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Conversazione con l’amica Regina Resta

L.M. La tua personalità, all’apparenza semplice, è animata da una grande forza che si fa atto fra scrittura e attività socioculturali. Vuoi spiegare qual è stata la motivazione che ti ha spinto a scelte così forti e impegnative?

R. Perché scrivo ?

Due semplici parole per porre una domanda e tante per tentare di dare una risposta.

Sì, perché ogni autore potrebbe riempire pagine e pagine per spiegare il proprio scopo.

Facciamola breve, ho la passione di riempire con l’inchiostro i miei quaderni che mi accompagna sin dal tempo in cui ragazzina la letteratura era ancora materia noiosa.

Tutto inizia con la lettura di uno dei classici italiani “I promessi sposi” di cui è superfluo ogni commento, ma è questa l’opera sem-pre attuale che pone inizio al desiderio di provare a scarabocchiare versetti.

Le parole, come le immagini, descrivono momenti e riflettono i pensieri, accendono emozioni o spengono illusioni.

È piacevole scrivere un concetto, poterlo trasmettere lasciando libera interpretazione al lettore.

Quindi si scrive semplicemente per il piacere o il bisogno di comunicare un’emozione.

E cosa diventa un testo quando nasce? Prosa, poesia, romanzo, saggio, articolo di informazione o altro ancora.

La mia semplicità in scrittura mi porta a sviluppare poesie che nascono dalle esperienze, dagli eventi di ogni giorno che questa

vita meravigliosa regala e anche dai tormenti che a volte riserva.

Io credo che un autore può e deve saper scrivere non solo di sé ma anche interpretare un ruolo, un soggetto quasi come un attore.

Scrivendo in prima persona tutto diventa più sentito e più vero.

Scrivere è un’arte, come dipingere, chi scrive non ha tavolozza e colori, ma sicuramente non ha meno strumenti per dare forma ad un’opera che resta nel tempo e che ogni volta e per ognuno può avere riscontro in belle sensazioni ed immagini nella mente.

Ma c’è ancora qualcosa che genera forza e piacere nello scrivere, è lo scoprire se chi ci legge comprende e vive e sente e prova qualcosa da quelle parole scritte con il cuore.

Sottoporsi alla critica del pubblico può avere risvolti piacevoli, addirittura commoventi o dolorosi e ferire nell’orgoglio, perché chi legge intende e capisce secondo il proprio pensiero e a volte gli apprezzamenti o il disappunto vanno oltre le righe; la critica co-struttiva e di attenta osservazione serve a crescere e migliorare; ma è qui che si gioca la partita, si scrive sempre perché qualcuno legga!

Ho iniziato così il mio percorso di autrice prima in concorsi nazionali, ottenendo riconoscimenti prestigiosi, l’esperienza accu-mulata mi ha spinta a creare l’Associazione Verbumlandiart che ri-spondesse ai miei desideri e aspirazioni, con il sostegno di alcuni amici, il progetto è diventato una realtà.

L.M. Collabori da tempo con la Caritas. Quale il ruolo e le pro-spettive scio umanitarie?

R. In Caritas il mio spirito di servizio parte da molto lontano sin dalla fanciullezza, grazie alla mia famiglia cattolica praticante.

Milito nella Caritas da oltre trent’anni, ho seguito numerosi corsi di formazione presso la Caritas Italiana, perché il servizio non si può improvvisare, segue percorsi stabiliti formativi e ogni opera-tore viene formato adeguatamente secondo il metodo Caritas che è già inscritto nella identità stessa della Caritas.

Il metodo consiste di tre passaggi: ascoltare, osservare e discer-nere che non sono tanto cronologicamente consecutivi l’uno all’al-tro, ma costituiscono pur nel loro ordine una cornice globale di comprensione e interpretazione del lavoro delle Caritas.

I corsi di formazione mi hanno insegnato un metodo di lavoro che ho applicato anche alla mia vita e nella costruzione dell’Asso-ciazione Verbumlandiart.

L.M. La tua scrittura poetica, e non solo, rivela empatia, profondi-tà di pensiero, visione immaginifica…La scrittura è un mezzo per realizzare finalità di un progetto personale ed esistenziale?

R. Ho iniziato a scrivere per uscire dalla solitudine interiore in compagnia di tante, tantissime lacrime amare, dell’atroce sofferen-za, della rabbia, dell’impotensofferen-za, per venir fuori da ingiustizie e cat-tiverie, per uscirne liberata, per prendere coscienza di me, in una lenta, estenuante, sofferta analisi del mio mondo interiore che, pur se assopito, annientato, oppresso, deriso, sentivo esserci e urlarmi dentro.

È stato un percorso di rinascita.

L.M. L’impegno notevole e la realizzazione di VerbumlandiArt, raccogliendo intorno a sé eccellenze di respiro anche internazionale evidenziano una personalità determinata a raggiungere i suoi obiet-tivi. Il tutto con una spontaneità e leggerezza esemplari. Quale il segreto?

R. L’affabilità, la capacità di ascolto, la tolleranza, la segretezza, la perseveranza, la caparbietà e lo studio continuo, senza preparazione non si va da nessuna parte, ci vuole anche tanta umiltà a riconosce-re i propri limiti.

LM. VerbumlandiArt fra sogno e realtà, fra orizzonti e utopie, fra

speranza e futuro…Quale fede nella complessità e incertezza di questo cambiamento planetario?

R. Bisogna sempre adeguarsi ai tempi, ho la fortuna di essere cir-condata da persone competenti e molto professionali, che condi-vidono i miei stessi principi e passioni. Io credo fermamente nel lavoro di squadra, nel fare rete e nel sostenersi a vicenda.

L’attuale realtà ci impone scelte nuove e forme di dialogo alterna-tive. Ora sono i mezzi telematici a darci una mano nel diffondere cultura, per questo si è scelto anche di creare una rivista online Ver-bumpress, per arrivare a un pubblico più vasto non solo limitato ai partecipanti di un premio letterario che hanno fatto di Verbumlan-diart un’associazione internazionale.