• Non ci sono risultati.

REALIZZAZIONE AREA DI BONIFICA DEDICATA Il ‘tunnel di scoibentazione’

CASO DI STUDIO: LE BONIFICHE DEL SIN DI MANTOVA

REALIZZAZIONE AREA DI BONIFICA DEDICATA Il ‘tunnel di scoibentazione’

L’intervento di sezionamento delle tubazioni e il conseguente avvolgimento in telo di polietilene oltre alla presenza del lamierino dove era presente ha consentito di effet-tuare con tranquillità le fasi di trasporto delle tubazioni e dei diversi materiali coiben-ti in un’area di coibentazione dedicata.

All’interno dello stabilimento è stata individuata un’area di circa 5.000 m2, adeguatamen-te recintata e lontana dalle attività di produzione, ove era possibile collocare una strut-tura specifica che permettesse l’intervento di bonifica per un tempo mediamente lungo.

Lo studio di fattibilità più importante è stato quello appunto di realizzare una struttu-ra denominata ‘tunnel di scoibentazione’ che fosse in gstruttu-rado di gastruttu-rantire un confina-mento dinamico duraturo, utilizzando sistemi di depressione dell’area di lavoro con unità di depressione anche di riserva per garantirne la continuità (Figura 7).

Il confinamento dinamico è stato realizzato in parte con tubi e giunti, in parte con listelli e travetti di legno, ai quali sono stati fissati teli in polietilene dello spessore di circa 0,50 mm.

L’applicazione più sicura e funzionale, tenuto conto della necessità di lavori prolungati, è stata quella di realizzare tutte le opere di sostegno in metallo, ovvero, la struttura Volume ATTI Il Contributo Ricerca Amianto_2017 01/12/17 11.22 Pagina 120

viene avvolta da un doppio strato di teli che a loro volta vengono ulteriormente fissati.

Durante la fase di allestimento lungo il perimetro del tunnel sono state realizzate alcu-ne fialcu-nestre di ispezioalcu-ne atte a garantire la possibilità di osservare dall’esterno le opere di scoibentazione e gli stati di avanzamento.

Così anche le postazioni per i campionamenti ambientali ispettivi durante la scoiben-tazione sono stati realizzati collocando in alcuni punti strategici tubi di collegamento con l’esterno per il collegamento con le apparecchiature di prelievo.

naturalmente il confinamento dinamico ha visto l’istallazione di appositi estrattori d’a-ria che, prelevando ad’a-ria dall’interno del confinamento, fossero in grado di mantenere l’area in costante depressione con un adeguato dimensionamento atto a garantire almeno quattro ricambi di aria/ora.

È necessario prevedere sempre un numero adeguato di estrattori di riserva, per garan-tire la depressione all’interno dell’area confinata nel caso in cui quello principale dovesse guastarsi.

Tenuto conto delle dimensioni del tunnel di scoibentazione (lunghezza 25 m - larghez-za 10 m), al fine di evitare l’implosione della struttura in posizione opposta a quella degli estrattori sono stati applicate delle aperture protette da filtri assoluti, in modo da permettere l’ingresso di aria all’interno dell’area. Il tunnel di coibentazione è stato sud-diviso in tre principali zone (Figure 8):

n zona d’ingresso tubazione;

n zona di scoibentazione;

n zona di pulizia e incapsulamento.

ATTI DI CONVEGNO Il contributo della ricerca in tema di amianto a oltre vent’anni dal bando: proposte e soluzioni

121

Figura 8 Interno del tunnel di scoibentazione

(Ats - Val Padana - Regione Lombardia)

Volume ATTI Il Contributo Ricerca Amianto_2017 01/12/17 11.22 Pagina 121

Zona di ingresso delle tubazioni

Le tubazioni, una volta sezionate dall’impianto e avvolte da telo in polietilene, attraver-so un mezzo di trasporto attraver-sono state spostate nell’area adibita alla zona confinata.

Successivamente, mediante paranchi o gru, sono state collocate su apposita rulliera e fatte passare gradualmente attraverso tutta l’area di bonifica, per essere poi espulse dalla parte opposta, pulite e bonificate. Il primo intervento effettuato dai lavoratori in questa zona è stato rimuovere il lamierino di protezione della coibentazione.

Zona di scoibentazione

Separata dalla zona d’ingresso da appositi flaps si trova la zona di scoibentazione vera e propria dove i lavoratori con le loro attrezzature manuali eseguono la rimozione del-l’amianto dalla tubazione, intervento eseguito rigorosamente a umido.

Zona di pulizia e incapsulamento

In questa zona arriva sempre sopra rulliera la tubazione priva di coibentazione in amianto, pronta per essere pulita ulteriormente, sempre a umido, e incapsulata con adeguati prodotti.

Scoibentazione delle tubazioni in sede

L’intervento di scoibentazione delle attuali linee-rack di produzione collocate su impianti ancora in produzione che non hanno la necessità di essere demolite o sosti-tuite, la bonifica avviene in loco. L’area confinata in questa specifica tipologia di lavoro viene realizzata mediante un ponteggio di tubi e giunti istallati lungo il perimetro delle tubazioni con un intervallo di 20 m per consentire il posizionamento di una via di fuga e di una unità di decontaminazione (Figura 9).

ATTI DI CONVEGNO Il contributo della ricerca in tema di amianto a oltre vent’anni dal bando: proposte e soluzioni

122

Figura 9 Particolare di area confinata: linee-rack di produzione

(Ats - Val Padana - Regione Lombardia)

Volume ATTI Il Contributo Ricerca Amianto_2017 01/12/17 11.22 Pagina 122

ATTI DI CONVEGNO Il contributo della ricerca in tema di amianto a oltre vent’anni dal bando: proposte e soluzioni

123



1

Figura 10 Bonifica e trattamento incapsulante delle linee di produzione

(Ats - Val Padana - Regione Lombardia)

Le tubazioni di diverso diametro con differenti spessori della coibentazione in amian-to vengono quindi gradualmente bonificate.

In ogni area viene poi attuato il confinamento dinamico con l’istallazione di un nume-ro adeguato di estrattori d’aria che, prelevando aria dall’interno del confinamento, consentono di mantenere l’area in costante depressione con un adeguato dimensio-namento atto a garantire almeno quattro ricambi di aria ora.

Il confinamento dinamico prevede anche in questo caso un rafforzamento della strut-tura con listelli e travetti di legno, ai quali sono stati fissati teli in polietilene dello spes-sore di circa 0,15 mm.

Questa applicazione è risultata la più sicura e funzionale, tenuto conto della necessità di lavori prolungati in cui, oltre alle opere di sostegno in metallo, la struttura viene avvolta da un doppio strato di teli che a loro volta vengono ulteriormente fissati.

naturalmente prima dell’inizio della bonifica viene sempre eseguita la prova di tenuta dell’area realizzata (Figura 10).

Volume ATTI Il Contributo Ricerca Amianto_2017 01/12/17 11.22 Pagina 123

L’attività di bonifica e demolizione dell’impianto è durata circa due anni. Ancora oggi a distanza di anni nello stabilimento petrolchimico di Mantova si continua a bonificare linee di produzioni o altri impianti, cercando di migliorare le tecniche di realizzazione delle opere provvisionali e di allestimento delle aree confinate, per rispondere alle diverse tipologie di bonifiche. Ogni miglioramento cerca di coniugare la tutela dei lavo-ratori e dell’ambiente consapevoli che le quantità in gioco sono notevoli.

Dall’inizio delle attività di bonifica amianto avvenuta a partire dagli anni novanta le coi-bentazioni in amianto sono state sostituite da quelle in fibro-ceramiche o lana di roc-cia e dal 2005 sono iniziate le prime scoibentazioni delle fibro-ceramiche.

Per quanto riguarda lo stabilimento petrolchimico di Mantova, d’intesa con la direzio-ne aziendale, gli interventi di bonifica avvengono con le stesse modalità applicate per le procedure amianto.

ATTI DI CONVEGNO Il contributo della ricerca in tema di amianto a oltre vent’anni dal bando: proposte e soluzioni

124

Volume ATTI Il Contributo Ricerca Amianto_2017 01/12/17 11.22 Pagina 124

INTRODUZIONE

L’Italia ha emanato numerose norme tecniche in materia di prevenzione dal rischio cancerogeno imputabile all’amianto che consentono, in via generale, la tutela della sicurezza dei lavoratori esposti, forniscono istruzioni in merito alla corretta mappatu-ra su tutto il territorio nazionale dei siti contaminati e indicano come procedere alla gestione in sicurezza delle attività di bonifica dei siti inquinati. Tuttavia si rilevano anco-ra significative lacune nella gestione dei rifiuti contenenti amianto (RCA), già evidenzia-te nell’ambito della II Conferenza governativa sull’amianto del novembre 2012 [1] e riba-dite nel Piano nazionale amianto. Pertanto il Dipartimento innovazioni tecnologiche, sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit) dell'Inail ha elaborato una monografia dal titolo Classificazione e gestione dei rifiuti contenenti amianto: istruzio-ni operative Inail ai fiistruzio-ni della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e degli ambienti di vita [2], ove sono riportati dati inerenti alla classificazione dei manufatti contenenti amianto ab-origine e dei principali prodotti industriali, con indicazione dei relativi set-tori di impiego. Inoltre, in tale lavoro si riporta un’attenta classificazione dei RCA con indicazione degli specifici codici del Catalogo europeo dei rifiuti (CER) e segnalazione della tipologia di discarica in cui essi dovrebbero essere smaltiti. Ciò al fine di agevola-re l’attività dei soggetti coinvolti a vario titolo nella gestione di tali rifiuti, ed evitaagevola-re smaltimenti impropri o volutamente illegali in siti non idonei.