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IL COSTO DELLA SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI EX ESPOSTI AD AMIANTO Ad oggi una stima dei costi di una sorveglianza sanitaria come quella indicata dalle LI

GLI INDIRIZZI DELLE REGIONI

IL COSTO DELLA SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI EX ESPOSTI AD AMIANTO Ad oggi una stima dei costi di una sorveglianza sanitaria come quella indicata dalle LI

è stata effettuata solo in Toscana. Utilizzando il modello di analisi activity based costing, sono stati inizialmente identificati i processi previsti dalle LI e le attività ritenute neces-sarie per ogni processo. Sulla base poi dei dati derivanti dalle esperienze toscane su 4.434 visite mediche effettuate a ex esposti dal 2001 al 2013 sono state calcolate le percentuali di adesione e di passaggio da un processo all’altro. La Figura 2 mostra come le visite di 1° livello si ridurrebbero nel corso degli anni mentre di converso aumenterebbero quelle di secondo livello.

Lo stanziamento complessivo da dedicare ogni triennio dal 2016 al 2024 in Toscana per l’intero percorso di sorveglianza sanitaria organizzato è risultato consistente: se offerta fino agli 80 anni di età da 870.126 € nel 1° triennio 2016 - 2018 a 524.980 € nel 3° triennio 2022 - 2024; se fino ai 70 anni, da 645.508 € nel 1° triennio a 294.738 € nel 3° triennio.

ATTI DI CONVEGNO Il contributo della ricerca in tema di amianto a oltre vent’anni dal bando: proposte e soluzioni

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Figura 2 Distribuzione stimata in Toscana delle visite di 1° e 2° livello di sorveglianza sanitaria agli ex esposti ad amianto

(Ispo - SS Epidemiologia dell'ambiente e del lavoro)



È stato anche calcolato il costo di un percorso non organizzato come quello attuato e

messo a paragone con quello del percorso organizzato: i recuperi economici sono risultati ugualmente rilevanti (322.732 - 109.325 €), con un costo ulteriore medio annuale di 25 € a ex esposto.

CONCLUSIONI

Il protocollo di sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto definito dalle 16 regioni e 2 PA coinvolte nel progetto CCM 2012 rappresenta una proposta attuabile. Le stime dei costi effettuate solo per la Toscana mostrano che un sistema non organizza-to è più economico, ma indubbiamente non risponde a principi di efficacia, appropria-tezza e utilità sociale. Inoltre, solo un sistema organizzato può rispondere a criteri di omogeneità ed equità di accesso alle prestazioni. Relativamente all’omogeneità, que-sta può essere garantita da una condivisa procedura di lavoro, che è imprescindibile da un lavoro contestuale di formazione, informazione e valutazione. In tema di forma-zione si ricorda che nell’ambito del progetto CCM 2012 era stato predisposto dalla UO Medicina del lavoro dell’Ospedale di Cremona uno specifico programma formativo per medici competenti, di medicina generale, dei servizi/dipartimenti di prevenzione delle Asl, delle UO medicina del lavoro, e di Inail. Riguardo poi all’equità di accesso, un siste-ma organizzato di sorveglianza sanitaria deve essere previsto in un’ottica sistemica di rete sanitaria pubblica (con prioritaria presa in carico del protocollo assistenziale da parte dei servizi pubblici di medicina del lavoro, con il coinvolgimento anche di settori non sanitari), con ambulatori dedicati e accertamenti a carico del Sistema sanitario pubblico (ad esclusione di quegli accertamenti per gli ex esposti ancora al lavoro nel-l’azienda dove sono stati esposti che sarebbero a carico del datore di lavoro).

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In conclusione, oggi ci sono le basi per avviare il sistema organizzato di sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto ma c’è ancora molto da fare per renderlo opera-tivo e diffuso sull’intero territorio nazionale.

BIBLIOGRAFIA

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http://www.quotidianosanita.it/ del 12 maggio 2015.

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Da oltre cinquanta anni è noto il ruolo dell’asbesto nella genesi di patologie polmona-ri. Tra queste desta particolare attenzione a livello clinico e scientifico il mesotelioma maligno (MM), un tumore dalla prognosi infausta, con una sopravvivenza media dalla diagnosi compresa tra i quattro e i dodici mesi [1,2]. L’incidenza, la variabilità e l’aggres-sività di questi tumori hanno spinto il Ministero della salute ad adottare puntuali piani di sorveglianza epidemiologica, che hanno portato all’individuazione di siti di interesse nazionale (SIn), in cui il ‘problema amianto’ risulta quanto mai attuale.

L’impatto della diagnosi rappresenta un’esperienza devastante che investe la perso-na nella sua interezza, destrutturandola. Accanto ai sintomi fisici e alla perdita di quote sempre maggiori di autonomia e funzionalità corporea (dolore, calo respirato-rio, perdita di peso e sonno, affaticamento, ecc.) [3,4], i malati mostrano un funziona-mento emozionale disregolato, caratterizzato da marcata ansia e irritabilità, depres-sione e disperazione, e uno stato eccessivo di paura, che si accompagna all’intima sensazione di non essere più efficaci e di non avere più alcun controllo sulla propria vita [4-10]. Marcati cambiamenti investono anche i ruoli e le relazioni sociali, che a poco a poco si depauperano e con esse il senso di appartenenza e di coesione socia-le [3,6,7,11,12]. Come spesso accade in altri tipi di tumore, la qualità delsocia-le relazioni e delle comunicazioni familiari risulta compromessa: diventa difficile parlarsi, condivi-dere con i propri cari la diagnosi e la sofferenza che questa genera. Spesso si ha paura e ci si vergogna, e il clima familiare si permea di non-detti, senso di colpa e aggressività [11,13-15].

Vari studi confermano quanto emerge anche nel lavoro clinico con queste persone:

non sono solo i malati a essere colpiti dalla diagnosi di MM, ma anche i loro familiari.

Le ricerche evidenziano come malati e familiari siano accumunati da elevati livelli di sconforto e demoralizzazione, da difficoltà emozionali (marcata ansia e depressione che faticano a regolare) e dalla tendenza a esprimere il disagio attraverso sintomi somatici [3,6-8,10,16]. Ecco perché, da un punto di vista psicologico, non ci si può esi-mere dal riconoscere e dare una risposta efficace ai bisogni di salute e benessere di tutti gli attori coinvolti nell’esperienza di malattia, portatori di un disagio psicologico e di una sofferenza gravosi.

A nostro avviso, per far ciò è necessario creare strumenti terapeutici la cui efficacia derivi dalla loro solidità metodologico-clinica evidence-based. Strumenti calibrati sugli aspetti comuni e invarianti che emergono dalle ricerche e dalla letteratura internazio-67