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Dal copione ai contenuti spontanei: la rappresentazione del sé online attraverso nuovi format

Capitolo 2 Rassegna della letteratura e oggetto della ricerca

2.2 La rappresentazione del sé tra persistenza e impersistenza

2.2.1 Dal copione ai contenuti spontanei: la rappresentazione del sé online attraverso nuovi format

In sociologia, alcuni fra gli studiosi dei media hanno a lungo dibattuto sul ruolo dell’oralità e della scrittura nella comunicazione mediata. Ad esempio, per McLuhan l’avvento della stampa a caratteri mobili ha segnato il passaggio completo da una società basata sulla cultura orale a una basata su quella scritta (1964) . Più recentemente, la diffusione della radio e del mezzo televisivo hanno in qualche modo intaccato questa dicotomia tra comunicazione scritta e parlata (Meyrowitz 1986) . Per Ong l’avvento dei mass media elettronici ha aperto una nuova fase detta “oralità secondaria”, nella quale possiamo riscontrare nel nuovo assetto mediale una forma di oralità più intenzionale e cosciente di sé, basata su un continuo uso della scrittura (1982) . Questo assunto formulato proprio pensando alle forme espressive della televisione, si è poi traslato alle forme video sul Web, basti pensare ai contenuti di emittenti televisive presenti su YouTube ai prodotti che tentano di avvicinarvisi (la webserie, ad esempio, segue delle regole mutuate dalla serialità televisiva). Inoltre la scrittura ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale sul Web, è stata a lungo (lo è ancora, per certi versi) l’essenza di molte forme di comunicazione online, dai forum al blog ai social media, esistono, però, alcuni strumenti di comunicazione

nati più recentemente su diverse piattaforme di social media, YouTube in primis, in cui la scrittura riveste un ruolo piuttosto marginale, per dare maggiore spazio a forme di espressione spontanee, anche basate sul racconto del sé. Traendo molti spunti da alcune pratiche di blogging come forma di diario in cui esprimere pensieri personali ed esperienze quotidiane (Schmidt 2007) , il format di YouTube del vlogging , ad esempio, non 20 prevedono un copione vero e proprio: il video, di durata variabile, si basa su un racconto piuttosto improvvisato dai protagonisti, come se fosse una tradizionale conversazione offline. Più nello specifico, il vlog è un insieme di video che assolvono sia il ruolo di documentare la vita degli utenti in forma audiovisiva che quello di veicolare la comunicazione e l'interazione su Internet (Green e Burgess 2009) . In sintesi il vlogging puro è una forma di diario personale, pubblica e mediata dalla tecnologia.

I claim delle piattaforme di social media, spesso sono in grado di riassumere in pochissime parole concetti validi anche a livello scientifico. Ad esempio, appare evidente da quello di YouTube “Broadcast Yourself” che la componente primaria in questa tipologia di contenuti è quella identitaria (Hall 2015) e il vlog assolva il ruolo di dare spazio alla riflessione interattiva e alla discorsivizzazione della costruzione del sé da parte dei ragazzi più giovani. Non solo la pratica del vlogging ha fatto da apripista a un tipo di espressione differente in cui la scrittura riveste un ruolo in apparenza marginale, ma in quanto forma di diario connesso presenta un aggancio particolarmente forte con le forme di espressione visuale impermanenti che possiedono un'intrinseca predisposizione a registrare i momenti della vita quotidiana. Un esempio concreto di questa loro deriva è sempre legata ai claim delle piattaforme: quello di Snapchat “Sharing a moment ” ha un richiamo forte alla 21

20 Crasi tra le parole video e blogging.

condivisione della propria quotidianità sui social media. Inoltre, questa dimensione, unita alla natura pervasiva dell’uso dello smartphone, rimanda a un tipo di condivisione detta “contestuale” (si veda Bentley and Metcalf 2008) . Per Bayer e colleghi la parola “contestuale” si riferisce in questo caso a «informazioni sulla situazione che circonda un individuo, e comprende caratteristiche come la locazione fisica, le emozioni e la presenza di altri» (2016, p. 959) . Questa propensione a condividere momenti privati della propria vita è abbastanza diffusa anche su altre piattaforme. Ad esempio, Tumblr, una piattaforma cosiddetta di microblogging, ha svolto a lungo il ruolo di spazio parallelo dove i teenager potessero pubblicare post particolarmente privati (Livingstone 2008; Madden et al. 2013; Zurovac 2016) . Infatti, è diventato molto diffuso tra i più giovani proprio come luogo altro distante dalla vita online degli adulti, dove potersi esprimere in modo autentico, ad esempio pubblicando post sulle proprie emozioni e sentimenti fino ad arrivare a contenuti controversi, come quelli a sfondo pornografico . 22

Tuttavia, come ricordato nel precedente paragrafo, i contenuti online pubblicati sulle piattaforme di social media che prevedono strumenti editoriali tradizionali sono sottoposti alla naturale struttura della rete fatta di bit, le cui caratteristiche, tra cui il fatto di proporre una comunicazione asincrona, li rendono non solo permanenti, ma anche potenzialmente visibili ad ampie fette di pubblico, conservabili e di conseguenza cercabili come in un archivio. Secondo Charteris e colleghi i contenuti impermanenti, invece, in

22 I contenuti per adulti sono stati permanentemente bannati dalla piattaforma, in seguito alla rimozione da parte di App dell’app di Tumblr dal proprio store. Attraverso un algoritmo che è in grado di individuare questo genere di post, viene aggiunto un flag ai contenuti che violano gli standard trasformandoli in privati, quindi visibili solo all’autore. Questo cambio di rotta nelle politiche di Tumblr ha generato molte critiche e defezioni.

Fonte

https://www.theverge.com/2018/12/3/18123752/tumblr-adult-content-porn-ban-date-explicit-changes-why-sa fe-mode

apparenza bypassano queste proprietà sostituendole con una ulteriore dimensione che è quella dell’essere vicini alle conversazioni non mediate dalla tecnologia, in cui l’ ephemerality è una delle proprietà fondanti proprio perché come fenomeni che avvengono qui e ora, scompaiono (2014, p. 1; Hollan and Stornetta 1992) . Questo elemento è stato fonte di attrazione soprattutto per gli utenti più giovani che hanno occupato questi spazi connessi da un lato con l’intento di sfuggire allo sguardo giudicante degli adulti, dall’altro attratti dalla possibilità di esprimersi e raccontare se stessi in modo spontaneo, percepito come autentico.