LASCIARSI CONDURRE DALLO SPIRITO
L’articolo 135 delle vostre Costituzioni che descrive la natura del CG, pur usando una terminologia storica e incarnata, non fa una descri-zione sociologica né psicologica, bensì un discorso profondamente teo-logico. Le Costituzioni, infatti, affermano che il CG è «una ricerca co-munitaria della volontà di Dio»,3 ricerca che «esige particolare apertura a Dio» e umile ascolto dello Spirito.
La ricerca della volontà di Dio è, dunque, l’obiettivo centrale del CG, e l’apertura a Dio e l’ascolto del suo Spirito sono gli atteggiamenti fondamentali con cui devono svolgersi i lavori capitolari.
Ciò comporta che un profondo e vivo senso di Dio sia assolutamen-te necessario per lo svolgimento fruttuoso del CG. Solo lo Spirito di Dio può portare l’assemblea capitolare a «prendere insieme decisioni che accrescano la vitalità dell’Istituto, nella fedeltà allo spirito delle o-rigini e al momento storico della Chiesa» (C 135d).
Dal punto di vista giuridico gli Esercizi spirituali non sono parte es-senziale del CG, ma ne sono però senza dubbio un elemento centrale dal punto di vista teologico. Gli Esercizi, infatti, hanno lo scopo di cre-are nel cuore di ognuna di voi e nell’insieme dell’assemblea capitolcre-are una larga, profonda e intensa atmosfera divina: ambiente indispensabile per una puntuale ricerca della volontà di Dio sull’Istituto. Perciò, ben-ché gli Esercizi durino solo otto giorni, la loro atmosfera deve continu-are viva durante tutto il Capitolo, diventando l’anima di quanto in esso si penserà, si affermerà e si deciderà.
Il cuore e la sorgente di questa atmosfera capitolare ha un nome:
Spirito Santo. Soltanto se l’assemblea capitolare sarà costituita di per-sone di Spirito Santo il CG raggiungerà i suoi obiettivi.
Vi propongo, dunque, tre punti da meditare proprio all’inizio degli Esercizi: Credere nello Spirito, collaborare con lo Spirito e lasciarsi condurre dallo Spirito.
3 Cf Costituzioni e Regolamenti, Roma, Istituto FMA 1982, 135b. D’ora in poi si abbrevierà C seguito dall’articolo citato.
1. Credere nello Spirito Santo
A questo riguardo vi invito a ravvivare una triplice fede. In primo luogo credere che lo Spirito Santo «opera già in questo mondo» (C 49b), «fa ringiovanire la Chiesa, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo» (LG 4).
Dovete avere la certezza, benché le apparenze dicano spesso altro, che la promessa di Gesù è tuttora vera: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro consolatore perché rimanga con voi per sempre [...] Egli sarà con voi (Gv 14, 16-17).
È vero, dunque, che lo Spirito sarà con voi e agirà in voi: sarà il Maestro che vi insegnerà la verità, e la guida che vi condurrà per la strada giusta; sarà la forza che vi sosterrà nelle difficoltà e l’amore che vi unirà nella diversità; sarà la luce che vi guiderà nella ricerca della volontà di Dio e la mano che vi collegherà col passato e col futuro.
Durante gli Esercizi dovete fare frequenti atti di fede nello Spirito:
Credo che lo Spirito Santo è con me ed è con noi; credo che lo Spirito Santo agisce in me e agisce in noi.
In secondo luogo: credere che gli Esercizi e il CG diventeranno per voi tutte una rinnovata e vera Pentecoste. Dovete essere certe che si avvererà in voi ciò che narrano gli Atti degli Apostoli: «Mentre il gior-no di Pentecoste stava per finire, si trovavagior-no tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo» (At 2, 1-4).
Fate attenzione a queste parole: «Furono tutti pieni di Spirito San-to». Cioè, sarete tutte piene di Spirito Santo. Il dono dello Spirito sarà un dono vero. Non sarà un semplice desiderio del nostro cuore, né una semplice immaginazione della nostra mente, bensì un dono reale. Come abbiamo ricordato, lo Spirito Santo verrà a voi, sarà con voi, dimorerà in voi e agirà in voi.
Il dono dello Spirito sarà un dono universale. Dio Padre lo darà a tutte. Nessuna ne sarà esclusa. Tutte riceverete personalmente lo Spiri-to SanSpiri-to e i suoi doni, cioè: la pietà interiore e fervente; la fortezza di spirito e di volontà; la prudenza nel valutare; la saggezza per discerne-re; l’audacia nel decidediscerne-re; il gaudio spirituale e profondo; l’allegria schietta e permanente; l’amore di Dio; la sensibilità per le cose divine;
la pace rassicurante; lo zelo per il bene delle persone e per la salvezza delle anime; la fedeltà alle origini e all’oggi.
Il dono dello Spirito Santo sarà un dono efficace. Dio, infatti, vi da-rà un cuore nuovo e uno spirito nuovo (cf Ez 11,19); vi fada-rà pensare e vivere secondo lo Spirito e non secondo la carne (cf Rom 8,5); vi invi-terà a deporre l’uomo vecchio che si corrompe dietro le passioni ingan-natrici e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera (cf Ef 4,22-24). Si avvererà in voi la parola che Sa-muele disse a Saul: «Lo Spirito del Signore investirà anche te... e sarai trasformato in un altro uomo» (1Sam 10,6).
Durante gli Esercizi dovete ravvivare la vostra fede nella presenza reale dello Spirito: Credo che ho ricevuto veramente lo Spirito Santo;
credo che lo Spirito mi comunica tutti i suoi doni; credo che lo Spirito opera efficacemente in me.
In terzo luogo, vi invito a credere che solo per opera dello Spirito Santo sarà possibile un adeguato e permanente rinnovamento del vostro Istituto.
L’articolo primo delle vostre Costituzioni afferma: «Per un dono dello Spirito Santo e con l’intervento diretto di Maria, San Giovanni Bosco ha fondato il nostro Istituto». Il vostro Istituto è stato fondato per un dono dello Spirito. Solo per un altro dono dello stesso Spirito riuscirete a “rifondare” l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Riu-scirete, cioè, a riscoprire e vivere oggi la forza contemplativa delle vo-stre prime sorelle di Mornese che le rese, alla scuola di don Bosco, e-ducatrici audaci nel rispondere alle sfide dell’inculturazione.
Soltanto un’assemblea capitolare costituita da donne radicate in Cristo, da donne, cioè, che siano persone di Spirito Santo, condurrà con sicurezza la nave dell’Istituto verso il terzo millennio in fedeltà alle o-rigini e alle attese profonde della Chiesa e delle giovani.
Il terzo atto di fede che dovete fare durante gli Esercizi è, dunque, questo: crediamo che lo Spirito può rinnovare ogni persona, ogni co-munità e ogni Ispettoria. Crediamo che la “rifondazione” del nostro I-stituto sarà possibile solo per un dono dello Spirito Santo.
Ecco, dunque, le tre convinzioni di fede con cui vi invito a iniziare gli Esercizi e a svolgere i lavori capitolari: credere che lo Spirito Santo opera in voi, nel mondo e nella Chiesa; credere che tutte riceverete lo Spirito Santo e i suoi doni; credere che per un dono dello Spirito Santo sarà possibile rinnovare tutte le Ispettorie, tutte le comunità e tutte le persone del vostro Istituto.
2. Collaborare con lo Spirito Santo
Dio ci ha creati liberi e chiede a noi una libera collaborazione all’a-zione della sua grazia. Dobbiamo cooperare con lo Spirito. Da parte nostra, cioè, dobbiamo assicurare la presenza di determinati atteg-giamenti orientati a facilitare l’azione dello Spirito Santo in noi.
Li conoscete bene. Sarà, però, di utilità ricordare i più importanti.
Ho scelto quelli che sono presenti nelle vostre Costituzioni. Benché es-se ne trattino all’interno di argomenti diversi, io ne farò un breve com-mento nell’ottica unitaria degli Esercizi e del CG.
• Apertura allo Spirito. Leggiamo nell’articolo 114 delle vostre Co-stituzioni: «Come madre Mazzarello ogni Figlia di Maria Ausiliatrice chiamata a un servizio di autorità viva in atteggiamento di povertà inte-riore e di apertura allo Spirito».
Come membri di diritto del CG siete proprio chiamate a un partico-lare e importante servizio di autorità. Dovete, dunque, vivere in at-teggiamento di apertura allo Spirito durante gli Esercizi e durante tutto il CG.
L’apertura allo Spirito richiede, innanzitutto, che si elimini quanto ostacola la sua azione in noi: autosufficienza, orgoglio, individualismo, sensualità, egoismo... Richiede, poi, che si curi quanto la facilita: umil-tà, fede, povertà di spirito, desiderio di salvezza, preghiera, apertura al-la realtà...
• Attenzione allo Spirito. A questo riguardo le Costituzioni parlano del «silenzio che si fa attenzione allo Spirito» (48c) e di «attenzione al-lo Spirito Santo che opera in ogni persona» (67a).
La riflessione serena, il silenzio interiore, l’ascolto profondo, la ret-titudine d’intenzione, la generosità spirituale, la sensibilità per gli al-tri... sono forme di attenzione allo Spirito.
Ci allontanano, invece, dallo Spirito la dispersione, la superficialità, l’attivismo, la mediocrità, il rumore psicologico...
• Lasciare agire lo Spirito. Le vostre Costituzioni dicono: «Nel si-lenzio di tutto il nostro essere come Maria, “la Vergine in ascolto”, ci lasceremo pervadere dalla forza dello Spirito» (39c).
Convinta che solo «lo Spirito dà vita» (2Cor 3,6) e fondata sulla pa-rola di Gesù: «senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5), ogni FMA impara a fare spazio in sé allo Spirito e lascia agire lo Spirito nella sua vita.
È evidente che i giorni degli Esercizi sono un’occasione ottima per lasciarsi pervadere dalla forza e dalla verità dello Spirito. Ma non solo, il tempo del CG deve pure diventare per le capitolari una ricca e inten-sa esperienza di formazione. Come ogni altra esperienza formativa (cf C 79a), anche questa è anzitutto opera dello Spirito Santo. Occorrerà, dunque, che vi lasciate formare veramente dallo Spirito sia durante gli Esercizi che durante il Capitolo, convinte che partecipare al CG è dav-vero frequentare la scuola dello Spirito Santo.
• Docilità e collaborazione. Per garantire in voi l’efficacia del-l’azione dello Spirito Santo sono assolutamente necessarie la docilità e la collaborazione, di cui parlano anche le vostre Costituzioni (cf C 37b, 79a, 100b).
Non dovremo dimenticare mai che tutti abbiamo la nascosta possibi-lità di opporre resistenza allo Spirito Santo (cf At 7,51). San Paolo, in-fatti, esorta i suoi fedeli di Corinto «a non accogliere invano la grazia di Dio» (2Cor 6,1) e scrive ai cristiani di Tessalonica: «Non spegnete lo Spirito» (1Ts 5,19). Nella lettera agli Ebrei si legge: «Come dice lo Spirito Santo: Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori»
(3,7-8).
Pertanto, nei giorni degli Esercizi e durante il CG non più resisten-za, bensì docilità allo Spirito; non più opposizione, bensì col-laborazione con lo Spirito.
• Permettere allo Spirito di pregare in noi. L’articolo 37 delle vo-stre Costituzioni afferma: «Per la grazia della nostra adozione a figli lo Spirito Santo prega in noi, intercede con insistenza per noi [...]. Docili alla sua azione, saremo perseveranti nella preghiera con Maria e come Maria».
Ecco un elemento fondamentale per vivere in sintonia con lo Spirito durante gli Esercizi: la preghiera filiale. Ed ecco, pure, un elemento in-dispensabile per garantire la fedeltà del CG allo spirito delle origini: la preghiera perseverante.
Apertura, attenzione, disponibilità, docilità, collaborazione e pre-ghiera sono le condizioni spirituali che ognuna deve coltivare nel pro-prio cuore durante gli Esercizi; sono gli atteggiamenti che dovete ga-rantire nell’assemblea capitolare, e sono i doni che dovete chiedere co-stantemente nella preghiera.
Solo così gli Esercizi e il CG saranno all’unisono opera dello Spiri-to e opera vostra. Solo così sarete un’assemblea guidata veramente dal-lo Spirito Santo.
3. Lasciarsi condurre dallo Spirito Santo
Ancora una proposta di riflessione. Lo Spirito Santo è sempre lo Spirito del Padre e del Figlio. È sempre lo Spirito di Gesù Cristo. Lo Spirito ci orienta sempre verso Gesù. Lasciatevi, dunque, condurre dal-lo Spirito. Lui, infatti, desidera condurvi ai giovani, a don Bosco e a madre Mazzarello, e in definitiva vuole condurvi a Gesù.
In primo luogo, lasciate che lo Spirito vi conduca ai giovani: ai gio-vani che soffrono ogni forma di povertà e sono senza famiglia, senza educazione, senza lavoro e senza valori; ai giovani che vogliono costru-ire una società diversa, ricercano nuovi valori e sono impegnati nelle più svariate forme di servizio; ai giovani lontani dalla religione, e a quelli aperti al discorso religioso, o appartenenti ad altre confessioni religiose; ai giovani, soprattutto, che vogliono impostare la propria vita alla luce del Vangelo, accettano gli impegni della fede cristiana e si sentono parte viva della Chiesa; ai giovani, anche, che manifestano la loro simpatia per don Bosco, che sono in sintonia con il suo spirito, di-sposti a collaborare nella sua missione e convinti di poter avere un po-sto nella Famiglia Salesiana.
Lasciatevi, dunque, condurre dallo Spirito ai giovani, convinte che Dio vi sta attendendo in essi per offrirvi la grazia dell’incontro con Lui e per disporvi a servirlo in loro.
In secondo luogo, lasciate che lo Spirito vi conduca a don Bosco e a madre Mazzarello, cioè alle vostre origini. Ritornare alle origini, in-nanzitutto per fare “memoria” di quanto Dio ha operato nella prima comunità di Mornese e di Nizza Monferrato per mezzo di don Bosco e specialmente per mezzo di madre Mazzarello, e di conseguenza per mantenere la fedeltà alla vostra esperienza di fondazione.
Ritornare alle origini anche per diventare la loro “profezia”, cioè per riformulare, riproporre e rivivere il patrimonio specifico dell’Isti-tuto in forma adatta alle sfide e alle attese delle nuove e svariate situa-zioni sociali, culturali ed ecclesiali.
Infine, lasciate che lo Spirito vi conduca a Gesù Cristo e al suo Van-gelo. Fate degli Esercizi un incontro personale, tenero e vivo con il Si-gnore della vostra vita, della vostra consacrazione e della vostra mis-sione. Chiedete il dono di incontrarvi con Gesù affinché dia amore al vostro cuore e libertà al vostro spirito; dia slancio al vostro apostolato e fecondità al vostro lavoro; dia unità alla vostra comunità e fervore alla vostra preghiera. E inoltre vi dia luce per le vostre ricerche e coraggio per le vostre decisioni; vi dia amore per amare i giovani e generosità
per servire i poveri; vi dia fedeltà alle origini e apertura al futuro.
Finiamo ricordando una convinzione di don Bosco: gli Esercizi spi-rituali possono chiamarsi sostegno delle Congregazioni religiose e te-soro dei soci che vi attendono.
Parlando degli Esercizi, la Cronistoria afferma: «sono giorni di gra-zia e di ardore spirituale per Mornese».4
L’11 settembre 1879, madre Mazzarello scrisse alle suore: «Noi ab-biamo fatto i S. Esercizi e, ringraziando il buon Gesù, ci lasciarono tut-te con una ferma volontà di farci santut-te» (L 26,2).
Sia anche così per voi tutte.
4 Cronistoria [dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice], Roma, Istituto FMA 1976, II 263. Si abbrevierà CS seguito dal volume e dalla pagina.
2. LA VITA SALESIANA