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Così deve essere interpretato il passo degli Annali, 1 c.: V eneti iam arma­

Lo scoppio della guerra con Venezia

54 Così deve essere interpretato il passo degli Annali, 1 c.: V eneti iam arma­

verant galeas 14 magnas velut taridas, sub spe transmittendi eas cum mercatoribus et mercibus in Ermenia et Cipro-, cfr. Annali, 238 [V, 32] e sopra, vol. I, p. 40, n. 16. Il numero delle galere comparse a Cipro era di 25: G est. des Chip., 276; in D a n d o lo , 404, è detto espressamente che le galere mercantili erano accompagnate da galere da guerra. Però non è probabile che queste ultime avessero questa volta merci a bordo; secondo Annali, 353 [V, 169], esse erano grandi come taride, la loro grandezza e pesantezza risultante del carico sono rilevate anche da M a r i n S a n u d o , Liber, 83 e Gest. des Chip., 280; nella canzone (B o n a in i, Rime istoriche, jp. 13) esse sono indicate soltanto come taride; anche H é t h o u m , in Ree. hist. Crois. Docc. arm., I, 489, parla di galere e navi da trasporto. In ogni caso tanto le navi mercan­ tili quanto quelle da guerra presero parte in seguito alla battaglia di Lajazzo; v. oltre.

Lib r o V - Ca p. t e r z o

R om ania, A rm enia e C ip ro 5S. Lo scoppio delle ostilità era dunque previsto com e im m ediato. La dichiarazione comunicata a Venezia deve quindi essere rite n u ta n u ll’altro che uno strattagem m a diplomatico per far cadere la re­ sponsabilità della rottura d ell’armistizio sull’avversario. La risposta del D oge m irava a sua volta soltanto a scagionarsi dall’accusa. Qualsiasi dubbio se a Venezia, già verso la fine del 1292, si desiderasse riprendere la guerra con G enova e che tale intenzione persistesse nel 1293 svanisce conside­ rando l ’ostinazione che aveva provocato il fallimento dei negoziati di Cre­ m ona e ancor più il contegno della flotta veneziana e le istruzioni del Doge al suo com andante, Marco Basilio, del tutto in contrasto con le sue pacifiche assicurazioni.

Q uando i Veneziani arrivarono a Limassol di Cipro, abbatterono il pinnacolo della torre dei Genovesi, ne distrussero la loggia, fecero oltrag­ gio al loro stem m a e spinsero le minacce al punto che nessun Genovese più osava m ostrarsi. Basilio espresse chiaramente al re di Cipro, con il quale aveva avuto un colloquio a Salinas, il suo intendimento di vendicarsi sui G e­ novesi. Q uando il re gli accennò ai pericoli che poteva correre, egli rispose che le sue galere erano equipaggiate da uomini tali da non temere le geno­ vesi, anche se fossero doppie di numero. AlPavvicinarsi della flotta nemica, i Genovesi residenti a Famagosta fuggirono nell’interno di Cipro, poiché il castellano della città dichiarò loro di essere impotente a difenderli. I Vene­ ziani si diressero poi a Lajazzo; una nave genovese, da essi presa, dovette pagare un prezzo di riscatto, ed il vessillo di Genova venne lanciato in mare al grido di « guerra, guerra ». I Genovesi presenti in città si rifu­ giarono n ell’entroterra, mentre i Veneziani fecero acquisto di merci che cari­ carono sulle loro navi, nè mancarono atti di usurpazione contro mercanti neutrali . La violenta espulsione dei concorrenti era il mezzo più sicuro per

55 Annali, 1. c.

56 Gest. des Chip., 276 e sgg. Secondo Ja c . d e V a r., 14, furono catturate tre navi genovesi, il che è confermato, ma soltanto apparentemente, da D a n d o lo , 404, perchè il racconto è qui molto confuso: le tre navi dovrebbero essere state prese dopo l’arrivo della flotta genovese - L a u r . de M on., 201, si vale anche di J a c . d e V a r . —. Invece, secondo Ann. Parm., 713 e sgg., venne presa una galera genovese. L a notizia di J a c . d e V a r . può aver origine dal fatto che i Veneziani avevano cattu­ rato anche altre navi come risulta dal documento (che, in considerazione della settima indizione e dello stile dell’incarnazione, appartiene al 1294) in Libri commemoriali, I, 171; l ’A r m e n o V e n e t o , Compendio storico, II, 15. La nave ivi indicata, la Bondi- m i r a o San Nicolaus, apparteneva a Pisani e Piacentini: l ’A rm e n o V e n e to , II, 145;

Lo SCOPPIO DELLA GUERRA CON VENEZIA

migliorare il proprio commercio, ma quello che era riuscito ad Acri non si ripetè qui altrettanto facilmente.

Alcune galere di mercanti genovesi in rotta per la Romania ebbero notizia di questi fatti . Pieni d ’un caldo desiderio di vendetta essi cor sero a Pera, dove, messa la merce a terra, si provvidero di armi. Nicola Spinola, che era stato eletto inviato presso l ’im peratore greco, venne nominato comandante. Invano il bajulo veneziano di Costantinopoli si offerse come intermediario. La flotta si diresse verso l ’Armenia; per via trovò rinforzi di navi genovesi alle quali andò incontro e che ad essa si uniro n o 58. Nelle vicinanze di Lajazzo venne in vista il nemico, la cui forza era stata accresciuta con nuove galere59. La mediazione di un cava­

essa fu saccheggiata nel maggio 1294 nelle vicinaze di Lajazzo da quattro galere ap­ partenenti al convoglio veneziano: ibid., 15 e sgg. Se in Am a d i, 231 e sgg. (d’al­ tronde eguale a Gest. des Chip., 1. c.), è detto che i Veneziani presero anche due galere genovesi ed una saettia, ciò dipende da un evidente malinteso.

57 Jac. d e Va r., 14. Secondo Gest. des Chip., 277 e sgg. = Am a d i, 2 3 2 , la notizia sarebbe stata recata da Gille Doire. Sul suo incontro con una galera veneziana presso Caffa (v. ibid.) non se ne sa di più.

58 S e c o n d o Gest. des Chip., 278 e sgg., so n o 14 le g a le re p a r t i te d a G e n o v a p e r la R o m a n ia a c u i si a g g iu n se ro le g a le re d i Gille Doire e d in o ltr e , su lla v ia d i L a ­ jazzo, d u e g a le re d i A n d r é P e la u ed u n a n a v e d a tra sp o rto , p iù p ic c o la d i u n a g a le ra . N o n è d a ta la fo rz a c o m p le ssiv a n e lla b a tta g lia ; se co n d o Jac. d e Va r., 1 4 e 5 5 , e ssa a m m o n ta v a a 18 g a le re e 2 n av i d a tr a s p o r to d a 8 0 rem i; c e r ta m e n te , s e c o n d o l u i , il n u m e ro d e lle n av i c h e v iag g iav an o p e r la R o m a n ia d o v e v a e s se re lo s te ss o . Ann. Parm., 7 1 4 , h a n n o 18 g a le re e c o sì p u r e G u i l l . V e n t . , 7 0 8 ; H é t h o u m , 4 8 9 , n e h a 12. I n f a v o re d i J a c . d e V a r . sta re b b e il f a tto ch e, se c o n d o D a n d o l o , 4 0 4 , e r a n o 20 le g a le re g e n o v e s i c h e si a v v ic in a v a n o a ll’A rm e n ia , a c u i si d o v e v a n o e s s e re ag ­ g iu n te c e r ta m e n te a ltr e g a le re e n av i d a tr a s p o rto c h e p o r ta ro n o q u i n d i la fo rz a in b a tta g lia a 31 g a le re , 11 d e lle q u a li p e rò e ra n o sem plici b a tte lli a re m i! Ma r in Sa­ n u d o, Liber, 8 3 , h a 2 2 g a le re (e g u a lm e n te La u r. d e Mo n., 2 0 1 ); An d r. Na u g., H ist. Veneta, 1007 : 2 5 g a le re e n av i m in o ri d a tra sp o rto .

59 Secondo Gest. des Chip., 2 8 0 , venne spedita da Venezia una galera per av­