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215 Cf. PIETRO ISPANO, Summ., I, 7; PAOLO VENETO, Log. p., I, 13, 34, 36, dove ‘currens’ e ‘videns’

stanno per una res che corre e che vede.

216 Cf. VALLA, Rep., p. 399. Di questo tema Valla si è occupato nel primo libro della Dialectica; cf.

ID., DD, I, 20, 23-25. Criticando la definizione porfiriana di ‘proprium’, egli respinge espressioni come ‘risibile ambulat’ (‘il capace di ridere cammina’), perché qui il riferimento alla res non è evidente come in ‘qiucquid est risibile’ (‘qualunque cosa è capace di ridere’). Nella Repastinatio, invece, in luogo di ‘risibile ambulat’ ammetteva ad es. ‘risibilis ambulat’, nonostante – aggiungeva – non vi sia alcuna necessità di parlare in questo modo; cf. ID., Rep., p. 398. Sull’utilizzo dell’aggettivo al neutro, si veda BOEZIO, In Porph. a se transl., 131C- D; ID., De syll. cat., 805B-D; ID., In Top. Cic., 1133B-C; PIETRO ISPANO, ibid., I, 13, 17, II, 3, VII, 114; PAOLO VENETO, ibid., I, 45, 47, passim. Tuttavia, in alcuni di questi passi l’aggettivo viene utilizzato secondo la sud- detta regola esposta da Valla nella Repastinatio.

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Si passa così al tema della conversione degli enunciati, definita da Paolo Veneto «transposi- tio subiecti in praedicatum et econverso»217. A partire da Boezio (ma in realtà già con Ari- stotele), sia danno tre modi di conversione di un enunciato: simplex, per accidens e per con-

trapositionem, sebbene Valla non faccia alcun riferimento a tale tripartizione218. Nella con-

versio simplex il soggetto è co-esteso al predicato e gli enunciati conservano immutate sia la

quantità sia la qualità:

‘nullus homo est lapis’ – ‘nullus lapis est homo’,

‘quidam homo est animal’ – ‘quoddam animal est homo’,

e in questo modo si convertono l’universale negativo e il particolare affermativo. Nella con-

versio per accidens il soggetto diventa predicato e viceversa, e muta la quantità ma non la

qualità:

‘omnis homo est animal’ – ‘quodam animal est homo’, ‘nullus homo est lapis’ – ‘quidam lapis non est homo’,

e così si converte l’universale affermativo in particolare affermativo e l’universale negativo in particolare negativo. Infine, nella conversio per contrapositionem restano immutate sia la quantità sia la qualità e i termini assumono valore indefinito:

‘omnis homo est animal’ – ‘omne non-animal est non-homo’,

‘quidam homo non est lapis’ – ‘quidam non-lapis non est non-homo’, e in questo modo l’universale affermativo si converte in particolare negativo.

Anziché confrontarsi con questo schema su un piano strettamente logico, piano che più avanti giudicherà del tutto arbitrario (fatta eccezione per la conversio simplex), Valla fa

217 Cf. PAOLO VENETO, ibid., I, 34.

218 Cf. PIETRO ISPANO, ibid., I, 15. Tale tripartizione si trova anche nella Logica parva di Veneto (con

qualche piccola variazione rispetto a quella ispanea) e nel De syllogismo categorico di Boezio, ma di fatto è già presente negli Analitici Primi di Aristotele (sebbene in una forma diversa dalle altre). Cf. ARISTOTELE, An.

pr., 25a-b 25; BOEZIO, De syll. cat., 804-805A-D; PAOLO VENETO, ibid., I, 34; VALLA, DD, vol. II, p. 483, n. 31.

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un’analisi logico-semantica dei termini in esso coinvolti219. Tale operazione non è affatto ‘fuori luogo’, perché serve a svelare alcuni errori di conversione. A questo scopo, l’umanista riprende da Cicerone la nozione di pars generis con la quale l’Arpinate designa la specie, e che qui serve a indicare una diversa modalità di partecipazione del predicato al soggetto220. Anche se in alcuni casi gli enunciati analizzati attraverso tale nozione risultano simili a quelli convertiti secondo le regole tradizionali, per Valla non è mai all’opera un modus convertendi. In un enunciato del tipo ‘omnis homo est animal’ o ‘omnis leo est rutilus’ il soggetto partecipa non già di tutto il genere ma solo di alcune parti, dal momento che non ogni ani- male è uomo né il colore fulvo appartiene solo al leone221. Analogamente, gli enunciati sin- golari ‘quidam homo est animal’ o ‘quidam leo est rutilus’ stanno per una certa parte dell’animale e per una certa parte del colore fulvo; si convertono cioè simpliciter222. Stesso discorso per gli enunciati indefiniti, intesi tanto come universali, particolari e singolari, quanto come totali: ‘homo est species animalis’, vale a dire una certa specie dell’animale. Da notare in quest’ultimo caso l’uso del segno singolare in luogo di quello particolare, per- ché ‘homo’ è una specie determinata del genere animale, non già qualche specie – come aveva affermato nella Repastinatio223.

La stessa operazione di analisi semantica interessa gli enunciati negativi, solo che qui avviene attraverso una scomposizione dei segni (non del genere e della specie224), perché i

219 Cf. VALLA, DD, III, 7. Utilizzo la parola ‘termini’ in senso tecnico, stante cioè per il soggetto e il

predicato di un enunciato; cf. ARISTOTELE, An. Pr., 24b 16-18. Cf. infra, p. 209 ss.

220 Cf. VALLA, ibid., II, 4, 1-2.

221 Qui l’umanista sembra d’accordo con Paolo Veneto, secondo il quale ‘omnis homo est animal’ si

converte per accidens in ‘aliquod animal est homo’, laddove Ispano, nonostante affermi che l’universale affer- mativa si converte in una particolare affermativa, connota quest’ultima col segno ‘quidam’. Cf. PAOLO VE- NETO, ibid., I, 34; PIETRO ISPANO, ibid., I, 15.

222 Per lo stesso motivo visto nella nota precedente, anche in questo caso Valla sembra più vicino a

Veneto che ad Ispano (o Boezio); cf. PAOLO VENETO, ibid., I, 35, in cui si distingue la propositio singularis da quella particularis; PIETRO ISPANO, ivi; BOEZIO, De syll. cat., 804C-D. Tale variazione rispetto alla versione ispanea si rivelerà importante quando Valla discuterà delle conversioni all’interno dei sillogismi; cf. VALLA,

DD, III, 7, 6.

223 Cf. VALLA, Rep., p. 456. 224 Cf. ivi.

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segni negativi scaturiscono sempre dall’unione con un avverbio negativo. In base alla con- versione semplice, l’unica ammessa dall’umanista, l’enunciato

‘nullus homo est satyrus’ equivale a

‘ullus homo non est ullus satyrus’ (‘alcun uomo non è alcun satiro’) il quale si converte in

‘ullus satyrus non est ullus homo’.

In questo modo si convertono anche l’indefinito ‘homo non est satyrus’, e il totale ‘satyrus non est species hominis’. Ancora, un enunciato particolare o singolare del tipo

‘nonnullus piscis vel hic piscis fetum enititur’ (‘qualche/questo pesce partorisce la prole’),

stante per qualcuno dei pesci che partoriscono la prole, si converte in

‘aliquis e piscibus fetum enitentibus est aliquis vel est hic’ (‘qualcuno tra i pesci partorienti la prole è qualche/questo pesce’).

All’inverso,

‘ille piscis vel hic piscis non est fetum enitens sed ova pariens’ (‘quel/questo pesce non partorisce la prole ma depone le uova’),

poiché non sottintende un pesce che partorisce la prole225, si converte in

‘aliquis piscis, ex iis qui fetum enituntur sed ova non pariunt, non est ille vel non est hic piscis’ (‘qualche pesce, tra quelli che partoriscono la prole ma non de- pongono le uova, non è quel/questo pesce’),

225 Assumo qui la correzione dell’edizione inglese al testo di Zippel dove sostituisce «videlicet non ex

iis» a «videlicet ex iis», poiché l’enunciato si riferisce ai pesci non partorienti la prole; cf. VALLA, DD, II, 4, 5.

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vale a dire che tra i pesci partorienti la prole ma non deponenti le uova non c’è questo/quel pesce. Allo stesso modo,

‘Thales est unus e septem sapientibus’ (‘Talete è uno dei sette saggi’), cioè ‘qualcuno dei sette’, si converte in

‘aliquis e septem est Thales’ (‘qualcuno dei sette saggi è Talete’); per contro,

‘Pythagoras non fuit e septem sapientibus’ (‘Pitagora non fu uno dei sette saggi’),

cioè alcuno di essi, diventa

‘ullus e septem non fuit Pythagoras’ (‘alcuno dei sette saggi non fu Pitagora’)226. Valla non fa alcun riferimento alla conversio per contrapositionem, probabilmente perché respinge del tutto gli enunciati convertiti secondo tale modalità (‘omne non-animal est non- homo’, ‘quidam non-lapis non est non-homo’)227. Ora, lo scopo di questo breve prospetto analitico è mostrare come la conversione attenga innanzitutto a una questione semantico- grammaticale. Analizzando il significato degli enunciati, nella fattispecie il rapporto tra sog- getto e predicato, è possibile verificarne la concordanza tra le parti in modo da rendere più semplice rilevare eventuali errori di conversione. Da questo punto di vista, la conversione risulta un’operazione innanzitutto semantica, non logica.