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Fedeltà alle dimensioni della vocazione della FMA

1Cor 6, 1-11; Lc 6, 12-19

La vocazione e l’elezione personale dei dodici apostoli costituisco-no il tema centrale del bracostituisco-no del Vangelo secondo Luca che è stato let-to. Sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento sono state molte le per-sone che nella profondità dei loro cuori hanno sperimentato una par-ticolare presenza di Dio. Si tratta sempre di una presenza viva, per-sonale e misteriosa; di una esperienza affascinante, coinvolgente e im-pegnativa. È una presenza che chiama e chiede tutto: è una vocazione.

L’invito di Gesù a diventare suoi apostoli si fece sentire anche a Mornese e bussò poco a poco al cuore di Main attraverso le persone di don Pestarino e di don Bosco, e anche attraverso le circostanze della vi-ta e i bisogni delle fanciulle mornesine.

Maria Mazzarello rispose con generosità alla progressiva chiamata di Dio; manifestò un costante e grande apprezzamento per la sua voca-zione e una profonda gioia per essere stata chiamata da Dio; e perseve-rò nella vocazione fino alla morte. La Madre, infatti, diceva giubilante:

«Come siamo fortunate! Che felicità per noi contadinelle di Mornese essere spose di Gesù, Figlie di don Bosco e di Maria Ausiliatrice! Oh Signore, quanto vi ringraziamo!».9

Una suora dei primi tempi testimoniò: «Spesso diceva a noi postu-lanti e novizie che essa conosceva ogni giorno più quanto fosse grande la sua fortuna e felicità di essere stata chiamata alla vita religiosa; e in-vitava anche noi a ringraziare il Signore per il grande beneficio che ci aveva fatto, dandoci la vocazione».10 È anche ben nota l’insistenza con cui madre Mazzarello raccomandava di perseverare nella vocazione ri-cevuta.

Come tutti sappiamo bene, perseverare nella vocazione non è solo non abbandonare l’Istituto. Comporta molto di più. Una suora, infatti,

9 MACCONO, Lo spirito e le virtù di Santa Maria D. Mazzarello Confondatrice e Prima Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Torino, Scuola tip. priva-ta FMA 1958 (rispriva-tampa), 367.

10 Ivi 368.

può rimanere fisicamente e giuridicamente nell’Istituto senza, però, perseverare con fedeltà nella sua risposta vocazionale.

Perseverare nella vocazione di FMA comporta ineludibilmente vive-re sempvive-re più tutte le dimensioni che la caratterizzano e radicavive-re pro-gressivamente nella propria vita tutti i valori che la configurano. Com-porta, dunque, vivere e assimilare:

– la dimensione carismatica. Alla radice del vostro progetto di vita religiosa salesiana c’è un dono gratuito di Dio, un carisma specifico del suo Spirito di amore, una grazia particolare;

– la dimensione divina. La vostra vocazione è un invito a diventare particolari segni dell’esistenza di Dio e del suo amore salvatore: siete soprattutto chiamate a testimoniare il primato di Dio;

– la dimensione mariana. Nelle vostre Costituzioni dite: «Maria Santissima è stata l’ispiratrice del nostro Istituto, e continua a esserne la Maestra e la Madre. Siamo perciò una Famiglia religiosa che è tutta di Maria (CS I 305). Don Bosco ci ha volute “monumento vivo” della sua riconoscenza all’Ausiliatrice e ci chiede di essere il suo “grazie”

prolungato nel tempo» (C 4);

– la dimensione ecclesiale. La vocazione salesiana vi situa nel cuore della Chiesa e vi pone interamente al servizio della sua missione: vive-re e agivive-re da vevive-re vive-religiose salesiane è, dunque, il vostro modo specifi-co di essere Chiesa e di specifi-costruire la Chiesa;

– la dimensione storica e secolare. Dio vi chiama per il mondo, vi chiama a cooperare nell’edificazione del suo Regno nella società, so-prattutto tra i giovani poveri. La realizzazione della missione salesiana – specie nell’ambito dell’educazione – è il vostro particolare contributo per migliorare sempre più la società;

– la dimensione giovanile. Siete nate con le giovani e per le giovani.

A dimostrarlo, basta ricordare le parole di Maria Mazzarello a Petronil-la nel sentiero degli orti: «Senti, PetronilPetronil-la, a me pare proprio che il Si-gnore voglia che noi due ci occupiamo delle ragazze di Mornese» (CS I 97-98); basta rileggere il biglietto mandato da don Bosco (1862): «Pre-gate pure, ma fate del bene più che potete, specialmente alla gioventù»

(CS I 118); e basta rivisitare il primo laboratorio a casa Pampuro, la prima scuola-famiglia a casa Maccagno e a casa Bodrato, il primo ora-torio e il collegio a Borgoalto;

– la dimensione educativa. Fin dagli inizi la vostra vocazione è stata segnata dall’interesse per lo sviluppo integrale delle destinatarie del vostro apostolato. A Mornese, infatti, le prime FMA si sono interessate della formazione umana, religiosa, morale, culturale, professionale e

familiare delle fanciulle e delle giovanette, e per dare adeguate risposte alle loro necessità giovanili;

– la dimensione comunitaria. «Vivere e lavorare insieme nel nome del Signore è un elemento essenziale della nostra vocazione, dite nelle Costituzioni» (C 49). Ciascuna di voi, quindi, è invitata a coltivare (cf C 61) e a consolidare (cf C 96) un forte senso di appartenenza alla co-munità ispettoriale e all’Istituto. Secondo le Costituzioni lo stesso CG è un mezzo per rafforzare il senso di appartenenza all’Istituto (cf C 156);

– la dimensione di famiglia. Don Bosco vi fondò assieme ai salesia-ni e ai cooperatori salesiasalesia-ni. Siete nate in una famiglia. Il vostro Istitu-to, dunque, forma parte della Famiglia Salesiana. È una dimensione es-senziale della vostra vocazione che deve essere conosciuta, apprezzata, vissuta, condivisa e sviluppata.

Concludiamo: Non basta chiedere il dono di nuove vocazioni per l’Istituto. Il CG deve anche aggiornare i contenuti concreti delle di-mensioni essenziali della vostra vocazione e deve rinvigorire l’entusia-smo vocazionale di tutte le FMA, intensificare la generosità della loro risposta personale alla chiamata di Dio e garantire la loro fedeltà quoti-diana alla specificità della vocazione di FMA.

Maria, modello di incondizionata accoglienza della divina chiamata e modello di generosa dedizione a Dio, sia la maestra e l’ausiliatrice della vostra fedeltà alla vocazione.

8. IL PRIMATO DI DIO