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CHE COSA SI DEVE FARE?

La cosa bella dell’essere un insegnante è che l’apprendere è naturale ai nostri studenti. Come Allison Gopnik di Berkeley ama sottolineare, ci sembra di essere programmati ad imparare – appena fuori del grembo materno e, forse anche nel grembo materno, raccogliamo informazioni sul nostro ambiente, calcoliamo corre-lazioni e contingenze, in un processo ingenuo ma essenzialmente scientifico di spe-rimentazione e di analisi statistiche, formuliamo, testiamo e rivediamo teorie su come noi e il mondo funzionano. Questo tentativo di prevedere e controllare, ciò che lo psicologo britannico F.C. Bartlett chiama sforzo dopo il significato, è l’essenza del processo di apprendimento.

Una deduzione radicale da questo punto di vista è che noi ex-insegnanti do-vremmo solo levarci di torno. Ma questo non è il modo giusto per pensarci. L’ap-prendere viene naturale, ma gli insegnanti possono svolgere un ruolo nella creazione di un ambiente ottimale affinché si verifichi l’apprendimento. Come psicologi co-gnitivisti, sappiamo molto su come gli studenti imparano e come dimenticano e ri-cordano quello che hanno imparato. Ma, come psicologi sociali, sappiamo che ap-prendimento e memoria si verificano in un contesto personale e sociale – quello che mi piace chiamare la “ecologia umana” dell’apprendimento e della memoria. Questo include i valori, gli obiettivi e le motivazioni dello studente; e comprende anche il quadro di riferimento interpersonale e istituzionale nel quale si svolgono le attività individuali di apprendimento dello studente. E, riportandoci alla cognizione, molto dipende da come questi fattori sociali sono percepiti. Gli interessi, i valori, gli obiet-tivi e le motivazioni che gli studenti portano all’ambiente di apprendimento sono almeno tanto importanti quanto le abilità e le strategie che portano al compito di apprendimento.

Così, nello spirito di una pratica distribuita, mi permetto di riassumere una serie di principi di insegnamento che promuovono l’apprendimento efficace. In questo,

sto parafrasando, a volte direttamente citando, le raccomandazioni di una commis-sione di esperti – convocata dal National Center for Education Research nel 2007 (Pashler et al., 2007; si veda anche Bransford et al., 2000; Graesser, 2011).6

● Distribuite l’apprendimento nel tempo

Sessioni di studio più brevi, intervallate da altre attività, producono una migliore conservazione a lungo termine rispetto alla stessa quantità di studio in una sola volta. Una volta che un insegnante ha individuato i fatti, i termini, i concetti e le abilità principali da apprendere, gli studenti siano esposti a ciascuno di essi al-meno due volte, separati da un periodo di diverse settimane e organizzate i compiti e gli esami per promuovere la pratica distribuita.

● Alternate esempi risolti e set di problemi

Gli insegnanti possono fornire agli studenti soluzioni passo dopo passo per un assaggio dei problemi, ma devono anche fare in modo che gli studenti abbiano l’opportunità di risolvere problemi simili da soli. Per lo meno, gli studenti dovreb-bero alternare libri di testo ed esempi alla lavagna che siano già stati risolti, e i problemi che devono risolvere da soli, diminuendo gradualmente i primi e aumen-tando i secondi.

● Combinate parole e grafica

Tutto ciò che si può fare per rendere il materiale di studio più ricco lo renderà anche più ricordabile. Le immagini valgono davvero mille parole – anche, in un corso di letteratura, “mappe” delle trame e delle relazioni tra i personaggi.

● Integrate il concreto con l’astratto

Illustrate concetti astratti con molti e vari esempi concreti.

● Somministrate test che promuovono l’apprendimento.

Non solo esami intermedi e finali, ma anche quiz lungo il percorso. Essi assicu-rano che gli studenti tengano il passo con il materiale, ma aiutano anche a distan-ziare la pratica. Prima di introdurre un nuovo argomento, preparare gli studenti con “pre-domande”; utilizzate quiz per promuovere sia la pratica di recupero sia la pratica distribuita.

● Aiutate gli studenti ad organizzare il proprio tempo in modo efficace

Gli studenti non sono migliori nel gestire il loro tempo di quanto lo sia il collegio docente, e probabilmente sono peggio. Un corso strutturato, con scadenze e atti-vità mirate, sarà di grande aiuto. Gli studenti non sono particolarmente bravi a giudicare se hanno la padronanza di un concetto particolare; per lo meno, dovreb-bero essere istruiti a fare questo tipo di giudizio dopo che è trascorso un certo periodo di apprendimento. E gli insegnanti hanno bisogno di fornire un feedback

6 Practice Guide, “Organizing Instruction and Study to Improve Student Learning”, pubblicato dall’Institute of Education Sciences, dal quale questi punti sono tratti. Link to a list of 25 principles che aiutano l’apprendimento dello studente, assemblato dal Prof. Art Graesser della University of Memphis, ricercatore leader in quest’area.

correttivo – non solo un punteggio di un quiz o, tanto meno, uno spunto nell’an-golo in alto a destra della prima pagina di un compito.

● Fate domande esplicative profonde

Gli esempi che ho dato sono di solito in termini di fatti, concetti e abilità e sono importanti, ma siamo anche dopo qualcosa di più profondo dal modo di intendere.

Gli insegnanti dovrebbero porre domande profonde, incoraggiare gli studenti a

“pensare ad alta voce” circa le risposte, e – nuovamente – fornire un feedback.

Chiedere spiegazioni, all’opposto della ripetizione mnemonica o della semplice descrizione, promuove l’elaborazione attiva e quindi migliora la conservazione a lungo termine.

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