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CORNICI DELLA FINE DEL SEC XIV E DEL PRINCIPIO DEL SEC XV

Nel documento IT A L IA N A (pagine 93-96)

Fig. 103. Cornice nel Museo Poldi-Pezzoli a Milano.

M onselice, raccolta passata dopo la di lui morte al Civico Museo di Pado va.

Confessiamo di averla un pò riordinata nel di­

segnarla, poiché nel farne il rilievo ci trovammo in­

nanzi un lavoro di ricom ­ posizione.

Se ci resta della cor­

nice la parte più im por­

tante, essa doveva però essere più alta, non es­

sendo probabile che le colonnine mancassero ori­

ginalm ente delle basi e degli abbachi, che abbia­

mo accennato nel disegno.

Il basam ento, tutto a

traforo quadrilobato fra­

mezzo ad un intreccio di circoli, doveva essere più la r g o , e probabilmente tanto da accogliere le teste di una incorniciatura a sagom a semplice, che avrà serrate le tre for­

melle perim etrali. E sebbene queste formelle esistano intiere,

Fig. 104. Cornice nel Museo di Verona.

Un arco sem icircolare a nove lobi intieri con eleo-ante

smussatura lunata si imposta sopra colonnine abbinate, col

— D ettag lio 48. F ig . da 10 3 a 10 6. —

a cornice di lavoro quasi esclusivam ente geom e­

trico, che presentiamo disegnata al naturale, pro­

viene dalla raccolta dell’am atore A b. Piom bili di

il basamento non riesce simmetrico a ll’asse e si mostra alla parte sinistra interrotto n ell’ originale.

A d ogni modo, ciò che rim ane del lavoro antico è cosa di qualche im portanza e m erita un posto in questo periodico.

L a cornice è tutta dorata e facilm ente lo fu più di una volta, avendo perduto la nettezza dell’ intaglio in causa di soverchia ingessatura.

F i g . 106. D i t t i c o con g li sport e ll i a pe rti.

F i g . 105. D i t t i c o con g li s port elli chiu si.

fusto a cordone, riposanti sopra la fascia o basam ento, di anche di quei modesti ma importanti particolari che costituiscono, diremo così, l’arsenale didattico. Fra questi tiene un posto prin­ necessario sieno appropriati i sistemi, concorrano adeguati i mezzi. cizii, come sarebbe, ad esempio, sottoporre alla considerazione del­

l’ alunno oggetti diversi, fra i più comuni, nelle loro naturali dimensioni, e chiamarlo a giudicare delle loro misure; confrontar poi col doppio decimetro o con altro arnese, che porti segnata e più necessaria delle forme fondamentali.

A tutto questo, però, è necessaria, indispensabile la carta per il disegno sulla quale i punti sieno disposti come sopra di­

cemmo — e come è usata nelle scuole della Germania e del­

l’Austria al seguito di serii studi e di lunghe e replicate espe­

rienze. Essa è il telajo sul quale si intesse poi tutto il sistema r a ­ zionale dell’insegnamento del disegno presso quelle nazioni, e che dà così fecondi ed utili risultati. nuovo, ma da lunghissimo tempo praticato e riconosciuto utilis­

simo nell’insegnamento analogo della scrittura, alla quale serve nelle prime prove, e mirabilmente, la rigatura. scoraggiamento, all’ignavia. Ciò in linea tecnica.

L a carta stigmografica, o punteggiata che dir si voglia, pre­

senta altri vantaggi anche in linea didattica.

Gli esercizii propri al primo grado dell’istruzione, devono naturalmente aggirarsi sulle forme fondamentali o geometriche, le quali, per la loro semplicità, regolarità ed armonia, oltre ad eguale lunghezza, e gli angoli sufficientemente retti. Allora, seb­

bene il suo occhio sia ancora inesperto e malsicuro, l’alunno,

II.

D E C O R A T I V A E I N D U S T R I A L E 91

vedendo che l ’opera della sua mano somiglia al modello propo­

stogli. acquista vigore e coraggio a tentar nuove imprese, fidente nella riuscita — e procede e progredisce — e giunge ben presto alla sicurezza, alla franchezza necessaria a slanciarsi nel m are m a gn um della carta libera.

Alla quale, sempre per via della carta punteggiata, si giunge gradatamente, logicamente, senza pericolo.

Dopo alcuni mesi di primi esercizii sui punti disposti ad un centimetro di distanza l’uno dall’altro — come si è detto — con­

viene servirsi d’ altra carta in cui i medesimi stieno fra loro a distanza doppia — cioè di due centimetri —, poi da ultimo a di­

stanza di quattro. Per tal modo l’occhio del giovanetto si abitua a misurare e fissare mentalmente i punti di metà soppressi; e dopo questa ultima punteggiatura di 4 in 4 è in caso di tracciare con sicurezza i punti sussidiarii occorrenti al suo disegno anche sulla carta libera da ogni traccia. Ciò può essere in sul finire del primo anno di studio.

Ora riesce necessario aprire una parentesi per ben chiarire che: tutto il disegno dei primi esercizii sulla carta punteggiata deve sempre aggirarsi sulle forme fondamentali e loro combina­

zioni — vale a dire che deve essere sempre di figure, forme e combinazioni geometriche per quanto decorativamente disposte

— e mai avere a soggetto forme ornamentali dalle linee libere e capricciose, riservate a classi superiori, a studii più avanzati ed al momento in cui l ’alunno sia abituato a ben vedere e giudicare le forme fondamentali, e sia padrone della sua mano nello ese­

guirle. Chiudiamo la parentesi, e proseguiamo.

Pretendere di abbandonar troppo presto, cioè prima del tempo più sopra indicato, la carta punteggiata, o farne a meno del tutto, sarebbe audacia, o non approderebbe a nulla.

Nel primo caso l ’ occhio dell’alunno, non essendo per anco bastevolmente ammaestrato a trattar le misure, perderebbesi gran parte dell’acquistato, e da questo salto all’indietro deriverebbe un immancabile scoraggiamento ; nel secondo caso non si perde­

rebbe è vero nulla, nulla avendo ancora acquistato, ma non si acquisterebbe nulla, mai giungendo alla giusta percezione della misura senza il termine di confronto -— necessario all’acquisto di qualsiasi nozione ed assolutamente indispensabile in questione di

spazio.

Obbiettare che la traccia impigrisca l’ occhio, non regge perchè il successivo allontanarsi dei punti, per quadrati di di­

stanze, lo conduce gradatamente a limitarsi nell’usarne e lo avvia a poco a poco a farne senza, come avviene pella scrittura, nello

insegnamento della quale da quattro righe, le quali determinano l’altezza del corpo dei caratteri e la lunghezza delle loro appen­

dici montanti e discendenti, si deviene alle sole due che limitano il corpo della lettera, poi ad una che serve per la sola direzione e poi anche quella sparisce. Che sappiamo noi, mai si pensò che ciò impigrisse l’occhio o la mano, e a nessuno venne in mente di avviare il bambino allo scrivere direttamente sulla carta libera da rigature, certo che per tal modo nulla avrebbe otte­

nuto, od al più ed a gran fatica un risultato imperfetto.

Ma una obbiezione può farsi, che per buona sorte è solo apparente, perchè non in linea didattica, ma unicamente riguar­

dante la pratica: ed è che il nostro mercato non offre ancora dovunque ed in sufficiente quantità la carta stigmografìca o pun­

teggiata; e di qui l’ uso di riparare a questo inconveniente sur­

rogandola con la quadrettata comune da conti. La diversità di misura nei quadretti non sempre e tutti di un centimetro, ed altre difficoltà di indole puramente materiale fanno sì che non si possa applicare che imperfettamente il sistema — e perciò non se ne vedano, non se ne possano apprezzare i vantaggi, non se ne ottengano i risultamenti sperati. A questo inconveniente vero e reale puossi però e facilmente ovviare nel modo più semplice e con un solo tratto di penna.

L ’ Autorità governativa cui incombe la tutela e spetta la su­

prema direzione della Pubblica Istruzione, come seppe ordinare che l ’ insegnamento del disegno, modellato sulle grandi linee del sistema Germanico ed Austriaco, sia introdotto nelle scuole ele­

mentari, compia risolutamente l ’opera sua, e sappia anche tas­

sativamente prescrivere nelle istruzioni annesse ai programmi le norme ed il materiale occorrente alla loro integrale applicazione.

E ciò con tutta quella chiarezza e precisione che deve usarsi in ogni disposizione relativa all’ insegnamento elementare — al quale, di certo, non devesi concedere la libertà di movimento, che può essere bensì moderatamente data a’ Licei ed Istituti Tecnici, per giungere al suo pieno sviluppo nelle Università, ma non può la­

sciarsi alle istituzioni destinate a costituire la prima base, il fon­

damento d’ogni sapere.

Quando i programmi saranno accompagnati da tassative e ben particolareggiate istruzioni, cesserà ogni incertezza, ogni confusione, ogni dissidio nelle autorità locali intermedie e nelle direzioni scolastiche — ed il commercio sarà ben contento di appagare le loro richieste.

O. C. d e’ Tr o m b e t t i.

Fig. 10 7 . Battitoio di porta

g ià nel palazzo Querinii n Cannareggio a Venezia - Sec. X V I. Fig. 108. Battitoio di porta

già nel palazzo Contarmi degli Scrigni a Venezia - Sec. X V I.

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Nel documento IT A L IA N A (pagine 93-96)