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S tatuti di Pera, 723; quanto ai Conestabili, cfr sopra, vol I, p 271 e sgg.

La fine del primo doppio capitanato

10 S tatuti di Pera, 723; quanto ai Conestabili, cfr sopra, vol I, p 271 e sgg.

La f i n e d e l p r i m o d o p p io c a p i t a n a t o

ordine del Podestà e del Popolo non fossero state consegnate im m ediata­ mente dovevano venir rase al suolo. Veniva inoltre vietata qualsiasi m o­ difica di tale capitolo. Qualunque emendatore avesse osato apportarvene di­ ventava passibile della multa di 200 lire; qualunque membro del Consi­ glio avesse preso la parola contro tale capitolo avrebbe pagato 100 lire; se il Podestà non si fosse attenuto alle disposizioni stabilitevi, sarebbe incorso nella multa di 1000 lire.

La garanzia del Popolo poggiava proprio sui mezzi attraverso i quali i G hibellini intendevano mantenere il predominio tenuto fino allora. A tale scopo doveva valere la disposizione riferita dagli Annali, per cui, in fu ­ turo, la m età dei seggi nel Consiglio e nel Consiglio degli Anziani, come pure la m età di tutti gli altri uffici, dovessero essere coperti da p o p o la ri11. In tal guisa era impossibile ai nobili Guelfi di ottenere la maggioranza. Il C apitano di per se stesso rimase, ma in forma del tu tto m utata. I n luogo dei due Capitani genovesi, se ne doveva eleggere imo solo forestiero n , da rinnovarsi ogni a n n o B. Senza dubbio si scorgeva in ciò l ’im itazione di forme costituzionali toscane 14, in aderenza a un desiderio avvertito dalla maggior parte della cittadinanza15. Se però il Capitano, come il Podestà, era un funzionario che cambiava ogni anno e non era originario di G enova, l’ufficio del capitanato perdeva tutta la grande importanza che aveva avuto finché era stato coperto dai capi del dominante partito ghibellino. N o n ci è

11 Annali, 334 [V, 1 2 1 ]; cfr. sopra, vol. I, p. 277, n. 88.

12 Annali, 1. c.; Hey c k, p. 48 e sgg., sembra fraintendere il de extra civitatem. 13 I Capitani che ricoprirono tale ufficio sono: Lanfranco De Suardi, miles,

civis Pergamensis, dal 28 ottobre 1291 - Annali, 335 [V, 124] - ad complementum unius anni-, ibid., 340 [V, 136]; Beltramo de Fitiensis, nobilis civis Pergamensis,

venne in settembre 1292 a Genova ed esercitò il suo ufficio toto tempore sui regi­

minis usque ad annum completum-. Annali, 344 [V, 146]; Simone de Grumelli, miles ac nobilis civis Pergamensis, dal 28 ottobre 1293: Annali, 353 [V, 170]. Come suc­

cessore troviamo Taiono de Villa, ci vis Mediolani: App. 3, nr. 11, c. 39, 6 novembre 1294; L.J., II, 318, 321, 25 maggio 1295. Da tutto questo si deve dedurre che il Capitano venisse mutato annualmente e che di regola entrasse in carica il 28 ottobre. Che egli dovesse essere d’un luogo distante oltre 100 miglia da Genova (St e l l a, 1016) spiegherebbe perchè i primi tre provenissero dalla lontana Bergamo. Non sappiamo come avesse luogo l’elezione.

Si deve porre mente specialmente all’ufficio del capitaneus populi a Firenze. 15 In Annali, 334 [V, 121], è detto espressamente che la maggioranza dei Ge­ novesi desiderava avere un Capitano forestiero.

L i b r o V - C a p . s e c o n d o

noto però se le attribuzioni del Capitaneus Populi16 fossero state soggette ad ulteriori particolari limitazioni.

Quando la commissione ebbe ultimato i suoi lavori, i Capitani, come pure tu tta la cittadinanza, popolari e nobili, prestarono giuram ento di osservare le deliberazioni adottate 17. Nel maggio 1291 fu eletto per il primo a Capitano il cavaliere Lanfranco Suardi, cittadino di Bergamo; il 28 ottobre egli entrò in carica, mentre Oberto Spinola e Corrado Doria si ritirarono a vita privata nelle loro case. Un dono d ’onore di 3000 lire per ciascuno, loro accordato dal Consiglio, doveva lenire l ’ama­ rezza per la compiuta rinuncia alla posizione goduta18. Questo atto di volon­ taria rinunzia resta comunque abbastanza sorprendente, malgrado rien­ trasse fra le precauzioni che allontanavano in gran parte i rischi per i Ghi­ bellini, i quali, non già con dura opposizione alla volontà dei popolari, ma con arrendevolezza saggiamente calcolata, procuravano di consolidare il loro predominio.

La durata delle nuove istituzioni così come la realizzazione dei fini a cui esse tendevano non dovevano dipendere dall’andamento delle rela­ zioni estere del Comune. Ma nel frattempo si verificò un fatto immensamen­ te favorevole per i Ghibellini: nel settembre 1290 Guglielmo di M onferrato venne fatto prigioniero dagli Alessandrini che avevano sempre mal sop­ portato la sua dominazione 19. Mai più il nobile marchese ebbe la libertà e mori miseramente in una gabbia di legname appesa al palazzo pubblico di Alessandria20. Alla notizia della sua prigionia, le città che egli aveva

16 Questo è il titolo attribuitogli dal documento in L.J., II, 318, 321; Annali, 356 [ V , 176]; che più semplicemente si dicesse capitaneus, cfr. Jac. d e Va r., 54 etc.

17 Annali, 334 [V, 121].

18 Annali, 335, 340 [V, 123, 136], Sulla sede dei due Capitani, cfr. sopra, vol. I, pp. 295, n. 52; 402, n. 97. Per dare al capitaneus populi una sede conve­ niente, il Comune comperò alcune case: Annali, 336 [V, 127], E’ pure menzionato un palazzo del Comune (App. 3, nr. 26, c. 6, 28 gennaio 1295): actum Janue, in

palacio comunis Janue, (in) quo moratur d. Capitaneus populi. Risulta che in quel

palazzo avesse risieduto anche il Podestà (ibid, c. 5, 21 gennaio 1295): actum Janue

in palacio comunis Janue ubi moratur dictus potestas; (ibid., c. 1 1 , 16 aprile): in palacio comunis Janue in camera ipsius d. potestatis. L’abbas populi risiedeva invece

nel palazzo dei Doria già il 10 febbraio 1290 (L.J., II, 232): actum Janue in palacio

illorum Aurie in quo habitat abbas populi; v. anche ibid., II, 316, 324 etc.

19 Secondo Annali, 334 [V, 12 2 ], e Ann. Parm., 708, l’8 settembre; secondo Al f i e r i, 62, il 10 settembre; cfr. Gu il l. Ven t., 718 etc.

20 Al f i e r i, 62, 6 febbraio 1292; cfr. Gabotto, Storia del Piemonte, p. 1 , n. 1 .

La f i n e d e l p r im o d o p p io c a p i t a n a t o

assoggettato con la forza trattarono subito con Milano ed entrarono nella lega conclusa in passato contro di lu i21. D ’un colpo si allontanarono tu tti i pericoli che da parte sua minacciavano la causa ghibellina.

G enova profittò del repentino mutamento per appianare in modo favorevole alcune questioni di confine con i marchesi di P o n zo n e22, ma ben maggior rilievo aveva la circostanza che ormai i Visconti avevano il predominio in Lom bardia23. I Doria e gli Spinola potevano contare sull appoggio di questi campioni del partito imperiale, ed il ravvicinamento alla potente lega ghibellina lombarda garantiva la loro posizione perso­ nale; i Guelfi invece perdettero ogni speranza di trovare sostegno nei po­ tentati a nord delPAppennino, così come videro svanire le speranze che fino allora avevano nutrito nel papa. Niccolò IV soddisfece alle richieste rivoltegli nel 1289 togliendo di mano al patriarca di Antiochia l’ammini­ strazione dell’arcivescovato di G enova24. In stretta relazione con questa disposizione sta anche la conferma del privilegio di Innocenzo IV , già ri­ messo in luce da Jacopo D oria23; con che cessavano pure gli effetti del­ l’interdetto. Inoltre il papa accondiscese alla supplica del Comune, nom i­ nando un vero e proprio arcivescovo in Genova nella persona del dom e­ nicano Jacopo da Varazze2Ó. Per la sicurezza della pace interna l ’elezione di un monaco, che assolveva nel modo più rigoroso ai doveri del suo m ini­ stero divino, era la migliore garanzia; da Jacopo non erano da temersi manovre occulte quali il suo predecessore sapeva tramare; tu tti i suoi

21 Annali, 3 3 4 [ V , 1 2 2 ], Secondo Co r io, I, p. 651 e sgg., n e l n o v e m b r e 1 2 9 0 e b b e lu o g o a M ila n o u n a riu n io n e dei c o n fe d e ra ti, alla q u a le p a r te c ip a r o n o d e le g a ti d i B re sc ia , C r e m o n a , P iacen za, P av ia, G e n o v a , T o rto n a , A s ti, N o v a r a , V e rc e lli, A le s ­ s a n d ria e d il c o n te d i Savoia. Secondo Gio ff r e d o della Ch i e s a, 9 2 6 , si p o t r e b b e s u p p o r r e c h e q u i fo sse s ta ta rin n o v a ta la lega d ec e n n a le fra le s u d d e t te c i t t à , la s c ia n ­ d o si a p e r ta la p o s s ib ilità d i in g resso p e r G e n o v a . N e l 1292 G e n o v a fig u ra f r a i c o n ­ f e d e r a ti d i A s ti : Cod. Ast., I l i , 1060, 1066; cfr. Gabotto, p . 14.

22 Fra i documenti in L.J., II, 250 e sgg., 22 novembre 1 2 9 0 - cfr. Annali, 3 3 4 e sgg. [ V , 1 2 3 ] - il più importante è quello a p. 2 63; cfr. Annali, 2 9 7 [ V , 2 6 ] .

23 II 1 4 marzo 1293 Matteo Visconti venne nominato persino capitano del mar­