constatare a seguito di un colloquio telefonico intercorso con i NAS, passano in media 10-15 giorni nella migliore delle ipotesi, e nel frattempo la merce è già stata consumata ed in parte liberamente disponibile per gli ignari utenti, che potrebbero inconsapevolmente rifornirsi di cibo dannoso per la salute.

Proprio di recente, a gennaio di quest'anno, presso l’AIFA (Agenzia del Italiana del Farmaco) è stato costituito il “Nucleo Carabinieri AIFA” direttamente dipendente dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute adibito a svolgere accertamenti e verifiche:

-sulle disposizioni anticorruzione per le autorizzazione concesse dall’AIFA;

-sulla spesa farmaceutica e sulla tracciabilità del farmaco per la prevenzione ed il contrasto alle truffe in danno del Servizio Sanitario

Nazionale e regionali;

-monitoraggio sugli eventi avversi connessi l’uso dei farmaci (farmacovigilanza). Questo a riprova di come il Legislatore stia prendendo sempre più coscienza delle problematiche legate alla tutela del diritto alla salute, che ci coinvolgono da vicino e rappresentano ormai una branca del diritto penale assai vasta, regolamentata e sanzionata con sempre maggior vigore dal Legislatore penale, in un'accezione assai ampia che riguarda insieme alla Vita il diritto fondamentale per eccellenza. La disciplina cui facevo riferimento in ambito penalistico riguarda gli artt. 440 ss. c.p. “Adulterazione di sostanze alimentari” al 515 c.p. “Frode nell' Esercizio del Commercio”, proprio quest'ultima da un'indagine che ho avuto modo di effettuare non è mai solo una frode commerciale, ma riguarda quasi sempre la salute pubblica. A tal proposito una significativa sentenza della Corte di Cassazione (la n. 9310 del 14 febbraio 2013) ha ribadito che integra tale ipotesi delittuosa anche la sola detenzione, presso il magazzino dell'azienda, di articoli merceologici contrassegnati da marcatura CE contraffatta, atteso che tale detenzione è prodromica e univocamente rilevatrice della volontà di immettere nella rete distributiva prodotti che presentano caratteristiche diverse da quelle indicate e prescritte dalla legge.

Per la configurabilità del tentativo di frode in commercio - si legge nel provvedimento annotato - non solo non è necessaria la sussistenza di alcuna forma di contrattazione finalizzata alla vendita, ma non è neppure richiesta l'effettiva messa in commercio del prodotto, essendo sufficiente l'accertamento della destinazione alla vendita di un prodotto diverso rispetto a quello pattuito. Sicché, conclude la Corte, configura il delitto previsto dall'art. 515 c.p., nella forma del tentativo, «anche la mera detenzione in magazzino di merce non rispondente

per origine, provenienza, qualità o quantità a quella dichiarata o pattuita, trattandosi di un dato pacificamente indicativo della successiva immissione nella rete distributiva di tali prodotti», anche nel caso in cui la merce sia detenuta da un commerciante all'ingrosso.

Il problema è che spesso si arriva troppo tardi e, nonostante l'egregio lavoro degli organi di controllo, non si tutela a pieno la salute umana, in un settore come quello dell'industria alimentare che oggi più che mai è soggetto ad alterazioni e sofisticazioni; troppo semplicistico appare curare le emergenze, come spesso il Ministro alla Salute fa inviando i Nuclei Anti Sofisticazioni nei ripetuti casi di malasanità, ceppi virologici e batterici che si ripercuotono sulla povera popolazione costretta a subire passivamente sentendosi ripetere che le cose miglioreranno e che non si verificheranno mai più situazioni di questo genere.

Dal confronto con gli addetti ai lavori emerge che la situazione è resa maggiormente difficile per i commercianti a seguito spesso della